oneshot
Misunderstanding
Quel giorno Sheldon si sentiva particolarmente di buon umore.
La sua ricerca con Leonard
pubblicata soltanto pochi giorni prima stava dando dei risultati
strabilianti ed era sinceramente convinto che sarebbe diventata una
delle scoperte più importanti degli ultimi anni. Era
estremamente fiducioso delle sue capacità e, strano ma vero,
anche della collaborazione con il fisico sperimentale.
Dopo essere tornato a casa
e aver cenato come di consueto insieme agli altri componenti del suo
gruppo sociale decise di mettersi a leggere i nuovi commenti pubblicati
su Internet riguardo al loro lavoro. Persino Stephen Hawking si era
complimentato con loro e questo fece aumentare ancora di più il
suo già smisurato ego, dandogli la definitiva conferma che
quello che avevano fatto sarebbe addirittura entrato nella storia della
scienza.
Mentre scorreva la pagina e leggeva ad uno ad uno i commenti lasciati un sorriso orgoglioso fece capolino sulle sue labbra.
Leonard, seduto al suo
fianco, gli lanciava delle occhiate mentre a stento tentava di
trattenere una risata. Erano passati solo tre giorni da quando Penny
gli aveva letto la fanfiction scritta da Amy in cui immaginava una
giovane ragazza di nome Amelia incontrare un viaggiatore del tempo,
Cooper. Ovviamente era piuttosto palese capire chi riguardassero i due
personaggi: erano Sheldon ed Amy.
Leonard sapeva molto bene
che Amy non aveva osato informare il fidanzato dell'esistenza di questa
suddetta fanfiction e da tutta la sera non faceva altro che chiedersi
cosa avrebbe detto Sheldon se l'avesse letta. Lui aveva interrotto la
lettura quando era stato tirato in ballo l'amore carnale tra i due
personaggi e immaginarsi il suo coinquilino in atteggiamenti romantici
piuttosto espliciti l'aveva fatto inorridire.
Nonostante la
curiosità era però combattuto dalla promessa che aveva
fatto a Penny sul fatto di tenere la bocca chiusa e non dire niente a
nessuno, sopratutto al diretto interessato.
« Leonard,
perché mi stai guardando in questo modo? » chiese il
fisico teorico tenendo una mano leggermente sollevata dalla tastiera e
osservandolo con un misto di curiosità e perplessità.
Leonard si accorse troppo
tardi di averlo fissato a lungo con un'espressione ebete poiché
si immaginava una sua possibile reazione mentre veniva a scoprire certi
dettagli piuttosto imbarazzanti.
« Niente, lascia stare...Cooper. »
Alzò un sopracciglio. « Da quando in qua mi chiami così? »
« Beh, sai, per una volta pensavo che avrei potuto chiamarti in modo diverso. » si affrettò a rispondere.
Sheldon batté gli
occhi un paio di volte, non del tutto convinto dalla sua risposta.
« Credo di essere diventato discretamente bravo nel riconoscere
se una persona sta mentendo e credo che tu lo abbia appena fatto, come
dimostra la tua frettolosità nel rispondermi, l'allontanamento
dello sguardo e il modo nervoso con cui ti sei sistemato sulla sedia.
»
Leonard si chiese da quando
era diventato così bravo nel decifrare le reazioni umane. Prese
un respiro e si limitò a vuotare il sacco.
« Sapevi che Amy scrive fanfiction? »
Sheldon arricciò le
labbra e scrollò le spalle. « Questa tua informazione mi
è del tutto nuova. Amy non mi ha mai detto che si dilettava
nella scrittura di fanfiction durante il tempo libero. Una cosa in
più da sapere su di lei! » disse con un sorriso per poi
tornare a leggere i commenti e a crogiolarsi tra tutte quelle lodi
fatte da anonimi via Internet.
« E...non vorresti
leggerne una? » continuò il fisico sperimentale senza
demordere. Ora che ne era a conoscenza tanto valeva fargliela leggere.
Sheldon guardò un
punto sul muro con aria pensierosa, poi fece un gesto evasivo con la
mano. « Sinceramente non mi interessa affatto. Ho cose più
interessanti da fare stasera. Oh, hai letto qui il commento di
Viktorlovesscience82? Dice: "se la scienza procede a questi ritmi
presto verrà scritto un nuovo capitolo della storia
dell'umanità." » disse con un sorriso a trentadue denti
rivolto all'amico prima di scrivere un commento di risposta. «
Hai ragione mio caro e ti assicuro che quel capitolo porterà la
mia firma. » lesse la sua risposta ad alta voce.
Leonard ignorò completamente l'opinione di questo sconosciuto. « Nemmeno se il protagonista sei tu? »
Come sospettava Sheldon si
voltò verso di lui con sguardo serio e fissandolo intensamente.
Ora finalmente aveva la sua più piena attenzione.
« Io il protagonista di una storia scritta da Amy e pubblicata su Internet? »
« Esatto. »
« Sono una persona
molto interessante Leonard, è ovvio che abbia voluto ispirarsi a
me per dar vita a un personaggio di fantasia. Scommetto che questa
storia avrà avuto un grande successo! » esclamò con
un sorrisetto e chiudendo il portatile, pronto per andare a dormire.
« No, non hai
capito...» lo fermò sbuffando leggermente. « Non ha
creato un personaggio di fantasia ispirandosi a te. Sei praticamente tu
solo che ti chiami Cooper e hai una navicella che viaggia nel tempo.
»
« Come Doctor Who! »
Leonard alzò gli
occhi al cielo. « È questo quello che ti interessa? Ti ha
immaginato mentre torni indietro nel tempo e incontri una donna di nome
Amelia la quale si innamora perdutamente di te...» lasciò
in sospeso il discorso per creare più tensione. « Ti dice
niente? »
« Amelia...Amelia...
» si tamburellò due dita sul mento. « Come Amelia
Pond, la compagna dell'Undicesimo Dottore! Però nella serie la
chiamavano Amy, non Ame—Oh. » si bloccò e
spalancò gli occhi. « Ora ho capito a cosa ti
riferisci...»
Finalmente ci era arrivato,
pensò Leonard. Si avvicinò alla scrivania dell'amico e,
preso il suo portatile, iniziò una veloce ricerca su Google
utilizzando le parole chiave della fanfiction e in un baleno la
trovò. Spostò il computer verso di lui. « Eccola,
tutta per te. » disse incrociando le braccia a aspettando di
vedere se l'avrebbe letta o meno, ma conoscendo la sua curiosità
era sicuro che l'avrebbe divorata solo per sapere come sarebbe finita.
Contro ogni aspettativa
Sheldon si mordicchiò il labbro e si girò verso l'amico
guardandolo in modo quasi preoccupato. « Non lo so Leonard, se
Amy non me l'ha mai detto forse non vuole che la legga. »
Leonard corrugò
leggermente la fronte stupito per la sua risposta e il voler mantenere
la sua privacy. « D'accordo, come vuoi. » disse a bassa
voce. Poi gli diede una pacca sulla spalla. « È un vero
peccato che non saprai mai di cosa parla né tantomeno di come
finirà. » disse prima di andare in camera sua.
Sheldon rimase qualche
secondo a fissare lo schermo del PC. Effettivamente era piuttosto
curioso di sapere di cosa si trattava, come lo aveva descritto e come
immaginava la loro relazione.
Ma sì, infondo cosa c'era di male se dava un'occhiata?
Così, dopo essersi assicurato che il suo coinquilino avesse chiuso la porta della camera decise di iniziare a leggere.
L'inizio era molto
semplice. Ambientata nell'Ottocento, una ragazza di nome Amelia una
mattina incontra per puro caso un uomo nel suo campo svenuto e con
indosso degli strani vestiti che non aveva mai visto prima. Dopo averlo
portato in casa sua ed averlo curato scoprì che il misterioso
uomo si chiamava Cooper, era un viaggiatore del tempo proveniente da un
futuro molto lontano e a causa di un guasto alla sua navicella era
finito nella sua epoca. Amelia faceva molta fatica a capire quello che
diceva, ma non le importava perché era totalmente assorta dal
fascino che quell'uomo possedeva ed era così attratta da lui da
non riuscire più a pensare ad altro.
Come inizio non gli
dispiaceva, pensò Sheldon. Era stato paragonato ad un
viaggiatore del tempo - Amy sapeva bene quanto fosse affascinato dai
viaggi nel tempo - intelligentissimo e talmente bello da far
impallidire tutti gli uomini precedentemente incontrati da Amelia. In
un certo senso si sentiva lusingato.
Ora però stava per
entrare nel vivo della storia dato che Cooper non se n'era ancora
andato nonostante la navicella fosse stata riparata e inoltre sembrava
stesse iniziando a provare qualcosa per lei.
Improvvisamente, mentre era
completamente assorto dalla lettura, sentì il suono della
videochiamata in arrivo. Quasi si spaventò e si affrettò
a chiudere la pagina internet chiedendosi poi perché l'avesse
fatto quando Amy non avrebbe visto cosa stesse leggendo.
« Amy! Che...che fai? »
Amy corrugò la fronte davanti a quell' insolito inizio chiamata, ma non ci fece troppo caso.
« Come cosa faccio?
In base al Contratto tra Fidanzati il venerdì sera tra le 21 e
le 21:30 c'è la nostra consueta conversazione via Skype per
aggiornarci sui fatti accaduti durante la settimana e per accordarci su
come programmare il week end insieme. » spiegò con fare
meticoloso e professionale.
«
Giusto...giusto...» mormorò. Era così preso dalla
storia che si era completamente dimenticato dell'imminente chiamata
della sua ragazza. Vagò con lo sguardo finché Amy non
iniziò di nuovo a parlare, costringendolo così a
guardarla negli occhi.
« Perciò,
tornando ai consueti parametri, ti chiedo: cosa hai fatto ieri? »
Non che fosse tanto difficile indovinare. Sheldon era un essere
estremamente abitudinario, perciò quello che aveva fatto ieri
era quasi certamente la stessa cosa che aveva fatto il giovedì
della scorsa settimana e il giovedì prima ancora. Ma a lei non
importava, le piaceva ascoltarlo.
« Oh, ieri...beh, le solite cose. Piuttosto c'è un'altra cosa che mi preme chiederti. »
« Certo. Dimmi, cosa ti affligge? »
« Perché non mi hai detto che avevi scritto una fanfiction su di noi e la nostra relazione? »
Amy rimase immobile per qualche secondo, la mascella contratta e il viso diventato improvvisamente pallido.
Penny era una traditrice.
Le aveva fatto promettere che non avrebbe detto niente a nessuno e
invece aveva spifferato tutto alla prima occasione. Si sentì
sprofondare dalla vergogna.
« L'hai letta tutta? » riuscì solo a dire dopo lunghi secondi di imbarazzo.
« No, sono arrivato a metà circa. Comunque non hai risposto alla mia domanda, Amy. »
Amy si lasciò andare
in un lungo sospiro e con due dita si sistemò gli occhiali.
« Non volevo che la leggessi perché è una cosa
personale. Anzi, nessuno avrebbe dovuto leggerla, nemmeno Penny e
ovviamente il fatto che le abbia fatto giurare di tenersela per
sé non ha aiutato a tenerti all'oscuro da questa storia. »
« A dire il vero
è stato Leonard a dirmelo. E poi è naturale, lo sanno
tutti che tenere un segreto è un'impresa oltremodo impossibile e
da recenti studi è emerso che...»
« LEONARD HA LETTO LA
FANFICTION?! » gridò al culmine della rabbia. Pregò
solo che non ne fosse venuto a conoscenza anche Howard o sarebbe stata
la fine per davvero.
Sheldon sgranò gli
occhi per la reazione della ragazza. « Credo di sì. Ma non
devi sentirti a disagio, Amy. Sei un'eccellente scrittrice. »
Amy si coprì gli
occhi con una mano, sentendosi ancora più in imbarazzo di prima.
Sheldon però non era ancora arrivato alla scena clou della
storia nonché quella incriminante e vero motivo per cui non
voleva che qualcuno ne venisse a conoscenza. E nemmeno Sheldon avrebbe
mai dovuto arrivarci.
« Sheldon, promettimi che non andrai avanti a leggerla. »
« Ma perché? Io voglio sapere come va a finire. Non posso fermarmi ora. »
« Se vuoi te lo dico, ma sul serio, non andare avanti. »
« E rovinarmi il
finale in questo modo? Ma Amy è come se uno iniziasse a leggere
il Signore degli Anelli e arrivato sul più bello venisse
interrotto da qualcuno, costretto a buttare tutti i libri e
accontentarsi di un finale raccontato in modo sbrigativo da un amico!
» obiettò. Si era davvero appassionato alla storia e non
voleva rovinarsi in questo modo il finale.
« Per
favore...» lo implorò la neurobiologa in un modo che
Sheldon non aveva mai visto. Lo stava letteralmente supplicando con lo
sguardo.
Sospirò. « D'accordo, non andrò avanti a leggere se ti turba così tanto. »
Amy abbozzò un
piccolo sorriso. « Grazie. E non preoccuparti, ti
racconterò il finale fin nei minimi dettagli! »
« Va bene. »
Parlarono per un altro po', ma Sheldon non riusciva a concentrarsi del
tutto su quello che Amy diceva, troppo concentrato sulla fanfiction e
su quello che sarebbe potuto accadere tra Amelia e Cooper.
« Allora buonanotte. »
« Buonanotte, Amy.
» la salutò e quando la chiamata terminò si
ritrovò con la pagina di internet contenente la storia ridotta
ad icona e che sembrava gli stesse urlando di riaprirla e di continuare
a leggere, fregandosene di quello che Amy gli aveva chiesto. Prima che
ascoltasse davvero la sua perfida vocina interiore decise di spegnere
il computer e di andare a dormire, sapendo che già l'indomani
mattina con tutto quello che c'era da fare sul nuovo esperimento con
Leonard non avrebbe avuto il tempo di pensare alla fanfiction.
Dopo un'ora e mezza passata
a rigirarsi nel letto Sheldon era giunto alla conclusione che se non
fosse andato avanti con la lettura non sarebbe mai riuscito a prendere
sonno. Spostò le coperte e cercò di fare il minimo rumore
mentre raggiungeva il salotto e si accomodava alla sua scrivania.
Quando il computer si fu acceso Sheldon immediatamente cercò
nella cronologia la pagina internet interessata e quando la
trovò già iniziò a sentirsi meglio. Ora avrebbe
potuto finalmente sapere cosa sarebbe accaduto tra lui e Amy,
cioè, tra Cooper e Amelia. Amy non sarebbe mai venuta a
conoscenza del suo piccolo tradimento e l'indomani quando gli avrebbe
raccontato il finale avrebbe fatto finta di nulla. E poi la colpa non
era nemmeno sua, ma del suo bisogno ossessivo-compulsivo di avere
sempre una conclusione per tutto.
Guardò la rotellina
caricarsi per secondi che parvero infiniti e maledisse la connessione
per essere così lenta. Poi finalmente la pagina si
materializzò davanti ai suoi occhi e in un attimo trovò
il punto in cui si era fermato.
Amelia
passava l'asciugamano sul corpo del viaggiatore del tempo con movimenti
lenti e regolari. Sentiva il suo sguardo pungente addosso, ma non ebbe
il coraggio di alzare gli occhi per incontrare i suoi. Non aveva mai
visto un uomo tanto affascinante quanto lui. Con quella pelle chiara,
gli occhi azzurri e un sorriso in grado di scaldarle il cuore in un
modo che nessuno era mai riuscito a fare. Proveniva da un'epoca
differente dalla sua, a quanto aveva capito, ma a lei sembrava
provenire addirittura da un altro mondo, un pianeta lontano, una
galassia sconosciuta.
Quante
possibilità c'erano che il suo marchingegno si rompesse proprio
nel bel mezzo di un viaggio, facendolo finire nella sua epoca e
più precisamente nel campo dietro casa sua?
Significava solo una cosa: era destino.
Sheldon si chiese per quale
assurdo motivo Cooper avesse bisogno di qualcuno che lo asciugasse. Non
era in grado di farlo da solo? Eppure nella storia non veniva accennato
che avesse un qualche tipo di problema agli arti superiori. Ah giusto,
Amy lo trova anche molto affascinante, ma quello lo sapeva già
visto tutti i complimenti che gli faceva ogni volta che esagerava con
l'alcol.
« A cosa stai pensando? » chiese Cooper senza smettere di osservare i suoi movimenti.
«
N-niente...» si affrettò di rispondere mentre avvertiva la
mano tremarle leggermente. L'unica cosa che riusciva a pensare era come
il suo cuore avesse iniziato a martellarle nel petto. Non era mai stata
così tanto vicina ad un uomo prima e più restava
più si sentiva vulnerabile.
Avrebbe
voluto toccare quella pelle resa calda dal lungo bagno, tracciare con
il dito il profilo dei suoi muscoli e sentire sotto il suo tocco se
erano così forti come sembravano.
« Chiedimi come sarà il futuro. Chiedimi qualunque cosa e ti risponderò. »
E
finalmente Amelia ebbe il coraggio di alzare gli occhi per incatenare
lo sguardo al suo. Azzurro e verde, così simili, ma anche
così diversi.
Due mondi opposti destinati a non incontrarsi mai.
Lo vide avvicinarsi un po', quel tanto che bastava per far seccare la bocca di Amelia e renderla incapace di ragionare.
Cooper era immobile. Aspettava una sua domanda.
« Io...» boccheggiò. Non riusciva a creare una sola parola.
« Allora? » la spronò.
«
Io...volevo sapere se l'amore carnale è lo stesso nel futuro o
se...è differente. » disse con un filo di voce mentre
osservava il suo petto per poi scendere lungo l'addome.
Sheldon si appoggiò
deluso allo schienale della sedia. Ma che razza di domanda era? Aveva
davanti a sé un viaggiatore del tempo che era stato in tutte le
epoche storiche di questo mondo e l'unica cosa che le veniva in mente
di chiedere era...questa? Scosse la testa. Amy aveva davvero bisogno di
una urgente maratona di Doctor Who, compresa la serie classica
ovviamente.
Cooper
rise di fronte a quella domanda e Amelia sentì le guance
diventare rosse per l'imbarazzo. Perché mai avesse chiesto
proprio questo era un mistero di cui non riusciva a capacitarsi.
Lui
appoggiò una mano sulla sua, quella in cui teneva l'asciugamano
e gliela strinse leggermente. Amelia sentì il cuore perdere un
battito.
«
Hai la pelle morbida...» mormorò con tono sensuale
portandosi la mano sempre più vicino al viso e sfiorando con le
labbra l'interno del polso, tuttavia senza mai smettere di guardarla
negli occhi. L'asciugamano le cadde di mano.
Amelia
trattenne il respiro e quando si rese conto di quello che stava
accadendo liberò la mano dalla sua stretta e mosse qualche passo
per allontanarsi. Non poteva stare con quest'uomo. Era praticamente uno
sconosciuto, qualcuno che non avrebbe mai dovuto incontrare. Doveva
allontanarsi da lui prima che qualcuno li scoprisse e la biasimasse per
il suo comportamento del tutto inopportuno e immorale.
« Puoi dirlo forte,
ragazza. Se nell'Ottocento venivi trovata con un uomo da soli e senza
essere sposati vivevi nella vergogna per il resto della tua vita.
» commentò a bassa voce.
Eppure non ci riusciva. Nonostante il suo cervello ordinasse alle gambe di muoversi loro rimanevano ferme lì.
Arretrò
ancora quando vide Cooper avvicinarsi a lei e appena sentì il
muro dietro di sé capì di essere definitivamente in
trappola.
Quando
se lo ritrovò a pochi centimetri di distanza capì che non
sarebbe mai riuscita ad andarsene. C'era qualcosa che la bloccava,
forse il suo sguardo magnetico, forse il suo fascino misterioso.
« O forse più
semplicemente sono gli ormoni che ti impediscono di ragionare con
lucidità. » mormorò.
Amelia
sentì il suo respiro sul collo, le dita che le sfioravano la
nuca per poi spostarsi sotto il suo orecchio facendola rabbrividire ad
ogni tocco mentre l'altra mano si era appoggiata al suo fianco. Era
intrappolata tra il muro e il suo corpo.
Cooper
iniziò a baciarle delicatamente la mandibola e poi il collo,
lasciando una scia di baci che sembravano bruciare sulla sua pelle
diventata improvvisamente troppo sensibile.
« N-non possiamo...» balbettò
« Perché no, Amelia? » chiese con voce roca.
«
Avrete sicuramente una donna che vi...vi aspetta nel futuro. Una donna
che ha già conquistato il vostro cuore. » Avvertì
una sensazione di profonda tristezza invaderle fin nel profondo della
sua anima. Sapere che qualcun'altra lo stava aspettando -anche se
tecnicamente non era ancora nata- e che si chiedeva ogni singolo
momento dove fosse le spezzava il cuore. Non poteva sostituirsi a lei e
non lo avrebbe mai nemmeno fatto.
«
Non c'è nessuna donna che mi aspetta nel futuro...» Amelia
sgranò gli occhi. Le labbra di Cooper improvvisamente
vicinissime alle sue. « Nessuna donna ha mai conquistato il mio
cuore nel modo in cui hai fatto tu, Amelia. »
Troppo romanticismo per i suoi gusti, perfino peggio di quello che si trova nei filmetti da due soldi di Penny.
Amelia non poteva credere alle sue parole. L'unica donna che aveva fatto breccia nel suo cuore era stata lei.
Senza
neanche riflettere Amelia appoggiò le labbra sulle sue e anche
Cooper ricambiò prima delicatamente e poi con una foga sempre
maggiore, quasi avesse bisogno di quelle labbra per vivere, per
respirare.
Dovettero
staccarsi solo quando mancò l'aria ad entrambi. Ancora
ansimante, Amelia si chiese se in realtà quello non fosse altro
che un semplice sogno. Era tutto troppo bello per essere vero.
Se fosse stato davvero un
sogno avrebbe chiuso il computer e se ne sarebbe andato. Si era
stancato di tutti quei film, fumetti e serie tv in cui alla fine si
scopriva che tutto era stato semplicemente un sogno del protagonista.
Non lo avrebbe accettato nemmeno qui. Cooper gli piaceva troppo come
personaggio per relegarlo a semplice frutto di una creazione onirica.
Tornò
a baciarle le labbra, dandole la conferma definitiva che quello era
tutto reale. Le mani scendevano lungo i fianchi per poi spostarsi
dietro la sua schiena e slacciare la cintura che teneva fermo il
vestito all'altezza della vita. La sentì sussultare contro il
suo petto e istintivamente premette contro di lei, facendola aderire
completamente al muro. Il freddo della parete non era sufficiente per
alleviare il calore intenso che aveva iniziato a farsi strada dentro di
sé, come un fuoco le cui fiamme venivano alimentate
continuamente dal semplice tocco di Cooper.
Amelia
ansimava contro l'incavo del suo collo e il respiro caldo sulla sua
pelle bastò per togliere completamente i freni a Cooper.
Immediatamente cercò i bottoni della camicetta che iniziò
a slacciare con una lentezza esasperante. Amelia chiuse gli occhi
quando sentì il vestito scivolarle lungo le gambe. Non aveva
più nulla addosso se non una leggera sottoveste scollata lunga
fino ai polpacci.
« Amelia...» mormorò baciandole la spalla. Le mani dietro alla sua schiena che la stringevano a sé.
Entrambi voltarono la testa leggermente di lato e videro il letto. Sorrisero.
Cosa volevano fare adesso? Un sonnellino?
La fece
sdraiare sul letto e si mise sopra di lei sentendo il suo delicato
corpo premere contro i muscoli del petto. Iniziò a sfilarle la
sottoveste e più la pelle veniva scoperta, più Amelia
sentiva dei brividi scuoterla fin nella parte più profonda.
Okay, niente sonnellino.
« Cooper...voi...»
«
Shh. Non dire niente adesso. » sfiorò con la punta del
naso il suo orecchio. « E dammi del tu. Non sopporto tutto questo
formalismo. »
Amelia
gli accarezzò il viso e lo guardò negli occhi, decisa a
non perdersi nulla del suo sguardo, a cominciare da quel luccichio che
non aveva abbandonato le sue iridi fin dal primo momento in cui l'aveva
vista.
Sheldon non riuscì
ad andare oltre. Aveva ben capito come sarebbero proseguite le cose e
sinceramente di leggere di un dettagliato e svergognato coito non ne
aveva alcuna intenzione. Lesse qualche frase qua e là giusto per
esserne sicuro e una volta che la sua tesi fu confermata si alzò
e si preparò una tisana rilassante. Gli era già bastato
la descrizione del libro "Cinquanta sfumature di grigio" raccontata da
Penny una sera mentre erano tutti insieme e alcune scene l'avevano
inorridito. Tra l'altro era certo di aver visto il libro anche nella
libreria di Amy. Si spiegavano molte cose.
Una volta riempita la tazza
tornò alla scrivania e mentre beveva piccoli sorsi gli occhi si
muovevano rapidi da una parola all'altra.
Amelia
gli accarezzava delicatamente un braccio mentre Cooper cercava di
riprendere fiato. Appoggiò la fronte sulla sua e chiuse gli
occhi, sperando di poter così imprimere nella sua mente i suoi
tocchi e la morbidezza della sua pelle in modo indelebile. Amelia
passò ad accarezzargli la schiena, sopra i segni rossi causati
dalle unghie. Avrebbe dato qualunque cosa per potersi risvegliare ogni
mattina accanto a lui.
«
Credo di essere sulla buona strada per innamorarmi di te. »
mormorò il viaggiatore del tempo contro le sue labbra.
« Anche io. »
Se
questo era l'amore allora era senza dubbio la cosa più bella del
mondo. Era un'emozione di cui non sarebbe mai stata sazia abbastanza e
che ne avrebbe avuto bisogno tanto quanto l'aria nei polmoni.
Se anche Amy provava la
stessa doveva essere davvero innamorata persa di lui. Dal modo in cui
ne descriveva le emozioni Sheldon riusciva quasi a percepire quella
stessa sensazione. Quella costante necessità di aver sempre
bisogno di sentire la persona amata vicina.
Di sentire Amy vicina.
Improvvisamente Cooper si alzò e iniziò a prendere i vestiti piegati con cura sulla sedia.
« D-dove vai? » domandò Amelia coprendosi con il lenzuolo.
«
È tardi, devo tornare nel futuro. Ho già passato troppo
tempo qui. » rispose con tono più freddo.
« Pensavo che voi...cioè che tu, sì insomma, che saresti rimasto con me...»
Cooper si allacciò i pantaloni di quello strano abbigliamento e alzò un sopracciglio nella sua direzione.
«
Qui in quest'epoca? Non posso restare, non mi appartiene e cosa
più importante, non voglio stare in un posto dove non c'è
nemmeno uno scaldabagno! »
E Internet, ricordiamoci. E le serie tv.
« Allora portami con te. » disse decisa. Avrebbe fatto di tutto per stare con lui, anche andare secoli nel futuro.
«
Non posso. Amelia tu appartieni a questo mondo, non posso portarti nel
futuro con me costringendoti a rinunciare a tutti quelli che ti sono
vicino. »
« M-ma noi...»
«
Non potrà mai esserci un noi! » alzò la voce.
« È stato tutto un incidente, un errore! Noi due non
avremmo mai dovuto incontrarci. Siamo troppo diversi, facciamo parte di
due realtà troppo distanti., troppo lontane per essere comprese.
» Si infilò la maglia e le scarpe. Prima di uscire un
ultimo sguardo alla donna ancora sul letto e che lo implorava con lo
sguardo di fermarsi.
« Non avremmo dovuto farlo. »
Non avrebbero dovuto innamorarsi.
Uscì,
ma le parole, forse le ultime, di Amelia lo accompagnarono. «
L'amore non è mai sbagliato! » sentì alle sue
spalle, ma il tempo di chiudere la porta e già sembrarono
essersi dissolte nell'aria.
E finiva così, con
un'Amelia che lo raggiunse e cercò di convincerlo a restare, ma
Cooper sembrava non volerla nemmeno ascoltare. Non ci fu nemmeno un
bacio d'addio. Semplicemente salì sulla sua navicella e
partì lasciando Amelia in lacrime.
Il fisico teorico lesse un
paio di volte le righe finali per essere sicuro di aver letto bene.
Guardò anche infondo alla pagina per vedere se c'era
un'ulteriore parte, ma quello era senza dubbio il finale. Non c'erano
altri capitoli e le note dicevano che era conclusa perciò era
più che sicuro che Cooper e Amelia non si sarebbero mai
incontrati di nuovo.
Si alzò e,
dopo aver girato un po' per la stanza com'era d'abitudine fare quando
pensava, si appoggiò al bancone della cucina chiedendosi per
quale motivo Amy avesse scritto una fanfiction di questo tipo.
Anche lui aveva scritto una
specie di racconto da ragazzino in cui si immaginava di essere
raggiunto da uno Spock del futuro che, strabiliato dalle sue notevoli
doti celebrali, lo prendesse e lo portasse con sé nel futuro.
Quella storia era stato solo un semplice e veloce modo per evadere
dalla realtà, una silenziosa richiesta fatta nella speranza che
qualcuno lo notasse e lo apprezzasse per quello che era anche se la sua
intelligenza spesso intimidiva chi gli stava attorno.
Forse anche per Amy era
stata la stessa cosa. Anche lei aveva scritto qualcosa per evadere
dalla realtà, immaginandosi come sarebbero state le cose se
avesse avuto qualcun'altro vicino a sé. Un Cooper invece di uno
Sheldon.
Era sempre stato convinto
che Amy fosse felice di stare con lui. Insomma, dal test sulle
relazioni avevano ottenuto un 8.2 e soltanto un paio di mesi prima si
erano dichiarati il loro amore, ma allora perché si era
immaginata con una persona così diversa da lui? Ognuno in
ciò che scrive mette una parte di sé, lo sapeva bene
dall'esperienza con la storia che aveva scritto anni addietro, e questo
poteva indicare soltanto una cosa: Amy non era davvero felice come
sembrava e voleva qualcuno che le dimostrasse affetto attraverso il
contatto fisico. In poche parole, voleva qualcuno che non fosse lui.
Deciso a fare chiarezza prese il telefono e compose il numero della sua fidanzata.
« Pronto? » rispose una Amy piuttosto assonnata.
« Amy...»
« Sheldon
perché chiami a quest'ora? È successo qualcosa? »
domandò abbastanza preoccupata. Non era da lui chiamare al di
fuori di un certo orario.
« Ho bisogno di sapere una cosa da te...»
« Non puoi aspettare domani mattina? È tardi io vorrei—»
« No, non posso. » la interruppe. « Devo chiederti una cosa ed è urgente. »
Sospirò appena. « D'accordo, cosa vuoi sapere? »
« Sei felice, Amy? »
Batté gli occhi un
paio di volte perplessa per la stana domanda. « Ero più
felice prima che dormivo sinceramente. Che domande sono? »
« Intendo, sei felice di stare con me? »
Amy si bloccò non capendo perché mai le stesse chiedendo una cosa tanto strana.
« Certo che sono felice di stare con te, Sheldon. Non capisco perché te lo stia chiedendo. »
« Hai descritto un
personaggio che è molto diverso da me. Ti immagini con una
persona che ti bacia, ti abbraccia e ha coiti con te. Una persona
che...» fece una breve pausa. « Non sono io. »
Amy non sapeva cosa dire.
« Sei andato avanti a leggere? Avevi promesso che non l'avresti fatto. »
« Ero solo curioso. Dovevo sapere. » tagliò corto.
« Sheldon, è
solo una stupida fanfiction scritta molto tempo fa quando mi stavo
annoiando. Non c'entra nulla il fatto che il protagonista sia
così diverso da te perché io non sono Amelia. Ho preso
l'ispirazione da noi, è vero, ma non siamo noi. »
Sheldon non era sicuro delle sue parole. Chi lo diceva che in realtà non stesse mentendo?
« È vero mi
piacerebbe che mi mostrassi un po' di affetto qualche volta, ma a me va
bene anche così. So come sei fatto e non voglio che tu cambi
perché mi piaci così come sei. » disse addolcendo
il tono. Aveva fatto male a scrivere quella stupida storia, ma non
avrebbe mai pensato che Sheldon ci rimanesse così male.
« Quando l'hai scritta? »
« Un anno fa
dopo...» si morse il labbro inferiore ed emise un lungo sospiro.
« Dopo che ci siamo baciati a San Valentino. »
Ora capiva il perché
di questa fanfiction ad alto contenuto di estrogeni. Era stata
particolarmente toccata da quel gesto all'apparenza semplice ed
insignificante per la maggioranza delle persone, ma importantissimo per
loro. Aveva portato la loro relazione ad un altro livello. Un livello
in cui entrambi avevano capito di provare un forte sentimento
reciproco, un sentimento che li avrebbe uniti per moltissimi anni,
forse per sempre. In altre parole avevano capito di amarsi.
« D'accordo, credo di
capire. » mormorò semplicemente. « L'aumento dei
tuoi ormoni causati dal mio bacio deve avere scaturito un insieme di
fattori nel tuo cervello che ti hanno portata a mettere su carta i tuoi
impulsi. Possiamo quindi dire che sia stato tutto dettato dall'aumento
di feniletilamina e non dai tuoi reali desideri? »
« Assolutamente
sì. Te lo ripeto, io sono felice di stare con te e non
immaginerei nessun'altro al tuo posto. Sei il migliore fidanzato che
potessi avere. »
Sorrise con una punta di orgoglio. « Senza dubbio. Non a caso abbiamo ottenuto un 8.2 dal test sulle relazioni. »
« Solo un'ultima
cosa. Perché non hai lasciato Amelia e Cooper insieme? »
indagò ulteriormente. Ci doveva essere un motivo particolare se
aveva deciso di concludere la storia in questo modo.
« A dire il vero la storia aveva un finale diverso...» rispose titubante.
Sheldon rimase sorpreso. « Diverso? E per quale motivo l'avresti cambiato? »
« Vedi, io...l'ho
cambiato quest'estate quando tu sei partito. » abbassò la
voce sentendosi un po' in colpa per quello che aveva detto.
Quando aveva deciso di
lasciare la città per riflettere attentamente sugli ultimi
avvenimenti nella sua vita senza averne neanche fatto cenno a lei o
salutata, Amy si era sentita abbandonata. Come Amelia si era sentita
abbandonata da Cooper.
Si sentiva uno schifo, non pensava di averla fatta soffrire così tanto.
« Mi dispiace, lo so
non avrei dovuto andarmene senza dirti nulla...» mormorò
impacciato. Non era mai stato bravo con le scuse.
« Sheldon, anche se
il tuo gesto mi ha ferito io non ce l'ho con te. So perché lo
hai fatto e, se vogliamo essere sinceri, penso che tu abbia fatto bene
a prenderti del tempo per riflettere. L'unica cosa che non ho
apprezzato, oltre ad essere partito senza farmi sapere nulla, è
il fatto che tu non mi abbia chiamato quando volevi tornare. »
fece una breve pausa in cui Sheldon ricordò bene il momento in
cui, alla centrale della polizia, era incerto se chiamare Leonard o
Amy. Alla fine aveva optato per il suo migliore amico pensando che
fosse la persona più idonea da chiamare in un contesto simile,
ma anche lì si era sbagliato. « Ma anche questo ho capito
perché lo hai fatto. Lo hai fatto perché non volevi che
pensassi che fossi una persona incapace di fare qualcosa per conto
proprio, che perdessi la mia stima e la mia ammirazione per te. Non sei
perfetto, tutti commettono degli errori, ma questo non significhi che
non ti apprezzi. »
Il fisico abbozzò un
sorriso. Erano poche le persone che gli avevano fatto dei complimenti
di questo tipo e quelli di Amy erano stati i più belli che
avesse mai sentito.
« D'accordo, ho capito. »
« È...tutto risolto? »
« Credo...credo di
sì. » sospirò pensando a come una semplice storia
amatoriale pubblicata su internet fosse in grado di scuoterlo
così nel profondo, arrivando addirittura a mettere in dubbio la
loro relazione.
« Domani è San
Valentino e dato che tocca a me quest'anno scegliere pensavo che
avremmo potuto, mmh, andare in quel nuovo ristorante insieme a
Koothrappali e Emily. » propose.
Amy rimase stupita. Era una
proposta parecchio strana. Conoscendolo era sicura che quest'anno
sarebbero rimasti a casa a fare maratona di qualche serie tv mentre
mangiavano pizza e invece aveva deciso di sorprenderla
positivamente scegliendo qualcosa che avrebbero apprezzato entrambi.
« Sicuramente, penso
sia una bellissima idea. Dopo vuoi tornare a casa per vedere uno di
quei Star Trek-Wars-cosi? » Avrebbe preferito guardare un film
romantico, ma non poteva avere tutto dalla vita. La cena doveva essere
già più che sufficiente, non avrebbe stravolto
così tanto i suoi piani programmati da settimane soltanto per
lei.
Ed è qui che invece la sorprese per la seconda volta.
« No, pensavo che
avresti potuto scegliere tu un film da vedere. So che di solito a
questo tipo di occorrenza si opta per un film di genere romantico, ma
io, francamente, non ne conosco nemmeno uno. »
Amy si passò due
dita sotto il mento come se stesse riflettendo. « Posso scegliere
qualunque tipo di film voglia? »
« Certo. »
La neurobiologa sorrise
maliziosamente. « Allora potremmo andare a vedere Cinquanta
sfumature di grigio insieme a Leonard e Penny. Cosa ne dici? »
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per vedere la sua faccia in questo esatto
momento. Lei lo aveva detto scherzosamente, ma il silenzio proveniente
dall'altra parte della cornetta le fece capire che lo scherzo non era
stato recepito dal fisico.
Sheldon si
rannicchiò e appoggiò entrambi i gomiti sulla scrivania,
abbassando il più possibile la voce quasi avesse paura che
qualcuno potesse sentirlo e così giudicarlo.
« Se proprio non
c'è altra scelta e ci tieni così tanto a
vederlo...» sussurrò in un tono appena udibile lasciando
il discorso in sospeso.
Amy schiuse la bocca
incredula. Stava davvero per andare al cinema a vedere Cinquanta
sfumature di grigio insieme a Sheldon Cooper?
« Penso...penso proprio di sì. »
« D'accordo allora...»
O mio Dio.
« Andremo a vedere
quel film, ma poi voglio che tu faccia maratona di Doctor Who insieme a
me. E preparati perché sono quasi ottocento episodi. »
« Certo, tutto
quello che vuoi! » esclamò completamente colta alla
sprovvista dalla sua decisione di vedere quel tipo di film insieme a
lei.
« Molto bene. »
« Allora buonanotte
di nuovo. » disse Amy con un mezzo sorriso. Immediatamente
iniziò a pregustarsi la giornata di domani. Avrebbero cenato
insieme in un bel ristorante, anche se purtroppo non erano da soli, ma
avrebbe rimediato l'anno prossimo dato che sarebbe stato il suo turno
per scegliere, e poi sarebbero stati al cinema dove Amy avrebbe potuto
prenderlo per mano. Magari se fosse stata fortunata avrebbe potuto
anche appoggiarsi a lui.
« Aspetta, un'altra cosa...» disse il fisico in un sussurro appena udibile interrompendo il
flusso di pensieri nella mente della ragazza.
Lei rimase in attesa.
« Ti amo, Amy.
»
Amy, rimasta sorpresa per
la terza volta, si tirò su e iniziò ad attorcigliare una
ciocca di capelli attorno al dito. Era così strano sentirglielo
dire, non ci era ancora abituata.
« Ti amo anche io. »
« Buonanotte. » la salutò prima di riattaccare il telefono.
« Oh, cielo.
Dovrò trovare qualcosa con cui distrarmi al cinema. »
disse ad alta voce rivolto ad una stanza vuota.
Alla fine si era
preoccupato per niente. Amy aveva ribadito più volte che era
felice di stare con lui, che voleva che restassero insieme e che lo
amava.
Non c'era traccia di
falsità nelle sue parole e il tono usato mostrava tutta la sua
sincerità e convinzione con cui aveva detto quelle cose.
Finalmente Sheldon
sentendosi soddisfatto sia per aver terminato la fanfiction sia per
ciò che si erano detti al telefono poté tornare a
dormire, sperando di non aver perso troppe ore di sonno.
Amy guardava ancora il
cellulare con un sorriso sulle labbra. Non si aspettava di certo tutta
questa confidenza alle undici passate di sera e, sopratutto, non si
aspettava tutta questa confidenza da Sheldon. Doveva ammettere che era
diverso da quando era ritornato in città, l'aveva ormai notato
da parecchio tempo. Era più tranquillo e più disposto ad
ascoltarla, a cercare la sua compagnia, a starle vicino. Aveva sempre
avuto un modo particolare per dimostrarle il suo affetto e spesso
doveva leggere tra le righe quello che pensava o che avrebbe voluto
fare, ma a lei andava bene anche così. Era stata davvero
fortunata ad incontrarlo se lo ripeteva sempre. E pensare che quattro
anni fa non ci voleva neanche andare al bar per incontrarlo per la
prima volta.
Sistemò il cuscino
all'altezza della schiena e si allungò per prendere il portatile
che immediatamente accese e aspettò pazientemente che si
caricasse. Tanto ormai le era passato il sonno.
Una volta acceso
cercò in due secondi la fanfiction e appena trovata
immediatamente andò nelle opzioni di modifica.
Era arrivato il momento di cambiare il finale. Un'ultima volta.
Amelia
guardava davanti a sé dove prima si trovava la strana macchina
con cui Cooper era giunto da un'epoca così lontana, mentre ora
c'era solo l'erba che si muoveva spinta dal vento e il dolore nel petto
che le straziava il cuore.
Era
partito senza dirle nulla, nemmeno un addio. E ora, mentre sentiva le
lacrime solcarle il volto si chiese se sarebbe mai riuscita a
dimenticarlo. Lui era stato il primo e unico uomo che aveva mai amato e
dentro di sé sperava di rivederlo riapparire come per magia
davanti ai suoi occhi, ma sapeva che era una speranza vana. Era come
tenere una candela accesa in mezzo ad una tormenta. Sarebbe stato da
sciocchi credere di trovarla ancora accesa una volta tornati.
Si
voltò e si incamminò verso casa, pronta per iniziare una
nuova vita, una vita in cui non avrebbe avuto vicino a sé l'uomo
che amava.
Fece in
tempo a fare solo un paio di passi che avvertì dietro di
sé un rumore molto strano e particolare che non riusciva a
ricollegare a nessun altro rumore mai sentito prima. Una folata di
vento si insinuò tra i vestiti indossati alla svelta per la
fretta di raggiungerlo e si voltò lentamente. Incredula, si
portò una mano sulla bocca per soffocare un gemito.
Lui era
lì, Cooper era lì davanti a lei. Appena la vide
spalancò gli occhi e la osservò per lunghi secondi
interminabili, come se non la vedesse da tanto tempo. Si
avvicinò velocemente, quasi correndo, e ad Amy parve diverso da
com'era soltanto pochi minuti prima. Anche i vestiti che indossava
erano diversi.
Appena
la raggiunse appoggiò le labbra sulle sue, baciandola a lungo e
con passione, quasi ne avesse sentito la mancanza per un tempo
lunghissimo.
« Sei...sei tornato...» sussurrò contro la sua bocca mentre le punte dei nasi si sfioravano delicatamente.
« Sì...non potevo più restare senza di te. Ho atteso troppo a lungo. »
"Troppo a lungo? Sono passati soltanto pochi minuti" pensò Amelia.
«
Ho pensato a te ogni singolo giorno negli ultimi due anni e ho capito
di amare soltanto te. Voglio restare con te Amelia, per il resto della
mia vita. »
Amelia
non capiva le sue parole, erano del tutto incomprensibili. « Due
anni? Ma noi ci siamo visti soltanto pochi minuti prima...non
capisco...»
«
Per te sono passati solo due minuti, ma per me sono stati due
lunghissimi anni. Due anni in cui ho cercato in tutti i modi di
ritornare da te. »
Amelia
rimase profondamente toccata. Aveva fatto di tutto per riuscire a
ritrovarla e ora finalmente avrebbero potuto restare insieme per
sempre.
Cooper
la strinse a sé in un abbraccio e appoggiò il mento sulla
sua testa mentre chiudeva gli occhi e ricordava tutte le volte che
aveva immaginato di stringerla di nuovo tra le sue braccia.
«
Resterai qui? » chiese la ragazza dopo essersi staccata
leggermente dal suo petto per riuscire a guardarlo negli occhi azzurri.
Lui
sorrise. « No, penso ancora che non riuscirei a restare in
quest'epoca senza dare di matto. » Amelia sentì il cuore
perdere un battito sapendo cosa stava per chiederle. « Verrai via
con me. Andremo ovunque avrai voglia di andare. »
Amelia
abbassò lo sguardo. Andarsene significava un grosso cambiamento
nella sua vita, sarebbe stata in grado di affrontarlo?
Cooper
deglutì pensando ad un suo rifiuto. Eppure prima si era offerta
di partire con lui, ora perché sembrava voler cambiare idea?
Dopo infiniti secondi Amelia alzò gli occhi e lo fissò decisa. « Fammi solo prendere le mie cose. »
Lui
sorrise, sicuro della sua risposta. « D'accordo ti aspetto qui. E
tranquilla non ti perderai niente. La rivoluzione industriale
porterà le persone a spostarsi nelle città e il nuovo
presidente Abraamo Lincoln toglierà definitivamente la
schiavitù dopo una lunga guerra civile. »
« Lincoln? Davvero? Non me lo sarei mai aspettata...»
«
Ci saranno macchine con cui le persone si sposteranno per chilometri,
oggetti con cui è possibile parlare con una persona anche se si
trova dall'altra parte del mondo. Vedrai Amelia, il futuro è
straordinario. » disse entusiasta.
« E io non vedo l'ora di vederlo insieme a te. »
Dopo
che prese i pochi oggetti che possedeva finalmente Amelia poté
salire su quella strana macchina e rimase impressionata dalla
quantità di interruttori e luci che c'erano.
«
Questa è una macchina del tempo, posso andare in qualunque epoca
storica. Pensa, Amelia a dove vorresti andare. » Cominciò
a premere vari bottoni e diverse luci si accesero. « In qualsiasi
posto tu voglia, in qualsiasi momento tu voglia. Ad una condizione:
dovrà essere meraviglioso.* »
Appoggio una mano sulla sua. « Allora partiamo. »
Amy chiuse il portatile
soddisfatta per come aveva deciso di concludere definitivamente la sua
fanfiction. Infondo si sentiva un po' come Amelia, la donna che era
riuscita a far breccia nel cuore del misterioso viaggiatore del tempo
nonostante le diversità e le difficoltà che avevano
incontrato. E lei aveva fatto la stessa cosa con Sheldon. Con pazienza
gli era stata vicino e l'aveva aiutato a poco a poco ad abbandonare
quell'apatia e quella riluttanza nel legarsi a qualcuno fino a fargli
scoprire tutte le sfumature delle emozioni che compongono una persona.
Spense l'abat-jour sul comodino e si tirò le coperte fin sotto al mento mentre sorrideva nel buio della camera.
Era sicura che d'ora in avanti le cose avrebbero potuto soltanto migliorare.
~°~
*cit. Doctor Who.
Fa molto
Doctor Who il racconto descritto da Amy, ma il parallelismo con la
serie mi sembra abbastanza evidente. Poi datemi un'Amelia e un
viaggiatore del tempo ed esce tutto il mio fangirlismo (?) per il
Dottore ♥
Spero che vi sia
piaciuta e che i personaggi non siano così orribilmente fuori
carattere. È San Valentino gente, anche loro due si meritano un
po' di romanticismo.
Detto questo ci si vede^^
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