PERSONAL SPACE: Rieccomi con il
secondo capitolo! Innanzitutto ringrazio Shinichi e Ran Amore e
_corvina_ per le loro recensioni, e ne approfitto per dire che ho
aggiornato il primo capitolo con la correzione degli errori che mi sono
stati fatti notare..e niente, vi lascio al secondo capitolo! Buona
lettura!
CATTURATO!
Quella sera tutti erano ai loro posti. Conan ed Heiji avevano
architettato un piano tutto loro, di cui non avevano voluto rivelare i
dettagli a nessuno, non che qualcuno l'avesse loro chiesto, comunque.
L'ispettore Nakamori e il detective Mouri erano stra-convinti della
loro (errata) interpretazione del messaggio di Kid, e nessuno aveva
voluto dare il minimo credito ad Hattori quando aveva cercato di
intervenire per metterli sulla retta via. Qualche tentativo l'aveva
fatto anche Conan, ma il ragazzino aveva ottenuto solo di essere
sollevato di peso e allontanato (lanciato) abbastanza bruscamente dal
padre di Ran.
Fortunatamente Heiji aveva avuto i riflessi abbastanza pronti da
prenderlo al volo, altrimenti il ragazzino sarebbe andato direttamente
a sbattere contro la parete.
In conseguenza delle deduzione dell'ispettore, tutte le forze di
polizia erano state dispiegate sul tetto, e i due liceali erano gli
unici a interporsi tra il ladro e il prezioso gioiello.
Il ladro, evidentemente, non si aspettava di trovare due degni
avversari, e per fortuna o per abilità dei due cadde nella loro
trappola.
Hattori e Kudo erano riusciti a catturare il vero Kaito Kid e avevano
provveduto a rinchiuderlo in una stanza priva di finestre, ammanettato
e sorvegliato a vista da Conan, in modo che non potesse giocarsi la
carta dei travestimenti.
La soddisfazione dei due giovani era evidente dalle loro espressioni
soddisfatte, e lo sgomento degli adulti che li avevano additati come
“marmocchi rompiscatole” contribuiva ad aumentarne il livello in
maniera esponenziale.
Ovviamente ottennero di poter essere i primi a interrogare e rivelare
la vera identità del ladro.
Lasciandosi le forze dell'ordine alle spalle, entrarono nella stanza
che fungeva da cella.
-Allora, Kid- il primo a parlare fu proprio Conan, che con i ladro
aveva avuto numerosi trascorsi -Vediamo chi si nasconde sotto
quel monocolo, che dici?-
Heiji si prese un attimo per studiare l'espressione del ladro, e per
lui fu impossibile evitare di provare un brivido.
L'espressione di Kaito Kid era indecifrabile: nessuna paura, nessun
tipo di agitazione dovuta alla consapevolezza di essere arrivato al
capolinea della sua carriera di ladro imprendibile.
Gli occhi azzurri del prigioniero ricambiarono lo sguardo del
detective, un lieve sorriso storto e strafottente era dipinto sul suo
viso, quasi volesse dirgli che le cose non sarebbero finite in questo
modo, che in qualche modo se la sarebbe cavata ancora una volta, e
sarebbe riuscito a sfuggirgli.
-Kidduccio!!!! Amore mio!!!! Aspettami!!!! Vengo a trovarti!!!!!
Gli strilli eccitati di Sonoko li informarono che la voce si era
ufficialmente sparsa. Tra i due detective passò uno sguardo, come se
stessero per un momento considerando l'opzione di spingerlo a parlare
costringendolo a una seduta di corteggiamento serrato da parte della
ragazza.
Heiji non riescì a trattenere un ghigno, che per un attimo fece perdere
la freddezza a Kid.
-No, ragazzi dai, non scherziamo. Va bene tutto. Ma quella pazza no- li
implorò il mago in un modo che convinse i due a dare via libera alla
rampolla di casa Suzuki.
-E perché no, Kid? Pensavo ti piacessero le ammiratrici- La domanda di
Heiji era allo stesso tempo scherzosa e provocatoria.
- Ogni mago ama il suo pubblico- rispose saggiamente il ladro, che come
al solito si riteneva in primis un prestigiatore -Ma questa è pazza-
“Mi spiace ammetterlo Kid, ma hai ragione” non potè fare a meno di
pensare Conan, che da anni aveva a che fare con la ragazza, che
sopportava solo in quanto migliore amica di Ran, ma si guardò bene
dall'esprimere quel pensiero ad alta voce.
-Kudo?-
-Dimmi, Hattori-
-Che dici? La facciamo entrare?-
-No dai, seriamente ragazzi, non fatemi questo…no…dai….- ma le proteste
del ladro vennero interrotte dall’uragano Sonoko che irruppe nella
stanza e saltò letteralmente in braccio a Kid, cominciando a
sbaciucchiarlo mentre il poverino tentava in tutti i modi di scansarsi
e respirare, mandando mentalmente mille accidenti a Shinichi e Hattori,
che insieme a Ran e Kazuha se la ridevano alla grande di fronte a
quella scenetta.
L'ereditiera non riusciva a contenere la propria gioia, o meglio i
propri ormoni, e fu una faticaccia per Hattori staccarla dal giovane
ladro.
-Pezzi di….. questa me la pagate! E io che ti ho pure aiutato a portare
giù l’aereo!-
Conan rise di gusto, prima di tornare serio. Il momento era storico, e
lo sapevano bene tutti i presenti in quella stanza.
Nessuno era mai riuscito a catturare, figuriamoci smascherare, il
leggendario Kaito Kid.
Il padre di Conan, Yusaku, sosteneva di conoscere la vera identità del
ladro, ma si era sempre rifiutato di dire una sola parola a riguardo, e
Shinichi era convinto che quelle del padre fossero solo fandonie senza
senso.
I due detective tornarono seri, e il rimpicciolito distolse la mente
dai ricordi per avvicinarsi al mago, che ora sembrava aver perso quel
sorriso perennemente presente. A Conan parve di vedere distintamente le
rotelle del suo cervello che si mettevano in moto per cercare
un'ultima, disperata via d'uscita, che però non arrivò.
Con un gesto deciso, l'investigatore tornato bambino tolse cappello a
cilindro e monocolo.
Si trovarono davanti un ragazzino non più grande di loro, con i capelli
spettinati, gli occhi azzurri e i lineamenti molto simili a quelli di
Shinichi, il che spiegava il perchè riuscisse a prendere il posto di
Kudo senza l'utilizzo di maschere.
Una conclusione a cui i due
erano già arrivati da tempo, ma che, ora che ci pensavano, portava a
un'ovvia domanda: chi era il primo Kaito Kid?
-Tu non puoi essere il Kid di vent’anni fa- osservò Heiji, rimarcando
un'ovvia verità nel tentativo di scoprire qualcosa di più a riguardo.
-Sarai anche il miglior detective dell’est, ma sei veramente scemo se
pensi che siamo la stessa persona!- il ladro si permise un nuovo
slancio di sarcasmo e sicurezza-
-E allora chi sei? Un imitatore? Qualcuno che vuole fama facile?-
Fu a quel punto che Kid sembrò perdere la calma. Fu solo un attimo, il
tempo di un battito di ciglia, ma non sfuggì a Conan. Quando parlò, la
voce del mago era sommessa, quasi sconfitta.
-Quell’uomo….era mio padre- sussurrò, mentre il suo volto si
rattristava al ricordo del genitore. -Se ne è andato dieci anni fa.
Probabilmente ucciso-
La rivelazione li lasciò per un attimo interdetti: di Kid non ci si
poteva fidare, e questa era una certezza.
Che un criminale messo alle strette potesse vendere anche la propria
madre pur di togliersi dai guai, era un dato di fatto a cui entrambi si
erano trovati davanti più di una volta; eppure c'era qualcosa, nel modo
in cui la sua espressione era cambiata quando Heiji l'aveva accusato di
essere un imitatore in cerca di facile gloria, che stava insinuando
nella mente del giovane l'idea che il loro prigioniero non stesse
mentendo.
I suoi occhi incontrarono quelli di Heiji, dove potè leggere le sue
stesse conclusioni. Da tempo i due avevano imparato a leggere l'uno nei
pensieri dell'altro senza parlarsi, il che dava loro il vantaggio di
non doversi esprimere di fronte a Kid. Conan ora non aveva più dubbi:
se Hattori era dello stesso avviso, il ladro meritava almeno il
beneficio del dubbio.
Questo portava a un'ulteriore interrogativo: perchè aveva detto loro
che suo padre era stato ucciso? Poteva semplicemente dire loro che
aveva deciso di smettere con i furti, o inventarsi chissà quale altra
storia.
Era una richiesta di aiuto?
Certo, entrambi avevano un debito nei confronti del ladro (Kudo più di
uno in effetti), e ora quel ragazzino sembrava soltanto un loro
coetaneo, con un'intelligenza e un intuito pari alla loro, che per un
qualche motivo aveva deciso di mettere al servizio del crimine e non
della giustizia.
-Kudo- Con un cenno Heiji gli fece cenno di uscire, per poi seguirlo
fuori dalla stanza. - Che ne pensi?- gli chiede appena furono lontani
da orecchie indiscrete
-Di che?-
-Di quello che ci ha raccontato su suo padre. Credi che sia vero?-
-Beh- rispose dopo un attimo di riflessione, durante il quale una nuova
idea gli venne alla mente -a meno che non si sia scontrato con
l’organizzazione degli uomini in nero, e quindi sia ringiovanito di 10
anni, la cosa è piuttosto credibile, devo ammetterlo. È anche vero che
l’altro Kaito è scomparso dalle scene quando questo Kid era ancora un
bambino delle elementari probabilmente, quindi se avesse voluto seguire
le orme del padre non avrebbe certo potuto farlo a otto anni…e poi si
spiegherebbe anche perché da quando è ricomparso operi solo in
Giappone, mentre Kid Senior era attivo in tutto il mondo-
Heiji annuì. Il ragionamento di Kudo non faceva una piega, doveva
ammetterlo, eppure anche lui si stava chiedendo il perchè della
rivelazione.
Voleva forse che indagassero sulla morte di suo padre? Che lo
aiutassero a trovare gli assassini? O era tutta una tattica per
muvoerli a pietà e darsela a gambe non appena avrebbero iniziato a
collaborare?
Il detective di Osaka rimase in silenzio, mentre rimuginava anche su
un'altra verità innegabile: Kid aveva un suo senso dell'onore. Non li
aveva mai lasciati nei guai prima d'ora, a costo di esporsi in prima
persona ai pericoli, e, inoltre, restituiva sempre la refurtiva.
Un altro punto a favore della sua tesi.
Uno sguardo con Kudo, ed ebbe la certezza che la pensavano allo stesso
modo.
-Sentiamo cosa ha da dire- fu la proposta di Conan prima di aprire la
porta e rientrare nella cella improvvisata.
Kid era riuscito a togliersi le manette in qualche modo, tuttavia
pareva non aver fatto alcun tentativo di fuga.
Secondo punto a suo favore, fu costretto ad ammettere tra sé e sé
Hattori, e guardando Shinichi, vide che il ragazzino, in fondo, aveva
già deciso cosa avrebbe fatto. Heiji sospirò. Chi era lui per tirarsi
indietro?
-Ok, Kid- Conan non era certo uno che faceva giri di parole -Chi sei?-
Per un attimo Kaito pensò di mentire, o di eludere la domanda, ma si
rese subito conto che era una cosa priva di senso: l'avevano visto in
faccia e sapevano di suo padre.
Anche ammettendo che fosse riuscito a scappare, quanti minuti ci
avrebbero messo a scovare la notizia della morte di un prestigiatore
proprio in concomitanza con la scomparsa di Kaito Kid?
All'epoca la notizia aveva fatto il giro di tutti i giornali del mondo
data la fama di Toichi Kuroba come mago; inoltre, se avessero
convalidato l'arresto, Nakamori l'avrebbe riconosciuto in meno di un
nanosecondo.
In ogni caso, l'avrebbero scoperto.
Sospirò e disse la verità.
-Kaito Kuroba-
Seguì un interrogatorio (che presto divenne una chiacchierata a caccia
di indizi) che durò un paio d'ora.
Kaito raccontò della morte del padre, di come quasi subito dopo la
ricomparsa del ladro fantasma, dei malviventi si fossero subito messi
in contatto con lui, intimandogli di stare lontano dai gioielli di
Pandora, e di come lui, per contro, si fosse messo a caccia di
qualunque gioiello, restituendo poi quelli che si rivelavano inutili al
suo scopo nonostante l'enorme valore.
Kuroba. Toichi Kuroba. Kuroba. Kuroba. Kuroba...
Dove cavolo aveva già sentito quel nome?
Del racconto di Kaito, Conan aveva ascoltato ben poco.
Da quando aveva sentito quel nome, Toichi Kuroba, qualcosa era scattato
nella sua testa, ma proprio non riusciva a capire cosa fosse.
Gonfiò un pallone dalla sua cintura speciale e prese a palleggiare, un
gesto abitudinario che lo aiutava a pensare con più lucidità.
Alla fine, riucì a ricordare.
Il mago che aveva insegnato a sua madre l'arte del travestimento,
trasformandola nella fenomenale attrice che era.
Tornò alla realtà.
Kaito stava raccontando di come fin dal giorno della morte del padre
avesse sempre nutrito dei dubbi sull'incidente che ne aveva causato la
morte. Ogni trucco di un mago aveva una via d'uscita sicura, in caso di
grossi problemi. Le persone pronte a rompere i vetri in caso di numeri
in apnea (come quello che aveva ucciso suo padre), erano davvero
l'ultima spiaggia, ma tra loro e il mago c'erano almeno altre quattro
vie di fuga sicure, che non avrebbero mandato in panico il pubblico, e
che non avrebbero comportato l'interruzione dello spettacolo e il
pagamento dei danni causati dall'acqua.
-Perchè non hai parlato allora?- gli chiese Hattori, ma la risposta
arrivò da Conan, in un tono di voce che non riusciva a nascondere la
frustrazione del giovane detective:
-Perchè nessuno dà retta a un bambino-
-Cosa sai su questa organizzazione?-
-Solo che cercano delle gemme, che rivolte verso la luna brillano di un
particolare bagliore; secondo la leggenda possono aprire il vaso di
Pandora, qualunque cosa esso sia-
-Non è un granchè come inizio...Kudo, qualche possibilità che sia la
stessa organizzazione degli uomini in nero?-
Conan non rispose subito. Pensava al vaso di Pandora: secondo la
mitologia, vi erano rinchiusi tutti i mali del mondo, che, una volta
aperto, aveva dato vita all'umanità come tutti la conoscevano. Sempre
secondo la leggenda, l'unica cosa rimasta nel vaso era la speranza, ma
il mini detective dubitava che lo scopo di quegli uomini fosse quel
vaso in senso lato.
Doveva trattarsi di qualcos'altro.
-Eh? No, non credo- rispose alla domanda di Hattori -Se fossero loro
avrebbero già trovato il modo di ucciderlo, o di renderlo innocuo-
-Ok, quindi...da dove si comincia?-
-Un attimo. Volete indagare?-
-Non ti aspetterai mica che di fronte a un'enigma del genere restiamo
qui a far nulla!-
-E io?-
-Tu ci aiuterai- Kudo ebbe la risposta pronta. Aveva deciso che,
nonostante fosse un ladro, non meritava il carcere, almeno non per il
momento.
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