Questa
storia è semplicemente demenziale, ok? Non leggetela
seriamente, prendetela alla leggera e nessuno si farà troppo
male. Sono poco più di settecento parole buttate
giù in
treno dopo un'intera settimana trascorsa a guardare film deficienti
pseudo-comici con le mie pseudo-comiche-deficienti amiche.
Questa
storia è ridicola, non è una scusante valida per
tutti
i miei ritardi con il Diario e, quel che è peggio, disonora
''Orgoglio e Pregiudizio'' in una maniera così sfrontata
che,
vi giuro, mi vergogno di me stessa. Davvero, non abbiatene. Non avevo
nemmeno bevuto il caffè, quando l'ho scritta. Insomma, non
ero
ancora del tutto in me, capite?
Ad
ogni modo, ho messo il rating alto giusto per sicurezza. A dirvela
tutta, non c'è chissà quale roba.
Be'...
buona fortuna.
Jane
Austen, perdonami di nuovo.
P.s.
Dove
posso acquistare il signor Darcy? Grazie.
«Ti spiace farmi un fischio?»
by
Trick
«...quindi
Malocchio pensava di- » Sirius s'interruppe bruscamente.
Incrociò le braccia al petto e inarcò un
sopracciglio
in direzione dell'amico seduto alla scrivania di pomice della vecchia
biblioteca dei Black. «Remus, mi stai ascoltando?»
Sobbalzando
al suono del proprio nome, Remus scosse il capo e fissò
intensamente Sirius, quasi si fosse accorto solo in quell'istante
della sua presenza. Deglutì con forza e intrecciò
le
dita davanti al viso pallido.
«Ascolto...»
biascicò. «Continua, te ne prego».
«Come
ti stavo dicendo, Malocchio ha pensato di apporre un Incantesimo
Dis-»
«...mpff!».
«Uh?»
«Eh?»
Sirius
aggrottò la fronte e scrutò torvo l'altro.
Nascosto
dalle dita, un sorriso forzato increspava le labbra sottili di Remus.
«Cosa
stai facendo, Remus?»
«Niente».
«Remus...»
«Dicevi?»
«Non
farmi incazzare, Lunastorta» lo ammonì in tono
smielato
Sirius. «Dimmi che stai combinando o regalerò il
tuo
scalpo ai gemelli Weasley, questo Natale».
«Ecco...»
iniziò, mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore e
grattandosi distrattamente la nuca. «Stavo... insomma,
capisci...»
«...sì?»
lo incoraggiò con un ghigno Sirius.
«Mi
stavo... cioè, non proprio come... era più una...
io...
leggevo» tagliò corto, annuendo
con decisione.
Sirius
pareva oltremodo scettico.
«Leggevi,
ma certo!» esclamò ironico. «E, dimmi...
la
superficie di legno del tavolo è una lettura
sufficientemente
interessante?»
«...cosa?»
«Non
avevi nessun libro in mano quando sono entrato, Remus»
spiegò
con un sorriso mansueto Sirius.
Remus
abbassò disorientato lo sguardo.
«Ovviamente
no» rispose, sempre più teso. «Lo avevo
appena
posato, ecco».
«Oh,
naturale. Cosa leggevi?»
Remus
assottigliò le labbra e lo fissò con
intensità.
«Orgasmo
e
pregiudizio» biascicò in un sussurro lesto.
Sirius
strabuzzò gli occhi e gli lanciò un'occhiata di
divertito stupore.
«Hai
realmente detto ''Orgasmo e pregiudizio''?»
«Eh?»
mugugnò l'altro, agitandosi sulla poltrona e raddrizzando la
schiena.
«''Orgasmo
e pregiudizio, Remus?» ripeté sospettoso
Sirius. «È
una rivisitazione moderna dell'originale? Mi piacerebbe
leggerlo».
«''Orgoglio''...»
mormorò Remus, affondando il viso nelle mani e spostando la
sedia più a sinistra. «...sbagliato».
«Oh,
naturalmente» esclamò con un sorriso genuino
Sirius.
«Remus, ti stai masturbando, vero?»
Remus
si bloccò improvvisamente. Sirius non riusciva a vederlo in
viso ma, ne era certo, l'amico aveva le labbra saldamente serrate fra
loro per lo sforzo di contenere qualunque emozione lo stesse
animando. Quando parlò, la sua voce era di un'ottava
più
alta.
«No».
«Remus...»
«Ecco...
cosa vuoi sentirti dire?» chiese infine, con l'aria di chi ha
qualcosa di particolarmente fastidioso incastrato in gola.
«Che
in questi dodici anni non sei scivolato così in basso,
amico».
Mugugnando
qualche incomprensibile parola, Remus alzò le spalle.
La
risata canina di Sirius s'infranse nella vecchia biblioteca.
«E
io che pensavo di essermi ridotto male!» sentenziò
infine. «Be', Remus... ti lascio a te stesso,
allora» lo
salutò, ammiccandogli divertito e chiudendosi la porta alle
spalle.
Fissando
il vuoto dinanzi a sé, Remus attese impaziente che
l'ilarità
di Sirius si spegnesse nel corridoio. Una volta certo che non sarebbe
stato disturbato un'altra volta, si scostò un poco dalla
scrivania e lanciò un'occhiata bieca verso il pavimento.
«Tu
vuoi che Sirius mi uccida, vero?» domandò flebile.
«Se
ci scopre, mi renderà la vita un inferno».
Ridacchiando
nel dorso della mano, Tonks si appoggiò alla sua gamba e gli
sorrise maliziosa.
«Bella
trovata quella dei cinque amigos,
professore» lo provocò
lei, mostrandogli il palmo. «Estremamente
convincente».
Remus
si passò una mano sul viso.
«Non
dimenticherà mai questa storia...»
«Tranquillo»
ribatté franca Tonks. «Non me la scordo nemmeno
io».
Lui
la guardò con un sopracciglio inarcato.
«Mmh...»
si finse pensieroso. «Credo di poterti comprare piuttosto
facilmente».
«No,
non credo che-».
«Ne
sono fermamente convinto, mia cara» la interruppe lui,
chinandosi e posando le sue labbra su quelle di lei.
Senza
interrompere i tentativi del mago di comprarla e allungando le
braccia attorno al suo collo, Tonks fece leva sulle punte dei piedi,
e gli si sedette a cavalcioni.
«Non
so se funzionerà» mormorò all'orecchio
di lui.
«Scommetto cinque galeoni che non reggi il confronto,
professore».
«Impertinente...»
rispose lui, accarezzandole la coscia e iniziando a sollevare l'orlo
della gonna d'ordinanza del Dipartimento Auror che la giovane
indossava.
Toc
toc.
«Merda!»
imprecò sottovoce Tonks, voltandosi allarmata verso la porta.
«Veloce,
veloce» la ammonì Remus, aiutandola a nascondersi
nuovamente sotto la scrivania.
Toc-toc.
«E
niente scherzi, questa volta» aggiunse in tono conciso,
strappandole una risatina vivace. «Avanti!»
Infilando
nella stanza la sola testa, Sirius lo fissò annoiato.
«Devo
assolutamente dirti quella cosa prima che Malocchio scopra che non te
l'ho ancora detta» disse. «Quando tu e Tonks
finite, ti spiace farmi un fischio?»
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