PROLOGO.
“Fallo Alex ti prego. Come un cerotto, veloce ed ed indolore.
Fallo e basta” ora la sua voce divenne solo un lieve sibilo
che mi pregava. Si, mi stava pregando. Lei, veloce ed infallibile
predatore, pregava me. E di cosa poi...mi pregava di ucciderla, di
porre fine alla sua vita, per salvare la mia.
CAPITOLO 1.
Era una calda sera d'estate quando ho incontrato Alicia, una ragazza
bellissima: alta, mora, con due grandi occhi color miele che ti
scrutavano dentro.
Aveva un solo, unico, grande difetto, che con il passare del tempo
divenne il suo segreto più
nascosto.
Era un killer, una macchina omicida commissionata per fare fuori tutta
la gente che si era in qualche modo messa contro suo zio, tipico grande
esponente della mafia americana.
Ora vi racconterò la sua storia, come lei la
raccontò a me 5 anni or sono.
Quando aveva 3 anni i suoi morirono in un incidente d'auto dalle
inspiegabili coincidenze, e da quel giorno Earnest Neddu si prese cura
di lei. Earnest è un uomo di 35 anni, alto, biondo con gli
occhi azzurri, tutto il contrario di suo fratello
John.
John Neddu, 42 anni, si è sposato con una giovane americana
della piccola borghesia newyorkese, Kylie, all'età di 33
anni, e con lei ha avuto la sua prima ed unica figlia di nome Alicia,
la bella protagonista della nostra
storia.
John ed Earnest vivono a New York da quando avevano 6 e 13 anni, la
loro madre è sempre stata attratta dal mondo americano, ed
appena ne ebbe la possibilità si trasferì a NY
con i suoi due figli, lasciando in Sicilia suo marito, il suo lavoro,
la sua casa e tutta la sua "vecchia vita", come amava denominarla lei
quando giustificava il suo gesto ai figli e agli
amici.
La vita in America procedeva alla grande, Earnest e John si erano
integrati molto bene a scuola e la loro mamma cominciò a
stringere rapporti sempre più stretti con "la gente che
conta".
Quando Earnest cominciò a frequentare il liceo, conobbe dei
ragazzi siciliani come lui, ma che di siciliano non spiccicavano
neanche una parola.
Era incuriosito dal loro mondo fatto di vestiti firmati, limousine ed
ogni più svariato tipo di lusso,ed ogni volta che li vedeva
si domandava come mai avessero tanti
soldi.
Un giorno lo scoprì, i genitori di quei ragazzi avevano un
lavoro, diciamo così, sospetto ed iniquo, le loro famiglie
avevano importato la mafia in America, ed ora ne erano i maggiori
esponenti per quanto riguardava la "Sezione
Newyorkese".
Dopo l'incidente che uccise i suoi genitori, per 11 lunghissimi anni
Alicia visse con lo zio Earnest in un appartamento molto piccolo
proprio di fronte al Central Park, ma poco le importava dal momento che
in casa non ci stava quasi mai.
Tutti i giorni si alzava all'alba, faceva una velocissima colazione e
raggiungeva lo zio al "Quartier Generale", così le piaceva
chiamarlo, ma in realtà non aveva un nome ben preciso, era
un bunker piuttosto lontano dal loro appartamento, nella periferia di
NY, lì il suo caro zietto e tutti i suoi amichetti avevano
la sede della loro organizzazione criminale.
La sede era molto ben attrezzata, armi, sonar, porte con
identificazione vocale e digitale, entrare là dentro
sembrava quasi entrare in un film ambientato nel futuro.
Ma Alicia ci era abituata, quella era la sua casa, da sempre.
Si allenò per 11 anni, e mentre prendeva a pugni il sacco o
sparava ai bersagli, il suo unico pensiero era che tutto quello che
stava facendo, tutto ciò per cui stava lottando, le sarebbe
servito a vendicarsi della morte dei suoi
genitori.
All'età di 11 anni, Alicia scoprì che le
spaventose ed innumerevoli "coincidenze" riguardanti l'incidente
cagione della morte dei suoi genitori, non erano affatto delle
coincidenze.
Qualcuno aveva palesemente organizzato la loro morte: mentre tornavano
da una cena romantica per il loro 4 anniversario di matrimonio,
qualcuno, dal ciglio della strada, sparò un colpo di pistola
che colpì uno degli pneumatici, persero il controllo della
macchina andando fuori strada, e si schiantarono contro un albero.
Morirono entrambi sul
colpo.
Alicia si sentiva in dovere di individuare, cercare, ed uccidere gli
assassini dei suoi genitori.
Da quel giorno, anzi più precisamente da quando suo zio la
prese con sé, quello, fu il suo unico pensiero, dalla
mattina appena sveglia alla sera quando si coricava, ogni parola che
emetteva, ogni singolo gesto che compiva, avevano uno ed un unico
obiettivo: la Vendetta.
Ebbe il suo primo "incarico" alla tenera età di 14 anni, a
quell'epoca poteva essere considerata ancora una bambina, ma in
realtà lei aveva l'astuzia di una volpe, la bellezza di una
statua e i riflessi di una saetta.
Mrs. Smith, così la chiamavano, un pò dal film
Mr&Mrs Smith, un pò perchè era un nome
molto comune e quindi difficilmente rintracciabile.
La sua prima vittima fu un uomo di mezza età, capelli
brizzolati, il tipico panzone da hot dog champagne e prostitute. Soldi:
tanti..Classe: Zero!
Da quello che aveva sentito Alicia questo tizio aveva rubato quasi 2
milioni di dollari in azioni, ma questo non le doveva interessare.
I motivi per cui meritava di morire lei non doveva saperli, doveva
ricevere solo una sua foto, il suo profilo e dove poterlo trovare, al
resto pensava lei.
Alicia esaminò il caso per 2 settimane prima di avere un
piano assolutamente perfetto, con l'aiuto dello zio ovviamente, e dal
momento che era il suo primo incarico, lo zio le assegnò
un'assistente, Alexis, un genio con il computer, conosceve tutte le
cartine topografiche della città, le fognature e le entrate
di servizio, insomma, con lei non si poteva sbagliare.
la sera prescelta per l'omicidio tutto era ormai deciso.
Alicia si vestì mooolto provocante, dico solo che doveva
interpretare una prostituta.
Stivali neri lucidi con tacco alto, calze a rete nere e un top a dir
poco scollato, il tutto coperto da un semplice spolverino lungo color
bianco latteo.
Entrò nell'hotel dove alloggiava la sua vittima come niente
fosse, alla reception disse che era il suo giocattolino per quella
sera, il ragazzo da dietro il bancone le fece l'occhiolino e le diede
la chiavetta magnetica della stanza.
Suite 309. 3 Piano.
Alicia prese le scale "per non essere ripresa dalle telecamere
nell'ascensore" le aveva detto Alexis.
Arrivata al 3 piano sudava freddo, era la prima volta che doveva fare
una cosa del genere ma si sentiva forte, sicura, ed era convinta che
più si avvicinava alla sua vittima e più si
avvicinava al compiersi della sua vendetta.
Entrò nella stanza con passo felpato, si tolse veloce lo
spolverino e si sdraiò sul letto, con fare molto provocante.
L'uomo non tardò ad arrivare, puntuale alle 20.30, peggio di
un orologio svizzero, ma non sapeva che quella fu l'ora della sua morte.
-Giù mi hanno detto che sei tu il mio giocattolino stasera-
le disse l'uomo leccandosi le labbra, cosa che fece venire il
voltastomaco ad Alicia.
-Oh, sì, non vedrai mai più cose del genere-
rispose svelta ed arguta.
Lo spogliò veloce e lo fece stendere sul letto, gli
incatenò polsi e caviglie agli estremi del letto a
baldacchino imprigionandolo in una posizione a croce.
-Ooh..dai bimba..fammi vedere le stelle...-
-Eh si, le stelle le vedrai di sicuro. Di buonanotte, lurido maiale!!-
Con uno scatto velocissimo tirò fuori la sua fedele pistola
dallo stivale destro e sparò un colpo forte e deciso dritto
tra le sue sopracciglia, uno, uno solo, quello bastò.
Il sangue scorreva lento dagli angoli della bocca e dal restro della
testa macchiando quelle bellissime lenzuola da Grand Hotel, ed Alicia,
Alicia non provò niente, rimorso, compassione,
ribrezzo..niente..
Da quel momento capì che quella era veramente la sua vita.
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