AAA
Faceva
caldo. Molto caldo.
Un
grido lontano, il rumore assordante di un vetro infranto.
Troppo
caldo.
Il
braccio lo colpì, gettandolo in terra. Ansimava.
Te
l'avevo detto, non era un buon giorno per uscire fuori.
Erano
in due, le mani prive di articolazioni gli cingettero le braccia, il
collo. Cercò di gridare, ma ogni parola rimase bloccata nei polmoni.
Ma
tu non mi hai mai dato ascolto. Mai. Troppo preso dal tuo orgoglio
per badare a quello che dicevo.
Lo
stavano trascinando di peso. Lacrime di terrore iniziarono a
scendergli dagli occhi. Non riusciva a respirare, non poteva reagire.
Solo
che quella volta... quel giorno... avresti fatto meglio a darmi
ascolto, fratello.
Uno
stanzino buio, dall'aria intrisa di odori acri. Lo schiacciarono con
forza contro il muro, per un attimo si sentì mancare l'aria.
Perché...?
Cercò
di scalciare, fendette l'aria con le gambe, ma aveva troppa poca
forza, e loro erano tre.
Non
volevo morire.
Chica,
gli occhi viola scintillanti nel buio, vicinissima al suo volto.
Continuava a premerlo contro la parete.
Meritavo
più di te. Sei sempre stato egoista, io no.
Bonnie,
che fino a quel momento aveva osservato con occhi ardenti di odio,
gli afferrò le gambe, bloccando definitivamente.
Saresti
dovuto morire tu al posto mio.
Freddy,
gli occhi azzurri irriconoscibili, attraversati da lampi di furore
disumano, davanti a lui. Teneva in mano una maschera robotica.
Ma
la vita, si sa...
Avanzò
di qualche passo, gli attanagliò il mento con la mano sinistra e
iniziò ad alzare l'altra verso il suo volto.
...è
ingiusta.
Con
un movimento fulmineo, un cigolio sinistro di giunture, la mascotte
della pizzeria premette la maschera sul suo volto, e Mike poté
sentire i ferri che gli squarciavano la pelle, le protuberanze
affilate che laceravano il suo viso fino all'osso. Avrebbe voluto
gridare, avrebbe voluto piangere, ma non poteva far altro che fissare
con orrore il volto del suo assassino, un animatronic progettato per
intrattenere bambini.
Ma
non sempre, e non con tutti.
La
vista iniziò ad offuscarsi, il dolore si fece lancinante. Sentiva la
maschera schiacciargli le tempie, gli occhi sul punto di esplodere,
la fronte pulsare terribilmente. Dagli occhi della maschera riuscì a
intravedere il volto di Freddy. Questo socchiuse la bocca, lasciando
intravedere uno scintillio argenteo proveniente dalla gola:
l'endoscheletro. Mike rabbrividì, mentre le ultime forze evaporavano
dal suo corpo. Chica continuava a tenerlo fermo, ma Bonnie lasciò
cadere le gambe, che si afflosciarono come quelle di una bambola di
pezza. Aveva il setto nasale paurosamente schiacciato dalla maschera,
il sangue gli era colato fino alle narici e non aveva più
possibilità di respirare. Freddy emise un suono cupo, metallico, e
il ragazzo scorse le mascelle dentate dell'endoscheletro muoversi in
modo meccanico.
«Tu,
mostro»
Pronunciò
il robot. La vista gli si offuscò completamente, il suono del suo
stesso cuore, martellante fino a pochi istanti prima, iniziò a
svanire dalla testa di Mike. La sensazione dei capelli umidi
appiccicati alla testa si dissolse, la paura iniziò a
sfilacciarsi... stava perdendo coscienza. Gli ultimi suoi pensieri
andarono a sua madre, già vedeva il suo volto disperato su una
pagina di giornale, al cugino Jeremy, che più e più volte aveva
cercato di dissuaderlo da accettare l'offerta di quel lavoro, al suo
vecchio amico Fritz... per un attimo rivide le fronde degli alberi
della casa dei suoi nonni, dove passava le estati da piccolo, sentì
il vento sulla pelle, il cinguettio degli uccelli...
Poi
ci fu uno sparo.
«Fermateli,
fermateli!»
«Spegnete
quegli affari!»
«Salvate
il ragazzo, il ragazzo!»
Scesero
le tenebre più profonde. Ma solo per un secondo. Un attimo dopo, una
morsa veniva staccatagli dalla faccia. Un grande respiro, a pieni
polmoni, il corpo lasciato cadere verso due figure indistinte. Poi
tossì, più e più volte, sputando sangue. Gli animatronics
gridavano, urla raccapriccianti che si perdevano nei corridoi. Il
petto di Mike si alzava e si abbassava ad una velocità spaventosa,
il sangue che riprendeva a circolare nelle vene, la vista che
tornava, con il dolore del volto sfigurato. Qualcuno lo aveva
afferrato, lo aveva fatto sdraiare. Mike guardava il soffitto, le
piccole luci da poco accese che tremolavano incerte, una mano gli
passò nei capelli, dita affusolate che toccavano le ferite aperte.
«Lesioni
gravi alla cute e al volto, chiamate un'ambulanza»
La
dura voce di una donna che si perdeva nel buio. Perse i sensi.
Bianco.
La prima cosa che vide fu il bianco. Fu travolto dal bianco. Pareti
bianche, tende bianche, porte bianche... il cielo, al di fuori delle
finestre, pareva anch'esso bianco. O forse erano i suoi occhi a
percepire solo quel colore? Tossì. Poi cercò di portarsi seduto, ma
le forze non lo avevano ancora ritrovato. Si abbandonò sul cuscino e
si riaddormentò.
Si
svegliò più volte, sempre più cosciente, due quello stesso giorno
e una di notte, mentre una giovane dagli abiti candidi cambiava una
flebo ad un altro paziente. La quarta volta c'era sua madre ad
aspettarlo, che gli corse incontro ad abbracciarlo in quel modo
affettuoso, estremamente materno, che ogni volta aveva messo il
giovane in imbarazzo. L'anestesia tornò ad annebbiargli la mente, e
la quinta volta si svegliò solo per qualche istante, giusto per
notare la shilouette alta e slanciata di suo cugino camminare in
tondo, davanti al suo letto, discutendo a voce alta.
Si
riaddormentò.
Commento
E
rieccomi, piuttosto in anticipo rispetto a quello che avevo
progettato, per una nuova storia di Five Nights at Freddy's, questa
volta di una sfumatura più seria e coerente al gioco... più o meno.
Scoprirete ben presto perché! Questo era solo il prologo, spero
abbia stuzzicato la vostra attenzione! Vi aspetto al prossimo
capitolo!
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