contest 2 weeks
Piove. E' da stamattina che piove.
E' la seconda volta in tutta la giornata che mi scopro completamente zuppa, nonostante il cappotto invernale.
Ma sono qui, a ripararmi sotto un balcone, con i miei amici che
sguazzano nelle pozzanghere -lo sapevo che quei due non avrebbero retto
neanche un bicchiere di birra- o che parlottano fra loro.
C'è anche la coppia di turno che, sotto un solo ombrello, gira
per il parcheggio qui davanti, ridendo e stringendosi... e non so
cos'altro.
E io mi chiedo cosa ci faccio qui?
Alzo gli occhi e ne incontro altri due scuri. Incredibilmente -almeno
per me- riesco a sostenere qualche secondo quello sguardo, poi abbasso
il capo.
Mentre Kiba si volta verso gli altri.
Ecco perché sono venuta.
Non riesco ancora a credere di avere avuto il coraggio di stare tutta
la sera con lui, di parlargli -sebbene quasi sottovoce-, addirittura di
scherzarci.
Non so perché, ma in sua compagnia mi riscopro capace di una spontaneità che non avrei mai immaginato di avere.
Non ho paura di toccarlo; non ho paura di sorridergli.
Ogni mio complesso riguardo l'immagine che hanno le persone di me si dissolve e divento semplicemente Hinata.
Chi è Hinata?, mi sono chiesta tante volte.
Vicino a Kiba trovo risposta: Hinata è una ragazza che cerca
solo di essere se stessa, e che cerca qualcuno che le permetta
di essere tale.
Vago con lo sguardo.
Di solito la pioggia non mi piace.
Strano, ma vero, anche a me danno fastidio i capelli bagnati appiccicati sulla faccia.
Oggi, però, l'umidità non mi dà poi così
fastidio... e il picchiettare delle gocce sull'asfalto è una
piacevole melodia.
Dò un'occhiata in giro e mi accorgo che io e lui siamo uno affianco all'altra.
Una piccola ondata di coraggio inumidisce il bagnasciuga del mio istinto e appoggio il capo sulla sua spalla.
Niente più che parole, sciocchezze quotidiane.
Poi avverto un movimento contro il mio braccio e qualcosa avvolgermi le spalle, senza premere nella calda presa.
Ci speravo, giuro e ammetto che ci speravo.
Ma non l'avrei mai immaginato che accadesse sul serio.
Parliamo di scuola, mentre lui si strofina gli occhi stanco e io
arrossisco per la sua mano che accarezza dolcemente il profilo del mio
braccio.
Starei così per sempre... felice come non mai e con le farfalle nello stomaco.
Ma l'incantesimo si romperà a breve.
Allora guardo la pioggia cadere sulla strada, sperando di vivere altre serate umide come questa.
Scusami, Kiba. Non volevo innamorarmi di te.
Non avrei dovuto, ma è successo.
Plink. Plink. Plink.
E ti dirò, mi piace questo affetto umido.
Fine
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