Disclaimer: Questa storia
contiene diverse citazioni più o meno dirette di ‘Harry Potter e la
Pietra Filosofale’ (Capitolo otto – Il Maestro di Pozioni) e ‘Harry
Potter e il Principe Mezzosangue’ (Capitolo nove – Il Principe
Mezzosangue).
Asfodelo, bezoar e
aconito
“Non mi
aspetto che comprendiate a fondo la bellezza del calderone che bolle a
fuoco lento…”
Continua a parlare, ma la sua
mente è altrove.
Cerca di ignorare il bisogno
impellente di guardarlo. Di fissarlo.
Controllare i pensieri dovrebbe
essere la sua specialità. Questa volta, però, sono i pensieri a
controllare lui.
Alla fine non resiste. Deve voltarsi. Deve parlargli.
“Potter” dice d’un tratto. “Che
cosa ottengo se verso della radice di asfodelo in polvere dentro un
infuso di artemisia?”
Scruta i suoi capelli corvini e
ribelli, gli occhiali rotondi, ed è malignamente convinto che non saprà
rispondere.
Solo allora, però, nota i suoi
brillanti occhi verdi – ed è per quello che gli concede una seconda
opportunità.
“Proviamo ancora. Potter, dove
guarderesti se ti dicessi di trovarmi una pietra bezoar?” domanda,
mascherando il dolore con o scherno.
“Non lo so, Signore.”
“E… Potter, qual è la differenza
tra l’Aconito napellus e l’Aconito lycoctonum?”
Severus insiste, sperando contro
ogni speranza di vedere quegli occhi illuminarsi di comprensione come
ai vecchi tempi – sperando contro ogni speranza che basterà ad
alleviare il proprio strazio.
“Non lo so.”
Tre parole, ma ti bastano per
odiarlo – perché Lily, a differenza sua, avrebbe saputo rispondere.
**
“Buongiorno,
buongiorno miei cari ragazzi! Allora, vediamo un po’ chi abbiamo
quest’anno…” esordì il professore di Pozioni, Horace Lumacorno, aprendo
il registro sulla cattedra. “Ora, vediamo un po’ chi abbiamo
quest’anno… Avery, sì, Serpeverde come tuo padre… Ho insegnato anche a
lui, sai?”
Il giovane
Avery annuì indifferente, e Lumacorno tornò con gli occhi sul registro,
facendo scorrere il suo indice sulla pagina.
“Ah, Sirius
Black…” disse con rammarico. “Un vero peccato che tu sia finito a
Grifondoro, ragazzo mio! Credo che Phineas non ne sia affatto contento.”
“Be’, a
giudicare dalla Strillettera che gli ha mandato, neanche sua madre lo
è!” esclamò canzonatorio il ragazzo con i capelli disordinati e gli
occhiali.
Accanto a
Severus Lily roteò gli occhi, ma Slughorn ridacchiò.
“Molto
divertente, Signor…?”
“Potter,
professore. James Potter.”
“Ah, devi
essere il figlio di Fleamont, l’inventore della Tricopozione
Lisciaricci!”
“Il solo e
l’unico. Almeno spero!” scherzò Potter.
Alcuni
compagni risero, ma Severus lo squadrò con disprezzo.
Lumacorno
riprese a scorrere il suo elenco, e il suo dito arrivò quasi fino al
fondo della pagina prima di incontrare un altro nome che ritenesse
degno di nota.
“E infine
abbiamo il figlio di Mulciber. Serpeverde anche tu, certo.”
Lumacorno
chiuse il registro senza nemmeno darsi peso leggere ad alta voce il
nome degli altri studenti, ma scrutò a lungo un Grifondoro dai capelli
castani, prima di cominciare la lezione.
“Bene,
adesso che abbiamo finito con le presentazioni, vi chiedo di prestare
la massima attenzione” disse Lumacorno gioviale. “Dovete sapere che il
primo passo imprescindibile per diventare un buon Pozionista è saper
riconoscere e opportunamente trattare gli ingredienti principali, ed è
a questo che dedicheremo le nostre prime lezioni!”
Severus
resisté a stento alla tentazione di sbuffare. Non che Lumacorno avesse
torto, ma aveva sperato di avere subito l’occasione di mettere in
pratica ciò che aveva imparato sui libri durante l’estate.
“Ora, per
rendere la faccenda un po’ più accattivante, ho personalmente
selezionato tre ingredienti alquanto interessanti” continuò Lumacorno,
indicando tre cloche di metallo posizionate in perfetto ordine sul
banco vicino alla cattedra. A quanto pareva era un amante della
teatralità, al contrario suo, ma Severus non poteva negare di essere
almeno un po’ intrigato. “Chi indovinerà di cosa si tratta vincerà dei
punti per la propria Casa!”
Lumacorno
fissò speranzoso i suoi pupilli Serpeverde, ma non degnò Severus di uno
sguardo. ‘Come se fossero migliori di me’ pensò lui con rabbia, ma poi
Lily gli diede un leggero colpo di gomito per catturare la sua
attenzione, rivolgendogli un sorriso di sfida con un brillio divertito
negli occhi, e in un attimo Severus scacciò via quei pensieri amari per
ricambiare il sorriso.
“Vediamo…
Chi sa dirmi cosa abbiamo qui?” domandò Lumacorno, scoprendo la prima
cloche e rivelando un mazzetto di tuberi non molto diversi dalle
carote, anche se più appuntiti e biancastri. Radici di asfodelo, se non
andava errato.
La mano di
Lily schizzò in aria. Lei sorrideva raggiante, ma quando lanciò
un’occhiata a Severus la sua espressione divenne perplessa, e solo
allora lui capì di essersi scordato di alzare la mano a propria volta.
Lumacorno
guardò Lily come se avesse notato la sua presenza solo in quel momento,
e Severus non apprezzò particolarmente il brillio curioso negli occhi
del professore.
“Sì, mia
cara?”
“È radice di
asfodelo, Signore.”
“Molto bene,
molto bene! E ti ricordi anche come in genere viene utilizzata?”
“In polvere,
Signore. Ad esempio, unendo la radice di asfodelo in polvere con un
infuso di artemisia otteniamo una pozione soporifera così potente da
essere chiamata Distillato
della Morte Vivente.”
“Eccellente!”
disse Lumacorno entusiasta. “Cinque punti a Grifondoro! E ora ditemi…”
– Lumacorno alzò la seconda cloche – “… cos’è il nostro secondo
ingrediente?”
Questa volta
la mano di Severus si alzò insieme a quella di Lily, ma Lumacorno
scelse di nuovo lei, nonostante Severus appartenesse alla sua Casa –
non provò troppo risentimento solo perché amava vedere gli occhi di
Lily illuminarsi di entusiasmo.
“È un
bezoar, Signore, e possiamo trovarlo nell’intestino di una capra”
spiegò Lily. “È un efficace antidoto contro molti veleni.”
“Straordinario!”
esclamò Lumacorno entusiasta. “Altri cinque punti a Grifondoro! Posso
chiedere il tuo nome, mia cara?”
“Ma certo,
Signore. È Lily Evans, ma credo non avrebbe bisogno di chiederlo, se
avesse letto il nome di tutti gli studenti” disse lei con divertita
arguzia.
Severus fu
sconcertato e impressionato al tempo stesso per la sua risposta
tagliente, ma trovò terribilmente fastidiose le risate e i fischi
esultanti di Black e Potter.
Slughorn
sembrava divertito quanto loro. “Oho! Suppongo dovrò tenerlo a mente
all’inizio della prossima lezione, allora. Lily Evans, hai detto… È per
caso imparentata con Luke Evans, il fabbricante delle scope Comet?”
“Ne dubito
fortemente, Signore. I miei genitori sono Babbani.”
A Severus
non sfuggì l’occhiata disgustata di Avery e Mulciber, ma Lumacorno
sgranò gli occhi stupito, il suo sguardo fisso su Lily.
“Sorprendente!”
disse deliziato. “Davvero sorprendente, signorina Evans. Sai anche
dirmi qual è il terzo ingrediente?” domandò, alzando la terza cloche e
scoprendo uno stelo ricoperto di fiori violetti in una conformazione
piò o meno conica che Severus riconobbe immediatamente.
“È aconito,
Signore.”
Lumacorno
sorrise raggiante. “Esattamente, mia cara. Sembra quasi sciocco
chiederlo, a questo punto, ma sai dirmi la differenza tra l’Aconito napellus e l’Aconito lycoctonum?”
“Be’, in
realtà sono la stessa pianta, nota anche con il nome comune di aconito.”
“Eccezionale!
Altri cinque punti a Grifondoro.”
Lily annuì
grata, cercando di contenere il suo sorriso soddisfatto.
**
“Non lo so.”
Tre parole, ma gli bastano
per odiarlo.
Perché Lily, a differenza
sua, aveva saputo rispondere.
Perché Lily, a differenza
sua, non c’era più.
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Per una volta, non ho
nulla da dire! Non mi resta quindi per ringraziarvi di aver letto :)
Alla prossima,
Isidar
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