KagaKuro
シャドー -
Shadow.
«Io sono
un'ombra. Però un'ombra diventa più nera se la
luce è più forte.»
La voce di Kuroko rimbombava nella testa di Kagami, seduto in panchina
mentre palleggiava con una mano poggiata sulla guancia. Non capiva. Non
capiva come cazzo potessero venirgli in mente quelle cose.
«Idiota.» Mormorò lanciando la palla
verso il campo,
dove il resto della squadra si stava allenando. Cercò una
testa
azzurra, perdendola di vista appena vi posava lo sguardo.
Kagami sbuffò ancora: voleva giocare.
«Ehi, Kagami-kun.» Il rosso saltò sul
posto non
accorgendosi, come spesso accadeva, di lui. «Non spuntare
così all'improvviso, idiota!»
Kuroko rimase impassibile, bevendo un lungo sorso d'acqua.
«Veramente sono qui da sette minuti.» Si
asciugò
delle goccioline di sudore dalla fronte e dai capelli con l'asciugamano
che aveva poggiato in testa, con lo sguardo rivolto verso il
campo. «Sta zitto, idiota.» Lo
rimproverò di
nuovo l'altro, assottigliando lo sguardo per seguire gli allenamenti.
Con la coda dell'occhio notò Kuroko prendere Numero 2 in
braccio, sedendosi sulla panchina con gli occhi puntati alla partita.
Aveva sempre quell'espressione indifferente, difficile da decifrare.
Kagami deglutì stringendo i pugni, infastidito, portando la
sua
attenzione altrove.
«Qualcosa non va?»
«Ho detto stai zitto.»
Kagami non ebbe più risposta, quando sbirciò si
rese
conto che lo sguardo di Kuroko non si era mosso nemmeno di un
millimetro.
Ci fu un attimo di silenzio, senza contare il rumore stridulo della
scarpe da ginnastica sul pavimento lucido della palestra. Il ragazzo
più alto passava lo sguardo dagli allenamenti al suo vicino
almeno un paio di volte prima di parlare.
«L'hai detto anche ad Aomine?» Sbottò
poi, continuando a fissarlo di sottecchi.
«Cosa?» Rispose l'alto, ricambiando lo sguardo.
«Lo sai.»
Numero 2 abbaiò, scodinzolando, scendendo dalle gambe di
Kuroko
per raggiungere la palla. Sospirò, sistemandosi i polsini.
«Eravamo amici e compagni di squadra. Tutto qui.»
Kagami quasi ringhiò, sembrava che volesse evitare il
discorso. Lo faceva imbestialire.
«Non hai risposto alla mia domanda.» Si
voltò
fissandolo duramente. Il ragazzo dai capelli azzurri lo
guardò
negli occhi con la solita espressione. «Sì.
Ma solo
perché mi piaceva il basket di Aomine.»
Il rosso cercò di capire cosa stesse passando per la testa a
quel piccolo idiota, arrivando sempre alla conclusione che un cretino
del genere non fosse dotato di pensieri.
«Tu sei diverso, Kagami-kun. Lo dovresti sapere.»
Kuroko
avvicinò il suo pugno con un sorriso appena accennato,
colpendo
la mano chiusa di Kagami.
Si alzò posando l'asciugamano vicino alla bottiglia d'acqua,
correndo il campo.
Kagami alzò un angolo della labbra in un sorriso, scuotendo
la testa.
«Idiota.»
##
Beh, insomma, potevo fare meglio. '^'
Un'altra KagaKuro, non mi annoiano mai, sono troppo carini. :3 Non
credo di dove dire qualcosa di importante se non "avete avuto un bel
coraggio per arrivare fin qui". Ma, se qualcuno ci è
arrivato
davvero, lo ringrazio con tutto il cuore. *^*
Tornerò, spero con qualcosa di interessante, e
sarà su Midorima e Kise. Sono l'amore, basta. <3
Un salutone!
Cecia.
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