The Fallen

di egovincitomnia
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Mi annoio, mi annoio dall’alto della terrazzina di questo bar mentre le strade respirano persone affaccendate.
Finché non ti vedo, con le mani in tasca, emergere dalla folla.
Ah, così di fretta, ragazzo nevrotico a cui  piace distruggere gli oggetti inutili che danno gioia agli stupidi – ancora un nitido ricordo di un qualche distributore automatico di bibite mi trapassa la memoria, come sfrecciò vicino al mio naso.
Ma cosa c’è di male con un po’ di distruzione?

Correndo per le scale rido, rido dello sguardo di fuoco che ti ho immaginato regalare a quella limousine di passaggio, piena di persone con le tasche piene e le teste vuote.
Colori i peccatori col lor sangue, li tramuti in vino, calpesti i senza cuore – sei l’Asceso dal cielo fra noi povere anime – mai qui per giudicarci.

Ti seguo saltellando, seguendo il biondo celestiale dei tuoi capelli – sento, so, che ti sei reso conto della mia presenza.
Ti perdo di vista per entrare in un negozio, per appropriarmi di un’offerta per te. Dovrò scegliere fra oro, incenso… e poi, com’era? Champagne?
Avvolgo con le dita la bottiglia, per tornare a fluttuare fra gli uomini ignari.
Mi crocifiggi con lo sguardo in un istante; e pronunci il mio nome invano.
Ed io non sento dolore, non sento mai dolore – non vuoi colpirmi di nuovo? Ho bisogno di un tuo livido ricordo da qualche parte sul corpo.

Sento il sangue ribollire per l’emozione, poi, la Luce.
Il lampo di un pugno, un sopracciglio che brucia con la tua risata pigra che proviene da lontano, da più in alto.
Cado sul pavimento, vagamente disgustato dalla vista del mio sangue.
Ma tu sai già cosa sto per fare, mi hai già visto, sei Colui che Sa. L’Asceso virtuoso fra Noi.

Mi scuso dal piastrellato se ho mai opposto resistenza, se ho mai avuto dubbi sulla tua rettitudine d’animo e che tu non sia mai stato un peccatore come me.

Il mio unico problema, ti dico, è quando le persone insistono con l’odio nei tuoi confronti; divino damerino, pieno di sé.
E ti ripeto che sei davvero una persona nevrotica, ti piace distruggere ciò che allieta gli ignoranti; scagli la prima pietra quando sei tu che dovresti essere il primo ad essere lapidato.

In principio fu la parola, e la tua è “distruzione”.
Mentre rompo questa bottiglia, non posso che pensare di essere come te. E non sono frustate sulla schiena, o chiodi nei polsi.
Un virtuoso asceso fra Noi, un po’ come te.

E se ci giudicassi, saremmo tutti dannati.





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