TITOLO:
Sentimentalmente addormentato
AUTORE:
Akane
SERIE:
Il principe del tennis (il mio dominio si espande ancora!)
GENERE:
sentimentale
TIPO:
yaoi
RATING:
giallo/PG13
PARTI:
5 capitoli
PERSONAGGI:
MomoshiroXEchizen
MODO:
POV dei due alternati
AMBIENTAZIONE:
imprecisata… potrebbe andar bene dove siamo attualmente o
subito
dopo le finali d’accesso al torneo del Kanto.
DISCLAMAIRS:
I personaggi non sono miei ma dell’autore che ne detiene ogni
diritto….sig!
NOTE:
non pensavo che mi sarei presa così per questo manga e per
questi personaggi… se devo dir la verità Momo mi
è
piaciuto un sacco da subito e così sempre da subito ho visto
come stava bene con Ryoma, solo che volevo aspettare di finirne
qualcun’altra prima di mettermi a scrivere qualcosa di nuovo.
Ad
ogni modo ho progettato almeno 5 fanfic su questo manga su un
po’
tutti i personaggi che mi piacciono sempre più. Vedrete che
combino. Spero che piaccia anche a voi e che la mia visione delle
cose yaoizzata non sia poi così diversa dalla
vostra… bè,
anche se così fosse pazienza, deve piacere a me! ;-P
Auguro
comunque a tutti buona lettura. Baci Akane
DEDICHE:
a tutti gli amanti di questo manga e in special modo a Parsifal che
apprezza come me.
RINGRAZIAMENTI:
a tutti quelli che leggeranno e commenteranno.
SENTIMENTALMENTE
ADDORMENTATO
CAPITOLO
I:
L’OCCASIONE
FA L’UOMO LADRO!
/
Suddently I see – K T Tunstall/
“Il
rumore della pallina che batte più o meno regolarmente prima
sul campo di terra rossa e poi sulle notre racchette, è
ormai
familiare.
Mi
piace, mi fa sentire a mio agio, mi rilassa e sono sicuro che anche
per lui sia lo stesso.
Però
oggi mi sento più meglio del solito. Capita quando finiamo
soli a giocare a casa sua… abbastanza spesso, tutto sommato.
È
bello perché nessuno fa davvero sul serio, non sono scemo e
nemmeno lui.
Mi
piace giocare così con lui, mi rilassa e mi dà un
senso
di intimità, non lo fa con nessuno, solo con me.
E
la sua espressione.
È
frequente quell’aria divertita mista a sadismo quando fa
tennis, ma
i suoi occhi quando incrocia i miei… bè quelli
non li ha in
nessun altro caso!
Ne
sono certo.
Solo
con me mostra il suo completo vero sé stesso. E quel
sé
stesso autentico è fantastico.
Credo
che certi suoi lati siano in letargo, come ad esempio la sua vita
sentimentale.
Poco
importa.
Capisco
che in quel senso è ancora immaturo e non ci pensa affatto,
ma
io non ho fretta, so aspettare. Appena arriverà al varco io
sarò lì e non mi scapperà!
Intanto,
ovviamente, stimolerò il suo lato dormiente.
Non
mi perdo mai d’animo, io!
Tanto
più che sono il solo vero amico che ha.
Con
un colpo furbo lo costringo a tirarmi una palla alta, così
andando a nozze, proprio come volevo, salto in alto con la mia solita
agilità ed il mio sorrisetto divertito, poi faccio un
potente
dunk smash che lui ovviamente non prova nemmeno a prendere.
Ghigno
soddisfatto mentre lui mi scocca un occhiata contrariata volta ad
incenerirmi.
Stiamo
per dire qualcosa ma la risata contagiosa di suo padre ci interrompe:
-
Proprio un bel colpo, ragazzo! Mi piacerebbe giocare contro di te, ti
va? –
Il
signor Echizen batte le mani facendosi avanti dalla sua postazione
all’ombra, non l’avevo notato ma a quanto pare ha
visto tutto e
dalla sua espressione sadica sembra più che altro che voglia
continuare a studiarmi meglio. Non è un fattore di tennis,
quello è solo il suo mezzo per conoscere approfonditamente
chi
ha davanti. Sembra più come se avesse già capito
le mie
intenzioni e volesse vedere se sono degno del suo adorato figlio.
Si
che lo adora, è solo che lo dimostra in modo anormale!
Comunque
non è scemo e vuole testarmi. Peccato che io non ho certo
intenzione di farmi umiliare davanti a Ryoma. So bene chi è
Nanjiro Echizen!
Ricambio
il suo sguardo penetrante con un altro simile, altrettanto ironico e
divertito, rimaniamo a guardarci alla pari per un attimo, quindi
è
Ryoma che si intromette con un tono supponente verso suo padre:
-
Non rompere sempre con le tue partite del cavolo! – Sbaglio o
questa era una punta di gelosia?
Il
mio sorriso muta diventando compiaciuto e lo ringrazio mentalmente,
mi ha tolto dall’impaccio. Sento poi il signor Echizen
lamentarsi
come un bambino:
-
Ma questo è l’orario in cui di solito giochi con
me! Io poi
mi annoio, lo sai! –
-
Affari tuoi! – Risponde prontamente l’altro.
Credo
che Nanjiro gli abbia insegnato il tennis solo per divertirsi, come
passatempo per sé stesso.
Ricordo
bene la prima volta che l’ho incontrato. È stata
quella in
cui ho portato Ryoma a casa addormentato, dopo il primo giorno del
torneo.
Era
crollato al ristorante in cui eravamo, così siccome ero
l’unico che era già stato a casa sua me lo sono
caricato in
schiena e l’ho portato. Ero anche a piedi, quel giorno. Era
già
capitato che andassi da lui ma non avevo mai parlato con suo padre,
era sempre stato nascosto da qualche parte a fare non si sa bene
cosa.
Suonai
il campanello e venne ad aprirmi lui brontolando. Era sera tardi
ormai però non sembrava troppo preoccupato per il figlio che
arrivava solo in quel momento. Mi presentai e gli spiegai il motivo
per cui Ryoma dormiva come un ghiro sulla mia schiena, gli dissi
anche del suo occhio e lui rise facendo una battuta accattivante.
Capii da chi aveva preso il figlio.
Rimasi
un attimo inebetito a fissarlo, prima di rispondergli a tono
ridacchiando a mia volta. Era un bell’uomo col suo fascino
irriverente e in un attimo mi vidi Ryoma da grande rimanendone
affascinato.
Mi
dissi che non me lo sarei mai perso!
Non
lo prese, mi condusse in camera sua e mi disse di lasciarlo nel
letto. Pensavo fosse ucito e di essere solo col ragazzo, quindi
adagiandolo nel letto mi soffermai un attimo nella penombra a
guardarlo pensieroso. Gli scostai i capelli dal viso, gli tolsi le
scarpe e la felpa, poi lo coprii. Continuai ad osservarlo
immaginandolo qualche anno più grande, lo feci dopo aver
visto
suo padre e se fino a qualche giorno prima mi aveva solo incuriosito,
lì compresi che mi piaceva davvero. E che quello era solo
l’inizio.
Nonostante
per la maggior parte deve ancora svilupparsi ed insieme sembriamo
l’articolo ‘il’, abbiamo solo un anno di
differenza e comunque
nel tennis non è mai stato un problema, anzi.
Non
posso farci nulla. Mi piace. Specie quando provoca a destra e a
manca, o quando ha quell’aria sadica. È il mio
tipo, voglio
lui.
Quella
volta quando uscii dalla camera mi trovai suo padre lì che
mi
guardava. Io sorrisi con faccia tosta e lui non disse nulla, solo un
grazie per essermi preso cura del suo figlio rompiscatole. Lo fece
con quell’aria perennemente indecifrabile, col suo sirrisetto
malizioso impossibile da valutare.
Così
feci un leggero inchino e me ne andai.
Ora
ogni volta che vengo mi scruta e mi studia nei particolari, non mi
stupisce che voglia giocare contro di me, adesso.
Però
ammetto che è in gamba, a modo suo. Nonostante abbia capito
qualcosa, a contrario di suo figlio che in quel senso dorme eccome,
rimane perfettamente tranquillo e fa come niente fosse.
Non
è normale.
In
fondo sono un ragazzo che ha mire su suo figlio.
Mi
incuriosisce proprio.
Voglio
vedere come andrà avanti la storia.
-
Ti fermi a cena? – La voce allegra e codiale della cugina di
Ryoma
ci interrompe, così torno alla realtà e con un
gran
sorriso contento accetto. Guardo il cielo, cavolo si è fatto
tardi, è già ora di cena... effettivamente il
tramonto
e sulla sua fase conclusiva, crea una bella atmosfera... se non ci
fosse di mezzo quel figo di suo padre!
-
Bene, Ryoma, fagli fare una doccia, l’hai fatto sfiancare
mica
poco! Mettilo un po’ a suo agio e fa gli onori di casa come
si
deve! – Dice proprio lui. Detto da lui suona comico visto che
non
mi sembra tipo da preoccuparsi troppo per gli ospiti. Dopo di che mi
lancia un occhiata complice velocissima e strizzandomi
l’occhio dà
una pacca sulla schiena di Ryoma che lo fissa male senza capire.
Questa
poi!
Sembra
che mi metta alla prova.
Sarà
una serata decisamente interessante!”
/Lucky
- Radiohead/
“Che
gli succede a quel debosciato di mio padre?
Non
è da lui insistere per certe cose… a parte che
non è
mai così ospitale, nemmeno con le ragazze!
Guardandolo
male cercando di capire cosa gli passi per la testaccia dura che
c’ha, lascio perdere conducendo Momo senpai in casa. Gli
mostro il
bagno ed evito di commentare le uscite strane di mio padre, ormai ho
smesso di cercare di capirlo.
-
Ti lascio uno yukata di papà in camera mia, visto che i miei
vestiti non ti andranno di sicuro. – Dico poi riportandomi
all’ordine.
Non
si è mai fermato a mangiare qua, sono anche
contento… non ho
mai avuto amici che cenassero da me… anzi, non ho proprio
mai avuto
amici.
-
Grazie, non ci metterò molto. – Evita frasi
stupide come:
‘spero di non disturbare’ e simili, non sarebbero
da lui, sa che
sono solo ipocrite. Se lo pensava non si sarebbe fermato ma comunque
non è tipo da credersi un problema per qualcuno.
È
troppo egocentrico e mi piace per questo!
Ci
sto bene, con lui, è sincero e alla mano e poi non cerca di
fermarmi quando decido di fare qualcosa. Anzi. Mi incita ad andare
fino in fondo.
Già,
è proprio il compagno ideale!
Prendendo
uno yukata comodo dall’armadio di mio padre lo appoggio in
camera
mia, sul letto, poi comincio a cambiarmi anche io. Mi laverò
prima di andare a dormire.
Oggi
è domenica ed in teoria non avrei avuto nessun allenamento,
ma
non è raro che Momo venga e che finiamo per giocare un
po’
fra di noi.
È
una persona con cui sto bene e mi stupisce il rapporto che sono
riuscito ad instaurare con lui. Sembra che sia nato per lo
più
per sua volontà anche se ammetto che tutti gli altri della
mia
età che vogliono diventare miei amici, in realtà
rimangono solo conoscenze.
Bè,
loro non sono paragonabili a Momo.
Appena
finisco di cambiarmi faccio per uscire ma vengo fermato
dall’ombra
sulla mia porta e dal calore che mi investe.
-
Hai già finito? – Dico quindi alzando gli occhi su
Momo che
mi sorride con l’asciugamano legato alla vita, è
tutto
gocciolante.
-
Ti avevo detto che sarei stato veloce! – Risponde quindi
sorpassandomi ed entrando nella stanza. Mi giro a guardarlo, vedo che
si dirige sicuro al letto e che prende lo yukata aprendolo con quella
sua sicurezza che lo contraddistingue in ogni momento.
In
realtà potrei anche andarmene però rimango
inebetito a
guardarlo come se mi avessero spento l’interruttore o tolto
le
batterie. Non capisco bene ma mi incanto a guardare il suo fisico che
si dimostra decisamente atletico per essere di uno del secondo anno.
Del resto quei dunk smash che fa non vengono dal nulla.
Deve
avere una forza incredibile in quelle braccia… non mi farei
mai
prendere a pugni da lui!
Proprio
mentre continuo a fissare le sue spalle e la sua schiena larga dove
le goccioline gli corrono lungo la pelle chiara, si toglie disinvolto
l’asciugamano passandoselo addosso per asciugarsi
velocemente,
quindi rimanendo un attimo completamente nudo, come nulla fosse, si
concentra sul primo pezzo dell’indumento da indossare.
Ed
ora perché non respiro? Quasi che mi viene un colpo!
Va
bene che è la prima volta che lo vedo completamente nudo
poiché a fine allenamento, negli spogliatoi, ci sono le
docce
singole e la privacy c’è comunque, però
questo mi
sembra esagerato, in fondo è un ragazzo come me.
Più
sviluppato, ma comunque come me!
Un
momento, forse dovevo pensare anche all’intimo, magari gli
dà
fastidio stare senza nulla sotto… mentre penso a questo lui
alza
gli occhi su di me e mi parla, peccato che non lo senta veramente e
che quindi mi ripeta la frase. Ehm, se gli dico ancora
‘cosa?’ mi
prende per un idiota e mi chiede cosa ho, quindi è meglio
che
mi stringa nelle spalle e che faccia un espressione vaga.
Dai,
Ryoma, controlla la tua mimica facciale!
-
Eh… - Non è un gran risultato. Lo capisco dal
fatto che lui
rimanendo ancora nudo, con una parte dello yukata in mano, si dirige
da me e sovrastandomi come al solito mi ripete con uno sguardo molto
penetrante ed una luce di divertimento negli occhi. Anzi. Di malizia.
Cosa
sta pensando questo qui?
-
Non preoccuparti dell’intimo, con lo yukata non dà
fastidio
stare senza. Piuttosto, aiutami ad infilarmi sta roba… non
lo metto
mai! – Scandendo bene le parole come avesse a che fare con un
imbecille.
Arrossisco
violentemente, quindi afferrando il pezzo che mi porge lo alzo e lo
guardo cercando di non fissare assolutamente il suo inguine che mi
mostra con tanta disinvoltura.
-
Ma che ne so di come si metta sta roba… mica l’ho
mai indossato!
– Così dopo averlo girato e rigirato fra le mani
con un
certo nervoso, l’alzo davanti al mio viso in modo da
nascondermi
per un attimo, quindi giro la testa di lato e sempre con la
sensazione di essere più un pomodoro che altro, concludo: -
Basta che ti sbrighi! – E se mi chiede perché gli
dico…
-
Perché? – Ecco, appunto…
-
Perché si! – Stop!
Così
non oso guardare che espressione ha, né sto attento se
ridacchia o cosa. Sarà normale un po’ di pudore,
no?
Uffa!
Quando
me lo toglie dalle mani non smuovo la testa, lo sento trafficare
quindi quando mi richiama ed io con coraggio rialzo gli occhi,
finalmente lo trovo vestito.
Non
pensavo fosse così faticoso ritrovarmelo del tutto nudo
davanti. Che problema dovrebbe esserci? Sono proprio un idiota.
-
Penso che il sotto vada così, dammi una mano col
sopra… - è
di schiena e sembra tornato tutto alla normalità,
così
prendo il laccio e glielo porto alla vita dopo aver tirato bene tutte
le parti in modo che lo coprano come si deve. Già,
è
meglio che non dia di nuovo sfoggio di sé.
Meglio…
insomma… può fare quello che vuole, no?
Bè,
lasciamo stare. Faccio e disfo tutto da solo, non sono
normale…
sono proprio figlio di mio padre!
Alla
fine mi trovo quasi ad abbracciarlo per sistemargli l’ultima
parte
intorno alla vita, lui tiene le braccia alzate e mi lascia fare, come
se non fosse capace da solo… mi sa tanto di scusa.
Evito
comunque di dire qualunque cosa e mi sciolgo subito da lui con un
certo rammarico che non nego.
Ora
è vestito, posso stare tranquillo.
Anche
se non mi è chiara la natura di quest’agitazione
improvvisa.
-
Bene, possiamo andare. – Dice quindi dandosi un occhiata allo
specchio. – Non mi sta mica male… non è
uno yukata
tradizionale da sera, infatti è più comodo,
però
ammetto che dovrei fare il modello. No? Tu che dici Ryoma? –
Mi
chiede girandosi di fianco, poi di schiena e poi tornando di fronte
senza smetterla di fissarsi. Non lo sapevo così vanitoso!
Lo
guardo anche io per dargli una risposta e ammetto che gli sta bene.
Il nero, fra l’altro, gli dona.
-
Mmm. – Mugugno infine, preferendolo ad un qualcosa di
più
chiaro.
In
fondo non so proprio che dovrei dire.
Alla
fine mi lancia uno sguardo malizioso che non so di nuovo
interpretare, così noto che anche i suoi capelli sono ancora
bagnati e gli stanno giù sulla fronte e non più
sparati
come di solito. Gli stanno pure bene.
Ma
un momento, la finisco di pensare certe cose strane?
Adesso
basta, Ryoma!
-
Andiamo! – Dico solamente senza dargli soddisfazione alcuna,
o
almeno cerco.
Lo
precedo dandogli le spalle e stringendo le labbra in segno di
contrarietà verso me stesso.
Forse
non ero mai stato così tanto con lui, non a casa mia,
insomma.
In quello che un po’ è il mio mondo. Non
l’avevo visto
così… intimo… dall’esterno
è una cosa ma
dall’interno magari fa tutto un altro effetto.
Devono
essere così tutte le amicizie, quelle vere
intendo… non ne
so molto ma credo che sia così.
Mah…
meglio non dannarsi troppo dietro a certe scemenze. Mi ha solo fatto
impressione vederlo tutto nudo, nulla di che.
Bè,
impressione non è il termine adatto, però se non
si
tratta di tennis non sono mai stato abituato ad interessarmi troppo
di qualcosa. Questa è la prima che mi coinvolge che non
centra
con quello sport. Sarà questo.
È
solo questione di abitudine.
Si,
sicuramente è così!”
/Stranger
in a strange land – Leon Russell/
“-
Hey, ma sei un campione a Mah Jong, ragazzo! - Esclama dopo
l'ennesima mia vittoria il signor Echizen col suo consueto ghigno
sulle labbra. È divertito dalla cosa ed in generale penso
che
gli sia piaciuta la serata. Effettivamente lo vedo molto attivo ma
forse è una sua caratteristica.
-
Grazie, ma io vi avevo avvertiti! - Rispondo prontamente con aria
sorniona. È gratificante sentirsi fare dei complimenti, in
ogni caso!
-
Certo, ma nessuno ti aveva preso sul serio... - Dice quindi Ryoma
alzandosi dal tavolino di gioco e stiracchiandosi con aria assonnata.
-
E perchè mai... - Chiedo stupito. Lui risponde subito
dandoci
la schiena:
-
Perché ne spari troppe! - Sgrano gli occhi stupito, quindi
girandomi verso di lui chiedo:
-
Ma dici sul serio? - Non pensavo di essere uno di quelli che ne spara
una al secondo...
-
Certo che si! - La risata di Nanjiro Echizen riempie il salotto in
cui siamo, si diverte anche troppo in nostra presenza!
Sto
per rispondere ma non trovando qualcosa di plausubile, l'occhio mi
cade sull'orologio appeso al muro... ma non posso crederci,
è
già così tardi?
-
Porca miseria, si è fatto tarissimo... cavolo, col Mah Jong
finisce sempre così! Sarà meglio che vada! - Dico
alzandomi in fretta e furia. Domani c'è scuola, gli
allenamenti... dannazione, mi sono lasciato trascinare troppo da
quest'atmosfera sclerata... che ero proprio io ad incitare per la
maggior parte.
-
Ma come, non è troppo tardi per andarsene in giro da soli? -
La voce di Nanjiro, insiste affinchè lo chiami per nome
anche
se non è molto facile, interrompe la mia fuga verso
l'uscita,
non che me ne voglia andare però è veramente
tardi. Mi
giro mentre traffico con le scarpe che ho lasciato all'ingresso e
rispondo come mio solitocon un tono alla mano ed allegro:
-
Si figuri, sono abituato e poi so difendermi. Sono in bici,
andrò
dritto a casa... -
-
Bè, a giudicare dal tuo dunk smash direi che è
vero,
però sei pur sempre un ragazzo... che padre incosciente
sarei
a farti andare via così... dopo una serata così
piacevole, poi! - Qua tutti si fermano a guardarlo storditi, dal
padre alla nipote a me e perfino il gatto. Non è da lui, non
era solo una mia impressione, allora!
-
No, dai, non voglio scomodarla, non serve che mi accompagni! - Dico
quindi cercando di convincerlo. Solo con lui non ci starò
mai!
Chissà che mi fa, poi, per assicurarsi circa le mire che ho
su
suo figlio!
-
Oh, non ci penso nemmeno! Ti fermerai qui a dormire! - Ora capisco
cosa provano quelli che rimangono senza parole e di ghiaccio. Cosa
cosa? Anche Ryoma e la ragazza sgranano gli occhi senza credere a
quel che hanno sentito. Decisamente non è normale, allora
non
era solo una mia impressione. Che shock!
-
Ehm... ecco io... non saprei... non voglio disturbare oltre... - Dico
vago senza essere poi tanto convincente. Non mi sembra proprio tipo
da essere così ospitale e preoccuparsi per qualcuno. Quella
sera in cui Ryoma aveva fatto tardi non ha detto nulla, non era
nemmeno in pensiero. Bè, mi sembra chiaro a questo punto...
mi
sta sfidando a mettere le mie zampe sul suo adorato figlioletto. Non
capisco perchè... oddio, potrebbe anche essere una specie di
benestare, come per dire che è d'accordo e che posso.
Sarebbe
anormale pure questo, però non so dare altre spiegazioni.
Questo non è proprio a posto, comunque!
-
Non disturbi, mi fa piacere che mio figlio abbia finalmente un amico!
Pensavo che non fosse normale... - Alzo un sopracciglio... come si
può interpretare un uscita simile, fatta da lui? Questo
tizio
continua a lasciarmi senza parole!
-
Bè, in questo caso... - Dico guardandolo dritto negli occhi
senza la minima esitazione, dopo essermi ripreso a dovere. - ...
accetto volentieri! - Ed il sorrisetto malizioso e sicuro che alberga
improvviso sulle nostre facce, è identico!
Voleva
questo fin dall'inizio!
-
Mah, per me... - Dice Ryoma alzando le spalle e riprendendosi a sua
volta. - Ti preparo la camera degli ospiti... -
-
Si vede che non hai mai avuto amici, Ryoma! Fallo dormire con te, no?
- Suo padre non si smentisce ancora dandomi una risposta. Vuole che
gli salti addosso, non ci sono altre spiegazioni. Bene, lo
accontenterò!
Guardo
il piccoletto con l'aria che mi si è stampata in faccia,
quella poco raccomandabile insomma. Che tu sia pronto o no, mio caro,
stasera faremo dei progressi! “
/Inhaler
- Hooverphonic/
“Il
buio della stanza ci ingloba ben presto anche se in un attimo le luci
di fuori ci aiutano ad abituare i nostri occhi e a vedere nella
penombra.
Siamo
entrambi su due futon messi a terra uniti, mio padre ha insistito per
questa sistemazione per mettere più a suo agio il senpai, ma
mi sembra una cosa sciocca... se gli avessimo dato la stanza degli
ospiti forse sarebbe stato più comodo. Mah!
Èproprio
strano, quello. Non lo capisco più... non è da
lui
insistere così per nessuno, specie se è un
ospite. Di
solito li fa scappare a gambe levate. Ok che Momo è diverso
dagli altri, però per me è strana tutta quella
sua
preoccupazione. A volte si guardano come se fossero complici, sembra
che si conoscano da secoli.
Ho
l'insana sensazione di star perdendomi qualcosa, ma cosa posso
chiedere a Momo?
Siamo
girati l'uno verso l'altro ed entrambi non dormiamo ancora, lui ha la
testa appoggiata sulla mano dal gomito piegato mentre io ce l'ho
comodamente adagiata sul cuscino, ci guardiamo senza ancora parlare.
Io ho un aria seria e naturale mentre lui, bè, anche, visto
che la sua aria seria e naturale è ironica e maliziosa. Cosa
pensa?
In
questi momenti vorrei saperlo.
-
Ehi Ryoma... - Sussurra poi.
-
Mmm? - Chiedo osservando i suoi capelli che ormai si sono asciugati
spettinati sulla fronte. È diverso dal suo solito look, sta
bene anche così anzi... forse sta meglio.
-
Non riesci a dormire? - Se vede che non dormo è ovvio che
è
perchè non ci riesco... che domande che fa...
-
No, è un hobby lo stare sveglio a notte fonda! - questa
è
una delle mie solite rispostacce a cui lui è abituato e la
risata che gli esce divertita la trovo diversa... come... non saprei.
Sexy?
È
questa la definizione?
-
Perché non riesci a dormire? - Chiede poi senza mutare il
suo
tono e la sua espressione. Mi piace che mi parli così anche
se
siamo da soli, mi sembra più intimo del solito.
-
E tu? - Attacco subito cercando una risposta plausibile.
-
Mi sembra stranissimo dormire con te, è la prima volta. - La
sua sincerità che semplifica ogni cosa mi tranquillizza
così
mi appoggio anche io sul gomito come è messo lui, metto la
testa sul palmo della mia mano e con il viso alla sua stessa altezza,
rispondo con un mezzo sorriso rilassato:
-
Già, è così anche per me. -
-
E' la prima volta che dormi con qualcun altro? - Sembrerebbe una
domanda equivoca ma rispondo a quel che sembra intendere:
-
Si e per te? -
-
No, mi è capitato di fermarmi da qualche altro amico,
compagni
di scuola o di squadra. - Dialoghiamo un po' e lo facciamo come
sempre senza imbarazzo né problemi, mi piace, si parla molto
bene, nonostante normalmente io abbia problemi a conversare del
più
e del meno, infatti non sono famoso per essere loquace al di
là
delle sfide a tennis o delle provocazioni, con lui invece mi riesce
benissimo.
Però
mi sarebbe piaciuto essere il primo anche per lui. A questo pensiero
sconnesso e senza senso arrossisco.
È
questo avere un amico?
Ci
si sente sempre così?
Non
è male ma strano... forse devo solo abituarmi.
È
sempre stato lui a fare il primo passo nei miei confronti, io l'ho
unicamente assecondato ed alla fine si è creato un legame.
Questo legame.
Come
lo si può definire?
Amicizia...
-
Che c'è? - Come fa a vedere il mio imbarazzo, ora? Non
è
mica il senpai Kikumaru che ha una vista da gatto!
-
Nulla! - è qua che allunga il dito e con esso sfiora il mio
viso, le mie guance e poi si sofferma sul mento che mi prende fra
indice e pollice. Questo gesto inaspettato mi infonde tanti piccoli
brividi.
-
Ah si? Allora perché sei rosso? - A questo ovviamente vado
ancora più a fuoco. Che sta insinuando?
Non
sono abituato ad arrossire!
Che
fastidio...
-
Affari miei! - Sbotto secco per non farlo indagare. Non so nemmeno io
perché sono imbarazzato!
Anche
prima, quando l'ho visto nudo, mi sono sentito così ma
ora...
Al
ricordo del suo corpo completamente senza veli divento una maschera
incandescente, me ne rendo conto quindi mi ritraggo istintivo e
selvatico, poi mi giro dandogli la schiena e borbotto: - Buonanotte!
- Senza aggiungere altro.
Spero
che sia soddisfatto, chissà cosa gli passa per la testa in
certi momenti. Anche se mi dispiace di aver interrotto quel contatto
leggero.
Smettila
di pensarci, sei solo uno sciocco. Non è nulla. Non
è
mai stato nulla. Non ho mai calcolato niente che non fosse il tennis,
in fondo, devo cominciare ora a guardare altro?
E
poi altro... cos'è questo altro?
È
esattamente in mezzo a questo vortice confuso di domande che sento
solo la sua mano sulla mia spalla che mi tira in modo da girarmi
sulla schiena, la nuca sul cuscino e... - Buonanotte a te... - mi
ritrovo le sue labbra sulle mie.
Caldo.
Morbido.
Non
respiro più!
Mi
accarezza con le sue e poi ad esse sostituisce la lingua che mi
inumidisce dove tocca, infine si infila lentamente dentro a cercarmi.
Io rimango immobile ed inebetito come un imbecille, non so cosa fare,
come e se effettivamente io debba fare qualcosa. Questo è un
bacio in piena regola... mi sembra di fondere ogni particella di me
stesso, rimango impietrito a sentire, oltre alla sua bocca sulla mia
che gioca languido con la lingua, anche una delle sue mani a lato del
mio viso.
Che
succede?
Che
combina?
Che
devo fare?
Questo,
lo giuro, non me lo aspettavo proprio.
Dopo
qualche secondo così si stacca e carezzandomi sia con la
mano
che con lo sguardo, uno sguardo caldo che mi fa di nuovo
rabbrividire, mormora:
-
A domani. - Poi torna a girarsi e stendersi comodamente per dormire.
Almeno credo.
Non
lo so.
Penso.
E
mi lascia così, come nulla fosse, come se non facessimo
altro
che baciarci dalla mattina alla sera, senza dirmi altro, senza
spiegarsi o che... ed io... ora?”
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