Senza paura

di Elly J
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Giorno 1, Cornucopia


 
Un silenzio terrificante incombe sulla radura. La Cornucopia, posta al centro del cerchio formato dalle nostre pedane di partenza, scintilla minacciosa alla luce sbiadita del sole.
Non si sente alcun rumore. Nessun respiro, nessun fruscio, nessun alito di vento. Sembra di stare rinchiusi all’interno di una stanza soffocante. Ma noi, Tributi dei ventiduesimi Hunger Games, non siamo all’interno di una stanza. Certo che no. Siamo all’interno dell’Arena, luogo di grande divertimento per gli abitanti di Panem, luogo dove si combattono grandi battaglie, dove si dà prova delle proprie capacità, dove ci si spinge al limite dell’umanità.
 
“Felici Hunger Games, e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore.”
 
La frase che ogni anno accompagna la Mietitura mi guizza nella mente all’improvviso. Quanta falsità, crudeltà e cattiveria in così poche parole.
Il conto alla rovescia inizia.
 
Dieci
Nove
Otto
 
Mi guardo in giro, cercando di cogliere le espressioni degli altri Tributi. Osservo i loro volti, alcuni pietrificati dalla paura, altri intrisi d’odio.
 
Sette
Sei
Cinque
 
Cosa è che mi ha detto il mio Mentore?
 
“Cerca di procurarti un’arma al più presto. Senza armi non sopravvivi nell’Arena. E ricorda: corri, corri più che puoi.”
 
Io odio il mio Mentore
 
Quattro
 
Sento le gambe diventare molli all’improvviso. Il mio sguardo guizza verso la Cornucopia, alla ricerca di qualche possibile arma da prendere.
 
Tre
 
Pugnali, spade, coltelli da lancio, arco e frecce, zaini gonfi di chissà quali oggetti preziosi. Dalla mia postazione vedo di tutto.
 
Due
 
Inizio anche a vedere la morte. Morirò qui, al massacro della Cornucopia? La maggior parte dei Tributi muore proprio qui, in un disperato tentativo di arraffare qualsiasi cosa possa aiutarli a rimanere in vita.
 
Uno
 
Un unico e disperato singhiozzo mi esce dalle labbra, accompagnato da una lacrima solitaria che mi solca la guancia sinistra.
Noi, Tributi dei ventiduesimi Hunger Games, siamo all’interno dell’Arena… Luogo che si trasformerà nella nostra tomba. Solo uno di noi riuscirà a sopravvivere e di certo non sarò io.




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