Ten little contestans

di Pleurite98
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Capitolo 1
 

Courtney guardò fuori dal finestrino.
Campi seminati, giardini in fiore le sfilavano davanti agli occhi, non faceva nemmeno in tempo a fermare gli occhi su un particolare che quello era già sparito e subito il suo sguardo era attirato da qualcos'altro.
Tamburellò con le dita sul bracciolo della poltrona di prima classe sorridendo malinconicamente.
Da quanto tempo non rivedeva i suoi compagni di avventure, le sembrava solo il giorno prima di aver messo piede su quel vecchio molo malandato che tanto bene ricordava.
L'odore del mare, la brezza fresca fra i capelli, lo scricchiolare del legno, erano tutti frammenti che conservava avidamente dentro la sua testa.
Cinque anni, erano passati cinque anni.
Era così assurdo a pensarci, un sacco di tempo.
Aveva tagliato ogni contatto e se ne era pentita, ma lei era così: tremendamente orgogliosa.
Aprì delicatamente la piccola borsetta nera e ne estrasse una piccola busta bianca.
Alla rispettabile Courtney Barlow.
Le venne quasi da ridere, si fermò per un istante e poi ne tirò fuori un foglio piegato in tre.
Non si sarebbe mai stancata di leggerla.
La fece scorrere tutta d'un fiato fino a raggiungere l'inconfondibile firma: Chris McLean.
Stava per ricominciare, era così emozionata.
Non poteva non fare a meno di chiedersi se davvero la produzione credeva che il programma, dopo tutto quel tempo, avrebbe potuto riscuotere successo.
La gente si era dimenticata di quello show che ormai aveva fatto il suo tempo, ma non le importava degli ascolti, voleva rivivere quelle vecchie emozioni.
Il treno sfrecciò lungo la costa, il calore traspirava dal terreno incolto distorcendo l'incredibile paesaggio.
Dalla stazione al porto avrebbe dovuto percorrere circa dieci minuti a piedi, l'appuntamento era alle 16.30.
Courtney sollevò la manica destra guardando l'orologio nel momento esatto in cui la lancetta dei minuti si spostava sul 12.
Mancava poco.
Sentì il cuore batterle forte nel petto, si alzò sui tacchi e prese la valigia dalla cappelliera.

Il treno arrivò con due minuti di ritardo rispetto all'orario previsto.
16.22, aveva solo otto minuti per raggiungere gli altri entro l'orario previsto.
Tic-tac, i secondi rimbombavano nella sua testa inesorabili.
L'aria era pesante, calda, una gocciolina di sudore le scese lungo la fronte mentre aumentava l'andatura sul marciapiede rovente.
Era piena estate, non soffiava nemmeno un alito di vento, eppure si vedevano dietro le montagne nubi incombenti e minacciose.
Le previsioni davano tempesta, quasi sicuramente quella notte avrebbe piovuto.
Il porto cominciava a delinearsi in lontananza, e insieme alle barche a vela, agli yacht e a piccoli battelli cominciavano a scorgersi anche nove piccole figure.
Non ne era ancora certa, una lente a contatto le era caduta durante la corsa, ma doveva trattarsi degli altri.
Perché allora erano solo in nove?
Non era poi così in ritardo?
Oppure erano solo in dieci quell'anno?

-Quella è C-Courtney?!- bofonchiò una ragazza di alta statura con una lunga treccia di capelli violacei raccolti sul fianco.
-Oh, bene, ci mancava solo miss “ho fatto l'animatrice in un centro estivo”.- commentò sibilante una donna asiatica alta, magra e di bell'aspetto.
-Quanti anni sono che non ci vediamo, Heather? Cinque? Sei? Vedo che sei sempre la solita “simpaticona”.- l'apostrofò un uomo dai tratti marcati e i freddi occhi azzurri che portava sulla testa una folta cresta verde.
-Guardati allo specchio e vedrai quanto sei rimasto pateticamente come un tempo.- ribattè.
-Andiamo, ragazzi, non mi sembra proprio il caso di litigare.- si impicciò Trent.

 

Le mancavano pochi passi, solo qualche metro e il suo destino avrebbe preso una piega che mai prima si sarebbe aspettata.
Solo qualche metro e la sua esistenza sarebbe rimasta segnata per sempre, in modo inevitabile.
Gli altri se ne stavano lì, in piedi, a fissarla in silenzio.
Heather sembrava avere un'aria vagamente scocciata, mentre Sierra era per filo e per segno come se la ricordava, eccessivamente emozionata.
Fra gli altri sette riconobbe subito Duncan, Scott, Trent e Gwen, solo in un secondo momento il suo sguardo si spostò sull'affascinante latino-americano di cui si era troppo in fretta dimenticata, su Cody, che non aveva mai particolarmente considerato e Dakota, come al solito vestita di rosa e con un paio di occhiali eleganti alzati sulla folta chioma bionda.

Dieci persone se ne stavano in attesa sul molo, in sospeso, mentre le onde si infrangevano calme contro il cemento.

Una nuova stagione, forse l'ultima, per il grande ritorno sugli schermi, per il boom degli ascolti, per la vita intera.

 

Angolo dell'autore
Ok, so cosa state pensando: "Questo è completamente andato, ha un sacco di long in sospeso e ne inizia un'altra".
Sì, sono andato, ma le idee ci sono, quello che manca è il tempo per aggiornare.
Tutte le mie serie eccetto questa e Judge sono temporaneamente bloccate, anche se credo che ormai si fosse capito.
Se ce n'è una in particolare che vorreste vedermi continuare ditemelo che vedo che posso fare.
Dunque dunque, non so come siate messi in fatto di grandi libri, ma questa storia è palesemente ispirata a un must, al primo libro che mi ha ossessionato.
Fatevi sentire!





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