NDA:
Ciao a tutti, volevo solo dirvi che il nuovo personaggio è
lo stesso della storia: "Morzan, un Rinnegato capace di amare",
perchè la mia idea iniziale era di scrivere una OS collegata
ad essa, ma poi ci ho ripensato quindi si può
leggere anche come una storia a sè. Detto questo vi lascio
alla OS. Buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe
molto piacere.
RosaNera_Rinnegata_30613
Era quasi il tramonto e
una leggera brezza
soffiava tra le vie di Gil’Ead, muovendo appena i capelli dei
due sposi, che
camminavano mano nella mano, parlando piano tra loro, ma nonostante
fosse con
la sua amata, Morzan aveva Zar’roc al fianco. Odiava doverla
portare sempre con
sé, ma non poteva farne a meno, soprattutto ora che aveva
recuperato l’uovo di
drago blu rubato a Galbatorix da una spia dei Varden. Non aveva detto
niente a
Fibi, non voleva farla preoccupare, così continuava a
camminare come se niente
fosse, facendo vertere il discorso sulla possibilità di
avere un altro figlio.
Lei lo voleva, ne era consapevole e a Murtagh non sarebbe dispiaciuto
avere
qualcuno con cui poter giocare. La loro tranquillità venne
interrotta da una
voce che entrambi conoscevano bene. Si voltarono nella direzione da cui
proveniva e videro Brom, in piedi con la mano sulla spada, pronto a
sguainarla.
“
Che ci fai qui? ” Chiese Morzan, ogni
traccia di dolcezza era sparita dalla sua voce e dal volto.
“
Lo sai benissimo e non ho nessuna
intenzione di rimandare ” Disse Brom.
“
Amore … ” Sussurrò Fibi, guardando
preoccupata il marito.
“
Principessa, devo farlo per forza ” Il
Rinnegato la portò fin sotto il portico che circondava la
piazza, per tenerla
al sicuro. “ Aspettami qui ”
“
Non voglio.
Ho paura. Se ti succedesse qualcosa … ”
“Non
dire così, non succederà niente”
Sorrise e poi la baciò, assaporando il sapore delle sue
labbra, cercando di
calmarla, prima di allontanarsi bisbigliando un incantesimo che le
avrebbe
impedito di intromettersi.
“
È stato veloce come saluto” Commentò
Brom. “ Cos’è, non ti piacciono i lunghi
addii?”
“
Quello non era un addio” Morzan sguainò
Zar’roc e nello stesso momento la sua dragonessa
atterrò alle sue spalle,
ringhiando contro l’altro. “ Finiamola in fretta,
una volta per tutte ”
I
due si squadrarono per un istante e
attaccarono insieme. Le lame si incrociarono a metà strada e
furono ritratte
insieme, per poi colpirsi di nuovo. Era uno scontro alla pari, ad ogni
affondo
seguiva una parata e una risposta dell’altro e persino con la
magia, le forze
sembravano equivalersi. Ad un certo punto, Fiamma, la dragonessa di
Morzan,
approfittando del fatto che i duellanti si erano allontanati,
sputò fuoco
contro Brom che riuscì a ripararsi con un incantesimo.
“
Questo non è leale, Morzan ” Disse,
fermandosi a riprendere fiato.
“
Non dare la colpa a me. Non sono stato io
a dirglielo ” Morzan lo attaccò di nuovo, tentando
una finta che però non
riuscì, perché l’altro si
spostò, avvicinandosi a Fiamma e ferendola alla zampa
anteriore destra, prima che lei avesse il tempo di allontanarsi.
L’effetto fu
quello sperato, infatti il Rinnegato allentò la presa su
Zar’roc, rischiando di
farla cadere, sentendo il dolore che provava Fiamma.
Brom
ne approfittò e diresse la lama al
ventre dell’avversario, riuscendo a ferirlo, ma solo di
striscio, perché Morzan
riuscì a spostarsi e, nonostante il dolore al braccio, a
rispondere al colpo,
senza però colpirlo.
Fibi
era rimasta a guardare tutto il tempo,
fino a quel momento. Tentò di avvicinarsi, ma
scoprì di non poter fare più di
un paio di passi e capì al volo il perché. Morzan
la conosceva fin troppo bene,
sapeva che avrebbe tentato di farlo e si era premunito, costringendola
a
rimanere a guardare, impotente. Così non poté
fare niente quando vide il
marito, indebolito dalla perdita di sangue, cadere in ginocchio e
parare
maldestramente un colpo di Brom. Fiamma
lo allontanò dal suo Cavaliere con un colpo d’ala
e lui ne approfittò per
alzarsi. Sapeva di non essere in grado di continuare quel duello ancora
a
lungo, ma non si sarebbe più fatto mettere in ginocchio. Non
sarebbe stato lui
a morire. Alzò lo sguardo e vide Fibi con le lacrime agli
occhi, la paura
dipinta sul volto e sentì la rabbia invaderlo. Se non fosse
stato per Brom in
quel momento si starebbero godendo la passeggiata e poi sarebbero
tornati a
casa, da Murtagh.
Con
un urlo, in cui riversò tutta la rabbia
che aveva, si scagliò contro Brom, ma la ferita era
più grave di quanto
pensasse e quello sforzo fu troppo. La vista gli si annebbiò
per un attimo
solo, ma quell’attimo gli fu fatale. L’altro,
infatti, se ne accorse e senza
perdere tempo, gli affondò la spada nel petto, trapassandolo
da parte a parte,
inchiodandolo contro Fiamma, per poi sfilarla e dare il colpo mortale
anche a
lei.
“
No! Morzan! ”Urlò Fibi, cercando di
raggiungerlo e accorgendosi di poterlo fare; l’incantesimo si
era spezzato e
lei sapeva cosa questo significava. Si inginocchiò accanto a
lui e, ignorando
completamente Brom, che stava cercando qualcosa nelle bisacce appese
alla
sella, gli prese la mano, chiamandolo piano, le lacrime che le rigavano
le
guance mentre guardava il volto ora pallido di Morzan. Un rivoletto di
sangue
colava dall’angolo della bocca fin nei capelli, macchiando il nero con il rosso.
“
Principessa ... ” Disse lui con un filo
di vove, respirando a fatica. “ … perdonami
… ”
“
Non parlare, risparmia le forze …
”Cominciò lei, la voce rotta dal pianto, prima di
essere interrotta. “ È …
troppo tardi … è finita … per me
”
“
Non dire così. Tu ti salverai. Abbiamo
bisogno di te ”
Morzan
le strinse debolmente la mano e le
sorrise. “ Sarai … un’ottima
… madre … Ricordati la … promessa che
… ci siamo …
scambiati ”
Fibi
non rispose. Ricordava quella sera, si
erano promessi che se fosse successo qualcosa all’altro,
avrebbero dovuto
pensare prima di tutto a Murtagh e aveva intenzione di farlo, per
quanto
difficile fosse. Lo sguardo le cadde sulla ferita al petto. Il sangue
usciva a
fiotti, inzuppandogli la maglia e cominciando a tingere anche il
terreno.
“
Non piangere … ” Le accarezzò una
guancia, asciugandole una lacrima. “ Fammi …
vedere … un ultimo … sorriso ”
“
Non ce la faccio. Come farò senza di te?”
“
Sei forte … ce la … farai …
principessa ”
Cercò di avvicinarla a sé. “ Ti amo
”
“
Anch’io ” Fibi si chinò su di lui e gli
diede un ultimo bacio, dolce e doloroso al tempo stesso. Quando si
separarono,
lui le sorrise di nuovo e lei fece lo stesso. Almeno
l’avrebbe vista sorridere
un’ultima volta. Un attimo dopo lo vide chiudere piano gli
occhi e sentì la
stretta già debole della sua mano allentarsi del tutto. E in
un istante, la
consapevolezza che se n’era andato per sempre, che non
avrebbe più sentito la
sua voce, visto il suo sorriso, sentito le sue labbra sulle sue, le sue
mani
forti e delicate sulla sua pelle, la invase con tutta la sua
crudeltà. Se solo
ci fosse stato un modo per riportarlo in vita, anche se avrebbe dovuto
sacrificarsi per lui, l’avrebbe fatto. Ma non c’era
nessun modo, lo sapeva e
l’assenza del battito del suo cuore che aveva sentito tutte
le volte che aveva
poggiato la testa sul suo petto, ne era la prova. Si portò
la mano di Morzan,
ormai fredda e bianca, alle labbra, come se quel gesto avesse potuto
riportarlo
indietro, bagnandola con le lacrime che ormai scendevano copiose lungo
le
guance.
Alzò
gli occhi dal corpo del marito,
facendoli scorrere distrattamente sul corpo della dragonessa, che, come
la
vita, condivideva anche la morte con il suo Cavaliere, per poi fissarli
sul
cielo. Il sole stava tramontando, tingendo il cielo di varie sfumature
di rosso
che veniva scacciato piano dal blu e dal nero della notte che stava
sopraggiungendo, proprio come la morte aveva scacciato la vita dal
corpo del
marito, fermando il battito del suo cuore e spegnendo la luce dei suoi
occhi.
La gente intanto stava
cominciando ad
arrivare, per vedere se la voce della morte del peggiore dei Rinnegati,
l’uomo
che era il loro peggior incubo, fosse vera. Ma a lei non importava. Le
bastò
uno sguardo per capire cosa stavano bisbigliando. Stavano parlando di
lei,
incapaci di capire come poteva veramente amare quello che per loro era
un
mostro. Qualcuno arrivò a dire che per amarlo
così, doveva essere crudele come
lui. Ma a lei non importava. Non le importava se amarlo
l’aveva condannata ad
essere considerata una traditrice,se quell’amore era stato il
suo lasciapassare
per l’Inferno. Piuttosto che Rinnegare il suo amore,
preferiva passare il resto
della vita come una rinnegata, perché il loro era un amore
che nemmeno la morte
era in grado di distruggere. E Fibi avrebbe fatto qualsiasi cosa per
proteggerlo, sicura che, se ci fosse riuscita, un giorno si sarebbero
incontrati di nuovo.
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