A guy like you should wear a warning {Don't you know that you're toxic?}

di Oducchan
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Nick autore: Oducchan_OfTheLowerCourt 
Fandom: Kuroko no basket
Titolo: A guy like you should wear a warning {Don't you know that you're toxic?}
Personaggi: Hanamiya Makoto, Kiyoshi teppei
Pairing: KiyoHana
Genere: introspettivo, angst, errr... generale?
Avvisi: accenni a... come dire... relazione non esattamente salubre (?)
Rating: giallo
Note:
Per la Tomocchi, che me l'ha vinta secoli orsono a questo meme.
NB: la frase motto di Teppei è in inglese perché non ho trovato una traduzione in italiano che mi soddisfacesse. Non abbiatemene a male.

A guy like you should wear a warning
{Don't you know that you're toxic?}
 
 
Ci sono lividi, sul suo torace. Macchie violacee che fioriscono tra pelle e muscoli e che non ha idea di come se li sia procurati o di quando gli siano stati inferti.
Ci sono impronte di dita, attorno ai suoi polsi. Solchi di unghie sulle sue spalle. Segni di morsi sulle sue cosce. Ci sono tracce di un rosso vivido, di un viola intenso, di un blu violento, che si diramano su tutto il suo corpo a dipingere una mappa intricata, la strada tortuosa di un amore tossico e malsano.
Quasi distrattamente, le sue mani vi passano sopra, ripercorrendo il tragitto di altri arti, di un’altra bocca. Cerca di ricordare il dolore, l’esplodere degli spasmi di sofferenza sotto la cute, l’angoscia, la necessità  di sottrarsi a quelle torture e di fuggire; cerca di ricordare di aver provato ribrezzo e rifiuto, per quel trattamento,  ma nulla di questo affiora alla sua memoria. Nulla, se non il calore languido che si addensa in morbide spire in fondo alla pancia, il bisogno spasmodico di contatto, il desiderio terribile e inappellabile di sentire quel corpo contro il suo, attorno al suo.
Espira.
Il buio cala di colpo sul suo sguardo. Una mano gli chiude le palpebre, premendo con forza sui suoi occhi, gli forza il capo a reclinarsi sulla spalla; pollice e indice che spingono sulle orbite, anulare e mignolo che sfiorano la sua bocca, lambiscono le sue labbra. Silenzioso, il peso del corpo di Makoto viene a gravitare al suo fianco, sul letto sfatto.
-Smettila di pensare, baka- Kiyoshi ingoia un respiro, il suono di quella voce roca che sibila così vicina al suo orecchio da farlo tremare -Let's have fu~n-
E cos’altro può fare, quando ad ogni parola del suo motto preferito un dito affusolato si posa sul suo ginocchio ferito e stringe, facendo esplodere migliaia di schegge di dolore (e maledizione, maledizione, maledizione, di piacere) dietro i suoi occhi, se non gemere?




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