Ok, lo so che sto continuando anche Cheris ma…xD avevo in
cantiere anche questa ff e vorrei sapere cosa ne pensate….così poi potrò
decidere se continuarla o no…..bhè, buona lettura ^^
Un sorriso non dura che un istante, ma nel ricordo può essere
eterno.
Friedrich von Schiller
Nena
aspettava impazientemente che la campanella della scuola della sua migliore
amica suonasse mentre osservava pensierosa il cielo privo, stranamente, di
nuvole.
Sorrise allegra:
lei e Kathi avevano deciso di passare quel pomeriggio in assoluta tranquillità.
Non
avrebbero aperto i libri di scuola, non sarebbero uscite di casa e non
avrebbero, soprattutto, pensato ai loro problemi.
Non che la
cosa fosse semplice.
Ma almeno
ci avrebbero provato.
Dopo poco una
marea di studenti fuoriuscì dal plesso e Nena si alzò per cercare di individuare
la sua amica; non che servisse a molto visto che era alta poco più di un metro
e cinquantaquattro.
Passati
dieci minuti visto che non c’era ancora la minima traccia di Kathi decise di
rimettersi seduta sul marciapiede: sapeva benissimo che fine avesse fatto
l’amica.
Decise
così di prendere il suo lettore cd.
Non era
mai stata un amante di I-pod e aggeggi tecnologici. Secondo lei era molto più
bello comprare i cd anziché mettere solo le canzoni preferite, scaricate da
internet, nell’mp3. Cosa che, per lei, dimezzava le potenzialità della musica.
Adorava
sfogliare i libretti che si trovavano all’interno del cofanetto e sui quali
erano riportate le parole delle canzoni.
Portava
con se sempre tre o quattro cd.
Prese quello
che conteneva i più grandi successi di John Lennon, lo mise nel lettore, e
rimase immobile ad ascoltare la sua voce.
Finita la
prima canzone qualcuno le toccò la spalla e, appena si girò, si ritrovò davanti
Kathi sorridente.
La sua
migliore amica era sempre stata bella: i capelli erano castani e lunghi fino a
metà schiena, gli occhi erano blu,aveva delle stupende labbra carnose, era alta
uno e settantaquattro, si vestiva alla moda anche perché poteva permetterselo, aveva
la fila dei ragazzi che sbavavano per lei e dulcis in fundo adorava divertirsi
con i membri del sesso opposto.
Tutto il
contrario di lei che non era mai stata a letto con un ragazzo.
Nena si
tolse immediatamente le cuffie mentre appoggiava tutto per terra, si alzò e
abbracciò Kathi.
-Che bello
vederti!- Esclamò –Si può sapere perché sei finita, anche oggi, in presidenza?-
domandò poi allontanandosi ma tenendo comunque le mani sulle spalle dell’amica.
La diretta
interessata scoppiò a ridere sotto l’occhiataccia di Nena.
-Ma sì,
non è successo niente. Il preside mi ha beccata con Mike nell’aula computer. Ci
stavamo solo baciando!-
-Ah bhè
certo. Cosa vuoi che sia!- Esclamò ironica girandosi per riprendere il lettore
e la cartella. –Ma, scusa, chi è Mike?-
-Non te
l’ho detto Nena? E’ un tizio della nostra età, ma non è neanche tanto bello.-
L’amica si
girò a guardala e alzò gli occhi al cielo.
-Kat, sei
irrecuperabile!-
-Eh no,
sono come dovrebbe essere la figlia di un famoso produttore discografico.-
-Ah bhè…-
Il loro
discorso finì lì e iniziarono ad indirizzarsi verso la casa di Kathi. Non si
scambiarono più una parola, ma non perché fossero arrabbiate.
Loro erano
sempre così: non avevano bisogno di parlarsi per stare bene assieme e per
capirsi. Camminavano scambiandosi, qualche volta, dei sorrisi e degli sguardi
eloquenti.
A loro
bastavano quelli.
Non
spiccicarono parola neanche mentre pranzavano nell’immensa cucina.
Quando entrarono
nella camera da letto, anche quella enorme, di Kathi Nena iniziò ad osservare i
mobili elegantissimi che arredavano la stanza facendo scorrere su di essi un
dito.
Anche se
era stata in quel posto milioni di volte le piaceva sempre osservarla: anche
lei una volta aveva avuto una camera così elegante e adorava ricordarsela.
-Non ci
posso credere!Me l’ha già ricomprato!!- Esclamò felicissima Kathi.
L’amica si
girò incuriosita e si avvicinò.
-Nena
guarda!! Mio papà mi ha fatto riavere il cd!!E dire che l’ho rotto per sbaglio
solo stamattina!-
-Che cd?-
chiese sorridendo notando la felicità di Kat.
-Quello in
cui c’è la canzone dei Tokio Hotel.-
Nena la
guardò perplessa.
-Oh, uffa!
Ma possibile che tu viva su un altro mondo?- domandò facendo finta di essere
offesa. –I Tokio Hotel, la band più famosa della Germania!-
-Ahhh!!-
esclamo ironica. –Ora mi è tutto più chiaro.- concluse alzando un sopracciglio.
-E dire
che vivi anche tu, ora, in Germania.-
Kathi si
avvicinò allo stereo e infilò all’interno il cd.
Impostò la
quinta canzone e si rigirò verso l’amica.
-Loro e
altri cantanti famosi hanno fatto questo cd per beneficenza.-
-Bhè,
almeno hanno fatto qualcosa di buono.- affermò apatica.
Appena
partì la canzone Nena spalancò la bocca stupita.
-So che
sono bravi, ma non esageri un po’? E chiudi quella bocca!!Sei orribile.-
Kat era
scoppiata a ridere.
-Ma tu sai
che canzone è questa?- chiese scandalizzata mentre indicava lo stereo.
-Ehm,
ovviamente è “Instant Karma” dei Tokio Hotel.-
Nena
scosse la testa indignata.
-Semmai è
la cover di “Instant Karma” di John Lennon!Ignorante!-
-Ehi!-
cercò di lamentarsi l’amica.
-Shhh!- La
rimbeccò l’altra.
Kathi
sorrise soddisfatta: era difficile che Nena si interessasse a qualcosa che
piaceva anche a lei.
Iniziò a
guardarla compiaciuta.
Gli occhi
azzurri come il ghiaccio dell’amica fissavano, come ipnotizzati, il porta cd,
l’espressione del suo volto era rilassata, le labbra ne troppo fini né troppo
carnose canticchiavano la canzone.
Il suo
sguardo poi si posò, invidioso, sulla sua pelle diafana finché non raggiunse i
capelli neri con sotto delle ciocche rosse fatte in ricordo del padre defunto.
Secondo
lei Nena era la ragazza più bella che avesse mai visto e continuava a
ripeterglielo senza ottenere grandi risultati visto che l’amica era
tremendamente testarda e, ormai, si era convinta di essere una racchia poiché non
era mai piaciuta a un ragazzo.
Il punto
era che, la maggior parte dei ragazzi che le erano piaciuti, erano dei cretini
che sceglievano le ragazze in base alla taglia del reggiseno.
E poi non
era assolutamente vero che non piaceva a nessuno infatti, quando era famosa,
aveva le schiere di fan sfegatati ai suoi piedi.
Le tirò
una sberla sulla testa per il nervosismo.
-Ahi!-
Urlò di dolore Nena. –Che diavolo ti è preso?-
-E’ che
devi fissarti in quella dannata testa che sei una bella ragazza. E ora scusami,
vado a prendermi un bicchiere d’acqua.-
Appena fu
fuori dalla stanza sorrise; l’amica aveva rimesso Instant Karma.
E così i
Tokio Hotel avevano una nuova e bizzarra fan.
Appena
Kathi ritornò in camera sua Nena le si avvicinò.
-Ehm, non
è che mi faresti vedere questi Tokio Hotel?-
Il resto
del pomeriggio lo passarono sul computer anche se non rimasero molto a guardare
le immagini del gruppo.
Nena, o
almeno aveva fatto credere così all’amica, non era rimasta particolarmente
colpita da nessuno dei componenti e aveva preferito cambiare oggetto della loro
ricerca.
Non aveva
neanche ascoltato un’altra canzone dei Tokio Hotel facendo stupire Kathi che
era sicurissima che l’amica fosse rimasta folgorata dalla band.
Alle sei
Nena ritornò a casa e appena aprì la porta dell’appartamento sentì un rumore assordante.
Corse in
cucina preoccupata ma appena vide la scena scoppiò a ridere: avrebbero dovuto, per
l’ennesima volta, ricomprare i piatti.
-Ma’,
qualcosa mi dice che stasera andremo a cena fuori!- esclamò felice scuotendo la
testa.
La donna
si girò sorpresa.
Non si era
accorta che la figlia fosse tornata a casa e, appena la vide, le sorrise.
-Piccola,
vieni qui!!-
Nena si
avvicinò immediatamente alla madre e la abbraccio.
-Ti voglio
bene mamma!-
-Anche io
piccola e ora usciamo di qui, c’è troppo casino. Metteremo a posto un'altra volta.-
affermò convinta facendo l’occhiolino alla figlia.
La figlia
rispose solo con un sorriso.
Nena
adorava sua madre e aveva sempre pensato che non avrebbe potuto vivere senza di
lei.
Si presero
a braccetto e uscirono di casa correndo.
Optarono
per andare nel ristorante più costoso di tutta la città; infondo, a loro, i
soldi non erano mai mancati anche se vivevano in un piccolo appartamento al
quinto piano di un palazzo senza ascensore.
Quella era
stata una loro scelta ben ponderata visto che non volevano essere scoperte.
Scelsero
il posto più appartato del locale e iniziarono a conversare come due vecchie
amiche.
In fondo
era proprio quello che erano.
Amiche.
-Bhè, ma
il momento più bello è stato quando sono saliti sul palco i LUNA SEA. Ho
iniziato ad urlare come una pazza e tuo padre, come avevo previsto, si è
ingelosito. E’ stato proprio un gioco da ragazzi conquistarlo e, aggiungerei,
per fortuna.-
Nena
fissava estasiata la madre mentre raccontava piccoli pezzi della sua vita.
-Mamma, è
logico. Cosa ci si poteva aspettare dalla più grande grupie di tutto il
Giappone! Ti aspettava di diritto papà! Non c’è scusa.-
-Ma come
parli Nena!- si ritrovò ad esclamare Debbie sentendo le parole della figlia. –A
parte gli scherzi io e tuo padre ci amavamo veramente tanto.- poi le fece l’occhiolino
– e sì, però devo ammettere anche che ero la grupie più famosa del Giappone!-
-Come
siamo modeste! – disse sarcastica senza smettere di sorridere alla madre. – E su
racconta, come va il lavoro?-
Debbie era
riuscita a trovare un buon lavoro alla Universal tedesca dove lavorava anche il
padre di Kat.
Infondo a
sua madre era sempre piaciuta la musica e lavorare in una casa discografica era
perfetto per lei.
-Oh, va
tutto bene. Domani dobbiamo incontrare una band per vedere se ha la stoffa
giusta per sfondare. – la donna si portò una mano sul mento e guardò Nena. –Sai,
potresti provare anche tu a fare un provino.-
La figlia
scoppiò a ridere credendo che fosse tutto uno scherzo ma appena vide la faccia
seria della madre si fermò.
Alzò un
sopracciglio, bevve un sorso d’acqua e ritornò a guardarla.
-No no,
sono già stata famosa per troppo tempo!- disse stringendo i pugni sotto il
tavolo.
Nena aveva
sempre rimpianto di aver lasciato la musica ma,visto che l’aveva fatto per la
madre, le andava bene così.
-Ma Nena,
era tutta la tua vita!- cercò di contro ribattere Debbie, ma senza risultati
visto che Nena aveva già deciso di finire lì quella stupida, secondo il suo
parere, conversazione.
Guardò la
madre eloquente e riprese a parlare come se non fosse successo nulla.
-Per caso
nella Universal c’è un gruppo che si chiama Tokio Hotel?-
Alla madre
si accese immediatamente il volto. Anche se aveva appena avuto una piccola
discussione con la figlia ed era rimasta un po’ delusa dalla piega che aveva
preso la cosa decise di non farci caso e di ritornare allegra: avrebbe, di
certo, ripreso quel discorso un’altra volta.
-Certo! Si
può dire che sono la nostra punta di diamante. Ti piacciono tanto immagino!-
concluse con un sorriso malizioso.
Nena non
capiva la reazione della madre.
-Ehm,
sinceramente ne ho sentito parlare per la prima volta oggi da Kat.- affermò con
un sorriso imbarazzato mentre prendeva un boccone di lasagne.
-La cosa
ha senso visto che Peter Hoffman, ovvero il papà di Kathi è il loro
produttore!- poi alzò un sopracciglio guardando la figlia –Ma non capisco, tu
dovresti adorare quel gruppo!-
-E perché dovrei?-
chiese scettica prendendo il bicchiere per bere.
-Come perché?!
Tu sei stracotta del cantante!-
Nena sputò
tutta l’acqua nel piatto.
-Ma che
schifo! Ti pare questo il modo di comportarti in pubblico?-
La figlia
tossi più di una volta.
-Ehi
piccola tutto ok?!- chiese poi preoccupata Debbie.
-Ehm,
credo di sì.- rispose a bassa voce. –Il cantante è il tipo con i capelli
sparati in aria?- domandò anche se era ancora stupita dall’affermazione della
madre.
-Certo. Ma
come fai a non ricordarti di lui?-
Nena si
era stufata di non capire niente di quella conversazione.
-Mamma,
basta con ste domande!Spiegami che cosa intendi.-
-Ma almeno
lo sai come si chiama il cantante?-
La ragazza
si portò irritata dietro all’orecchio un a ciocca di capelli.
-No, come
diavolo si chiama?-
-Bill.-
affermò compiaciuta la madre notando che la figlia aveva sgranato gli occhi.
-Bill?? Il
piccolo Bill?- domandò incuriosita. –Quello di “It`s
raining man”?-
Debbie sorrise.
-Hai centrato cara!-
Nena si lasciò cadere sullo schienale della sedia stupita.
-Lo sapevo che sarebbe diventato famoso!-
-Comunque sei proprio stupida!Cioè hai fatto anche il suo cos play in
Giappone e ora neanche lo riconosci?!-
-Bhè, ma devi ammettere che è cambiato molto!- esclamò la figlia.
-Eh no, se lo guardi bene direi proprio di no!-
Nena non sapeva più cosa dire.
La madre aveva ragione nel dire che aveva una cotta per lui.
Bhè, forse dire che era innamorata era un po’ troppo, ma quando era
piccola e l’aveva visto si Starsearch era rimasta folgorata tanto da imitarlo e
incidere una sua versione di It’s raining man.
Il sorriso di quel ragazzino le era rimasto impresso e ancora oggi
lo ricordava nitido nella memoria.
Ripensandoci però fece una smorfia: si era perfino tagliata i
capelli per assomigliare a Bill.
Ma poi sorrise.
Si era divertita un sacco a farlo.