Di caffè bruciati e torte gommose

di Mana Sputachu
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Prompt: Coffeeshop!AU

Note: Questa cosina scema partecipa a un meme di S. Valentino che ho indetto a febbraio nel mio gruppo: il prompt (lasciato da Kuma Cla) era coffeeshop!AU, che ho anche trasformato in modern!AU perché… boh, mi è venuta così. In quanto modern!AU non tiene quindi conto del canon per un paio di cose, ma spero di essere rimasta IC.

È una flashfic senza pretese se non quello di strapparvi un sorriso (spero) :)

 

Mana

 

***

Di caffè bruciati e torte gommose


 

“Questo caffè fa schifo.”
“Lo so.”
“Anche questi dolci, sembrano gomme da masticare…”
“So anche questo.”
“E allora perché ti ostini a venire in questo bar ogni santo giorno?” sbuffa Ryoga, punzecchiando con la forchetta la fetta di torta nel suo piatto - pietrificata all’esterno, stranamente gommosa all’interno. “E soprattutto, perché ti ostini a trascinarci ME? Preferirei andare in quel ristorantino di okonomiyaki vicino al Furinkan, almeno i loro piatti sono commestibili.”

“Certo, ora la ragazza carina che lo gestisce la definisci commestibile? Sei proprio un porco, Hibiki” replica Ranma, costringendosi ad assaggiare un caffè amaro fino all’inverosimile. “E poi da solo non ci arriveresti né ora né mai, ti perderesti svoltando l’angolo.”
Ryoga non risponde, limitandosi ad arrossire fino alle orecchie.

“E comunque vengo qui solo perché è vicino al dojo.”

“...ci sono almeno altre due caffetterie migliori di questa, in zona.”

“Non abbastanza vicine.”
“Saranno una ventina di metri in più!”

Ranma sbuffa, un po’ piccato dai rimarchi di Ryoga - ma soprattutto perché non ha la minima idea di cosa rispondere.

“Allora, è tutto di vostro gradimento?”

Per sua enorme fortuna la provvidenza agisce al momento più opportuno, e ha le fattezze parecchio carine della cameriera.

“T-tutto fantastico!”
“Ne sono contenta! Il cuoco non voleva lasciarmi cucinare, ma ci tenevo a fare quella torta!” ride lei - occhi scuri, capelli corti e un sorriso che ha la strana capacità di mandare in pappa il cervello di Ranma.

“Era davvero squisita…” il ragazzo stringe gli occhi, sforzandosi di leggere il nome sulla targhetta “Akane!”
La ragazza sorride e lui sente uno strano calore al basso ventre - e si augura non sia colpa della torta dalla consistenza strana.

“Posso portartene ancora? O un’altro caffè?”

“S-sì… perché no?” mente spudoratamente, e Akane sorride: “Benissimo! Torno subito!”

Sa che probabilmente passerà la notte chiuso in bagno, ma per quel sorriso ne vale la pena.

“E poi sono io il porco, Saotome?”

Il ragazzo si volta verso Ryoga, scocciato: “Io almeno non l’ho definita commestibile.”

“Ma l’hai mangiata con gli occhi.”

“Eccomi qui!”

Ancora una volta Akane interrompe il loro battibecco sul nascere, portando con sé altra torta e una brocca di caffè fumante - Ranma lo definirebbe bruciato, a giudicare dall’odore, ma non si azzarda a dirlo.

“Una fetta di torta per te, e caffè per entrambi!”
“Che bello…” pigola Ryoga, osservando la tazza di caffè nuovamente colma.

“Fa… fantastico” annuisce Ranma, osservando il dolce riverso sul piatto “spero di non morire nel sonno…”
“Hm? Hai detto qualcosa?” chiede lei, serissima.

“Nientenienteniente!” si affretta a replicare il codinato. “S-solo mi chiedevo… fate confezioni da asporto? Sai, mi piacerebbe portarne un po’ a casa…”
“Ma certo!” trilla lei, correndo dietro il bancone.

Quando si volta verso Ryoga quest’ultimo non commenta, ma si limita a scuotere la testa.

Ranma sospira, ben sapendo che sarà una lunga notte all’insegna dei crampi allo stomaco.

Poi però vede Akane che gli fa cenno con la mano e indica una scatola da asporto - un po’ ammaccata e confezionata malamente; sorride contenta, come la prima volta che le ha rivolto la parola.
E si dice che, in fondo, un artista marziale come lui qualche crampo può sopportarlo senza problemi.







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