Peace and agony

di Eurydice_
(/viewuser.php?uid=620161)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Peace and agony
 
I tried so hard
And got so far…
La siringa lo tentava.
Sembrava quasi dirgli: ‘ Suvvia, Charles, fallo. Così potrai avere un po’ di pace. ‘
Non riusciva più a sopportare quelle maledette voci nella sua testa, lo tormentavano, portandolo quasi alla pazzia. Ma più di tutto, lo mandava fuori di testa non poter percepire la sua voce, i suoi pensieri.
Erik era diventato quasi un’ossessione: gli mancava così tanto che il dolore della sua mancanza superava le fitte che la ferita nella schiena gli provocavano di tanto in tanto.
Stava crollando.
But in the end
It doesn’t even matter.
Erano quasi dieci anni che cercava la mente di Erik tra la folla chiassosa che aveva in testa, ed erano quasi dieci anni che si illudeva invano.
Era tempo di arrendersi, ormai nulla aveva più importanza, e lui voleva solo un po’ di pace.
Così prese la sua decisione: con mani tremanti si legò il laccio emostatico al braccio e infilò l’ago in vena.
Ebbe fortuna, al primo colpo ne aveva trovata una. Spinse lo stantuffo e l’effetto del siero fu immediato: le voci nella sua testa si spensero una ad una, e ad ogni pensiero scomparso, la sensibilità nelle gambe si faceva sempre maggiore.
Lasciò cadere la testa all’indietro, beandosi di quei primi istanti di silenzio.
Poi, passato il momento, tese una gamba, poggiandola cautamente sul pavimento. Si, lo sosteneva. Così come lo sosteneva l’altra.
Forse, finalmente, si sarebbe messo l’anima in pace e sarebbe andato avanti.
Ma chi poteva sapere che avrebbe fatto tutto il contrario?
 
Durante i primi mesi di prigionia, Erik si era sentito totalmente perso, inerme. Odiava sentirsi così debole.
Ed era arrabbiato; lo avevano incolpato di un crimine che stava tentando di bloccare, catturato e sbattuto in una cella completamente a prova di mutante.
L’unico pensiero che lo spronava ad andare avanti erano un paio di occhi di un blu così intenso e particolare che nemmeno Raven avrebbe potuto imitare.
Gli occhi di Charles Xavier lo tormentavano, e, allo stesso tempo, gli davano speranza.
Things aren’t the way
They were before
Forse se fosse rimasto, ora non sarebbe in quella cella fredda e asettica, ma con lui a passeggiare per l’immenso giardino della sua tenuta.
Ma Charles non poteva più passeggiare, mai più avrebbe potuto farlo. E la colpa era soltanto sua.
Di questo suo, seppur involontario, errore si malediceva ogni giorno.
Non si aspettava di essere perdonato, non dopo tutto il dolore che aveva inflitto a Charles, ma si chiedeva, di tanto in tanto, se il professore sentisse la sua mancanza, se lo stesse cercando.
Non sapeva rispondersi, mai.
Questo dubbio lo stava logorando piano piano dall’interno, facendo crescere lentamente in lui un sentimento pericolosamente simile all’odio.
Non voleva odiare Charles, ma la sua stessa mente lo stava portando a farlo.
Sarebbe impazzito? Quasi sicuramente.
C’era qualcuno che lo avrebbe salvato? Forse avrebbe rivisto quegli occhi blu e avrebbe potuto farsi perdonare da essi.
Ma intanto che Erik si rifiutava di cedere, il possessore di quei magnifici occhi blu si arrendeva al piacere dell’oblio.
But in the end, it doesn’t even matter…


Note:
Non c'è molto da dire, in verità... Soltanto che questa fanfic mi è venuta in mente ascoltando In the end, che trovo estremamente azzeccata per la coppia.... E cavolo, io li amo.
Sono così angst---
Mi spezzano il cuore ogni santa volta che ci penso.
E nulla, se recensite vi lascio un biscottino <3
Peace&Love




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3052366