Su uno sperone di roccia che domina le acque quiete di un lago si erge imponente e solitario il castello di Donan. E’ avvolto da un’aura mistica e cupa, ma le sue mura custodiscono il dolce segreto dell’ineffabile amore tra Thomas e Aislinn. La storia inizia in un tempo lontano, in un luogo dove il cielo e l’acqua di un piccolo lago si uniscono all’orizzonte e dove, verso l’ora dolce del crepuscolo, si possono intravvedere le ombre di due amanti sfortunati il cui amore sopravvive al tempo e alla morte. Tutti nel villaggio di Dornie conoscono la storia, che viene custodita e tramandata da padre in figlio da secoli. La leggenda racconta del signore del castello di Donan e della sua giovane moglie. A quel tempo per difendere i propri possedimenti si lottava in groppa ad un cavallo e con una spada in mano. Durante una violenta battaglia, scoppiò una terribile tempesta che distrusse quasi del tutto il castello in pietra e con esso anche la vita di Aislinn che restò imprigionata sotto le macerie. Thomas, appresa la notizia della disgrazia, si lanciò in mezzo al furore del campo di battaglia e scatenò il suo dolore e la sua ira annientando l’esercito nemico. Quando lo trovarono riverso sulla sua spada senza vita, in molti piangendo raccontarono di come il loro signore a gran voce avesse sfidato e maledetto la Signora della Morte, che gli aveva portato via la sua sposa, invocando su di sé lo stesso destino e di come la Signora lo avesse esaudito usando la spada del re invasore.
Il 29 Febbraio di ogni anno bisestile si organizza una grande festa in loro onore, in quel giorno, da secoli, gli innamorati usano gettare dei fiori sulle acque del lago mormorando una preghiera, affinché l’amore dei due giovani raggiunga il suo felice compimento. Purtroppo nei secoli tra la stirpe di Thomas e Aislinn, non vi fu più nessuno in grado di incarnare il meraviglioso sentimento che fece innamorare i loro avi, ma si mantenne l’usanza di tramandare, con orgoglio, i loro nomi e la loro storia. Un giorno, si narra, giungerà un giovane uomo, che ambirà all’amore di Aislinn, che otterrà solo dopo aver dimostrato di esserne degno.
Aislinn McRed è una delle discendenti della Aislinn della leggenda, ha quasi trent’ anni, capelli rosso tiziano e occhi nocciola, come tutti in paese è cresciuta ascoltando le storie meravigliose di magia, folletti e tesori nascosti. I suoi genitori volevano darle l’opportunità di conoscere il mondo e quindi l’avevano obbligata a lasciare il paesello natio e seppur con rammarico aveva completato gli studi in Europa. Aislinn, però, appena poteva ritornava tra le verdi colline di Dornie. Dopo la laurea aveva aperto, con le sue migliori amiche, un’agenzia di wedding planner e per sei mesi all’anno organizzava matrimoni. La sua agenzia curava nei minimi particolari la “scenografia” adatta ad ogni coppia. Per il resto dell’anno s’ingegnava, utilizzando una fitta rete di organizzazioni sociali e umanitarie, ad assistere e collocare nel mondo del lavoro, gli immigrati che entravano nel suo ufficio cercando aiuto.
Come ogni mattina, durante la colazione, controllo la posta elettronica. Finalmente è arrivata la conferma della data e l’ora d’arrivo dell’aereo del nostro migliore cliente di quel semestre, se fossi riuscita a fargli firmare il contratto, avrei potuto prenotare quel viaggio in Oriente che avevo più volte rimandato.
Nell’email veniva richiesto una brochure dettagliata della pianificazione della cerimonia da presentare alla cortese signorina Anna Comes e al suo futuro sposo, che non avrebbe badato a spese pur di accontentare la sua dolce fidanzata. Avrebbero visitato in questo weekend la location ed eventualmente definito ogni dettaglio. Il castello di Eilean Donan si ergeva maestoso su una piccola isoletta in mezzo ad un lago, le affascinanti vicende di cui era stato protagonista in tanti secoli attirava nugoli di turisti, studiosi e appassionati dello sport all’aria aperta. Era una perfetta cornice per un matrimonio romantico e metà delle attività del paese collaboravano con la mia agenzia. Dovevo prepararmi con cura per incontrarli, la prima impressione è sempre la più importante!
Tutti i passeggeri del volo proveniente da Londra, dopo aver recuperato i bagagli, s’affrettavano verso le uscite. Mi ero offerta di riceverli direttamente all’aeroporto e quindi con una lavagnetta rossa in mano, con su scritto – Comes - , cercavo di riconoscere i miei futuri migliori clienti. Per l’ennesima volta mi aggiusto la giacca del completo nero che indosso, i tacchi a spillo mi stanno tormentando i piedi e sono sicura che qualche ciocca è sfuggita dall’elaborato chignon con cui sono uscita di casa questa mattina. Sono perfettamente cosciente che l’abito fa il monaco, che che ne dicano i proverbi e vista la cifra considerevole che dovranno sborsare per il mio lavoro, mi sembrava opportuno presentarmi come un’elegante e sofisticata giovane manager di un’agenzia ben avviata. Purtroppo tenere a bada i miei capelli naturalmente e perennemente aggrovigliati è un’impresa in cui fallisco quasi tutti i giorni. All’improvviso una omone altissimo si piazza davanti a me bloccandomi la visuale. Tento di cambiare posizione per poter vedere gli ultimi passeggeri, ma quest’uomo è un colosso e presa da una forte irritazione mi decido di sfiorargli un braccio.
- Le chiedo scusa, le spiacerebbe spostarsi? Non riesco a vedere i passeggeri in arrivo…. – mormoro cordiale.
Un paio di strabilianti occhi azzurri mi osservano attentamente ricambiando l’attento esame a cui lo sto sottoponendo stupefatta, non è possibile! Anche se il suo viso è quasi totalmente celato sotto il cappuccio della felpa, la sua espressione corrucciata non mi sfugge, forse è la leggera barbetta chiara che gli contorna le labbra a conferirgli quell’aria imbronciata o.. forse è solo seccato perché l’ho toccato, ma sono quasi sicura di averlo già visto da qualche parte… ma dove? Il gigante non mi degna di una risposta e chiaramente insofferente, si gira di nuovo a cercare qualcuno che tarda ad arrivare. Involontariamente ammiro l’elegante incidere con cui si muove e mi soffermerei volentieri ad ammirare anche tutto ciò che sembra ben distribuito dal collo alle caviglie, ma sono qui per ricevere i miei clienti e non posso tergiversare.
- Può aspettare trenta secondi? – sibila freddamente lanciando una breve occhiata dietro alle sue spalle, dove mi ritrova a fissarlo basita.
- Va bene…. – replico adagio leggermente stordita, ma che bel caratterino!
- Buongiorno signorina McRed, sono Anna Comes. – mormora una voce melodiosa vicino al mio orecchio.
- Buongiorno signora Comes, benvenuta. Il suo fidanzato non ha potuto seguirla? – m’informo cordiale.
- Possiamo allontanarci da qui per favore? - borbotta il gigante rivolgendosi alla mia cliente.
- Lo scusi non è esattamente di buon umore oggi. –
La signora Comes è statuaria, bellissima e molto elegante e quel vagabondo scorbutico che la segue dev’essere quello che paga, quindi, nonostante la sua cafonaggine dovrò sforzarmi di essere cortese. Dopo aver recuperato le numerose valige firmate della signora, finalmente saliamo in macchina. Durante il viaggio Anna mi porge parecchie domande, sa quello che vuole e ciò che ha in mente dev’essere perfetto. Il suo silenzioso fidanzato, invece non esala un sospiro, dopo aver inforcato gli occhiali da sole, sembra essersi addormentato.
Dopo averli lasciati in albergo, raggiungo velocemente l’ufficio dove mi aspettano le mie socie. Marie si è appena sposata ed è perennemente in ritardo, ma è una contabile scrupolosa e un’abile coordinatrice, mentre Agata è l’artista creativa con cui collaboro per ideare le magnifiche scenografie delle cerimonie, sorprendentemente riusciamo sempre ad soddisfare tutte le richieste dei nostri clienti. In silenzio entro nel mio ufficio e sprofondo in trance nella mia poltrona. C’era qualcosa in quell’uomo che mi infastidiva, la certezza che fosse qualcuno che conoscevo da tanto tempo mi pungolava con insistenza un angolino della memoria. Ero una fisionomista, difficilmente mi dimenticavo di un viso interessante e se avessi avuto a che fare con un uomo del genere… me lo sarei ricordato eccome!!
- Mentre la tua fidanzata si da alla pazza gioia con le wedding planner, io sono costretto a studiare il copione chiuso in una stanza d’albergo, perché tu hai avuto la bella idea di romperti un piede!! Non ne posso più di vestiti e pizzi e fiori e menù!! Hai idea di quante versioni può contemplare un menù di un pranzo nuziale??!! Questa mattina mi sono rifiutato di seguire Anna al mercato dei fiori, ma oggi pomeriggio sono obbligato ad accompagnarla perché vuole la mia sincera opinione sulla location dove si svolgerà la cerimonia! - sbraito esasperato.
- Tom calmati! Sei il mio testimone e devi aiutarmi, è uno dei tuoi doveri! Credi davvero che mi sarei distrutto un piede solo per evitare tutte queste ehm…. –
- Torture! Se avessi saputo che dovevo sostituirti in queste pratiche, mi sarei guardato bene dall’accettare! Hai idea di quanto siano indispensabili i cartoncini segna posto??!! E la disposizione dei tavoli per il pranzo e quella degli invitati in chiesa??!!!! Bastaaaa!! Non sono io lo SPOSO!! -
- E va bene finiscila di strillare, sembri una donnina isterica a pochi giorni dal mestruo!! Parlerò con Anna e la convincerò a lasciarti un po’ di respiro! Soddisfatto? – chiede sardonico.
- Sarei più soddisfatto se mi permettessi di dileguarmi per poter tornare a casa!! -
Nonostante tutte le mie recriminazioni, quel pomeriggio ho dovuto seguire Anna, che sollecitata dalle wedding non fanno altro che starnazzare allegramente su ogni piccola sciocchezza. E’ impressionante la strabiliante quantità di dettagli, per me insignificanti, che può cogliere l’occhio femminile in questi frangenti! L’auto finalmente si ferma, scendo di malavoglia rassegnato a subire ancora tante ore di discorsi inutili. Ma appena vedo il castello una strana sensazione mi pungola la memoria, devo aver già visitato questo posto molto tempo fa. L’interno è diverso da come me lo aspettavo e distrattamente ascolto una delle donnine confermare che i lavori di ristrutturazione degli interni sono stati ultimati recentemente. Guidato da uno strano intuito, salgo le scale in pietra fino a raggiungere quella che doveva essere la stanza del signore del castello, dalla terrazza adiacente si mostra in tutta la sua bellezza la valle sottostante e nuovamente una reminiscenza che non mi appartiene, m’invade la mente, rivedo in quella stessa terrazza una donna dai capelli rossi e il suo dolce sorriso.
- Allora ti piace? Che ne dici? – chiede Anna entusiasta.
- Si….. è meraviglioso! E…. tu sei soddisfatta? – rispondo distratto.
- Ma naturalmente! Adoro il castello, il lago… tutto! Non vedo l’ora che Luke veda questo spettacolo della natura! Ti ringrazio di esserti prestato ad accompagnarmi, so quanto sei stanco, siamo fortunati ad avere un amico come te. Grazie - mormora abbracciandomi.
Ricambio l’abbraccio sentendomi un po’ in colpa, avevo collaborato poco e malvolentieri fino ad ora. E per farmi perdonare le bacio affettuosamente una guancia morbida. Mentre sciolgo l’abbraccio incrocio lo sguardo con quello riflessivo della wedding che ci osserva pensierosa.
- Scusate se vi disturbo. Siamo pronte per ritornare, è prevista una bufera e non è prudente viaggiare su queste strade di campagna, quando piove. – pigola a disagio.
Per tutto il pomeriggio il temporale brontola e imperversa sul paese, ma verso sera le nuvole vengono spazzate via da un venticello frizzante. L’aria era satura dei profumi della terra e all’improvviso il pensiero di passare tutta la serata in albergo mi fu intollerabile.
- Anna che ne dici se usciamo questa sera? Ci sarà pure un pub dove possiamo bere qualcosa!! – chiedo speranzoso.
- Ma certo che c’è! Se ti fossi degnato di accompagnarmi per il paese….ma lasciamo stare. Potremmo andare nel pub dove lavora Aislinn, mi ha raccontato che hanno una birra eccezionale. –
- Aislinn? – chiedo distrattamente.
- Uffa Thomas, ma ci sei o sei proprio fuori di tuo? E’ la wedding con i capelli rossi! –
Il locale è stracolmo di gente e l’allegro vociare dei clienti si coglie già dalla strada, con fatica riusciamo a trovare un tavolo libero e dopo pochi minuti Aislinn ci raggiunge sorridendo. Ha i capelli raccolti sulla nuca, trattenuti da una penna, il viso è leggermente arrossato e gli occhi illuminati da una luce allegra e spensierata. Mentre aspetta la nostra ordinazione si volta più volte per rispondere ai saluti degli altri clienti, sembra che tutti si conoscano, nel locale regna un’atmosfera di amichevole spensieratezza. L’allegria dei clienti aumenta quando inizia il primo giro di boccali di birra offerto dal locale mentre si spande, delizioso, l’aroma di carni e verdure preparati sull’enorme barbecue posto nel giardino dietro la sala.
- Ciao benvenuti, avete già deciso cosa ordinare? – chiede ilare.
- Ciao Aislinn, portaci la birra migliore che hai e qualcosa da mangiare, fai tu, mi fido! E vorrei presentarti come si deve il mio amico….. questo è….. – Anna viene interrotta da un ragazzo che la urta senza volerlo.
- Ciao sono Thomas, Anna mi ha fatto notare che sono stato un vero maleducato, non mi sono presentato questa mattina all’aeroporto. – le porgo la mano sorridendo.
- Come? Scusa non ho inteso.. – risponde perplessa gesticolando con una mano vicino al suo orecchio, il volume della musica è così alto che sono costretto ad alzare la voce.
- VOLEVO PRESENTARMI…. SONO THOMAS!! –
Se vi sono riferimenti a cose o a persone realmente esistenti è puramente casuale, la storia è totalmente inventata e scritta da me, per puro diletto e per chi ha voglia di leggerla. Se e quando userò delle foto per illuminare il racconto, non ne farò uso improprio per mio tornaconto personale e ne citerò l’autore, mi riservo solo il piacere di ammirarle. Ho preso in prestito il titolo da un film che adoro. Buona lettura.
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