C'era
una volta, in un regno lontano, un bel principe. Aveva tutto quello
che desiderava... O forse non proprio. Anzi, direi che non aveva
nulla di quello che desiderava. Ma solo tutto quello che gli veniva
imposto di fare.
Guardo
fuori dalle finestre. L'immensa foresta fuori dal palazzo sembra così
bella. Sospiro. Vorrei poter uscire da qui, la reggia è ormai
diventata la mia prigione. Mi appoggio al bordo della finestra,
guardo sotto, il fossato. Dovrebbe essere lì per impedire ai
nemici di entrare, invece impedisce a me di fuggire. Non ho il
controllo su nulla. Né sulla mia vita, né sul mio
corpo. Ho attorno gente dalla mattina alla sera, tutti mi dicono cosa
fare, cosa dire, anche cosa mangiare. Solo quando mi ritiro nelle mie
stanze per la notte posso restare solo. Sei guardie presidiano dietro
la porta, per proteggermi. Un sorriso aspro mi spunta sulle labbra.
Sono lì solo per impedirmi di fuggire e di vivere. A che serve
continuare così? Sono solo un burattino nelle mani di mio
padre e dei suoi consiglieri. Posso fare solo quello che loro mi
permettono di fare. Se potessero, deciderebbero loro cosa farmi
pensare. Lo stridulo verso di un uccello notturno arriva fino alle
mie finestre. Come vorrei poter volare libero come lui... Lo cerco
con lo sguardo, scrutando nella debole luce della luna. Non riesco a
trovarlo, sarà fuggito chissà dove, lui può. È
inutile continuare a tormentarmi così. Ma ormai questi
pensieri sono come un veleno che mi corrode l'anima. Mi lascio cadere
sul letto, sono segregato qui. Vorrei poter fuggire, uscire fuori,
vivere.
“Sua
altezza imperiale, il principe Fey.” Entro nella sala del
trono, scortato dalle mie immancabili guardie armate. Mi inchino
davanti a mio padre.
“Vi
trovo bene.” Mi rivolge solo un mezzo sguardo annoiato.
“Grazie
padre, anche voi siete in splendida forma.” E spero campiate
almeno mille anni, visto che non ho nessuna voglia di sedermi al
vostro posto. Ma questo meglio non dirlo... Un altro inchino e posso
andare via. Questo teatrino serve per far pensare al 'popolo' che
andiamo d'accordo. Che poi qui ci sono solo nobili e dignitari, cosa
può importare al popolo di noi? Ora mi aspettano le tre ore di
allenamento con la spada. L'unica parte piacevole della mia giornata,
sono troppo occupato per pensare o per annoiarmi.
Mi
ero dimenticato che oggi ci saranno anche dei popolani che vogliono
entrare nell'esercito, ci sono le selezioni una volta ogni cinque
mesi.
“Benvenuto
altezza.” Il maestro d'armi mi fa un piccolo inchino e sorride.
“Buon
giorno Kali, abbiamo molti pretendenti oggi?” Mi fingo gentile.
Da anni ho scoperto che tutto quello che gli dico viene riferito a
mio padre. Un tempo pensavo che lui fosse il mio unico amico. Ero un
ingenuo.
“Una
ventina, ne volete affrontare? Sarebbe un diversivo per il vostro
allenamento.” Mi levo il mantello e la casacca per indossare
un'armatura anonima. Qui non sono 'il principe', solo il
sorvegliato...
“Sì,
vediamo se qualcuno mi prende a pugni a questo giro?” Rido con
falsa allegria, Kali mi imita. Penserà ancora che lo credo un
amico?
“Oggi
apriamo le porte del nostro esercito per i ragazzi del popolo che
vogliono iniziare la carriera militare.” Kali parla a voce
alta, tutti zittiscono e ascoltano.
“Chi
vuole tentare può sfidare i guerrieri per aggiudicarsi un
posto d'onore.” I nuovi pretendenti lo fissano un po'
impauriti, molti sono vestiti solo di miseri stracci.
“Non
pretendo che vinciate contro di loro, ma che ci mettiate tutto
l'impegno che serve.” Kali fa un cenno e io ed altri quattro
facciamo un passo avanti, pronti al combattimento.
“Chi
vuole sfidarli entri in arena e dica nome e grado sociale. Chi vi
affronterà vi dirà il suo, se vi riterrà degni.”
Ormai conosco queste parole a memoria.
“Io
sono Marius, taglialegna.” Un ragazzo si fa avanti, i primi
sono di solito quelli con più muscoli, infatti questo è
grosso come un armadio. France, una delle mie guardie, lo fronteggia.
“Che
arma preferisci? Un'ascia, forse?” Gli chiede sorridendo.
L'altro annuisce, teso. Iniziano a combattere. Il taglialegna non ha
tecnica, anche se si impegna non riesce a portare a segno un colpo,
ma sembra avere un buon potenziale. È instancabile nella lotta
e non si arrende anche se è in evidente svantaggio. La guardia
lo ferma dopo una decina di minuti, poi si volta verso Kali che
annuisce.
“Io
sono France, guardia personale del principe. Benvenuto
nell'esercito.” Al ragazzo cade l'ascia di mano prima di
iniziare a ridere felice. Altri ragazzi si presentano e combattono.
Io non mi sono ancora mosso, mi sento svogliato oggi.
“Sono
Maria, non ho grado sociale.” La guardo sorpreso. Una donna
della classe più bassa... Nessuno si muove, toccarla sarebbe
impuro. Mi alzo, la mia posizione mi mette al di sopra di tutti e mi
permette di toccarla, se voglio, anche se a guardarla mi fa un po'
senso. È sporca di qualcosa che sembra fango, e deve emanare
un odore poco invitante, visto che tutti gli altri le stanno alla
larga.
“Che
arma preferisci?” Mi avvicino, sorrido. Per lei entrare
nell'esercito sarebbe un cambiamento enorme. Da rifiuto a soldato, da
reietta a eletta.
“Spada.”
Sussurra, si capisce la sua paura. Una delle guardie mi passa la mia,
e lei ne prende una dalla rastrelliera con le armi. La soppesa tra le
mani, avrà mai usato una spada vera?
“E'
troppo pesante?” Le domando, lei annuisce. Faccio cenno a uno
dei servi di passarmi la mia seconda spada, è quasi un
fioretto, le andrà meglio. Gliela porgo, avvicinandomi, non ha
proprio un buon odore...
“Grazie.”
La voce è solo un sussurro, ma i suoi occhi brillano. Iniziamo
a duellare e mi stupisco di quanto sia veloce. Manca di tecnica, ma
ha una velocità impressionante. E devo stare attento ai suoi
colpi bassi; forse dovrei farle notare che non siamo in strada. Evita
un mio affondo per un soffio e mi spinge con forza facendomi lo
sgambetto. Finisco a terra, sorpreso da tanta audacia. Lei trattiene
il fiato, ha agito d'istinto, non si era resa davvero conto. Rido.
“Che
peperino.” Mi alzo e mi pulisco i pantaloni dalla polvere.
“È
raro che qualcuno faccia lo sgambetto in un combattimento.” Lei
arrossisce sotto tutto quello sporco. Mi volto verso Kali, che ride
ed annuisce.
“Sono
Fey, piccola guerriera, benvenuta nell'esercito.” Lei spalanca
gli occhi, e si mette a urlare e saltare. Quando si calma mi porge la
spada.
“Grazie
mille, con l'altra non sarei riuscita a fare nulla. Ma voi lo
sapevate già.” Ha gli occhi lucidi. Annuisco e sorrido
mentre riprendo la mia arma.
Torno
a sedermi per guardare gli altri scontri. Penso a quella ragazza, un
rifiuto della società, com'era la sua vita fuori? Per quale
motivo la sua famiglia sarà stata relegata a quell'infimo
rango? Sarà vero che dormono nelle fogne? Domande a cui
nessuno risponderà mai, non posso parlare con nessuno al di
fuori della mia cerchia. Dopo un po' inizio a sbadigliare.
A
fine selezione dei venti popolani abbiamo selezionato dodici futuri
soldati.
“Vuole
allenarsi con me oggi?” Kali mi sta sfidando, probabilmente
vuole punirmi per aver mostrato la mia noia.
“Sarà
un piacere.” Mi alzo subito, meglio non farlo aspettare, sa
dove e come colpire per farmi passare il resto della giornata a
gemere dal dolore.
“Doppie?”
Mi chiede. E io so già che zoppicherò fino a
stanotte... Sorrido e annuisco. I nuovi guerrieri iniziano a tornare
all'arena, lavati, cambiati e pronti per il loro primo giorno. C'è
anche la ragazza. Mi stupisco: sotto quello strato di schifezza c'era
una giovane donna molto carina. Ora i suoi compagni non si scostano
più da lei.
“Chiedo
il permesso, altezza reale.” Kali usa la frase di circostanza
con un lieve tono di scherno ed un inchino. Mi chiede il permesso di
farmi a pezzi...
“Permesso
accordato.” Sorrido, fingendo sicurezza.
“Guardate
attentamente, dovrete imparare a duellare in quel modo. Come Kali, il
maestro d'armi.” Grom parla con voce gentile ai soldati, una
parola anche su di me no?
“Forza.
Controllo. Astuzia. Queste sono le doti che dovrete affinare in
quest'arena prima di poter servire il sovrano.” Adoro la voce
calda e profonda di Grom, mi dà una strana sensazione di
formicolio dietro al collo.
Kali
attacca e io non ho più il tempo di ascoltare il guerriero che
insegna ai nuovi le posizioni e i nomi dei colpi. C'è solo il
duello. I movimenti delle spade. La concentrazione per colpire,
l'istinto per parare. Colpo dopo colpo ci affrontiamo, ci colpiamo,
mai troppo forte, sempre controllati. Mai per ferire, ma alcuni dei
colpi mi hanno mandato lunghe scariche di dolore. Mi fa male il
fianco, ansimo leggermente. Ora Kali vuole farmi perdere la presa
sulla spada.
Mi
viene un'idea. Il colpo arriva e, invece di oppormi, lo assecondo:
lascio che la spada destra mi scivoli di mano. Con un movimento
improvviso però faccio scattare la sinistra verso il collo di
Kali e mi blocco. La mia spada sfiora il collo del maestro, e io
sorrido.
“Questo
vi insegna che a volte sono necessarie delle perdite per raggiungere
la vittoria.” Grom ride. Un brivido mi corre lungo la schiena,
come sarebbe sentire quella risata sulla mia pelle?
“Avete
vinto...” Kali si arrende. Sposto la spada e inclino la testa
di lato.
“Ne
sembrate stupito. Ogni tanto anche l'allievo può avere fortuna
e vincere contro il maestro.” Raccolgo la mia spada da terra,
per poi porgerla a uno dei servi.
“Lucidala.”
Lui annuisce e si inchina mentre prende l'arma. Il mio allenamento
quotidiano è finito. Ora si torna alla noia totale. Maria si
avvicina, le guardie la fermano a pochi passi da me, lei li guarda
incerta.
“Le
è caduta questa.” In mano tiene una delle gemme che
decorano l'elsa. Nessuno sa cosa dire. Prendo la gemma dalle sue
mani. Lei mi guarda in modo strano. Grom si schiarisce la voce
cercando di attirarne l'attenzione, inutilmente.
“Soldato,
non si può fissare sua altezza in quel modo.” Lei si
volta a fissare lui e poi di nuovo me. Sbatte le palpebre, sembra
confusa. Non sa che fare.
“Non
fa nulla.” Rido mentre mi volto. Tolgo l'armatura e le guardie
mi aiutano a indossare la giacca e il mantello. La ragazza continua a
guardarmi, anche se cerca di non darlo a vedere. Cosa le sembrerò
io? Uno strano animale da esposizione?
Seduto
al tavolo della biblioteca fisso le carte geografiche davanti a me. A
che serve sapere come è fatto il mondo fuori da queste mura se
mi è proibito vederlo? Sospiro, non sopporto più questo
castello. Voglio uscire, se solo le guardie mi lasciassero solo per
qualche minuto... Sogni inutili. Sono sei, ed è praticamente
impossibile che mi lascino fare anche solo un passo da solo. Grom poi
mi segue anche con gli occhi quando sono troppo lontano dalla portata
della sua spada, ignaro del fatto che il suo sguardo costante mi
turba profondamente. Sento costantemente i suoi profondi occhi blu su
di me, anche ora, mentre fingo di studiare. È seduto su una
delle poltrone dall'altra parte della stanza, posso vedere il suo
riflesso sullo specchio alla mia destra. Non credo se ne sia accorto.
Gioca con una ciocca dei capelli biondi, ormai gli arrivano oltre le
spalle. Non ho mai capito perché si lasci crescere i capelli
in quel modo. Si morde le labbra, annoiato. Il mio cuore impazzisce.
Fisso i fogli davanti a me, nozioni inutili. Mi alzo di scatto. Sono
stufo di tutto questo, ho bisogno d'aria. Le guardie mi seguono nel
corridoio. Esco nel giardino interno della reggia. Il sole mi
accarezza il viso. Qui non c'è un alito di vento. Mi sembra di
impazzire.
“Mio
signore...” Uno dei consiglieri si inchina davanti a me. Con un
gesto lo invito a continuare; pura, inutile, formalità.
“Mi
hanno riferito che non avete voglia di studiare...” Mi sorride
mellifluo.
“Avevo
voglia di un po' d'aria fresca.” La mia voce suona calma e
tranquilla.
“Ora
dovreste tornare in biblioteca...” Si stropiccia le mani, sono
il loro cane ammaestrato. Se mi oppongo alle loro richieste trovano
il modo di farmene pentire. Da ragazzo ci ho tentato molte volte. Ma
ora... Che ho da perdere?
“Non
mi sento bene. Vado nelle mie stanze.” Gli volto le spalle.
Fine della discussione: non può riprendermi ulteriormente.
Qualcuno
bussa alla porta della mia stanza. Per qualche secondo mi viene
voglia di fingere di dormire.
“Altezza,
posso entrare?” Hansel, il vecchio curatore. Apre piano la
porta, mi guarda, sorride. Annuisco e lui entra chiudendosi la porta
alle spalle.
“Mi
hanno detto che non si sente bene, sono venuto a controllare.”
Sospiro, non posso stare un po' in pace?
“Ero
solo stanco, nulla di grave.” Il vecchio si siede sulla sedia,
ha l'affanno, lo affatica troppo fare le scale per arrivare nelle mie
stanze. Stringo i denti, per colpa mia quest'uomo gentile sta male.
“State
bene?” Sussurro preoccupato, mi sembra troppo pallido.
“Si
altezza, vi ringrazio per la vostra premura.” Sorride, e io mi
sento uno schifo. Mi cura fin da quando ne ho memoria, è
sempre stato gentile con me, e per colpa mia ora sta male.
“Altezza...”
Si alza a fatica dalla sedia e si siede sul letto accanto a me.
“Sembrate
turbato negli ultimi tempi. Posso fare qualcosa per voi?”
Scuoto il capo. Sarà anche lui al servizio di mio padre? Se
gli dicessi qualcosa la riferirebbe?
“Ho
solo dormito male stanotte, mi basterà riposare.”
Sorrido, lui non sembra convinto.
“Volete
qualcosa che vi aiuti nel sonno?” Mi mette una mano sul
braccio.
“No,
grazie. Se ne avrò bisogno ve lo farò sapere.”
Lui annuisce.
“Dirò
di farvi portare la cena in camera, va bene?” Sorride.
“Sì,
grazie.” Cerco di sembrare grato per le sue attenzioni. Hansel
si alza e va via, cammina a fatica, è troppo debole per salire
fino ai miei appartamenti. Sono riusciti a punirmi ancora. Mi sento
uno stupido.
I
servi mi hanno portato la cena. Dovrei mangiare, dovrei alzarmi dal
letto. Si, dovrei, ma non voglio. Contino a fissare il muro davanti a
me. Qualcuno bussa ancora, saranno venuti a riprendere i piatti?
“Avanti.”
Grom entra nelle mie stanze. Mi fissa, un brivido mi corre lungo la
schiena.
“Altezza...”
Guarda me e la cena ancora intatta.
“Non
avete mangiato. State male?” Chiude la porta alle sue spalle e
si avvicina al letto. Mi metto a sedere.
“No,
non ho semplicemente fame.” Sospiro, abbasso lo sguardo.
“Cosa
la turba altezza?” Grom si avvicina al letto, cosa farebbe se
gli dicessi che lui è una delle cose che mi turbano?
“Nulla
che valga la pena di riferire al re.” Perché gli ho
detto una cosa simile? Scuoto la testa e gli sorrido.
“Davvero,
sono semplicemente stanco.” Allargo le braccia, fingo
tranquillità.
“E
se giurassi di non riferire nulla al re, né a nessun altro, mi
direste cosa vi turba?” Lo guardo, stringe con forza l'elsa
della sua spada. È sincero?
“Vi
giuro, mio principe, nulla di quello che mi direte verrà
riferito ad anima viva.” Si inginocchia mentre pronuncia il
giuramento.
“Io...”
Posso fidarmi di lui? I suoi occhi sono troppo limpidi per un
fedifrago.
“Sono
stanco.” Sussurro, la gola chiusa dall'angoscia.
“Stanco
di essere chiuso dentro al castello. Non posso uscire da queste mura,
non ho mai visto nulla del mondo.” Stringo le mani, le unghie
mi feriscono i palmi.
“Stanco
di dover solo obbedire. Non posso decidere nulla, da cosa mangiare a
cena a cosa poter leggere in privato.” L'ansia mi blocca il
respiro, cerco invano di calmarmi.
“Stanco
di... di essere solo. Ogni persona con cui posso parlare riferisce al
re e ai consiglieri, non ho nessun amico che mi aiuti. Nessuno che
pensi a me.” Grom spalanca gli occhi, stupito, mentre una
lacrima mi scivola lungo la guancia.
“Mi
sento soffocare, ogni giorno di più. Volevo solo riposare
questo pomeriggio, ma per colpa mia il vecchio Hansel ha dovuto
salire fin qui, è stato male perché ho disobbedito. È
stato male per colpa mia.” Ansimo, il cuore mi batte forte nel
petto.
“Sono
sicuro che Hansel non ve ne fa una colpa. E che abbia voluto salire
lui a vedere come stavate.” Grom si siede sul letto, poi mi
mette le mani sulle spalle.
“Siete
sempre così calmo di solito... non pensavo stesse così
male. Mi spiace.” Mi guarda negli occhi, è sincero.
“Aiutami...”
Sussurro, un'altra lacrima scivola sul mio viso. Gli poggio la testa
sulla spalla, lui sussulta, ma poi sento le sue braccia che mi
stringono. Trattengo il respiro per qualche secondo, il mio cuore è
impazzito. Poggio le mani sui suoi fianchi, gli stringo la casacca.
Gli ho detto quello che provo. Gli sto mostrato la mia debolezza.
Cosa sto facendo?
“Vi
aiuterò. Se vorrà sarò io a prendermi cura di...
Voi. Sarò un amico. Quello che ci diremo non lo riferirò
mai a nessuno. Decideremo insieme cosa riferire al re.” La sua
voce è calda e sicura, le sue braccia mi stringono forte a sé.
Mi rilasso, sospiro.
“Grazie
Grom.” Sussurro, mi scosto appena e lui scioglie l'abbraccio.
Mi asciugo il viso, cerco di sorridergli.
“Forse
non potrò aiutarti molto, ma ti prometto che non sarai più
da solo.” Mi sorride accarezzandomi il braccio. Mi sembra che
il cuore stia per esplodere. Ora è mio amico, mi starà
vicino. Sarà difficile, ma non sarò più solo.
Annuisco, grato al mio guerriero e amico. All'uomo che mi sta
salvando dall'immensa solitudine in cui è avvolta la mia vita.
Alla persona che sogno la notte.
Oggi
mi sento particolarmente bene, ho dormito profondamente, ho fatto
colazione senza sentire il solito senso di nausea... Tutto per Grom?
Sì, lo posso ammettere almeno con me stesso. Sembra tutto
uguale a ieri, parlo con le mie guardie, sorrido, fingo. Ma... C'è
un ma: quello che è successo ieri mi ha tolto un peso enorme
dal cuore. Sono stupido ad esserne così felice, lo so. In
fondo non è successo nulla. Le sue braccia... Mi ha stretto
tra le sue braccia.
“Buongiorno
Kali.” Indosso l'armatura, ho voglia di combattere oggi.
“Buona
giornata principe. Sembrate allegro oggi.” Mi sorride,
annuisco. Oggi è una buona giornata, non voglio rovinarla
parlando con lui.
Entro
in arena. Victor, una delle mie guardie, mi segue. Kali dà
ordine a un servo di portarmi entrambe le spade.
“Meglio
allenarvi ancora con loro.” Mi dice, e sorrido alla smorfia
della mia guardia: preferisce l'ascia o la mazza alla spada, perciò
quando uso le doppie contro di lui finisce sempre sconfitto. Oggi poi
mi sento in vena di attaccare. Anche troppo... Kali mi riprende per
alcuni attacchi troppo esuberanti.
Dopo
poco Victor è a terra, Louise prende il suo posto. Con lui
devo fare più attenzione. Alcuni dei nuovi allievi si sono
fermati a guardarmi, devo stare attento a non fare figuracce. Mi devo
concentrare, attacco, parata, colpire. So di essere abbastanza bravo
almeno in arena, ma non ho idea di cosa succederebbe se dovessi
affrontare qualcuno che vuole davvero uccidermi. Riesco a sconfiggere
anche Louise, ma ansimo e sono ormai coperto di un leggero strato di
sudore. Mi vado a sedere per riprendere fiato.
“Ottimo
lavoro oggi, altezza. Vorrei che provasse a duellare solo con la
sinistra, per allenarsi meglio.” Annuisco, spero non contro di
lui... Mi alzo e vado al centro dell'arena. Grom mi è accanto
prima che Kali prenda la sua arma, si guardano e sorridono.
“Non
zoppicherò oggi?” Sussurro, Grom fa una piccola risata
divertita. Il mio cuore diventa leggero e impazzisce. Contro di lui è
già difficile vincere normalmente, usando solo la sinistra è
un delirio. Mi supera in forza e tecnica. A me rimane solo la
velocità per sfuggire ai suoi colpi, ma almeno non mi lascerà
lividi. Attorno all'arena ora ci sono un bel po' di soldati. Mi
allontano un po', per riprendere fiato. Grom fa roteare la spada tra
le mani, in attesa. Devo trovare il modo per vincere. Ci sorridiamo,
lui sta pensando la stessa cosa. Mi viene un'idea... Mentre paro i
colpi mi avvicino al limite dell'arena, sono quasi con le spalle
contro alla palizzata. Devo solo aspettare l'affondo giusto. Appena
arriva inverto le parti: lui si ritrova con le spalle contro al muro,
la sua spada incastrata alla mia. Con la mano libera gli stringo il
collo.
“Ha
vinto...” Mi dice sorpreso. Ridiamo entrambi. Gli altri soldati
applaudono.
“Non
è che valga molto...” Kali scuote il capo.
“Non
dovevo usare una spada con la destra, ma non aveva detto di non
usarla proprio.” Gli specifico, lui ride.
“Oggi
mi serve un bagno prima di andare a pranzo.” Una delle guardie
annuisce e dà ordini a un servo di portarmi un cambio d'abito.
Mi
immergo lentamente nell'acqua calda, mi siedo contro il bordo della
vasca. Era da molto che non mi allenavo così duramente, mi
mancava la sensazione dei muscoli tesi allo spasmo. Le terme dei
soldati mi sono sempre piaciute, sono tra le più calde del
castello, per far sciogliere il corpo dopo l'allenamento. E poi mi
piace il chiacchiericcio costante di questo luogo, enorme e mai del
tutto libero. Le guardie che si sono allenate oggi sono entrate in
vasca vicino a me, per tenermi d'occhio e rilassarsi
contemporaneamente. Chiudo gli occhi, poggiando la testa contro il
bordo di pietra.
“Non
vi addormentate qui...” Louise si siede accanto a me.
“Ho
troppa fame per dormire davvero.” Sospiro.
“No!
No no no...” Victor cammina all'indietro nell'acqua, France lo
segue. Quei due sono i più chiassosi tra le mie guardie, e i
soli che di solito riescono a farmi sorridere. Con un gesto
improvviso France afferra l'altro e lo costringe sott'acqua. Pochi
secondi, ma quando Victor riemerge sembra davvero arrabbiato.
Iniziano una finta lotta in mezzo alla vasca. I soldati attorno a noi
li guardano con gli occhi spalancati.
“Li
dovremmo fermare, altezza?” Grome mi siede accanto, scuoto la
testa. Devo restare calmo. Cerco di concentrarmi sulla lotta davanti
a me, non sul corpo nudo di Grom accanto a me. Gli lancio solo alcune
occhiate, ha un corpo perfetto, alto e possente, con muscoli definiti
e guizzanti. Quando ride mi sembra bellissimo, il mio cuore
impazzisce. Perchè non ho il controllo del mio cuore così
come lo ho sul resto del mio corpo? Cerco di rilassare i muscoli.
France e Victor stanno dando mostra di loro davanti ai nuovi allievi.
Potessi giocare anche io come loro...
Fisso
il libro davanti a me. Lo dovrei rileggere ancora? Ormai so a memoria
tutto quello che c'è in questa biblioteca. Ancora mezz'ora e
posso smettere di fingere di leggere. Mi annoio a morte. Guardo fuori
dalle finestre. Le mappe sul mio tavolo mi dicono che fuori c'è
un mondo enorme, che non vedrò mai. Inutile pensarci. Guado
l'orologio della torre, sono felice e ho paura. Grom ha detto che
sarà mio amico, verrà nelle mie stanze stasera? Oppure
resterò ancora solo? Non so che fare. Dovrei dirgli che gli
vorrei parlare? Oppure sarebbe meglio che non lo sapesse? Sospiro,
non troverò mai delle risposte sensate da solo.
“Tutto
bene, altezza?” Mi domanda Victor, incerto.
“Lo
so a memoria, mi annoio a rileggerlo.” Sussurro, come se fosse
un grande segreto. Lui sorride, si guarda attorno, l'anziano
precettore si è addormentato e le altre guardie sono fuori
dalla stanza. Si avvicina e mi mette un libro tra le mani.
“Un
piccolo segreto.” Mi dice strizzandomi l'occhio. Sorrido e
annuisco. Torna al suo posto giusto in tempo per l'arrivo di Grome.
“La
cena è pronta, ha finito di studiare, altezza?” Mi fa un
brave inchino, mi alzo, infilandomi nel mantello il nuovo libro.
Non
ho fatto che pensare a quel libro per tutta la cena, non ho nemmeno
letto il titolo. Ma dato da Victor che razza di libro può
essere? E poi perché me l'ha dato? Non lo dirà a
nessuno? Sono curioso, voglio leggerlo, qualsiasi cosa sia. Mi sembro
un bambino, dovrei essere adulto, invece mi lascio eccitare da un
semplice libro. Finalmente in camera da solo. Ora posso saziare la
mia curiosità. Prendo il libro, s'intitola: 'Come una fenice'.
Che strano titolo. È un romanzo, non ne ho mai letto uno,
sorrido. Mi bastano poche pagine per capire che genere di storia
sia... Una erotica. Piena di amore e di lunghi baci appassionati,
tutto punta a un bel letto e a molte descrizioni.
Victor
legge queste cose? Magari lui le fa anche. Come sarà baciare
qualcuno? O aver un altro corpo contro al mio. Mi rigiro il libro tra
le mani, non riesco a capire il senso del titolo. Cosa c'entra una
fenice con due uomini? La storia poi è abbastanza lineare,
punta solo alle descrizioni. Si incontrano, si baciano, finiscono a
letto, molte volte, e poi 'vissero felici e contenti'.
“Fey...”
Sussulto, non avevo sentito bussare, né aprire la porta. Grom
mi guarda. Arrossisco: cavolo, doveva proprio entrare quando stavo
leggendo del bacio?
“È
la prima volta che ti vedo così concentrato mentre leggi.”
Si avvicina, nascondo il libro sotto al cuscino.
“E'
un libro nuovo.” Sorrido. Lui si siede accanto a me, sul letto.
“Lo
leggo di nascosto, me lo ha dato Victor.” Lui spalanca gli
occhi.
“Spero
non sia il libro che penso... Fenice?” Grom sembra in
imbarazzo, annuisco.
“Non
so se sia adatto a voi... Potrebbe darvi fastidio leggere certe
cose.” È arrossito, non capisco il suo imbarazzo.
“Perché
parla di sesso?” Sono confuso.
“Perché
è fra uomini, magari a voi dà fastidio. Sarebbe meglio
qualcosa più... normale.” Mi fa un sorriso tirato.
“Non
saprei comunque la differenza. Uomo o donna, che importa se tanto
posso solo leggerlo?” Riprendo il libro e me lo rigiro tra le
mani.
“C'è
differenza tra baciare un uomo o una donna?” Gli domando poi,
guardandolo negli occhi.
“No.
Nessuna differenza...” Sembra incerto.
“Tu
sai baciare?” Stringo il libro, il cuore mi batte forte, sarò
sembrato tranquillo?
“Credo
di sì. Non ho mai ricevuto lamentele.” Si guarda le
mani.
“Mi
insegni?” Sussurro. Mi manca il respiro. Come ho potuto
chiedergli una cosa simile? Ma baciarlo sarebbe fantastico. Alzo il
viso per guardarlo. È arrossito e mi guarda sorpreso e
incerto. Dovrei dirgli che scherzavo, anche se non è vero?
“Sì.”
Sorride, si avvicina. Il suo viso è a pochi centimetri dal
mio. Non riesco più a pensare. Il cuore e la mente sono
partiti chissà dove. Mi poggia una mano sul collo, la fa
scivolare sulla nuca, tra i miei capelli. Mille brividi mi corrono
lungo la schiena. Le sue labbra sono morbide contro le mie e calde.
Non so che fare. Nel libro cosa c'era scritto? 'Dischiudo le labbra',
lo imito. Grom si sposta e stringe leggermente i miei capelli, ho
forse sbagliato qualcosa?
“Fey,
io...” Mi guarda negli occhi. Si lecca le labbra, cosa devo
fare per farmi baciare ancora? Mi avvicino un po', e lui poggia
ancora le labbra sulle mie. Ma quando le apro, invece di ritrarsi ci
insinua la lingua. Stringo i pugni. È così magnifico...
Il cuore batte impazzito, la mente mi sembra leggera. La sua lingua
cerca la mia, in uno strano gioco. Ci stacchiamo a corto d'aria,
ansimiamo. Cos'è questo calore che sento nel petto? Per il suo
bacio? Ancora... Voglio baciarlo ancora. Siamo così vicini,
sento il suo respiro sulle mie labbra. Grom sembra sorpreso, per
cosa? Dovrei chiederglielo? Mi accarezza la nuca, lenti movimenti che
mi mandano brividi sulla schiena. Socchiudo leggermente gli occhi,
assaporando questa sensazione. Mi rendo vagamente conto di sporgermi
in avanti. Riprendiamo a baciarci. È una strana sensazione
sentire la sua lingua dentro la mia bocca.
“Fey...”
Grom nasconde il viso contro al mio collo. Ansima pesantemente, come
me. Anche a lui questi baci hanno fatto effetto come a me?
“Meglio
smettere, io...” No, voglio ancora baciarlo. Forse a lui non
piace? L'ho costretto?
“Scusa.
Non volevo forzarti. Io...” Cerco di rimediare, se non volesse
più essermi amico? Lui alza il viso.
“No.
È che mi piace... Troppo...” Sussurra, si morde il
labbro. Cosa intende dire?
“Se
mi guardi in quel modo io non rispondo più di me. Sei così...”
Scuote la testa, sono confuso, non capisco.
“Sei
bello Fey. E dolce. E fragile. E mi piaci da morire...”
Spalanco gli occhi, sorpreso. Io gli piaccio? Ho sentito bene? Io gli
piaccio? Io... Davvero?
“Allora
continua a baciarmi, ti prego. Perché è quello che
sogno da mesi...” Sussurro, sorridendogli. Trattiene il fiato.
Ci baciamo ancora. Mi perdo in queste sensazioni, le sue mani, le sue
labbra, la sua lingua... Mi lascio sopraffare dai sentimenti. Il
cuore che batte impazzito, mi dà una strana sensazione. Mi
sento bene... I rintocchi delle campane ci sorprendono. Ci stacchiamo
sorridendo imbarazzati. Ci siamo baciati per quasi un'ora. Ma adesso
Grom deve uscire dalle mie stanze: è mezzanotte, devo spegnere
le luci.
“Devo
andare. Buonanotte, Fey.” Mi sorride. Lo attiro per un ultimo,
breve, bacio.
“A
domani, Grom.” Sorrido. Mi sento gli occhi pizzicare dalle
lacrime, sono così felice. Per la prima volta dopo tanto
tempo, ora non sono più solo. Ha detto che gli piaccio...
Sorrido.
Ecco a voi questa piccola storia ^.^
L'ho scritta per un contest, Academy Emotions. Spero vi sia gradita
:) Fatemi sapere il vostro parere <3
Un grazie infinite a chi legge e a chi
commenta. E un bacino a Alison, che mi ha betato la storia in tempo
record <3
A presto
Veleno
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