Sole
notturno.
Non
l’aveva semplicemente incontrato per caso.
Lui,
fra
gli sterpi bui ed intricati della selva, l’aveva cercato.
Contemplato.
E
bramato,
era il Sole, tanto da non essere mai abbandonato.
Aveva
un
profumo dolce, tanto dolce. Sapeva di rose.
Passeggiando,
lasciava a tergo una scia morbida e sensuale, un pulviscolo invisibile
che
soltanto lui era capace di vedere, sentire, toccare.
Lo
assaporò, quella stessa notte.
La
carne
tenera si piegava e s’increspava, a contatto coi denti, e la
bocca strideva di
gemiti.
L’alba
non venne.
Il
Sole
non sorse. Dormiente, ansimava lento sulla pelle calda del corpo
dell’amante,
fra rose e sterpi.
Il Sole, oh,
lui era
il Sole di notte.
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