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Papa Alessandro VI si
passò una
mano sulla fronte sfinito, tra l'uno e l'altro non sapeva chi fosse
peggio. E
pensare che voleva solo sbrigare i suoi affari in fretta per rilassarsi.
Sarebbe dovuta durare
solo due ore
la riunione del mattino, ma quel bambino con un nome strano si ostinava
a
interrompere i grandi che parlavano. Solo per lamentarsi!
Certo, nessuno gli
spiegava cosa
stava succedendo, ma come avrebbe potuto capire?
Era piccolo, e una
nazione doveva
solo ubbidire, specialmente se il suo capo era il sommo pontefice.
Ma tra insulti in
strani dialetti
distanti da Roma sopportabili, e bestemmie in latino ignorabili solo
perché i
cardinali non erano da meno, la mattinata era passata.
Il vero problema era
quando, dopo di
lui doveva sopportarsi quello scultore da quattro soldi che ultimamente
andava
di moda e che piaceva tanto al suo cardinale.
Certo era bravo, ma
fosse stato un
attimo più socievole non sarebbe certo crollato il paradiso.
Quanto gli sarebbe
piaciuto
esibirlo a palazzo, avrebbe sicuramente aumentato il suo prestigio alle
feste.
Ma era già tanto che non cambiasse anche i soggetti di
ciò che gli
commissionava per pretendere di più.
Adesso era felice
perché la
tormenta era passata. Gli aveva spiegato ciò che voleva per
la grandezza di
Roma e aveva ascoltato i borbottii che avevano seguito il
sì, che pareva tanto
un insulto al mondo.
Davvero una bella
accoppiata quei
due, pensò ironico.
Il Papa si
avvicinò alla finestra
per prendere una boccata d'aria dalla situazione europea che gli stava
sfuggendo di mano.
E vide l'imminente
catastrofe.
La piccola nazione
cantava ad alta
voce camminando nel giardino dove l'artista stava copiando un
colonnato. E
quando si allenava nel disegno non voleva sentire neanche una mosca
volare.
“Stai zitto
bambino.” gli intimò lo
scultore senza degnarlo di uno sguardo.
“Stai zitto
tu vecchio.” gli
rispose a tono il ramato cantando ancora più forte solo per
dare fastidio.
L'uomo
cercò di ignorarlo mentre
sentiva già la bile salire acida.
“Quella
linea è stupida.” disse il
piccolo sbirciando il lavoro altrui.
Ma che voleva dire?
Pensò “E tu
cosa ne sai moccioso?” non aveva qualcosa da fare?
Romano
gonfiò le guance “Io so un
sacco di cose stupido classicista!” assottigliò
gli occhi.
“Come mi
hai chiamato?” come si era
permesso?
“Tu e il
tuo Bacco bastardo, io so
chi sei.” Veneziano gli aveva parlato di quando quel tipo
stava a Firenze,
quello con un carattere orribile.
Adesso l'altro era
davvero stupito,
chi era quel ragazzino?
Negli occhi
dell'artista scintillò
un lampo di sfida.
“Pensi che
quello sia un mio grande
lavoro?”
“Il Papa se
ne vanta sempre, ma ti
è andata di culo.” e per ribadire il concetto
“Coglione.”
“Sei troppo
piccolo per capirne
qualcosa, vattene.”
“Ti
è andata di culo anche con il
reperto.”
Lo scultore
grugnì contrariato e
appoggiò il blocco. Un’idea gli aveva attraversato
la mente.
“Moccioso
tu sei Italia.”
“Ci sei
arrivato bastardo.”
“Mostrami
rispetto.”
“Col cazzo,
sei solo fortunato, non
sei un artista.”
Perché
qual bambinetto non era
educato come il fratello che aveva conosciuto a Bologna?
Poi ebbe un'idea.
Prese il suo blocco e
aprendolo sul
progetto che aveva mostrato al pontefice lo fece vedere al ramato.
“Irrumabo
est?” biascicò la nazione
allargando gli occhi, quando era confuso parlava latino. E quello che
aveva
davanti, come descriverlo?
“Mea
regeneratio.” Rispose
l’altro soddisfatto, aveva colto nel segno, l’aveva
stupito.
“Perché
sorridi idiota?” si
riscosse Romano ritornando con i piedi per terra, non avrebbe dovuto
far
trapelare così la sua maraviglia.
“Non lo sto
facendo moccioso.” ritornò
brusco il ragazzo facendo cenno di andarsene, ma il piccolo lo
placcò
cominciando a tirare piccoli pugni alle gambe dell’altro.
“Fammene
vedere ancora!”
“No,
allontanati, mi
infastidisci..”
“Ancora!”
“Vattene!”
Le loro urla
riempirono il cortile,
scoraggiando chiunque dall’avvicinarsi.
Mentre il Papa li
guardava storto
dai suoi uffici “Che idioti.” disprezzo gli solcava
il viso mentre tornava ai
suoi affari.
I due ragazzi si
lasciarono
urlandosi contro insulti e imprecazioni, facendo intendere
a tutti una guerra ogni volta che
incrociandosi per Roma i loro sguardi si fossero incontrati.
Stupendo
però ogni premessa il
giorno seguente si sistemarono entrambi sotto quel portico che li aveva
fatti
incontrare con dei blocchi da schizzo tra le mani.
“Rifai
quella cosa bastardo.”
“Zitto
moccioso.”
LOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOL
Zan zaan zaaaaaan.
Spiegazioni
“Bambino
con un nome strano” a
Italia è perché nessuno al tempo sapeva ancora
cosa l’Italia fosse.
L’artista
se non si è capito (anche
perché non si capisce) è quel genio di
Michelangelo, uno dei quattro master of
sculpture italiani che io ADORO.
Vive tra il 1475-1564
principalmente a Firenze, studia per poco a Bologna e fa numerosi
viaggi nella
città eterna. Quello descritto qua risale al 1496-1501, sua
prima volta (e sì
parlo della sua verginea mente messa alla prova in senso artistico, voi
che
pensate male!) dove da classicista (per questo Italia lo insulta
così)
scopre/inventa il rinascimento con la famoserrima Pietà
(disegno per cui Romano
si esalta, perché mostra una resa e espressione mai
immaginate possibili al
tempo).
Il Bacco descritto
è ancora risalente
al classicismo, ma dato che lui spacca lo rende così
espressivo che tutti
rimangono estasiati dalla sua resa (sembra muoversi) e cadono tutti ai
suoi
piedi offrendosi come schiavi sessuali. (Nha, non gli servivano, aveva
già quel
bel pezzo del David che era praticamente il suo ragazzo). Quando si
parla del
reperto, Michi era ancora classicista e aveva fatto un putto per un
tipo che ha
cercato di spacciarlo per opera greca (perché Michi era
BRAVO), ma ci è andato
nei casini l’artista per falsificazione-plagio, che si
è però parato il
deretano perché faceva ricevute per i suoi lavori.
Un piccolo genio del
male.
Aveva un carattere
che dire di
merda è poco (e bhe, per andare d’accordo con
Romano…) del tipo che odiava
tutti (esatto opposto di Raffi che era un esaltato) e si dice avesse
problemi
di bile acida.
Le frasi in latino
vogliono
significare “Cazzo è?” dal tenero
bambino e “La mia rinascita” legata al
rinascimento quella del Mic (ovviamente tradotte dal fidatissimo
*sarcasmo*
google translator con correzioni dal Generale capo di Urano perché avevo già scritto castronerie. Grazie!)
E dato che queste
note stanno
diventando più della storia e io sto prendendo troppa
confidenza con un artista
di quel calibro vi saluto. Spero vi sia piaciuta e a presto!
*sparge sarcasmo
proveniente dai
compiti del sopracciglio*
CIAO!
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