Capitolo 1
Nel regno di Wonder, da alcune settimane, non si faceva che parlare
d’altro. La notizia, giunta in modo inaspettato, aveva sconvolto il pianete e i
suoi abitanti, e messo in agitazione tutte le famiglie reali dei sette regni.
Era un avvenimento che non si verificava da oltre un centinaio d’anni, un’antica
tradizione che si riteneva perduta, almeno fino a qualche settimana fa. E la
colpa di tutto quel trambusto era venuto dal regno da cui meno ci si aspettava
uno scompiglio del genere: il regno della Luna. Tutti sapevano che la giovane
principessa Milky del regno della Luna aveva compiuto dieci anni da pochi
giorni. Tutti erano consci del fatto che una principessa reale, a quell’età,
avrebbe dovuto iniziare a prepararsi ad acquisire le conoscenze, la grazie e
l’eleganza degna di un membro di una famiglia reale. Tutti sapevano che
l’istruzione di una principessa era una priorità per qualsiasi famiglia reale,
e quindi, la scelta del precettore, o dei precettori, era ritenuta di
fondamentale importanza. Tutti aspettavano con ansia di conoscere il nome, o i
nomi, dei precettori che avrebbero accompagnato l’istruzione della principessa
negli anni a venire. Ma nessuno era preparato a ciò che la regina, Queen Maria,
aveva da dire. Il ritorno, appunto, ad una antica tradizione, una tradizione
che pochi conoscevano, ma che tutti avevo compreso, essere di una importanza
assoluta: la regina Maria aveva deciso che l’istruzione della principessa Milky
sarebbe stata affidata ad una sola persona, un membro di una delle famiglie
reali dei regni di Wonder, una principessa per la precisione, che doveva essere
eletta da un gruppo di sette saggi, colei era definita “principessa
istitutrice”. La principessa istitutrice avrebbe dovuto insegnare alla giovane
principessa tutto ciò che era considerato indispensabile per l’educazione di
una reale, etichetta, come comportarsi in società, la storia del proprio paese
e di quello di Wonder, ma anche il ballo, il canto, il ricamo, il modo corretto
di conversare e di organizzare un evento dell’alta società, insomma avrebbe dovuto insegnarle come diventare una principessa
reale degna di quel nome. Oltre a questo, la principessa istitutrice avrebbe
vissuto per tre anni nel regno della Luna, in modo tale da potere sempre essere
a contatto con la sua protetta, e in modo tale da poterle insegnare tutto
quanto ogni giorno. Ed era proprio questo che sconvolgeva il pianeta. Una
giovane principessa, in età da marito, avrebbe vissuto per tre anni nello
stesso palazzo dove un principe, uno dei principi più ambiti di tutta Wonder per la precisione, abitava, un principe, oltretutto,
non ancora legato da nessun fidanzamento reale. Ed era di questo, infondo, la
cosa di cui il pianeta non faceva che parlare: la presenza costante di una
principessa avrebbe fatto si che alla fine dei tre anni, si sarebbe celebrato
un matrimonio?
-Io proprio non vi capisco madre…-
La frase sembrò rimbombare nella grande sala del trono vuota
in quel momento. Moon Maria sorrise alla frase appena pronunciata da figlio.
Sapeva che la notizia lo avrebbe sconvolto, sapeva che tutto il mondo ne
sarebbe stato sconvolto, ma sapeva anche che quella sarebbe stata la scelta
migliore.
-È la scelta migliore, fidati di me Shade-
Il principe si fermò e fissò sua madre, leggermente sconvolto.
-Non capisco invece madre, e perdonatemi, ma faccio molta
fatica a fidarmi. Perché volete sottoporre Milky a tutto questo? Nel regno di Wonder non si fa che parlare d’altro. Siamo al centro dei
pettegolezzi di tutto il mondo e…-
-E lo saremo fino a quando non succederà qualcosa che
sconvolgerà le menti degli abitanti di questo posto, cosa che potrebbe accadere
anche domani, per quanto ne sappiamo-
Shade fissò sua madre, sempre più
sconvolto. La regina, vedendo il figlio in quello stato, non poté non trattenere
una risata. Con grazia si alzò dal trono su cui era seduta e si avvicinò al
figlio.
-Lo so che sembra una scelta assurda e azzardata ma è quello
che serve a tua sorella. Milky ha bisogno di avere accanto una figura femminile
che la possa guidare e che le possa insegnare come diventare una ottima
principessa-
-Potreste farlo voi, siete sua madre e…-
-E tutti e due sappiamo che la mia salute non me lo consente. Shade, non ho la forza per stare dietro ad una principessa
di dieci anni esuberante e che si distrae molto facilmente. E sai che tua
sorella è fatta così-
Shade distolse lo sguardo. Sapeva
che sua madre aveva ragione. La giovane principessa Milky, infatti, da dolce e
tenera bambina era cresciuta in una piccola e facilmente distraibile ragazza.
Non aveva molta voglia di studiare, e preferiva sfuggire alle guardie del
palazzo e passare le giornate all’aperto, invece che chiusa sui libri. E il
principe sapeva perfettamente che sua madre non poteva seguirla nel modo
migliore.
-Ma potreste sempre mandarla in accademia-
-Sappiamo tutti e due che troverebbe il modo di tornare a casa
in men che non si dica. Milky deve stare qui, dove la potremmo seguire meglio-
-Un precettore allora? Magari potrebbe…-
-Milky lo farebbe andare via in meno
di una settimana, e lo sai-
Il giovane principe fissò sua madre negli occhi, vinto.
-Come riuscite sempre a vincermi, madre? Non c’è stata ancora
una volta dove io sia riuscito a farvi cambiare idea-
Moon Maria sorrise.
-Ma è naturale, figlio mio. Sono tua madre, io ho sempre
ragione-
Shade alzò gli occhi al soffitto.
-Ma non sono più un bambino ormai-
La regina appoggiò una mano sulla guancia del figlio e attirò
su di se il suo sguardo.
-Per me lo sarai sempre, lo sai questo no?-
-Intendete dire che non mi lascerete mai vincere?-
Moon Maria si mise a ridere.
-Certo che non ti lascerò mai vincere. Sono pur sempre tua
madre. E ora che ne dici di prendere una tazza di thè insieme a me?-
L’unica risposta che la donna ottenne fu un sorriso da parte
del figlio. Shade porse il braccio a sua madre, e
insieme si avviarono verso la porta. Moon Maria sorrideva, alla fine, riusciva
sempre a spuntarla con suo figlio. Nonostante fosse un giovane uomo di ventitré
anni, lei sapeva ancora come convincerlo.
Nel palazzo del regno del sole regnava in caos. Dalla notizia
della ricerca di una principessa istitutrice per la giovane principessa Milky
del regno della Luna, Fine era praticamente impazzita.
-Ti rendi conto Rein? Ti rendi
conto? Tre anni! Si parla di tre, lunghi anni-
-Mmm-
-Tre anni, tre anni a contatto con lui, tutti i giorni, tre
anni con Shade. Rein
capisci di cosa parlo?-
-Mmm-
Fine si fermò di colpo e guardò sua sorella. Le due gemelle
non potevano essere più diverse. Da quando erano cresciute, le due sorella
avevano scoperto di avere due caratteri abbastanza diversi. L’esuberanza e la
vivacità di quando erano bambine era stata sostituita da una calma e una
maggior consapevolezza di essere principesse in tutte e due, ma mentre Fine
aveva mantenuto un carattere molto più vivace e chiacchierone, Rein era diventata molto più calma e riflessiva. Mentre la
rossa, infatti, preferiva ancora cercare di evitare il più possibile gli
impegni di corte, preferendo ancora i pomeriggi passati fuori all’aperto a
divertirsi con le sue amiche, la turchina aveva scoperto la lettura, e il
silenzio. Rein, infatti, preferiva passare molti
pomeriggi chiusa nella biblioteca reale, seduta su una comoda poltrona, a
leggere libri. E anche in quel momento, mentre sua sorella non riusciva a stare
calma, e camminava furiosamente su e giù per la camera da letto della turchina,
non riuscendo a trattenere l’emozione per il meraviglioso annuncio proveniente
dal regno della Luna, la turchina era comodamente seduta sul suo letto, schiena
appoggiata alla testata del letto, a leggere. Vedendo la sorella in quello
stato, posseduta praticamente dal piccolo libro che teneva in mano, Fine si
buttò sul letto della turchina, e le strappò dalle mani il libro
-Ehi, ridammelo-
-Non mi stavi ascoltando-
Rein sbuffò
-Si che ti stavo ascoltando!-
-Non è vero-
-Si che è vero-
-Allora se mi ascoltavi, perché non mi ripeti tutto quello che
ho detto?-
Rein fissò sua sorella, uno sguardo
poco amichevole sul viso.
-Non è difficile ricordarselo, sorellina. Non fai che parlare
d’altro da due settimane-
Poi Rein si mise una mano sul cuore
e l’altra se la portò alla fronte e assunse un’aria da svenevole
-“Tre anni con Shade,
la possibilità di passare ogni giorno con lui…”-
Vedendo la propria imitazione, Fine tirò un cuscino addosso
alla sorella
-Io non mi comporto così-
-Oh si che lo fai sorellina. Sei
leggermente disgustosa…-
-Che cosa?-
-Te ne vai in giro con gli occhi a forma di cuoricino e in
balia dei tuoi ormoni-
Fine divenne tutta rossa in viso
-IO non sono in balia dei miei ormoni-
-Oh, si che lo sei. Ma vorrei
ricordarti che prima di potere passare tre anni con il tuo principe devi essere
scelta come principessa istitutrice e vorrei anche ricordarti che se verrai
scelta dovrai occuparti di Milky, non di suo fratello
e…-
Ma Rein non riuscì a finire la frase
che sua sorelle le si buttò addosso, iniziando poi a farle il solletico, cosa
che procurò le risate della turchina.
-Fine… ti… prego… smettilaaaaa…-
Ben presto le risate delle due sorelle pervasero la stanza.
Dopo qualche minuto di tortura, però, la rossa si lasciò cadere sul letto
vicino alla sua sorella. Le due rimasero in silenzio qualche minuto.
-Rein…-
-Dimmi-
-Credi che io possa avere qualche possibilità? Di diventare
principessa istitutrice intendo-
Rein guardò sua sorella.
-Certo che ce l’hai Fine…-
La rossa si aprì in un sorriso enorme.
-…Dovrai solo metterti un po’ a studiare, sai per l’esame-
-Esame?-
-Certo, l’esame. I sette saggi ti interrogheranno su
etichetta, storia, cultura generale e cose del genere e dopo che avranno anche
esaminato le altre candidate voteranno e, una volta raggiunta l’unanimità,
perché ci vuole l’unanimità, faranno l’annuncio su chi è stata scelta come
Principessa Istitutrice-
Fine fissò a bocca aperta sua sorella. Poi, la rossa sprofondò il viso nel cuscino
del letto.
-Allora non ce la farò mai-
Rein ridacchiò, meritandosi
un’occhiataccia da parte della sorella
-Non mi guardare così. Ce la farai, tranquilla-
-E come pensi che ce la possa fare?-
-Semplice… prendi un libro e inizia a studiare-
Detto questo la turchina si alzò dal letto, prese il libro che
stava leggendo prima che sua sorella glielo strappasse dalle mani, e si avviò
verso la porta della stanza.
-Ehi Rein, aspetta…-
Rein si girò verso sua sorella
-Non è che potresti darmi una mano a ripassare?-
Le due sorelle di guardarono negli occhi. Rosso e blu si
specchiarono, sguardo implorante e sguardo stupito si fissarono per alcuni
secondi. Ma tutte e due sapevano chi avrebbe ceduto per primo.
-E va bene-
Fine urlò di gioia, prima di buttarsi addosso alla sorella,
stritolandola in un abbraccio.
-Rein, lo sai che sei la sorella
migliore del mondo?-
La turchina rispose solo con un gran sorriso.
La regina Elsa fissava preoccupata le sue due figlie. Le due
principesse avevano preso possesso della biblioteca di palazzo, occupando un
intero tavolo e prendendo in consultazione metà della collezione dei libri
della biblioteca. Era da una settimana che le due sorelle vivevano ormai lì
dentro, non che fosse una novità per quanto riguardava la principessa dai
capelli turchini, ma vedere lì anche la principessa Fine era stata una sorpresa
per tutto il palazzo. Elsa tuttavia si
era aspettata una situazione del genere. Appena era arrivata la notizia che il
regno della Luna sarebbe ricorso all’antica tradizione di scegliere una
principessa reale come insegnante per la giovane principessa, la regina aveva
capito che sua figlia Fine avrebbe fatto di tutto per cercare di ottenere quel
posto, come obbligare la sorella gemella a insegnarle tutto ciò che sapeva. Ed
era quello che stava succedendo. E questo terrorizzava immensamente la regina.
Non era, invece, dello stesse parere suo marito, re Toulouse, che sembrava
invece approvare questo “ripasso culturale”, come lo aveva definito, da parte
di Fine
-Le farà sicuramente bene, Elsa. Sappiamo tutti e due che
Fine, in confronto a sua sorella, ha ancora delle lacune per quanto riguarda
etichetta e storia e tradizioni del pianeta. Ci sono delle volte dove ancora
commette degli errori durante le cerimonie ufficiali di corte e…-
-Anche Rein non è esente da certi
errori, Toulouse-
-Lo so cara, lo so, ma sono anni ormai che Rein
si comporta da perfetta principessa, e nessuno riesce a trovarla manchevole in
qualcosa. Lo stesso non possiamo affermare di Fine, lo sai-
-Non sto negando questo infatti, ma anche tu devi ammettere
che, alla fine, Fine riesce sempre a conquistare tutti con la sua spontaneità e
il suo sorriso-
-Non lo nego. Ma, mia cara, non capisco dove vuoi arrivare con
un discorso del genere-
-Nemmeno io lo so, caro. Ho solo una brutta sensazione, ecco
tutto-
Il re si era avvicinato alla moglie, e le aveva preso una mano
-Cara, vedrai, andrà tutto bene-
-Ma…-
-Andrà tutto bene. Fine verrà scelta come principessa
istitutrice e questo ripasso con Rein non le servirà
ad altro che ad essere perfetta al momento della selezione. Vedrai, tutto alla
fine andrà nel modo giusto-
-E se non fosse scelta? Se a Fine venisse preferita
qualcun’altra?-
Suo marito l’aveva fissata stupito, poi era scoppiato a ridere
-Tesoro, nessuno è più adatto di Fine a quel ruolo, lo sai.
L’unica che potrebbe competere con lei è sua sorella, ma sappiamo tutte e due
che alla fine è sempre Fine è uscire vincitrice. Vedrai, tutto andrà per il
meglio-
Ma l’ottimismo del re non aveva convinto la regina. La donna
non riusciva a nascondere questo senso di ansia che la pervadeva. C’era
qualcosa di sbagliato nella scena che stava osservando in quel momento, anche
se non sapeva dire che cosa. Elsa rimase così tanto tempo assorta nei suoi
pensieri che non si rese conto neppure del fatto che le sue due figlie avevano
concluso, per quella giornata, il loro studio. Si riscosse solo quando Rein, scorta la madre ferma sulla porta, non le si avvicinò
chiamandola
-Madre-
La regina si riscosse dal suo stato meditativo e si aprì in un
sorriso alla figlia
-Rein… avete finito?-
-Si madre, per oggi si. Fine non riesce a mantenere la
concentrazione per troppo tempo, soprattutto quando inizia ad avere fame e a
sognarsi i dolci della cucina-
-Chi è che non riesce a mantenere la concentrazione, scusa?
Non sono io quella che si perde in contemplazione degli scaffali della
biblioteca e mi fa perdere minuti preziosi….-
-Io non mi fermo in contemplazione davanti agli scaffali, ma
rifletto-
-Ora si chiama riflettere?-
Rein guardò male sua sorella
-Si, rifletto, Fine, si dice così, perché cerco quale siano i
libri migliori per te al momento. Devo aiutarti, ma non posso darti cose troppo
specifiche. Quindi devo trovare libri che siano esaurienti, ma che al contempo
trattino molti argomenti. Non è facile e…-
Fine lanciò un’occhiata a sua madre, non celando un sorrisino
-Credo madre che dobbiate abbandonare qualsiasi progetto voi
abbiate in servo per mia sorella. Sembra che avremo la prima principessa
bibliotecaria della storia-
Rein diede un pizzicotto alla
sorella
-Ahia!-
-Così impari ad offendere la tua insegnate-
-TU non sei la mia insegnante. Mi stai solo dando una mano-
-Considerando il fatto che tu non sai praticamente niente e io
invece ne so più di te, e anche il fatto che io passo mezze giornate a
spiegarti fatti e genealogie e antiche tradizioni… si, direi che io sono
l’insegnate e tu l’allieva-
-Ma se oggi ti ho dovuto correggere io sulla genealogia del
regno di Tana Tana. Hai confuso re Urion III con re Urion XIII e…-
-Solo un caso-
Disse la turchina, anche se un leggero rossore le imporporò le
guance
-Un caso, eh?-
Fine lanciò un altro sguardo alla madre
-Mi sa che l’allieva sta superando la maestra. Comunque io ora
avrei fame… vado a vedere se riesco a sgraffignare qualcosa dalle cucine.
Madre, ci vediamo dopo a cena-
Detto questo, e dopo avere fatto un piccolo inchino in
direzione della donna, si allontanò, a passo spedito, lungo il corridoio del
palazzo. La regina non aveva ancora detto una parola e, anzi, ascoltando la conversazione
delle figlie, si era fatta ancora più cupa in volto, tanto da preoccupare Rein
-Madre, state bene?-
La regina fissò la figlia
-Si Rein, tranquilla sto bene-
-Ne siete sicura?-
-Si tesoro, ne sono sicura-
-Volete che vi accompagni a fare una passeggiata in giardino?
C’è ancora tempo prima del calare del sole e la temperatura sembra ideale
ancora. Che ne dite?-
-Mi sembra una buona idea-
Le due donne si avviarono verso il giardino. E mentre
camminavano a fianco l’una dell’altra, in perfetto silenzio, Elsa capì da dove
venisse il suo stato d’ansia. Per quanto le due principesse avessero la stessa
età, erano profondamente diverse. Fine, era ancora come se fosse una bambina,
mentre Rein sembrava decisamente molto più matura. E
improvvisamente, fu come se tutto combaciasse alla perfezione nella mente della
donna, e riascoltando la conversazione avuta con il marito, capì da dove veniva
la sua inquietudine. Fu per quello che la donna afferrò per le spalle la figlia
e la obbligò quasi con le spalle al muro
-Madre, che cosa…-
-Promettimelo Rein-
-Madre?-
-Devi promettermelo!-
-Di cosa state parlando?-
-Promettimi che non parteciperai alla selezione per ottenere
la carica di principessa istitutrice della principessa Milky-
-Madre, ma cosa…-
-PROMETTIMELO REIN!-
Rein fissò allarmata e stupita sua
madre. Era la prima volta che la sentiva alzare la voce e le vedeva quello
sguardo implorante negli occhi
-Ve lo prometto madre-
La prese sulle spalle della principessa si fece meno forte, e
anche il viso della regina sembrò rilassarsi di colpo
-Non avevo nessuna intenzione di parteciparvi comunque. Non
sono interessata e anche se lo fossi stata… non mi sarei sentita all’altezza
del compito-
Elsa fissò la figlia, stupita
-Cosa vuoi dire?-
Rein distolse lo sguardo e si liberò
dalla presa della madre
-Come potrei insegnare io ad una giovane principessa a
comportarsi in modo corretto, ad insegnarle l’etichetta e ad essere amabile e
affabile, quando io stessa non mi sento così? Quando la mia stessa famiglia non
mi ritiene all’altezza?-
Sentire dire quelle parole da sua figlia fu come ricevere una
pugnalata al cuore
-Rein… ma di cosa stai parlando?-
-Non è la verità questa madre? Non è sempre stata questa la
verità?-
-Rein? No, tesoro cosa dici. Come
puoi pensare ad una cosa del genere?-
-Perché qualsiasi cosa io faccia non vengo mai presa in
considerazione. È sempre e solo Fine. Io non sono mai la prima scelta. Vengo
sempre solo e dopo di lei e non mi venite a dire che non sia così. Lo dimostra
anche la promessa che mi avete fatto stringere. Non devo mettermi più in luce
di Fine, perché è lei la principessa designata del regno del sole, non è vero?
Credete che io sia così ingenua?-
-Rein cosa…-
-È Fine l’erede al trono, non è vero? Io sono solo la
secondogenita-
-No, ma cosa dici. Non esiste una primogenita o secondogenita.
Tu e tua sorella siete alla pari, sullo stesso piano-
-Ma non è così-
Elsa vide negli occhi di sua figlia una profonda disperazione,
e, soprattutto, un profondo dolore
-Rein, non stanno così le cose,
credimi. Ne io ne tuo padre pensiamo che voi due non
siate sullo stesso livello, e gli eredi al trono siete voi due, senza
preferenze. Perché non mi hai parlato di questi dubbi, tesoro mio? Te lo avrei
detto subito e…-
-Non voglio sentirmi dire altre bugie…-
-Rein-
-Dovete scusarmi madre, non penso di potervi accompagnare in
giardino al momento. Me ne vado nelle mie stanze. Credo non scenderò nemmeno
per cena. E non vi preoccupate, manterrò la vostra promessa. Non abbandonerò
questa mia prigione dorata-
E detto questo Rein si incamminò
lungo il corridoio. Fu solo quando sua figlia fu sparita dalla sua vista che la
regina si permise di lasciarsi andare alle lacrime.
-Da quanto tempo ti ho perso figlia mia?-
-Come sarebbe a dire sparita?-
La guardia reale tremò, nonostante avesse quasi il doppio
degli anni del principe che gli stava davanti.
-Altezza, proprio quello che temete. Vostra sorella, lei…
ecco, stamattina la sua cameriera non l’ha trovata in stanza e allora si è
messa a cercarla per il palazzo ma… non riusciva a trovarla e allora ha chiesto
aiuto a noi e… abbiamo cercato in tutto il palazzo e anche fuori, abbiamo
chiesto anche l’aiuto della guardia cittadina ma… ecco si, insomma noi non
siamo riusciti a trovarla, vostra altezza-
Shade si limitò a fissare la guardia,
scuro in volto
-Voi mi state dicendo che, nonostante l’esagerato numero di
guardie reali presenti a palazzo, e la presenza fuori dalle mura di una intera
compagnia della guardia cittadina, una bambina di dieci anni, bambina conosciuta
in tutto il regno e che di certo non passa inosservata, è riuscita a sparire lo
stesso?-
L’uomo si fece tutto rosso in viso, mentre uno stato sempre
maggiore di ansia gli cresceva dentro.
-Si principe, proprio così-
-Voi siete…-
-Stato terribilmente gentile ad informarci subito e sono
sicura che continuerete le ricerche e che troverete presto mia figlia-
L’uomo si volto stupito verso la regina Moon Maria, che era
entrata nello studio del figlio senza farsi sentire.
-Vostra maestà-
-Potete tornare subito al vostro lavoro-
L’uomo fece un rapido inchino e sorrise alla sua regina
-Certo vostra maestà, vado subito, maestà. Principe-
Detto questo l’uomo fuggì il più velocemente possibile dalla
stanza, lieto, di avere mantenuto non solo il suo posto, ma anche la sua testa
al suo posto. All’interno dello studio, invece, Shade
fissava allibito sua madre
-Come avete potuto lasciarlo andare via così?-
-Ambasciatore non porta penitenza, Shade-
-Ma…-
-Se proprio vuoi licenziare qualcuno, licenzia il capo della
guardia reale, che ha preferito mandare un suo sottoposto a parlare con te,
invece che presentarsi lui di persona-
-Si ma resta il fatto che Milky è
sparita-
Moon Maira si mise a ridere
-Milky non è sparita-
-Non avete sentito, madre? Non si trova da nessuna parte e
nemmeno in paese-
-Solo perché le guardie non hanno ancora guardato nel posto
giusto-
-Madre…-
La regina fissò divertita il figlio
-È elementare figliolo. Tu e tua sorella siete perfettamente
uguali. Quindi dovresti saperlo benissimo dove sia andata tua sorella-
Il figlio la fissò stupito.
-Shade, dove vai quando hai bisogno
di chiedere un consiglio importante?-
-Da voi! Milky è nelle vostre
stanze?-
-No, non è venuta da me, e tu non hai risposto correttamente
alla mia domanda-
Il figlio guardò la madre perplesso
-Madre, siete la sola a cui vado a chiedere consiglio, e lo
sapete. Non mi fido di altri se non voi e…-
-Questo lo so, figliolo, ma sappiamo tutti e due che ci sono
cose con cui tu non ti confidi con me, vero?-
Shade guardò sua madre, stupito. Poi
comprese
-Lo sapete, vero?-
Moon Maria si avvicinò al figlio e gli fece una piccola
carezza su una guancia
-Certo che lo so. Sei mio figlio, dopo tutto. Se vado io a
chiedere consiglio ancora a lui, perché non dovresti farlo anche tu, o tua
sorella?-
-Anche tu vai da lui?-
-Quasi ogni giorno-
-Ti manca, non è vero?-
Moon Maria distolse lo sguardo, e lo pose sul ritratto posto
dietro la scrivania del figlio. A prima vista qualcuno avrebbe potuto pensare
che si trattasse del ritratto del principe Shade, ma
dopo un’attenta osservazione si vedeva che gli uomini erano diversi. Si
assomigliavano molto, ma dopo un’attenta osservazione, si poteva capire che
erano due persone totalmente diverse. L’uomo del ritratto, infatti, non solo
era un uomo più maturo del principe, ma aveva anche i capelli leggermente più
scuri e gli occhi erano totalmente diversi da quelli blu notte di Shade. L’uomo del ritratto, infatti, aveva gli occhi
dorati, come la luna che brilla nel cielo la notte. Non era difficile capire
chi fosse l’uomo del ritratto.
-Si, mi manca terribilmente. Mi manca tutte le ore, i minuti e
i secondi di tutti i giorni-
-Anche a me manca-
La regina guardò suo figlio, uno sguardo triste negli occhi
-Lo so-
I due rimasero in silenzio alcuni minuti.
-Shade?-
-Si madre?-
-Vai da tua sorella. Ha bisogno di te ora-
-Ma madre forse…-
-Ha bisogno di te, fidati di me. Vai, tanto sai dove trovarla-
Shade non replicò. Fece solo un
piccolo inchino, prima di uscire veloce dalla stanza. La donna, rimasta sola,
si voltò di nuovo verso il ritratto del marito
-Quanto ti assomiglia Skyler… e
quanto saresti fiero del tuo bambino-
Shade là trovò là, proprio dove
aveva detto sua madre, nella cappella. Era inginocchiata, a testa bassa, le
mani giunte. Davanti a lei, un piccolo mazzo di fiori di campo appena colti che
stavano inondando la piccola cappella di profumo. Shade
si avvicinò in silenzio a sua sorella, e si inginocchiò accanto a lei.
-Immagino il palazzo sia nel caos…-
-E anche l’intera guardia cittadina-
Milky alzò lo sguardo verso il fratello,
occhi blu che si specchiarono in altri occhi blu cobalto.
-Mi dispiace…-
-Non fa niente-
Milky tornò a volgere lo sguardo
verso il muro davanti a lei, dove, inciso nel marmo, c’era il nome di loro
padre.
-Avrei tanto voluto conoscerlo…-
-Ti avrebbe viziata-
Milky sorrise
-Più di te?-
-Molto più di me. Avresti sicuramente potuto fare tutto quello
che volevi e avresti avuto tutto quello che
desideravi-
-È proprio quello che gli sto chiedendo…-
-Vorresti che ti facesse sparire?-
Milky scosse la testa.
-No, non vorrei sparire. Vorrei solo non essere una
principessa-
Shade mise una mano sulla spalla di
sua sorella.
-Milky…-
-Si, lo so. È un privilegio esserlo, e devo sentirmi onorata
del ruolo che ho e del prestigio che ne deriva e…-
-Risparmiami le parole della tata, ti prego. Me le sento ripetere da quando ho quattro anni-
MIlky guardò sorpresa il fratello.
-Che c’è?-
-Vuoi dire che anche tu…-
-Ogni tanto ho desiderato non essere un principe? Per di più
erede al trono? Certo che si-
Milky guardò il fratello stupita e
meravigliata.
-Milky… la nostra vita non è facile.
Abbiamo molti privilegi, ma anche un sacco di obblighi, e la nostra vita non
sarà mai totalmente nostra. Noi dovremo sempre convivere con il fatto che tutto
il popolo e il regno guarderà ciò che noi facciamo e come ci comportiamo, e
capiterà che a volte saremo costretti a prendere delle decisioni che ci faranno
mal volere dal popolo. Ma è il nostro compito, è il nostro ruolo, e non ci
possiamo tirare indietro. Siamo nati in questa famiglia, e come tale dobbiamo
imparare a sopportarne il peso e gli oneri-
-Come sei saggio fratello-
Shade sorrise.
-Sono le parole che mi disse nostro padre quando avevo
all’incirca la tua età-
Milky guardò stupita il fratello
-Sono parole di papà?-
Shade annuì.
-Si, sono sue, e non me le sono mai dimenticate-
-Vorrei tanto averlo conosciuto…-
Shade prese sua sorella e la
trascinò in un abbraccio. La piccola, dopo un primo momento di stupore, si
lasciò andare, e iniziò a piangere.
-Non voglio che un’estranea venga qua a insegnarmi. Non voglio
essere sottoposta ad una scelta pubblica. Non voglio una precettrice, voglio
solo una vita normale…-
Shade lasciò sua sorella piangere e
sfogarsi. Nemmeno lui voleva sottoporre sua sorella ad un’attenzione generale
da parte di tutto il pianeta, ma doveva avere fiducia in sua madre in quel
momento. L’unica cosa che sperava era che alla fine, la scelta fosse ricaduta
su una persona di cui ci si poteva fidare, e che avrebbe aiutato Milky nel migliore dei modi. Sperava che una principessa
del genere potesse esistere.
Moon Maria si presentò dai sette saggi una settimana prima
della cerimonia ufficiale della scelta. Era una tradizione che la regina che
invocava la scelta potesse conoscere in anticipo il nome delle candidate per il
tiolo di principessa istitutrice. In quell’occasione, poi, la regina poteva
esprimere una preferenza su un nome o più, anche se alla fine sarebbe stato il
consiglio a decidere. Il consiglio era formato da sette saggi provenienti ognuno
da un pianeta del regno di Wonder. Questo doveva
garantire la scelta imparziale delle candidate, e il non preferire un regno ad
un altro. Tuttavia, ad accogliere la regina nella sede del consiglio fu il
saggio scelto dal regno della Luna
-Vostra Maestà-
-Saggio Goldrim, vi vedo sempre in
splendida forma-
L’uomo sorrise, mentre si inchinava alla sua regina
-Non mi lamento, per l’età che ho-
Moon Maria sorrise. L’età dell’uomo era un mistero persino per
gli stessi abitanti del regno della Luna. Tutti conoscevano il saggio Goldrim, ma da dove venisse di preciso, non si sapeva. Già
ai tempi dell’incoronazione di Moon Maria era un saggio, e ormai da
quell’incoronazione erano passato molti anni.
-Vostra maestà, se volete seguirmi, vi accompagno nella sala
dove i saggi aspettano-
I due si avviarono.
-Sapete altezza, non credevo che avreste invocato una così
antica tradizione-
-Non lo credevo nemmeno io, saggio Goldrim-
Il vecchio le lanciò uno sguardo perplesso
-Allora, cosa vi ha spinto a questa decisione, se lo volete
dire, si intende…-
-Sapete che non ho segreti per voi-
-Voi mi onorate, maestà-
-Non so come spiegarvelo di preciso. Sento solo che questa è
la scelta migliore, sia per MIlky che per il mio
regno-
-Per il regno?-
Moon Maria annuì.
-Si, anche per il regno. So che può sembrare una follia ma…
sento che colei che verrà scelta potrà aiutare tutti noi-
L’uomo la guardò, ma non aggiunse niente altro. Una volta
arrivati davanti alla porta che conduceva alla stanza dove era riunito il
concilio, il saggio Goldrim si girò verso la donna
-Spero che la vostra sensazione sia corretta maestà e che non
dobbiate mai pentirvi della vostra scelta-
-Lo spero anche io, Goldrim-
-Vogliamo entrare?-
L’uomo non attese la risposta della regina. Aprì la porta e si
avviò all’interno della sala. Dopo qualche secondo anche Moon Maria entrò,
tuttavia, non poté impedirsi di prendere un bel respiro. Da quel momento in
poi, non si poteva più tirare indietro. Il destino di sua figlia e di una
principessa dei sette regni si sarebbe deciso in quel momento. Sperava
veramente che tutto andasse, alla fine, nel modo migliore.
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Ciao a tutti.
Eccomi qua, con una storia un po’ particolare, lo ammetto, ma
è una storia che mi gira in testa da molti anni ormai, e ora sento che è
arrivato il momento di buttarla giù sul serio. Quindi eccomi qua, a sottoporvi
questa mia idea, sperando che vi piaccia come piace a me.
Devo precisare una cosa: io non ho letto ne
il manga, ne visto la seconda serie dell’anime. Quindi in questa storia vedrete
solo i personaggi della prima, gli altri proprio non li conosco, e molti nuovi
personaggi di mia creazione. Anche i caratteri dei personaggi forse non saranno
fedeli a quelli originali, ma ammetto subito che non posso affermare di
conoscerli sufficientemente bene per fare una storia fedele in quello. Quindi
mi scuso in anticipo per eventuali OOC.
Seconda cosa: ho reso diverse caratterialmente le due
principesse gemelle. Mi prendo questa piccola licenza poetica, almeno per ora.
E si, qui, Rein, si sente non parte della famiglia
del regno del sole. Tutto verrà poi spiegato meglio nei prossimi capitoli, e
non è detto che non ci possa essere una evoluzione del personaggio (anzi, ci
sarà, fidatevi di me). Quindi, vi prego, non mi uccidete subito per avere
stravolto il personaggio di Rein, abbiate un pizzico
di fiducia in questa umile scrittrice.
E questo, per ora, è tutto.
Spero che la storia vi abbia incuriositi, e che non ne rimaniate delusi.
Grazie a tutti quelli che hanno letto questo primo capitolo, e chi vuole
lasciare una recensione per dirmi cosa ne pensa, giudizi o critiche che siano,
fatelo pure, io accetto tutto, e se posso migliorare la storia ben venga.
Ci vediamo al prossimo capito, un bacione dalla vostra
Juls