Oltre 1° Capitolo
Oltre...
Seduto su uno scoglio, un faraglione lontano dalla riva,
osservava l’orizzonte, una linea che per l’umidità e la nebbia del giorno
appariva ai suoi occhi incerta sembrava fossero cielo e mare un’unica cosa.
Pensava, pensava a come era diverso dagli altri, a ciò che
era, cosa ancora doveva diventare e a come le persone che appartenevano alla
sua stessa specie erano lontani dal suo essere.
Lui si sentiva come quel faraglione, imponente, fiero e
forte, che domava quel mare in burrasca.
C’era arrivato a nuoto lì domando quelle potenti onde che
volevano sbatterlo sulla parete frastagliata di quella gigante presenza, e
scalando quelle imponenti rocce.
Era febbraio, l’aria era umida e fredda e lui si era tuffato
con tutti i vestiti in acqua, poteva prendersi un malanno come tutti gli uomini
ma sentiva che poteva in quell’istante superare la qualsiasi cosa.
Lui si chiama Aaron,
“alta montagna”, è un ragazzo alto come il significato del
suo nome, biondo con gli occhi color dell’oro, il suo volto esprime sempre
fierezza e una leggera malinconia, ma quel giorno i suoi occhi erano tristi ed
arrabbiati.
Guardava davanti a se lasciandosi alle spalle un luogo che
non era il suo, non sentiva che questo era il suo posto, la sua vita non
apparteneva a questo mondo pensava.
“Lui non doveva nascere!” pensava.
Non era adeguato, si sentiva superiore e sbagliato, forse
per la triste verità che solo all’età di 15 anni era andato a sbattere contro.
Mai aveva pensato a quel suo problema come adesso.
Voleva crescere spezzando i tempi, si sentiva un uomo,
voleva portare via la sua donna da un mondo che le faceva del male e
renderglielo migliore, ma non ha potuto, non poteva farlo.
Così sbatteva contro la sua natura umana e ancora più
fragile, il suo futuro era appeso a un filo di cristallo.
Rabbia, disprezzo e indignazione, gli bruciavano dentro
riscaldandogli le pupille facendole muovere velocemente tutte e due coordinate
senza una meta.
.
Aaron mette i piedi sulla roccia e si fa forza in uno scatto
alzandosi su i suoi piedi, sotto di lui l’acqua marina sbatteva impetuosa.
Guarda giù, con convinzione decide di saltare giù e farla
finita, non ha un futuro, non ha un avvenire si sente un pesce fuori dall’acqua
ed è in acqua che deve tornare.
Mi toglierò la vita, quanto vale vivere in un mondo che non ti merita?
Così saltò giù, abbandonandosi tra il soffio gelido e veloce
del vento che si spezzava per la caduta del suo corpo.
***
Tra le nuvole come un soffio di vento le divideva in un rapido
istante, un’entità fluttuava tra le nuvole, luccicante e veloce.
Lui guardava fisso davanti a se cercava la sua preda da
uccidere per sfamare la sua voglia di vittoria.
Un colpo solo di artigli e un essere scuro senza ormai una
forma definita si divise in tante parti e colorò di rosso le nuvole illuminate
da una luce verdastra.
Quella preda neppure ebbe il tempo di sapere cosa fosse
sfuggire alla morte, fu presa in pieno e abbattuta.
Il suo assassino era soddisfatto, si guardò le mani in volo,
leccò l’artiglio del suo dito pollice e sorrise malignamente.
***
Dall’asciutto al bagnato, oltrepassando il confine tra acqua
e aria con un tanfo un corpo entra in acqua, in un mare irrequieto e potente.
Nella sua mente osservava una scena che sapeva di Giappone
antico, un ragazzo della sua stessa età di cui non vede bene i tratti, sta
aspettando ritto su se stesso sulla sua perfetta postura, il padre.
Suo padre lo ha tradito, doveva assistere al suo successo
invece non era presente.
Il padre di Aaron era morto pochi mesi fa, ma aveva tradito
da tempo la sua fiducia e il suo rispetto. Il ragazzo della sua mente invece provava
verso il padre un forte senso di ammirazione e lo attendeva, ma sapeva che lui
non sarebbe venuto.
Ma lo attendeva sotto la neve, candida, un fiocco cade sulle
sue mani lui lo prende e lo guarda, questo non si scioglie ma resta intatto.
Com’è gelido il tocco della morte, com’è strano il corpo di
ogni essere si tende sempre a voler sopravvivere anche quando si decide di
farla finita.
Aaron riemerge, viene trasportato dalle onde verso riva.
"La vita è una sfida, che va vinta."
Questa frase come un soffio inaspettato su una lunga
candela, fa spegnere il fuoco del desiderio della morte e una nuova fiamma in
Aaron si riaccende.
Le forze della natura, vanno sfidate e domate, io non
abbandonerò la mia vita lotterò fino alla fine.
"Io vivrò a scapito di chi non mi vuole in questa vita."
Aaron nuota, si girà sull’acqua e si guarda dietro, vede una
stella, una luce fissa che l’osserva dal cielo che con un bagliore veloce
scompare cadendo.
Ha messo i piedi a terra sta camminando e uscendo dalla
forza del mare ma improvvisamente un’onda enorme lo travolge.
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