Inhuman Love?

di gabri90rules
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Il giorno seguente Annalisa va a scuola ed entrando in aula vede qualcosa di strano sul suo banco. Sul suo banco qualcuno ha appoggiato un mazzo di rose rosse. Annalisa si volta verso Lucilla. - Ma chi mi ha mandato questi fiori? -. Lucilla sorride maliziosamente. - Ma come? Hai un ammiratore e nemmeno lo sai? -. Annalisa prende una rosa e si punge l’indice con una spina. L’attimo seguente a quella sensazione di dolore Annalisa sussulta, come colta da un improvviso brivido. Nota che sotto il bocciolo c’è legato col filo trasparente un biglietto. “ Per la persona che ha rubato il mio cuore e la cui assenza è un enorme dolore per me”. Annalisa per un attimo e senza motivo pensa a Samuel, quel misterioso ragazzo cagionevole di salute proprietario della Ville Mireille, ma abbassando gli occhi vede il nome di chi gli ha mandato le rose: un tale Michele Fornari. . E chi è questo tipo? – si rivolge nuovamente alla sua compagna di banco. Lucilla si copre le labbra con la mano e per un attimo pensa su chi possa essere questo Michele Fornari. Alzando l’indice della mano sinistra verso l’altro risponde: - Ora mi ricordo di lui, è quel figo che c’è in 5 A -. - Ne so quanto prima, Lucilla – ironizza Annalisa e in quel momento Andrea entra per chiedere dei pantoni e si accorge del trambusto. - Weilà – esclama – chi è il mandante? -. - Un tale che non ho mai visto… - risponde Annalisa. - Magari è una persona stupenda e tu finalmente ti fidanzi – ironizza Andrea, rischiando ed evitando uno schiaffo. - Cretino. Cosa vuoi dire con finalmente? Ti ricordo che pure tu sei single! -. - Forse perché non ho trovato la persona giusta? -. - Una che ti sopporti? Ci vuole la clonazione o una donna fatta di ferro - replica lei. - Quello deve avere le rotelle fuori posto per innamorarsi di una scema come te, bimbetta! – rischia e stavolta prende uno schiaffo. Un colpo di tosse disturba la lite. Entrambi si girano e di fronte a loro un ragazzo alto, coi capelli biondi, vestito in camicia blu e jeans. - E tu chi sei? – chiede sgarbatamente Andrea. - Mi chiamo Michele Fornari – dà risposta con compostezza lo strano personaggio. - Mi hai mandato tu le rose? – reclama Annalisa. - Esatto, Anna. Vedi, io ti amo… Ti prego mettiamoci insieme, voglio che tu sia la mia ragazza perché nessun’altra è come te -. - Ma quante stronzate dici? – sussurra Andrea. - Senti – comincia Annalisa, spiazzata da questa dichiarazione goffa e incisiva – ti ringrazio del regalo, sono molto belle, ma ti dico solo che per la tua proposta devo pensarci su, non sono una ragazza che cade ai piedi di un ragazzo solo perché lui mi regala qualcosa -. Michele rimane basito ma non si scompone. - Mi risponderai quando vuoi Anna. Ti prego solo di non farmi aspettare molto che l’attesa mi fa soffrire… - e torna in classe. - Ma è scemo? – conclude Andrea. Una volta finita la giornata scolastica Annalisa torna a casa prendendo l’autobus e con le rose in mano. Dietro di lei a pensare ai fatti suoi c’è Andrea, seduto nei pochi posti liberi. Lei è in piedi aggrappata al palo e da quando è salita sull’autobus non si sente tranquilla. Una sensazione di atmosfera pesante la fa agitare e per qualche minuto non fa altro che guardarsi intorno, preoccupando Andrea. - Che hai? -. - Niente. Non mi sento tranquilla. Ho l’impressione di avere qualcuno che mi sta fissando – reclama lei. Andrea si guarda in giro e non vede nessun interessato alla sua amica ma Annalisa incrocia uno sguardo misterioso che compare dal vetro del finestrino. E’ agghiacciante e le fa staccare la mano dal palo nel momento in cui il mezzo fa una curva brusca. Cade all’indietro contro un anziano signore che impreca furiosamente dandole della stupida. - Ma ti senti bene? Anna è un periodo che ti vedo strana che succede? – comincia il discorso Andrea. - Io sto bene, perché? -. - Prima mi dici che ti sto nascondendo qualcosa, poi scompari improvvisamente quando ti cerco e ora questa caduta e non mi sembri così mongola da cadere da sola! -. - In che senso scompaio? – nel cervello di Annalisa si forma una forte confusione. - Ti ricordi quando ti ho detto che andavo a vedere un incontro di Tae-kwon-do con il Fede? Prima ti avevo cercato per tre ore ma il cellulare era spento e a casa tua non c’era nessuno – esclama Andrea. Alla fermata tutt’e due scendono assieme a un po’ di gente. C’è una panchina al fianco della pensilina in vetro e acciaio e lì i due ragazzi si siedono e Annalisa butta via le rose che nella caduta si sono rovinate. - Io sto bene Andre, però… Ultimamente mi sento strana e se ti dico cosa sento mi dai per matta. Io vedo negli specchi degli sguardi agghiaccianti che mi fanno tremare dalla paura. E poi… sono andata a Ville Mireille da sola -. - Ma sei scema? Quel posto sarà pieno di barboni e non mi stupirei se ci trovi qualche setta satanica! -. - Lì ci vive uno strano ragazzo, un certo Samuel. Dice di essere il proprietario della villa. Mi fa tanta pena, è così spento e triste… - parla Annalisa. - C’è un abitante a Ville Mireille? Non ci credo! Non l’avrei mai detto. Ma tu non ti fidare Anna, non penso che tu lo conosca bene. Stagli lontano Anna -. - E a te che t’importa di cosa faccio Andre? Sono contenta che tu ti preoccupi per me ma non ce n’è bisogno. So badare a me stessa e t’assicuro che non succede nulla. Quel Samuel lo trovo un bravo ragazzo e dubito che possa farmi del male, ora scusami ma oltre ad avere fame sono in ritardo torno a casa! Ci vediamo! -. Annalisa corre via mentre Andrea rimane seduto sulla panchina e il suo sguardo si rivolge casualmente a un ragazzo molto strano: non molto alto, vestito in giacca scura e camicia chiara con un ciondolo al collo, capelli corvini con frangia che copre in parte gli occhi e un’espressione seria quasi paurosa. Il ragazzo si è mosso quando Annalisa si è alzata e va nella stessa direzione. Andrea lo segue e tutti e due vanno in direzione della casa di Annalisa Aurora. Il ragazzo sospetto cammina con molta calma, passo cadenzato e senza scomporsi, mentre Andrea è molto nervoso e aumenta il passo quando quella strana figura si allontana troppo. Dopo un po’ di strada ecco entrambi di fronte alla casa della ragazza, appena entrata. La figura pedinata da Andrea si ferma davanti al portone e si volta verso il suo pedinatore. Il ragazzo gli sorride quasi con malvagità e Andrea, stupito dall’essere scoperto, gli chiede chi egli fosse. Il ragazzo scompare improvvisamente come il gatto del Cheshire (meglio conosciuto come lo Stregatto): il corpo si dissolve pian piano mentre l’unica parte che rimane visibile, quasi fluttuante, è il sorriso. - Ho paura per Anna – esclama Andrea. Si gira di scatto e si scontra con un uomo vestito di nero coi capelli lunghi. L’uomo, fermatosi ad ascoltare la riflessione del ragazzo, esclama: - Penso proprio che debba averla – e scompare.




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