TITOLO: Concerto in Re minore
AUTORE: Parsifal
SERIE: original
GENERE: sentimentale, triste
TIPO: yaoi
RATING: giallo
NOTE: storia per il concorso indetto sul forum di EFP, da Akane,
chiamato Gli elementi del concorso. Combinazione scelta Pianoforte e
candele.
Concerto
in Re minore
Il
silenzio è pressochè
totale.
Nella notte che circonda e avvolge leggera la vecchia
casa, non si ode nulla, nemmeno il più piccolo rumore.
Tutto
tace.
Soltanto la matita che corre sui fogli fa sentire la sua
voce nell'aria, pressochè immobile, di questa notte di fine
estate.
Perfino i grilli tacciono.
Come se fossero avvinti,
anche loro, dalla ferrea volontà dell'uomo che sta scrivendo
il suo regalo d'addio.
Ogni cosa si ribella a quel pensiero.
Anche
la natura si ritrae a una tale eventualità ma l'uomo sembra
non accorgersene e continua, imperterrito.
Continua a creare il
suo ultimo concerto e chiudere così una pagina importante
della sua vita.
Ma Andrè non sembra rendersene conto.
Si
sente aperto in due.
C'è una musica dentro di se che sta
per esplodere e fino a che lui non la metterà tutta sulla
carta non riuscirà a fermarsi.
Anche se questo gli porterà
via dei giorni.
Ogni tanto mette da parte la matita e le dita
accarezzano i tasti, delicate come solo lui sa essere.
Gli occhi
chiusi, rapito.
Ascoltando la sinfonia che ha dentro.
Poi
afferra di nuovo la matita e continua a creare.
Veloce,
sicuro.
Più affascinante che mai.
E' quasi l'alba quando
termina.
Le prime lame di luce iniziano a tagliare il cielo e ogni
cosa, attorno a lui, si tende nella promessa del rinnovamento.
Tutto
il creato tace per un attimo, momento perfetto e sublime,
unico.
Irripetibile in tutto l'universo.
Poi, lentamente, la
vita torna a ricrearsi di nuovo.
E lui si alza in piedi, nella
stanza ancora avvolta dalle ombre.
Apre la porta e attraversa il
corridoio.
Entra nella sua camera da letto e una voce calda,
assonnata, lo saluta:
<< Andrè... hai
terminato?>>
Andrè fa cenno di si con la testa,
mentre osserva Jean che si tende nel grande letto, stirando
così
tutti i muscoli e accendendo la sua mente.
Con un sorriso luminoso
il suo folletto si alza in piedi, mentre lui si volta e se ne
va, per non cedere alla tentazione di farlo sdraiare di nuovo e
tuffarsi su quel corpo così meravigliosamente suo.
Per far
parte di muovo dell'eternità.
Quell'eternità che gli
sarà preclusa.
Guardando Jean nessuno direbbe che i suoi
giorni sono contati.
Non è mai stato in forma come
adesso.
Non è mai stato così bene, così pieno
di vita.
Così felice.
Eppure...eppure è
sieropositivo.
E i suoi polmoni hanno i primi sintomi di
quella malattia che distrugge ogni speranza.
“Perdete ogni
speranza voi ch'entrate” aveva scritto Dante
sulla porta
dell'Inferno.
Loro la speranza non l'hanno perduta, non vogliono
perderla.
Si siede dietro il pianoforte e Jean accende la candela
che gli ha regalato e che rappresenta la sua ispirazione.
“Questa
piccola luce riesce a vincere l'oscurità più
densa,
pensa Andrè.
Ogni volta che la
guarderai penserai a me e la
tua creazione prenderà vita”.
Andrè risente nelle
orecchie le sue parole e alza la testa per osservarlo.
I capelli
rossi che ricadono disordinati attorno al viso ancora chiuso nel
calore del sonno appena interrotto, la fiamma della candela che
disegna arabeschi strani sulla sua pelle.
Una stupida
trasfusione.
Una stupida trafsusione in seguito ad un
incidente.
Inizia a suonare mentre la musica prende vita.
Le
note si alzano nell'aria e davanti a loro c'è l'orchestra, i
direttori che suonano con maestria il suo ultimo concerto.
Morirebbe
al suo posto se questo potesse ridargli la vita.
Ma non è
possibile.
A parte che Jean è disposto a legarlo con le
catene poittosto che lasciarglielo fare.
Lui è convinto che
questa è solo una pausa.
Non sa che non tornerà più
a fare concerti, mai più.
Pensa che si fermerà il
tempo necessario per accompagnarlo in Italia e provare la nuova cura
nella clinica che ha visto i sucessi più grandi che la
Scienza
abbia mai avuto con l'AIDS.
Non sa che Andrè non suonerà
mai più.
Ha fatto un patto con Dio.
Lui ha una Fede
tutta sua, molto personale diciamo.
I suoi conti li sistema da
solo, non ha mai avuto bisogno di Lui.
Eppure...eppure quando Jean
si ammalò, quando i suoi polmoni cedettero per la prima
volta,
lo cercò.
E fece un patto con qualcuno per la prima volta
nella sua vita:
Avrebbe rinunciato a suonare e ad esibirsi.
Senza
limiti, senza altre richieste.
Non mise paletti a Do, non gli
chiese nulla in cambio.
Tanto sa che Lui è di poche parole
e non ha bisogni di tante spiegazioni.
La musica esplode nella
stanza e Jeans si ritrova, come sempre, con le lacrime agli
occhi.
Questa è La Musica, questo è Amore.
Andrè
termina il suo concerto con il cuore che scoppia.
Sente le braccia
del suo compagno che lo cingono da dietro, calde, protettive e si
lascia andare con sollievo.
Il dolore non è per il pensiero
di non suonare perchè lui, la musica, ce l'ha nel cuore e da
li non se ne andrà più.
Il dolore è dover
tacere a Jean tutto questo.
Non sa che Dio non ha bisogno di
queste rinuncie per avere la prova del suo amore.
La luce del sole
riempie, improvvisa, tutta la stanza...o forse se ne rendono conto
soltanto adesso.
E un raggio attraversa l'aria per posarsi su di
loro., tenue e delicato, forte e
coraggioso.
Invincibile.
Infinito.
Li avvolge.
E se ne
va.
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