The Vittorian Dolls
The
vittorian dolls
Strano.. Non aveva mai
pensato di ritrovarsi in una situazione del genere. Non con lei per lo meno. Ma
la cosa che più lo meravigliava era quel senso di imbarazzo, quasi infantile che
la ragazza riusciva a far emergere dentro di lui.
Erano
le sette di sera. Camminavano fianco a fianco nel fiume di gente indaffarata e
allarmata nel cercare i regali dell’ ultimo momento. Il 24 dicembre, la vigilia
di Natale. Per questo, originariamente tutto il team si era dato appuntamento
alle 18 e trenta, affinché passassero qualche ora insieme prima di riunirsi con
le rispettive famiglie, ma alla fine erano rimasto solo lui e Zakuro.
Ichigo
ovviamente, non appena il suo Aoyama-kun l’aveva invitata ad uscire iniziò a
balbettare, imporporata nel viso, facendo trapelare che non poteva assolutamente
perdere l’occasione di trascorrere almeno la vigilia di natale con
l’amato.
Mina
saputo che il padre, ma soprattutto suo fratello maggiore Eisuke, avevano
cancellato i loro impegni per stare in famiglia, denigrò l’impegno scusandosi
più e più volte con Zakuro; Retastu invece era già partita da due giorni per la
sua prima settimana bianca, eccitata nel voler imparare a sciare, ed infine
Purin aveva tutti i fratellini in casa e non gli sembrava il caso di portarli
nel caos della metropoli, visto che già ne provocavano abbastanza da
soli.
Così
il biondino si era trovato faccia a faccia con la modella vestita sobriamente e
accompagnata dagli inevitabili occhiali scuri per celare la sua immagine a
qualche fan nei paraggi.
Non
gli sembrava affatto cortese evitare qualche ora in sua compagnia, ma quel senso
di disagio lo accompagnava come un ombra. Solo con lei.
“Shirogane..” Ecco. Tanto per cominciare lo chiamava per cognome; quasi a
sottolineare un distacco tra di loro. “..Ti dispiace se ci fermiamo ad un bar?
Ho saltato il pranzo oggi ma vorrei fare uno strappo alla regola.”
“Per
me non c’è problema”
Fiuu..Per lo meno neanche a lei dava riluttanza passare un po’ di tempo
in sua compagnia. Che sollievo.
“Bene.
C’è ne dovrebbe essere uno al primo piano se non sbaglio.”
“Ok,
fai strada tu.”
Cha
galanteria.. Ma vabbè non si stava facendo un po’ troppe paranoie? Mica era un
appuntamento romantico.. Doveva stare calmo.
Arrivati al bar Ryou stava ancora crucciandosi se era il caso di offrire
o se Zakuro poteva prendersela. Alla fine decise di azzardare. Dopotutto lo
stava facendo in buona fede. Si avvicinò alla cassa e, con apparente noncuranza
dello sguardo della modella al suo fianco si rivolse in tono cordiale alla
cassiera.
“Un
caffè espresso e ciò che prende la signorina.”
“Una
cioccolata calda da portare via grazie.” Aggiunse lei togliendosi gli occhiali
scuri per poi riporli nella piccola borsa nera. Poi avvicinandosi più al
biondino gli sussurrò “Ti ringrazio.”
I suoi
occhi cobalto così vicini erano ancora più magnetici e le labbra rosee gli
parvero così morbide..
Accidenti a te Ryou, ma cosa vai a pensare..
Mentre
passeggiavano lungo il secondo piano sorseggiando le loro bevande, la gente li
osservava, sia con occhi sognanti, che con sguardi invidiosi. Passandogli
accanto una ragazza che avrà avuto più o meno la stessa età di Ichigo diceva
all’ amica
“Guardali sembrano usciti da un film di belli e dannati”
“Hai
ragione.. Certo beata lei.. Lui deve essere straniero..”
Ed
intanto un giovane guardava estasiato Zakuro, la quale ignara si avvicinava ad
una vetrina lì vicino.
Effettivamente non poteva negare che esteticamente erano davvero belli
insieme. Ma non era di certo quello un pretesto valido per una relazione
seria..
“Shirogane..” La voce di lei lo distolse da quei pensieri “A te
piace il natale?”
Oddio.. Che domanda. Natale. Non lo festeggiava da anni… Solo che non era
il caso dimettersi a rimuginare su gli anni passati. Quella era una semplice
domanda di circostanza no? Bastava
un si od un no..
“Non
saprei Zakuro..”
La
modella si limitò ad osservarlo per poi entrare nel negozio che stava guardando
prima. Era un negozio di antiquariato. Insolito in un centro
commerciale.
Una
donna anziana e minuta alla vista di Zakuro si illuminò, marcando il suo viso
rugoso con un ampio sorriso.
“E’
venuta anche quest’anno signorina.”
Non
aveva il tono sorpreso, come se sapesse già anticipatamente del suo arrivo. Poi
spostando lo sguardo su Ryou concluse “ Solo che questa volta è in
compagnia.”
La
ragazza si limitò a prendere in mano una bambolina di porcellana, di stile
vittoriano, con lunghi boccoli biondo cenere e gli occhi blu dipinti a mano
minuziosamente.
“Siamo
arrivati all’ ottavo Natale.”
La
vecchietta prese in mano l’oggettino e andò ad incartarlo per bene al bancone in
legno.
Ryou
non riusciva a comprendere quello scambio di battute e silenzi.
Effettuato il pagamento la commerciante concluse “Speriamo che quest’
anno riuscirà a riempirla. Buon Natale signorina.” E detto questo lanciò un
occhiata al biondo abbastanza confuso..
“A lei
signora, al prossimo anno.”
Per
una buona mezz’ora calò un silenzio imbarazzante tra i due, anche causato da
fatto che due venditrici di una profumeria vestite in modo natalizio, li avevano
fermati scambiandoli per una coppietta, volendogli regalare dei campioncini di
profumo.
“Alla
signora di prima sono sempre stata un po’ a cuore..” iniziò Zakuro guardando
sempre davanti a se, “Ogni Natale, da quando sono tornata in Giappone mi reco lì
e compro una bambola di porcellana. E’ una cosa che mi aveva insegnato un mio
parente acquisito che adoravo davvero tanto. Con lui non dovevo più soffrire
della solitudine che mi provocavano i miei. Poi..”
Le
parole che fino a quel momento erano stata pronunciate con cura le morirono in
gola. Ma sbattendo più volte le palpebre, riprese
“Beh,
fatto stà che lui amava il Natale.” Rinasceva il bambino che era in lui e per i
due natali che ho potuto trascorrere in sua compagnia mi comprò due bamboline
simili a questa, riempendole ciascuna con delle frasi di un letterato latino,
Seneca, sai, lui era un esperto in questo campo.. comunque mi disse che ogni
Natale doveva essere vissuto con significato e solo se c’era quello una bambola
doveva essere riempita. Alla sua scomparsa le bambole che ne sono seguite tutte
vuote perché ancora non ho trovato un senso giustificabile da potergli
offrire.”
Ryou
rimase colpito dalle sue parole. Della solitudine che Zakuro aveva provato,
della profondità con cui vedeva le cose e lusingato, perché quella vigilia di
Natale si era confidato con lui.
Stavolta non esitò. Non vacillò davanti a quel muro che ormai era
crollato.
Strinse le braccia attorno al corpo esile di lei perché in quel momento
si sentì di farlo. Il suo profumo gli inebriò i sensi e la attirò a se sentendo
il calore del suo corpo che dopo un attimo di sorpresa si rilassò.
“Spero
che darai un senso a questo Natale Zakuro. Ora tu hai dato un senso al
mio.”
Lei
tremò a quelle parole, che riecheggiarono potenti potenti nella sua testa, e,
sollevando le braccia involontariamente tremanti ricambiò
l’abbraccio.
“Si.
Ryou.”
Da
quel giorno, le bambole vittoriane furono sempre riempite; perché la magia del
Natale alla fine, si trova dentro ognuno di noi.
.the.end.
Una piccola Shot per augurare a tutta la sezione di TMM un felice e
sereno Natale <3
Mommika
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