A mio nonno.
Corpo rinsecchito,
ruvido,
tendi il collo
per vedere...
Fili di seta preziosa,
rame e oro liquido,
scendono a fiotti,
cascate di luce
nella penombra.
Odore di morte,
malattia segreta
e sfuggevole,
indecifrabile rebus.
Crescono le ciocche,
vibrano vitali,
avvolgono il guscio
con pelle di tartaruga,
avviluppano le cosce,
unica, fatale bellezza.
Sussurro
nell'oscurità,
cresciamo,
stritoliamo
le vecchie ossa,
succhiamo vampiri
la linfa,
cresciamo...
E si sdraia,
e la fulgida chioma
cresce, cresce e
avvolge le caviglie.
Respiro affannato.
Succhiamo la linfa.
La forbice, cerca
la forbice,
prima che se ne
accorgano...
Succhiamo la linfa...
E cade a terra,
e ruzzola
per le scale
inciampando,
ostacolata nel moto da
Loro...
Succhiamo la linfa.
Occhi di vetro,
cappio di boccoli
attorno al collo,
fragile si ritira,
allenta la presa.
Loro non amano
le ribellioni...
Cresciamo...
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