I suoi occhi di ghiaccio

di BlackMassFlames
(/viewuser.php?uid=830254)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


6 febbraio 2015:
Ero nel mio letto, luce spenta, lucine che illuminavano appena la stanza, qualche candela profumata. Fuori il vento freddo d'inverno, i rami dell'albero che sbattevano contro il vetro della mia finestra. Il cielo era così grigio, triste.. e poi c'ero io, avvolta nelle coperte con il computer sulle gambe, solita serata noiosa, una tazza di the caldo, ascoltando la mia solita canzone piena di malinconia "The morticians Daughter". 
Era un periodo nero, la scuola che non andava, le amicizie che finivano, il pensiero fisso su "cosa faccio ora della mia vita?" Un'adolescente problematica, cosi mi chiamavano le persone che mi conoscevano. Ma insomma, cosa potevano sapere di me realmente? cosa potevano sapere cosa provavo? Assolutamente nulla. Tranne una persona, anzi, tranne 5 persone. Ormai da tempo avevo cominciato ad ascoltare una band "black veil brides", le loro canzone riuscivano a cullarmi, a tranquillizarmi, mi rispecchiavano in tutto quel che facevano, in ogni melodia, in ogni parola.. In ogni SUA parola.. Andy, bello e sfacciato, dagli occhi di ghiaccio. Cosi si chiamava il cantante della band. Ho sempre pensato "quanto cazzo vorrei essere la sua ragazza" "quando vorrei stringerli almeno una volta nella mia vita e ringraziarli" ma potevo guardarli solo da uno schermo, guardali in un poster.. Ma come potevano trasmettermi cosi tanto delle persone che non sapevano nemmeno della mia esistenza? Non lo so, ma lo facevano, ed io ero felice comunuque.
Era ormai l'una di notte passata, la stanchezza di faceva sentire. Chiusi il computer e mi sdraiai fissando lo schermo del mio telefono "è tardi" pensai, chiusi gli occhi, ma il mio sonno venne interroto da un messaggio: 
"Annie: Scema sei sveglia?"  era la mia migliore amica.
"Si.. si sono sveglia" le risposi. In verità facevo fatica a tenere gli occhi aperti e la luce del telefono mi faceva sentire una piccola talpa.
"Passo da te, ho una super notiziona da darti!"
"va bene" scrissi.
A quest'ora? cosa c'era di tanto importante da farmi visita? 
Io Annie abitavamo a due minuti di distanza, andai di sotto ad aprirle la porta.
Senza tante esitazioni mi saltò addosso, elettrizzata e felice "Emyyy emyyyy!!" disse il mio nome cercando di trattenere la voce troppo alta.
"aaah che succede?" le chiesi sorridendo!
"andiamo di sopra e ti racconto tutto!"
Una volta sedute sul letto, con il sottofondo musicale "They don't need to understand", Annie, emozionata cominciò a parlare: -"Allora, i Black veil brides hanno appena dato una super notiziona! C'è un concorso, che inizierà il 9 febbraio fino al 10 febbraio, dove in quelle date, tutte le fan potranno lasciare il loro nome, e il 12 febbraio il black veil brides pescheranno un nome a caso, e la vincitrice come premio potrà passare ben due notti con loro!" disse quasi piangendo.
Risi. Mi faceva cosi tenerezza.
La guardai, felice, ma molto sciolta le risposi "sai vero che non ci sceglieranno mai? siamo troppo sfigate per queste cose, parteciperanno un sacco di ragazze, tutto il mondo! figurati se vengono a scegliere noi due." le dissi ridendo, ma con un filo di tristezza in volto.
"Emy ma perchè devi sempre essere cosi negativa? Insomma potrebbe essere una possibilità, che ne sai che non sceglieranno te? o me?? Io ci proverò in ogni caso, e anche tu. E se ti sceglieranno promettimi di farmi conoscere Jinxx!" disse lei ridendo.
"Va bene va bene, lo farò anche io. Ma sai già come andrà a finire, non è vero?" le risposi sempre sorridendo.
Annie mi tirò un pugnetto sulla spalla, facendo una smorfia mezza sorridente e mezza triste. Aveva un faccino tenero, lunghi capelli marroni e occhioni enormi. Lei aveva 17 anni e io ne avevo appena compiuti 18. La mia adolescenza ormai quasi passata.
Sentivo un senso di protezione verso i suoi confronti, lei che c'era sempre quando cadevo, lei che mi aiutava sempre a rialzarmi. Le dovevo molto.
Ci addormentammo come due sorelline l'una accanto all'altra, aspettando il mattino.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3079693