L'isola di Ischia

di bersa1
(/viewuser.php?uid=119558)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Era una calda giornata di agosto, Evelyn passeggiava per la piazza principale di Casamicciola fermandosi a vedere le merci delle varie bancarelle. Le sembrava di essere in un’altra epoca, le bancarelle vendevano tutti oggetti vintage: una vendeva vecchie foto, un altra vecchie monete e poi altre vendevano varie cianfrusaglie di antiquariato. Ma un oggetto in particolare attirò l’attenzione di Evelyn, una macchina da scrivere, posta ad un angolo del bancone con altre oggetti di poco conto vicini, aveva sempre desiderato una macchina da scrivere anche se non aspirava a diventare una scrittrice dato che non si riteneva all’altezza. Così si avvicinò al venditore “Mi scusi” disse “la macchina di scrivere funziona?” Sembrava una domanda tanto sciocca, ma dato che lì c’era di tutto anche braccia di candelabri e cornici rotte era meglio chiedere. Il venditore era un uomo robusto, con la barba di qualche giorno e mani molto mascoline, abituate a lavori manuali. Si voltò appena sentì la voce di Evelyn “Ma sì bambolina” rispose con voce rauca “sei interessata?” “In effetti si, ho sempre voluto una macchina da scrivere ma non se ne vedono tante in giro.” “Quindi oggi è il tuo giorno fortunato eh? La macchina funziona ma è senza inchiostro però puoi trovarlo facilmente qui intorno’’ Evelyn ci rifletté un po’ su e poi rispose “La voglio, a quanto la vende?” “Quaranta euro, ma per te bambolina faccio trenta.” Rispose con un sorriso, Evelyn ricambiò e tornò a passeggiare per le bancarelle in cerca dell’inchiostro. Fortunatamente lo trovò e si andò a sedere su una panchina vicino la fontana, per riposarsi un po’. Chiuse gli occhi e si abbandonò al sole, che le rifletteva i suoi lunghi capelli rossi e le metteva in risalto le lentiggini. Evelyn era andata a Ischia per concedersi una pausa. Tra l’università, il lavoro, i suoi genitori e Luigi quello era stato un anno molto impegnativo. Luigi. Chissà come stava, gli aveva spezzato il cuore Evelyn lo sapeva ma non poteva farne a meno. Con lui era chiusa in una gabbia e lei aveva bisogno di volare, non che Luigi fosse un ragazzo opprimente, forse era il ragazzo più buono che avesse mai incontrato. Non diceva mai di no, era romantico, la faceva ridere, era tutto perfetto ed Evelyn aveva bisogno di imperfezione nella sua vita. Piano piano si erano ritrovati a fare sempre le stesse cose, a mangiare al ristorante in centro ogni martedì, a guardare un film la domenica pomeriggio sul divano dei suoi, ad uscire sempre negli stessi posti. Evelyn aveva venti anni e la sua vita era sempre stata perfetta, era la studentessa modello, l’amica perfetta, la figlia che tutti desideravano. Non era mai stata una ribelle e a lei andava bene così, poi c’era stata la storia con Luigi e all’iniziò tutto era stato perfetto, come sempre, ma ci fu un momento in cui capì che tutta quella perfezione non era per lei. Così aveva lasciato Luigi e aveva detto ai suoi che sarebbe partita, non aveva detto loro nemmeno dove andava. Aveva bisogno di libertà, di felicità.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3079857