Gli piaceva quando sorrideva. Così dolce, così sincera. Rideva di gusto, sguaiatamente, e le gaie guance si sollevavano deformandole i lineamenti del viso. Il naso piccolo e proporzionato, gli occhi vispi e indagatori, le sopracciglia appuntite ma poco marcate.
Purtroppo appena cominciava a parlare l’incanto era spezzato; diventava una bimba da prendere a scarpate. L’espressività calcata e ai limiti del patetico, la voce stridula e petulante, l’insopportabile nota polemica nelle sue puntigliose precisazioni; niente di tutto ciò gliela rendeva apprezzabile.
A guardarla era attraente, tutto sommato. Peccato. |