Schiacci la paura, crei il cambiamento

di Rosmary
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I personaggi presenti nella storia sono proprietà di J.K. Rowling;
la flashfic è scritta senza alcuno scopo di lucro.


 



Schiacci la paura, crei il cambiamento




La storia si cambia con atti coraggiosi e audaci, non con il vittimismo e l'autocommiserazione, né tantomeno nelle fredde sale d'attesa della propria vita.
di Paola Melone


*
 
Non v’è mai stato tanto silenzio nell’aula di Babbanologia, e t’inorgoglisce essere la causa di un tale mutismo, di una tale tensione.
Percepisci lo sguardo di ogni singolo compagno di classe sulla tua persona – schiena, braccia, mani, volto, nuca, s’osserva tutto d’un pazzo.
Alecto Carrow muove il corpo da marionetta difettosa verso di te, piantandosi a un passo dal tuo banco e dalla tua insolenza.
Non temi quella donna, non più, ed ergi il capo, raddrizzi le spalle, poggi i pugni sul ripiano in legno, sfrutti ogni millimetro del corpo per comunicarle che sei oramai libero dalla paura.
 
«Che hai detto, Paciock?» chiede.
 
«È sorda? Ho detto no
 
È un’adrenalina che non conosci ad attraversarti. Una scossa. Tieni gli occhi sulla sottospecie di arpia che si finge insegnante e rifletti, analizzi, decidi – rapido, rapido, rapido.
Sono giorni, ore minuti secondi, che il tuo senso di giustizia duella contro il terrore di sfidare apertamente la morte, e li senti, i colpi che il primo infligge alla seconda, ch’è sempre più debole, più in ginocchio.
Sei tanto giovane, , ma non impreparato: sei pronto per questa guerra, e ne hai preso coscienza.
La Carrow indurisce il brutto muso e per la seconda volta, sfidando il tuo irremovibile monosillabo, t’ordina di ripetere a voce alta i motivi per cui è giusto uccidere i Babbani.
 
«Gliel’ho già detto: no. Non cambio idea, quindi mi punisca e facciamola finita.»
 
Indispettita dalle parole fiere e scevre di timore che scandisci, serra le dita stizzite attorno alla bacchetta, preparandosi a infliggerti quella che, lo sai bene, sarà una punizione dura, degna della tua sfacciataggine.
Intanto, intorno a te s’alza un lieve bisbiglio concitato, ammirato, e impaurito. Cerchi e trovi lo sguardo di Seamus e poi quello di Ernie e di Calì e di altri giusti, e abbozzi un sorriso annuendo col capo.
Prima che la Maledizione del dolore s’abbatta su di te, riesci a scorgere le loro labbra muoversi in un che vuole dirti “siamo con te”.  
Mentre azzanni le tue stesse labbra per non dare alla mentecatta Mangiamorte la soddisfazione di udirti urlare, un pensiero t’attraversa ed è limpido, puro, ovvio: aspettare un cambiamento non ha alcun senso, essere il cambiamento, invece, rappresenta tutto. E ciò che ti dà la forza di resistere alle carni che sembrano strapparsi e agli aghi che paiono perforarti le ossa è la consapevolezza che non sei solo, perché i tuoi compagni in quel sibilato hanno scelto, come te, di essere il cambiamento.




 
Ho scoperto la citazione che ispira la storia grazie a questo contest di l@dyriddle, a cui la storia però non partecipa.




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