Only a breath

Le sue lacrime sulla mia mano, il suo sguardo che timidamente si posava sulle mie labbra socchiuse. I denti erano stretti,
respiravo a stento, nel mentre mi s'offuscava la vista.
"Andrà bene" La sua voce non era che un mormorio, che pareva tanto distante quanto tagliente. Chiusi gli occhi,
lasciai scivolare il dolore sul mio viso. "E' sempre andata bene, no?" Le cedettero le gambe,
con un gemito cadde a terra. Rimasi impassibile a guardarla, mentre la mia mano si strappò dal coltello.
Il sangue scorreva, dipingeva il pavimento con dolcezza. Volsi lo sguardo alla mia mano,
cosparsa di quel rosso liquido: lo toccai con le labbra, ne intrisi la mia lingua.
Sorrisi.
Era sempre stato così, ogni volta che m'innamoravo, lui mi distruggeva. Ci distruggeva.
Nel silenzio, all'improvviso, mi perdevo nei suoi occhi, d'un rosso fiammante. E lui, sempre, ne approfittava.
Perché non potevo amare? Perché ero destinato a uccidere, pur di vivere?
Stavolta lo avevo deciso da tempo. Non sarebbe andata in quel modo. Non sarebbe stato lui a distruggermi.
Seguii Flaky, cedendo a terra violentemente, assaporando il dolce gusto del sangue sparso. Lei si sdraiò accanto a me,
ricambiando il sorriso. Ripensammo, e sono certo che lo facemmo insieme, alla prima volta che ci eravamo incontrati. Mi dissi
"Sarei pronto a morire, pur di vivere con lei". Fliqpy forse mi prese seriamente quel giorno. Forse mi voleva testare.
Forse voleva semplicemente morire, poiché sapeva fin troppo bene che tra noi, il folle, ero io.
Flaky mi strinse la mano flebilmente, per poi guardarmi negli occhi. Lo vidi. Aprii leggermente la bocca,
e nell'istante successivo a partire dal cuore si espanse un chiarore, il freddo, la morte.
Sentii la sua mano morire nella mia. Vidi i suoi occhi spegnersi nel corpo di chi avevo amato tanto a lungo. Mi persi in loro,
ancora una volta, morente.
E lui, so per certo, la baciò, con la nostalgia di chi ha perso tutto, anche quando non gli rimaneva niente.