Anime.

di DreamEater
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Anime
 

Le senti le urla? Provengono oltre quel cancello. Sono grida disperate che vagano alla ricerca di una via di fuga. In cerca di libertà.

Mi ritrovavo come ogni sera, dopo un pomeriggio all’aperto con gli amici, la, davanti al cancello del cimitero abbandonato.
Più di ogni altra volta, sentivo come se voci invisibili riuscissero a farmi rimanere, solo, a fissare le poche lapidi su quella collina buia e fredda.
Ero rimasto li da dieci minuti, sotto un lampione, la cui luce andava e veniva, mentre fissavo una lapide in particolare, che mi aveva sempre attratto. Quella sera il lucchetto del cancello era scomparso, dando la possibilità a chiunque di entrare.
La mia anima fredda voleva farmi entrare. E così fu.
L’apertura del cancello arrugginito lasciava alle mie spalle un brivido, tale che, spinto dalla paura iniziai a camminare con più insistenza verso quella tomba.
Il sentiero sterrato iniziava a farsi sempre più buio, lasciando agli antipodi la luce bianca del lampione. Iniziai ad usare la torcia del cellulare, e udii dietro di me lo stridio del cancello chiudersi.
21.13
Era notte, ero solo, faceva freddo.
Non so che forza mi stava trascinando verso quella lapide. Non so perché non tremavo. Non so perché ero sicuro di me.
Il buio delle nuvole oscurava la poca luce della luna, che imperterrita, attraverso uno squarcio nel cielo, faceva affiorare quella lapide.
Più mi avvicinavo e più sentivo spingermi, da dentro.
Mani fredde che toccavano il mio corpo sotto la pelle, raffreddando la carne. Continuavano a salire i brividi, ma riuscivo a non tremare. Stavo bene.
‘Sei quasi arrivato’.
A pochi metri dalla lapide sentii una voce, tanto che dovetti girarmi. Sul sentiero percorso vi erano macchie che al mio passaggio non c’erano. Erano gocce. Gocce di sangue. Provenivano dalla mia schiena.
La toccai, ritrovandomi le mani impregnate di sangue. Il sangue era gelido. Come me.
Ormai avevo perso il controllo dei miei sentimenti e continuai a camminare.
Ero vicino.
21.27
La poca luce della luna aveva iniziato a battere anche su di me. Ero di fronte a quella lapide.
Lapide alta quanto bassa, larga quanto stretta. Ricoperta di muschio. Era l’ultima tra tutte, la più lontana.
Iniziai a togliere il muschio per leggere l’epitaffio su di essa.
‘Benvenuta anima fredda, addio corpo impuro.’
Iniziai a sentirmi scivolare addosso sangue. Era sangue nero che proveniva dai polsi, dal collo, dalla schiena, dagli occhi.
Sangue nero e freddo sulla mia pelle rossa, ormai effimera.
Sentii di nuovo le mani dentro la pelle, stringevano e graffiavano all’interno. Cercavano qualcosa.
L’aveva trovata, era riuscito a scovarla dopo aver consumato il mio corpo.
La portò con sé,  nella tomba.
00.00
Grida disperate e lamenti iniziarono ad occupare l’intero cimitero. Io le capivo.
Ero diventata una di loro.

                                                                                                                                                                              -DreamEater

 





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