Prescelto da un futuro remoto

di Dario_aragorn 94
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“Oggi è l’inizio di un nuovo giorno” era la tipica frase che passava nelle menti di maghi e streghe dopo la fine della Seconda Guerra Magica, mentre un diciassettenne chiamato Harry Potter sconfiggeva il Signore Oscuro fra le mura della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Ma andiamo con ordine. Il giovane era famosissimo, sin dalla più tenera età, come il Bambino Che E’ Sopravvissuto all’Anatema Che Uccide e ad un mago che, nella sua vita, aveva fatto cose grandiose, terribili, ma comunque grandiose. Le persone vedevano in lui un barlume di speranza contro le tenebre che si erano nuovamente palesate: così lo chiamarono Prescelto. Si sbagliavano. Era un appellativo troppo grande sulle sue spalle. Non si fraintenda però questa affermazione: il ragazzo era particolarmente dotato, ma una serie di traumi lo fecero vacillare.
Harry ebbe il suo primo crollo psicologico al Ministero della Magia, quando il suo padrino Sirius Black fu assassinato dalla cugina Bellatrix Lestrange. Quella donna spezzò l’ultimo legame che aveva con la sua famiglia,gli tolse l’uomo che, con i suoi racconti e il suo sorriso sincero (che neanche gli anni di ingiusta prigionia ad Azkaban avevano fatto sparire), manteneva intatto il ricordo di Lily e James Potter e, per un orfano come lui, ciò era di vitale importanza. L’anno dopo, seguì la morte di Albus Silente. Fu il colpo di grazia. Il Prescelto smise di credere nell’amore e ricercò dei vantaggi considerevoli, quasi come consolazione, nel potere. E li trovò! Nel bel mezzo della Battaglia di Hogwarts vi fu un momento di tregua, nella quale i due schieramenti poterono raccogliere i caduti dal terreno dello scontro. Lord Voldemort (Tom Riddle, vedi p. 84) chiese immediatamente che gli venisse consegnato Potter nella Foresta Proibita, al fine di evitare un ulteriore spargimento di sangue ad opera dei suoi Mangiamorte. Harry si presentò nel luogo stabilito, per porsi faccia a faccia con il suo acerrimo nemico, una volta scoperto di essere anche lui uno degli Horcrux*; aveva avuto modo di studiarli e conoscerli all’insaputa anche degli amici più fidati. Una volta lì, il diciassettenne, prima di essere colpito con l’Avada Kedavra, rise e pronunciò queste parole:
“Tom! Sei patetico! Io riuscirò dove tu stanotte fallirai”. *
L’Erede di Serpeverde ebbe modo di cogliere il senso di questa frase troppo tardi, con la sua morte.
Dopo la vittoria, Harry riunì fra le sue mani i Doni della Morte, voltando le spalle alle aspettative e agli insegnamenti di Silente. Essi lo corrosero nell’anima e nel corpo, rendendolo irriconoscibile. Per la Bacchetta di Sambuco rinunciò alle amicizie a favore della brama di gloria e di ricchezze facili, per il Mantello dell’Invisibilità rinunciò a sé stesso e alle caratteristiche che lo avevano sempre contraddistinto, per la Pietra della Resurrezione rinunciò al godersi la vita di tutti i giorni per vivere tra i fantasmi del passato. La sua vita fu, da allora, ricca di successi e riconoscimenti personali: basti pensare che è, attualmente, il nostro Ministro della Magia.
Ma ciò non gli ha giovato, anzi. Per consolidare la sua autorità non ha esitato a fare azioni deplorevoli.
La sua paranoia e il suo attaccamento ai Doni, lo portarono a fare un gesto unico nella storia del nostro mondo: distruggere le Giratempo di tutto il mondo (per la distruzione delle Giratempo inglesi vedi p. 220), tranne una, danneggiata ma salvata dal gruppo dei ribelli formato da Ron Weasley, Kevin Dragon e Ted Lupin.
Abbiamo combattuto anni contro il Signore Oscuro per un futuro migliore, ma il presente non concretizza le nostre aspettative dopo il 1997. E’ come se Lord Voldemort avesse vinto lo stesso. La nostra unica e flebile speranza è racchiusa nel passato.
* Strumento ottenuto tramite le Arti Oscure: consente di scindere, al prezzo di gravi conseguenze, l’anima in più parti. Questo permette di “vincere” la morte.
* Fonte: testimonianza dello stesso Harry Potter.
 
Brano tratto da “Confessioni e riflessioni di una ribelle” di Hermione Granger




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