Buon Natale a tutti!
Sanae78
Aspettava il Natale
di
Sanae78
C' era una volta un bambino che
viveva in un paese dell' est europeo con la sua mamma, il suo papà
e svariati fratelli e sorelle. Non erano ricchi, ma quel poco che
avevano bastava loro e non desideravano avere di più.
Per Natale avevano l' abitudine
di riunirsi tutti insieme con gli altri parenti a festeggiare, e per
ogni bambino c' era un piccolo regalo, di solito qualcosa che potesse
tornargli utile.
Era la vigilia di Natale di due
anni prima ed aveva salutato sua madre dicendole che sarebbe tornato
per cena e con un suo amico, era andato a giocare con la neve in un
posto che conoscevano soltanto loro.
Era così ansioso di poter
festeggiare il Natale con i suoi che non stava più nella pelle
ed attendeva con ansia l' arrivo del giorno dopo.
Aspettava il Natale con gioia,
ignorando che da quel momento in poi quel giorno purtroppo avrebbe
assunto anche un altro significato per lui.
Si era fermata una macchina ed
erano scesi due uomini a loro sconosciuti, si erano avvicinati, li
avevamo afferrati all' improvviso, tramortiti e caricati di peso sul
veicolo.
Con il suo amico si era
risvegliato in una gelida prigione ... era Natale!
Erano passati due anni ed un
bimbo, quello stesso bimbo, si aggirava con i vestiti logori e tutto
sporco per le vie del centro di Milano elemosinando.
Quello era il suo lavoro e doveva
sperare che la gente che incontrava, fosse abbastanza generosa con
lui, perché se non avesse guadagnato una certa cifra, al suo
ritorno ci sarebbero state le botte e non avrebbe potuto nemmeno
mangiare quel poco che gli veniva dato.
A volte tirava fuori quella
figurina che gli aveva lasciato in custodia il suo amico prima di
morire. Si era spento solo pochi mesi prima e fino ad allora si erano
sempre sostenuti a vicenda giurandosi che sarebbero tornati insieme
alle loro case non appena avrebbero potuto.
Quel piccolo oggetto era l' unica
cosa che lo legasse alla sua vita passata ... lo avevano portato via
dalla sua terra, dalla sua famiglia e gli avevano imposto anche un
altro nome.
Il suo amico non ce l' aveva
fatta, si era ammalato ed i loro aguzzini avevano deciso di negargli
le cure ... chissà, forse, se l' avesse visitato un medico
avrebbe potuto salvarsi?
Si era spento tra le sue braccia
e prima di andarsene in cielo gli aveva fatto promettere di
trasmettere per lui un messaggio ai suoi genitori ed alla sua
famiglia, se mai lui fosse riuscito a fare ritorno.
Ignorava perfino se l' avessero
sepolto. Il giorno dopo quegli uomini cattivi erano semplicemente
venuti a prenderlo ed avevano portato degli altri bambini spaventati.
Ne arrivavano spesso di nuovi,
come lui rapiti e costretti all' accattonaggio, alcuni di loro erano
diventati suoi amici, mentre altri all' improvviso sparivano e non
facevano più ritorno.
Anche in Italia le persone si
stavano preparando a festeggiare il Natale e la gente passeggiava
allegra per le vie della città illuminate ed addobbate a
festa.
Gli capitava spesso di vedere dei
bambini accompagnati dalle loro famiglie e di pensare alla sua.
Quante volte avrebbe voluto
andare da uno di quegli uomini in divisa per dirgli il suo nome vero
e chiedergli aiuto, ma non poteva.
Forse i suoi genitori lo stavano
cercando chiedendosi dove fosse finito! All' inizio aveva tentato
perfino di ribellarsi, di fuggire e per risposta gli era stato
puntato un coltello alla gola e detto: 'Se fossi in te, me ne starei
buono buono e non tenterei di scappare ... ricordati che tu non ci
conosci, ma noi sappiamo chi è la tua famiglia ... non si sa
mai, magari potrebbe anche succedere qualcosa di brutto a qualcuno di
loro!' Per punizione l' avevano pestato a sangue.
Pensare che lui desiderava solo
festeggiare il Natale, forse proprio quel Natale, come era concesso a
tanti bambini nel mondo circondato dai suoi cari ... non desiderava
altro.
Non gli importava nulla dei
regali, voleva solo sentirsi libero! Libero di essere un bambino.
Nonostante tutto non riusciva ad
odiare quella festa, perché in fondo al suo cuore il pensiero
che quel giorno potesse nascere un bambino in grado di rendere
migliori le persone, gli dava la forza di resistere.
Aveva cambiato talmente tante
città ed imparato un pochino di Italiano chiedendosi sempre se
tutto ciò prima o poi sarebbe finito.
Una sera aveva sognato che degli
uomini buoni sarebbero venuti a liberare lui e gli altri bambini da
quella terribile prigionia. Faceva freddo, nel tugurio dove vivevano,
non avevano il riscaldamento e aveva una coperta per tentare di
riscaldare il suo corpicino martoriato.
Si era svegliato all' improvviso
e gli uomini che aveva visto nel suo sogno erano lì e stavano
portando via i loro carcerieri in manette. Anche loro erano stati
portati via. In una casa calda, dove erano stati visitati, avevano
potuto rifocillarsi e mangiare tante cose buone.
Le sue preghiere finalmente erano
state esaudite e forse presto avrebbe rivisto le persone che più
amava anche, se sapeva, che l' esperienza che aveva vissuto, avrebbe
lasciato delle ferite profonde nel suo animo che solo il tempo
avrebbe alleviato.
Aveva avuto così tanta
paura e ne aveva ancora talmente tanta! Non era ancora sicuro di
poter dire a quelle persone come si chiamava in realtà,
affinché potessero aiutarlo a tornare a casa sua.
Solo il giorno dopo aveva capito
che i suoi rapitori non avrebbero più potuto fargli del male e
che se voleva potevano aiutarlo.
Aveva detto loro il suo vero
nome. Con l' aiuto di un interprete aveva raccontato a loro la sua
storia. Uno di quei signori in divisa, aveva messo all' opera i suoi
uomini, perché gli aveva promesso che l' avrebbe riportato a
casa sua per Natale.
In poche ore erano riusciti a
rintracciare la sua famiglia e aveva potuto salutarli per telefono,
riuscendo a biascicare solo poche parole, tra le lacrime: era da così
tanto tempo che non sentiva la loro voce e il cuore che gli scoppiava
in petto per l' emozione.
Quel signore tanto buono e
generoso, aveva mantenuto la promessa e con un aeroplano lo aveva
accompagnato nella sua terra: ora stavano percorrendo in macchina l'
ultima parte del tragitto che conduceva fino alla sua abitazione,
dove tutti lo stavano aspettando ansiosi.
Dal finestrino poteva scorgere
quei paesaggi che gli erano così tanto familiari e dove aveva
trascorso tanti momenti sereni.
C' erano stati dei momenti in cui
pensava che non li avrebbe mai più rivisti e che nessuno
avrebbe mai saputo che fine avesse fatto.
Erano tutti lì, anche la
sorellina nata dopo la sua scomparsa a cui sentiva già di
volere un gran bene e sua sorella maggiore, nel frattempo si era
sposata. Aveva in braccio il figlio di pochi mesi che portava il suo
stesso nome. Era diventato zio e non lo sapeva.
L' auto si era fermata: di colpo
era saltato giù correndo ad abbracciare sua madre che non la
finiva più di piangere e lo teneva stretto stretto a sé
temendo che qualcuno potesse portarglielo via di nuovo. Suo padre
piangeva ed anche tutti i suoi fratelli e le sue sorelle. Sapeva che
quelli erano pianti di gioia.
Ma non c' era solo la sua
famiglia. In disparte con i visi tristi c' erano anche i genitori ed
i fratelli del suo amico. Per loro purtroppo c' era tanto dolore!
Aveva detto a sua madre 'Devo
andare!' e si era staccato da quell' abbraccio per dirigersi verso
quella mamma disperata, sperando di lenire in qualche modo il suo
dolore, tenendo fede alla parola data ad una persona a cui entrambi
avevano voluto bene.
La signora in lacrime lo aveva
accarezzato e gli aveva detto 'Grazie per essergli stato vicino ...
almeno ora possiamo piangerlo e pregare per lui'. Il bimbo aveva
tirato fuori dalla tasca la figurina che aveva custodito con tanta
cure e l' aveva messa tra le mani della mamma del suo amico dicendole
'Questa l' ho conservata per voi ... prima di morire vostro figlio mi
ha fatto promettere di dirvi che vi voleva bene e che era dispiaciuto
per averla fatta arrabbiare prima di essere rapito. Avrebbe tanto
voluto dirglielo di persona e chiederle scusa. E' stato coraggioso
fino alla fine e non si è mai lamentato nemmeno quando
soffriva per il male!'
La signora piangeva, mentre l'
ascoltava: 'Mi ha detto di dirvi che ora è diventato un angelo
custode e da lassù veglierà su tutti noi!' e lui sapeva
che era così, l' aveva capito quand' era rimasto solo che c'
era qualcuno, che non vedeva, che lo proteggeva.
Sapeva di fare la cosa giusta,
rendendo felice anche quel suo amico che ormai non c' era più.
Era quel giorno che aveva sempre
sognato, era Natale, anche se temeva di aprire gli occhi per timore
di ritrovarsi di nuovo prigioniero.
La sera prima era stato perfino
alla messa della vigilia ed aveva ringraziato il Signore per averlo
salvato da quel grande pericolo.
Era al calduccio e sentiva vicino
la presenza di persone che l' amavano, si era fatto coraggio ed aveva
aperto gli occhi piano piano, trovandosi di fronte la sua sorellina
che l' osservava con due occhietti curiosi.
Un momento, non era da sola, c'
erano anche tutti gli altri suoi fratelli e sorelle che gli dicevano
che tutti lo attendevano con ansia per festeggiare con lui.
No, era tutto vero, il Natale che
aspettava da tanto tempo, era arrivato e il suo desiderio si era
realizzato. Quel bimbo sentiva di essere al sicuro ed ora desiderava
solo che a tutti i bambini del mondo fosse concesso il diritto di
vivere da bambini.
Fine
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