Primo
Capitolo
Eravamo
a lezione di pozioni quel giorno. L'inverno stava lentamente sfumando
verso un clima meno rigido; la neve che trovavo posata sui giardini
di Hogwarts, la mattina presto, aveva lasciato spazio alla brina.
Osservai dalla finestra dell'aula una delle ultime gocce scivolare
via da una foglia e cadere nella terra, che l'assorbì in pochi
istanti.
Mi
voltai a seguire ciò che stava accadendo alla lavagna. L'aula,
come sempre, era divisa simmetricamente in due parti, a sinistra i
Grifondoro e a destra i Serpeverde. Io sedevo al mio solito banco,
accanto a Harry, mentre Ron stava dietro di noi accanto a Lavanda.
Il
professor Piton stava facendo una lezione teorica sugli estratti
vegetali velenosi che spesso usavamo nelle nostre pozioni, i loro
molteplici usi e i pericoli in cui potevamo incorrere.
Mi
portai il retro della matita alla bocca, facendo scorrere il bordo
della piccola circonferenza tra le mie labbra, assorta a guardare
alla mia destra.
Draco
Malfoy aveva la cravatta leggermente allentata, un gomito poggiato
sulla gamba e l'altro sul banco, con la camicia arrotolata e una
piuma tra le mani. I suoi polpastrelli erano leggermente macchiati di
inchiostro, ma l'avevo notato solo dopo circa cinque minuti che li
guardavo. Le unghie erano tagliate perfettamente, non mangiucchiate
come quelle di Ron; portava i capelli più lunghi, quell'anno,
perciò nonostante li avesse sistemati all'indietro, alcune
ciocche gli lambivano le sopracciglia e alcune addirittura gli
zigomi. Mentre notavo questi dettagli, lui lasciò la piuma per
un istante e si passò la mano tra i capelli, poggiandoli sul
lato destro, lasciando il sinistro scoperto; aveva un fila di tre nei
dietro l'orecchio. Lo vidi passarsi la lingua sulle labbra, poi
premerle l'una contro l'altra. La mano che teneva abbandonata sotto
al banco s'intrecciò attorno ad un laccio che usciva dalla sua
tracolla di pelle, così prese a giocarci, facendoselo passare
tra le dita.
«
Signorina Granger? »
«
Mh? »
Mi
voltai a guardare il professore; accanto al suo viso galleggiava un
gessetto bianco che aspettava di scrivere la continuazione della
formula per distillare il veleno di elleboro.
«
Oh, radice di due » risposi dopo un attimo di esitazione, così
il professore continuò a scrivere.
Mi
voltai nuovamente a guardare Draco ma stavolta incrociai il suo
sguardo: i suoi occhi erano così chiari che la pupilla nera
risaltava come in un lago pulito.
Distolsi
l'attenzione da lui, scrivendo qualche appunto. Quando fu trascorso
qualche minuto, tornai a guardarlo. Scriveva anche lui: la piuma
oscillava sotto i movimenti decisi del suo polso; le ossa erano
definite e i nervi tirati, notai che aveva una presa molto virile. Le
dita erano lunghe, forti, mentre girava la pergamena per scrivere sul
retro. Lo vidi distendere le labbra sui denti per sorridere appena al
suo compagno di banco, Blaise Zabini, poi tornare a prestare
attenzione alla lavagna.
«
Allora per domani voglio un tema sull'argomento trattato oggi »
ultimò Piton, sistemando dei fogli in un plico di pelle e
uscendo dall'aula.
Sia
Grifondoro che Serpeverde si alzarono, infilando le loro cose in
borsa per raggiungere il corso successivo. Draco era molto ordinato,
benché facesse tutto in maniera rapida e ferma. Le sue
pergamene erano perfettamente allineate prima di chiudere la borsa,
la piuma l'aveva riposta in un astuccio rigido e all'inchiostro aveva
stretto bene il tappo. Si era poggiato il maglione sulle spalle e
aveva infilato la bacchetta in tasca, si era passato di nuovo i
capelli dietro, che però erano ricaduti in ciocche sul lato
destro. Poi aveva aspettato qualche attimo Blaise, guardando fuori
dalle finestre. Io potevo vedere la sua pelle chiara illuminata dal
sole forte di quella giornata, le pupille ridursi a un punto e la
fronte corrucciarsi appena per la troppa luce. Poi si era voltato ed
era uscito.
Avevo
raccolto in fretta le mie cose e avevo seguito Harry e Ron al piano
superiore, per la lezione di trasfigurazione a cui avrei trovato di
nuovo lui.
Entrando,
salutai con un cenno del capo la McGranitt, poi passai accanto al
banco di Malfoy, avvertendo un profumo molto bello, che mi fece
istintivamente voltare. Ci scambiammo un'occhiata rapida, poi tornai
a camminare e a trovare un banco dove prendere posto.
Draco
aveva indossato il maglione perché l'aula era molto fredda;
aveva il collo della camicia da una parte infilato nello scollo,
dall'altra parte appoggiato appena fuori: avrei voluto sistemarlo.
Da
quanto tempo osservavo Draco Malfoy in quel modo? Circa un mese o
poco più. Non sapevo quando e come avevo cominciato, ma
guardarlo mi piaceva. Aveva una gestualità molto attraente e
delle espressioni del viso particolarmente belle quando non sapeva di
essere guardato.
Ormai,
era diventato impossibile smettere di seguirlo con gli occhi: era
entrato nella mia routine. A colazione nella Sala Grande, durante le
lezioni, tra gli spalti guardando una partita di Quidditch – il
mio binocolo intercettava sempre la sua traiettoria – nei
corridoi tra un impegno e l'altro o a studiare in biblioteca, mentre
camminavo tra gli scaffali, attraverso gli spazi tra i libri.
Cosa
volevo ottenere? Me l'ero chiesto spesso, ma la verità era che
non volevo altro che guardarlo, come una cosa bella da cui non riesci
a distogliere l'attenzione. Prima evitavo accuratamente di osservarlo
quando ero con Harry e Ron, adesso, seppur con riguardo, lo facevo in
ogni momento che mi era possibile. Mi piaceva? Non lo sapevo nemmeno
io. Ero al sesto anno inoltrato e molte cose che erano accadute nel
passato mi dissuadevano sicuramente dall'interessarmi a lui in quel
senso. Eppure i miei occhi sfuggivano ai ragionamenti e ai pensieri,
continuando a seguirlo.
Lo
guardai anche in quel momento, mentre sistemava di nuovo le sue cose
nella tracolla nera e si allentava maggiormente la cravatta
verde-argento. Uscì dall'aula di trasfigurazione, diretto alla
Sala Grande per il pranzo. Feci lo stesso, seguendo Harry e Ron,
finché, dopo aver superato la soglia di pochi passi, mi
accorsi di aver lasciato il maglione appoggiato sulla sedia alle mie
spalle.
«
Oh, il maglione! » esclamai, guardandomi dietro. Mi voltai
davanti. « Ragazzi, un attimo solo. »
Loro
annuirono, si fermarono al centro del corridoio e io tornai in aula,
dirigendomi verso il mio banco. Poggiai la borsa sul ripiano,
afferrai il maglione e lo indossai, sistemandomi la camicia e la
cravatta. Quando mi voltai, trovai Draco Malfoy.
Non
l'avevo mai visto così vicino mentre guardava me e
nient'altro. I suoi occhi erano affusolati e le sopracciglia così
chiare da sembrare bianche. Il collo della camicia gli lambiva il
collo latteo, gli zigomi erano fermi e la linea della mascella decisa
eppure quasi femminile.
Non
sapevo cosa volesse. Mi guardava fisso, senza parlare, con le mani
ficcate in tasca, alto almeno venti centimetri più di me.
«
Cosa si prova? » disse infine, dopo un tempo lungo in cui avevo
smesso quasi di respirare.
«
Cosa... ? »
«
Ad essere fissati con insistenza » chiarì lui. Le mie
guance avvamparono, sebbene avessi preferito che restassero bianche.
«
Perdonami » mi scusai, abbassando lo sguardo. Lo aggirai,
diretta alla porta, per scomparire dalla sua vista e non sentire più
quelle parole pungermi la faccia.
«
Non provi nemmeno a negare? » mi chiese la sua voce.
Mi
voltai appena, già sulla soglia. Scossi la testa. «
Servirebbe? »
«
No » rispose lui, dopo un attimo di esitazione.
Lasciai
l'aula, raggiungendo i borbottii di Ron che si lamentava perché
aveva fame. Mi misi al centro tra i due, camminando, senza voltarmi
indietro, per paura di trovarlo a guardarmi. Non volevo che mi
guardasse, non lo avrei più guardato.
***
Questa
ff è stata scritta in un momento di nostalgia, mentre
girovagavo su efp e ricordavo i vecchi tempi. Sarà abbastanza
breve, ma spero che possa piacervi. Un caro saluto a chi ancora
commenta le mie storie e continua a seguirmi, ma anche a chi comincia
a seguirmi adesso.
Ps.
Il titolo è preso da un verso della canzone Transatlanticism
dei Death Cab For Cutie.
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