Fatta
apposta
L’espressione di
Zhalia è di pietra. Dante non fa in tempo a slacciarsi la
sciarpa, che si accorge del volto della donna. Lo preoccupa
più di quanto voglia dimostrarlo.
«
Zhalia… Cosa…? » la donna sospira,
sistemandosi una ciocca dietro l’orecchio.
« Siediti.
» il suo tono non ammette repliche, tanto che Dante piomba
sulla poltrona come un automa. Sembrava che la faccenda era seria, se
la donna aveva usato la chiamata di emergenza. Inutile dire che si era
precipitato a Rotterdam non appena riuscito a procurarsi un mezzo, con
il rischio di incappare in una tempesta di neve che ora si stava
consumando fuori dall’appartamento.
C’è
silenzio. Per un po’, nessuno dei due presenti parla. Dante
lascia che sia così, lascia che Zhalia rimetta in ordine le
parole che vuole dirgli. Lo legge dal suo leggero corrucciarsi di
labbra. Ormai può dire di conoscerla, dopo tutti quegli anni.
In quei anni, la
bellezza della donna sembrava essere ulteriormente fiorita e
assolutamente non intaccata dal tempo. Era una bella donna, lo era
sempre stata. Ora che ha tagliato i capelli, portando un caschetto
piuttosto elegante, sembra una vera femme fatale.
Lui, al contrario,
sembra sempre lo stesso.
« Pensavo di
dirtelo, prima di prendere una decisione. » pronuncia Zhalia
con tono grave, prima di allungargli una piccola scatola. Dante la
osserva, curioso, prima di aprirlo. Il suo contenuto è
evidente, e così anche le due righe blu su di esso.
«
Sei… incinta? »
« Volevo
dirtelo, prima di prendere un appuntamento per abortire. » la
gioia crescente di Dante subisce una brusca frenata.
« Aspetta.
Cosa hai appena detto? » gli occhi della donna lo scrutano,
imperturbabili.
« Dante, non
ho intenzione di tenere il bambino. »
«
Perché? » la domanda la spiazza. Fin dal suo
ritardo, dall’esito positivo del test, la sua decisione era
ovvia. Pensava che Dante l’avrebbe appoggiata. Lei non sapeva
come si comporta un genitore. Klaus, l’unico uomo che fu una
parvenza di famiglia, non era stato un genitore esemplare. Lei non
voleva seguire le sue orme. Non voleva un bambino che non avrebbe
saputo come crescere.
« Non lo
voglio. Sono una Cercatrice. Un bambino sarebbe un intralcio.
» Dante sorride.
« Avanti,
Zhalia. Non dirmi che non hai mai pensato che un giorno avresti potuto
avere figli? » la donna sta per replicare negativamente, per
poi chiudere la bocca. In realtà, quando Sophie le ha fatto
prendere in braccio il suo prezioso primogenito – Louis, nome scelto
dopo un’estenuante lotta con Lok – Zhalia ha
desiderato per un momento un figlio proprio da poter amare. Solo per un
istante.
« Forse.
» risponde allora. « Ma forse il bambino non
è nemmeno tuo. »
«
Però hai chiamato me. »
« Di te mi
fido. »
Avevano rotto
precedentemente. Poca fiducia. Troppe cose non dette rendevano entrambi
folli di gelosia. Avevano comunque deciso di rimanere amici, con
benefici che sfociavano in intense notti di passione.
« Io lo
terrei. » dice allora Dante, guardandola negli occhi.
« Prendilo come un regalo del destino. Di solito sei
così attenta alle precauzioni, che una seconda
possibilità potrebbe non accaderti mai più. Credo
potresti pentirtene per sempre. »
« La fai
facile, Dante. »
« Se avrai
bisogno di aiuto, io ci sarò. Anche Sophie e Lok. Forse
nemmeno a Scarlett dispiacerà darti una mano, visto che
è una madre anche lei. » sì, ai suoi
occhi Dante è cambiato poco. Ha sempre a disposizione mille
piani, e fa sempre in maniera che tutto vada come lui ha programmato.
Lei è solo una pedina, in quel gioco.
« Sembra
proprio una bella favola. »
« Zhalia,
smettila di essere così insicura. Nessuno è mai
pronto a essere un genitore. » la donna sussulta, il suo
volto viene attraversato da una scintilla di dolore. Dante ancora
riesce a capirla, a leggerla.
« Dante, sul
serio, smettila di parlare da uomo vissuto. »
« Ti farebbe
stare meglio se ti dicessi che gli farò io da padre?
» Zhalia sussulta.
« Mi
preoccuperei, visto come hai accudito Lok. » Dante sorride.
« Intanto
è ancora vivo e intero. »
« Ma se
diventassi una pessima madre? Se il bambino crescesse male con me? Cosa
succederebbe se…? »
« Senti,
Zhalia. La decisione è tua. Il bambino è tuo. Ma
voglio comunque che tu sappia che io ci sono. Che tutti noi ci siamo.
Non sei sola. Sembri fatta apposta per il tuo ruolo, Zhalia. Lo sei
sempre stata. »
E a quel punto, Zhalia
capisce che la sua decisione l’ha presa.
You turned out to be the best
thing I never had / And
I'm gon' always be the best thing you never had
– Best thing I never had (Beyoncé)
Eccoci qui su codesti lidi dopo eoni. *sic* Inizio a sentire la
vecchiaia che cresce, gente.
Anyway, siamo qui per la fic e cerchiamo di attenerci al topic.
Non è una novità che per me la Zhante non ha un
futuro stabile. Per me avranno sempre un legame profondo, che
però traballerà spesso facendo soffrire entrambi.
Perciò si divideranno, anche se non avranno mai storie serie
con altre persone.
E, nel caso ve lo chiedeste, il bambino (o meglio, le bambine) sono di
Dante. X°D Anche se Zhalia non glielo rivelerà mai.
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