Rigirava la penna tra le mani,la mente completamente
assorta. La luce argentea dei lampioni era l’unica a tenerle
compagnia,nel cullante buio della notte. Nella zona del coprifuoco del
Centro d’Addestramento,seduta sul lucido pavimento
azzurrognolo, Quistis Trepe cercava di correggere dei test.
Rabbrividì per gli spifferi gelidi dell’aria
notturna che le stuzzicavano i capelli e sistemò gli
occhiali sul naso,nelle cui lenti si rifletteva la luce perlacea della
luna,pallida e languida.
Era stanca e stufa di continuare la sua monotona vita.
Diede una sguardo veloce alla pila di fogli che aspettavano
pazientemente di essere corretti. Quistis prese a scrivere frasi e a
segnare errori;la biro scivolava e scorreva nella sua mano,segnando
lettere affusolate e sottili;era l’unico suono presente
nell’aria.
“Maestrina”.
Quel tono di voce sprezzante le riecheggiò nelle
orecchie,così,all’improvviso. Le ci volle poco per
appurare il perché di quel ricordo istantaneo;una presenza
in ombra era comparsa dinanzi a lei. La luce lunare non la colpiva
direttamente e Quistis non riuscì subito a identificare chi
fosse.
Fu un attimo. L’istinto le suggerì di afferrare la
frusta che teneva sempre al suo fianco. Era pronta,in guardia.
La figura avanzò verso di lei,facendo sfregare
impercettibilmente il lungo mantello bianco,maestosa e imponente.
Uno squarcio di luce colpì il suo volto dalla mascella
pronunciata, arcigno e altero,illuminando dei corti e ispidi capelli
dorati.
Seifer.
Tirò un sospiro di sollievo e ripose la frusta.
-Guarda,guarda. Cosa ci fai qui a quest’ora, Trepe? Non
è un po’ tardi?-le domandò con la sua
solita aria di padronanza e strafottenza,quando la vide rannicchiata
per terra.
-Non sono affari tuoi ,Seifer-sospirò la giovane donna con
aria scocciata.
-Ahia,siamo di cattivo umore?-ghignò lui,fissandola col suo
sguardo penetrante;in una mano reggeva il Gunblade sporco. Quistis
indugiò su di esso,e pensò che il proprietario
probabilmente avesse fatto festa coi mostri incontrati lungo il
percorso,sbaragliandone a centinaia. Per divertimento,ovvio. E ora le
si presentava davanti tutto compiaciuto, con il suo spadone
letteralmente bagnato di sangue scuro e luccicante. Davvero un bello
spettacolo. Che sfrontato!
Non era mai riuscita a capirlo.
-E tu cosa ci fai qui?-domandò lei guardandolo finalmente
negli occhi.
-Non sono affari tuoi- replicò lui, inarcando un
sopracciglio.
“Ah ah,molto divertente”pensò Quistis.
Bene,lei aveva altro da fare che stare a sentirlo. Che rimanesse. Non
le importava. Tornò a concentrarsi sulle sue prove
d’ammissione.
Seifer aveva preso ad aggirarsi tranquillamente,facendo scricchiolare
in modo sinistro la punta del Gunblade per terra.
Che fastidio…
Non riusciva a stare concentrata.
No,basta. Non ce la faceva più.
-Scusa,ti dispiacerebbe smetterla?-fece con aria seccata.
Seifer si fermò;le era di profilo. Voltò
leggermente la testa e le lanciò un occhiata di sbieco.
-Come desideri.-
Quistis era furente. Non lo sopportava. Era pieno di se in un
modo!…
L’aria si stava facendo più fredda e pesante.
Quistis sentì la pelle d’oca. E pensare che era
venuta lì per stare da sola e riflettere,per
riposarsi…
-Ma quanto è noioso?-proruppe poi lui,spezzando il silenzio
rigido che si era andato a creare.
-Cosa?-chiese lei.
-Scarabocchiare tutta quella roba.Perché non fai
qualcos’altro invece di continuare a startene sui libri?-la
guardava con una punta di curiosità.
-Quello che ho voglia di fare della mia vita è affar mio,che
ti piaccia o no. Hai già avuto modo di dimostrare il tuo
disappunto al riguardo, l’anno scorso. Non l’ho
dimenticato.-dichiarò con espressione dura,posando la penna
sul quaderno,e guardandolo dritto negli occhi.
Seifer aveva toccato un nervo scoperto.
-Naturalmente.Solo che,a mio parere…-mormorò lui
pensieroso scrutando il cielo oscuro. Si passò una mano tra
i capelli,scompigliandoseli ancor di più.
Quistis lo osservò con leggero interesse.
“Solo che…?”.
Cosa voleva dire?
Seifer si appoggiò con le braccia sul terrazzo.-Solo che
è un peccato che una ragazza intelligente e giovane come te
passi la sua vita in questo modo…-
Come?… Aveva capito bene?
Seifer che faceva un complimento a qualcuno? A Quistis Trepe?
Rimase interdetta. Sussultò,incapace di muovere un muscolo.
Ma cosa andava a pensare!? Non doveva certo permettere a Seifer di
darle lezioni di vita,proprio per come era lui. Che presuntuoso!
Eppure…
Quistis era senza parole.
Seifer la guardò direttamente:aveva uno sguardo
serio,più maturo,in quella circostanza.
Era bello.
Lei si perse nel contemplare ammaliata la luce cangiante dei suoi
occhi;lasciavano trasparire una profondità ignota come il
mare,erano ambigui e malinconici.
-Non so se mi spiego,ma sei sprecata qui al Garden. Il tuo talento vale
molto di più-sembrava che soffrisse a pronunciare quelle
parole.Gli costavano un grande sforzo. Lui non esternava mai
le sue emozioni.
- Seifer,ma tu cosa vuoi da me?…-mormorò Quistis
sentendosi improvvisamente infelice e dispiaciuta per qualcosa che non
riusciva a spiegarsi.
Ma perché era venuto lì?
Lentamente Seifer si lasciò cadere a terra,accanto a
Quistis,poggiato contro la parete,lo sguardo fisso nel nulla.
Gli sfuggì una risata sprezzante,senza gioia,di chi si fa
beffa di se stesso.
-Non lo so.-
I loro respiri riempivano l’aria intorno.
-Dovrei lasciarti stare,una buona volta,invece di dirti sempre quello
che devi o non devi fare,dopotutto. Me ne stavo lì,dopo la
ronda d’ispezione,e mi sono detto:
“Perché non andare a tritare un po’ di
teste al Centro d’Addestramento?Non ho niente di meglio da
fare!” E così…eccomi qui…Ma
pensavo di non trovare nessuno…-ammise.
Quistis incrociò le braccia,ormai era inutile continuare il
suo lavoro di correzione:-Posso farti una domanda?-spostò
lievemente la testa di lato.
- Dipende- rispose lui. Ma sul suo volto da duro era comparso un
ghigno,che Quistis interpretò come un mezzo sorriso
d’assenso.
-Perché ti piace uccidere?-sussurrò con un filo
di voce. No,si era espressa male,troppo malignamente.
Seifer non rispose subito. Con incredibile sorpresa glielo rivelò poco dopo:
-Mi fa sentire forte…Forte dentro…-
Quistis aveva smesso di respirare. Avvertiva tutto il dolore
e l’angoscia che provava Seifer. Lui non si era trovato un
posto in mezzo agli altri nel percorso della sua vita, e
così si era trasformato in un carnefice,nel ragazzo
prepotente ed eccessivamente orgoglioso,che prendeva in giro tutti e
provava disprezzo per la sua stessa esistenza.
Adesso capiva la rivalità tra lui e Squall:lo aveva sempre
saputo sin da piccola,quando erano all’orfanotrofio,che lui e
Squall avevano qualcosa in comune;entrambi si mostravano indipendenti e
autonomi,si isolavano dal resto del mondo,perché in
realtà dentro erano delicati come
porcellana…Mandavano tutto e tutti a quel paese per non
piangere,per non soffrire…per non aggrapparsi alle
affettività.
Per non essere deboli.
Eppure Squall aveva avuto il coraggio con Rinoa,il coraggio di prendere
al volo la sua strada.
Anche Seifer avrebbe trovato qualcuno in grado di liberarlo dal suo
silenzioso dolore.
Ecco perché,constatò. Seifer uccideva,
perché la sofferenza e la solitudine del suo cuore potevano
essere placati solo col sapore del sangue versato. Sangue versato =
lacrime,sfogo personale,senso di dominio e sicurezza interiore.
Quistis sentì qualcosa di tiepido solleticarle il
viso. Si ridestò dai suoi pensieri e il cuore le
galoppò in gola. Seifer le stava accarezzando una guancia
con la sua mano grande e calda.
La fissava incantato.
Quistis trattenne il respiro,spiazzata.
-E’ la luce della luna che ti rende così bella,o
sei proprio tu?…Lo sai? Tutte le volte per attirare la tua
attenzione ti ho sempre stuzzicata in qualche moda,prendendoti in giro-
Tremò,le guance in fiamme,ogni particella del suo corpo in
ebollizione. Negli occhi di Seifer si rispecchiavano i suoi, profondi e
blu. Li vide brillare nei suoi.
-Mi fai impazzire-un sussurro pieno di emozioni. Lo sentiva,il cuore le
stava scoppiando.
Sarebbe scoppiato.
-Seifer…-un piccolo gesto,così grande.
Posò la sua mano sulla sua. Chiuse gli occhi e sorrise
dolcemente.
-Questi non servono…-sussurrò Seifer sfilandole
gli occhiali con delicatezza e contemplando estasiato i suoi occhi
simili a due lapislazzuli.
Fu un istante. Le sue labbra si posarono su quelle di lei,rosse e
morbide.
Il cuore le batteva troppo forte.
Mai. Mai come nella sua vita.
Seifer l’attirò con le sue forti braccia
stringendola a sé. Fu un momento indescrivibile per
entrambi.Si staccarono a malincuore.
-Scusa.>>mormorò-…Lo sai? Sei
l’insegnante più splendida che io abbia mai
incontrato e non ho potuto resisterti.-
Quistis appoggiò la testa sulla fronte di lui e gli cinse le
braccia attorno al collo:-Seifer non mi sono mai sentita
così bene…-.
Questa volta fu lei a baciarlo. Lui non si oppose ma
approfondì il contatto. Le loro lingue si incontrarono
-sussultarono entrambi per l’emozione-giocavano a
intrecciarsi in tutte le direzioni esplorando la bocca l’uno
dell’altra,assaporandosi.
Un bacio salato. Buono.
Non lasciarono che quel senso di perenne piacere finisse
presto. Rimasero stretti in un abbraccio mozzafiato. Si sentivano
liberi…sereni. Continuarono a cullarsi in quel bacio unico.
Erano una cosa sola,completa.
Passò un eternità quando si lasciarono. Seifer
avvolse il suo mantello intorno alle spalle di Quistis
perché non prendesse freddo. Rimasero abbracciati su quel
lucido pavimento senza parlare. Seifer le accarezzò la testa
posando il mento sul suo capo,gustando il profumo di fiori dei suoi
capelli.
-Non lo dirai a nessuno vero?- le sussurrò sfregando il naso
sul suo piccolo e delicato.
- Mmh,cosa?-
-Che...che ti amo…-.
Gli sorrise dolcemente.
-Ti vergogni di me?-
-No,mi sento l’uomo più felice di tutta
l’esistenza. Solo non voglio che qualcuno ci veda.
Questa è una cosa speciale,tra te e me. Tu sei tutta per me-
Quistis era commossa. Gli baciò il petto.
-Ti amo.-
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