Il sole splende su Seaheaven Island, come a coronare la magia del momento.
Sembra che tutti gli occhi del mondo siano puntati su quella coppia di giovani sposi, ad un passo dal coronamento del loro sogno d'amore: ovviamente è così, ma lui non lo sa.
Senza neppure ascoltare l'omelia, Truman si guarda intorno: il fido Marlon, con ancora una traccia delle occhiaie dovute alle notti insonni per festeggiare l'addio al celibato del suo più caro amico; Meryl, bella come non mai, illuminata dal sole e dal sorriso felice, palesemente impaziente di diventare ufficialmente la signora Burbank; le sue damigelle, amiche del college mai perse per strada.
La sua mente torna a quegli anni: i fogli degli esami puntualmente identici a quelli di Marlon, il primo incontro con Meryl, i baci rubati a Sylvia... Sylvia...
La stretta di Meryl lo riporta alla realtà: il celebrante li ha invitati a darsi la mano destra e recitare le promesse.
«Prima le signore.» annuncia cortese, porgendo un foglio e un piccolo microfono a Meryl.
Lei inizia a parlare. Le trema la voce, non smette di sorridere.
«Io, Meryl, accolgo te, Truman, come mio sposo. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti finché morte non ci separi.»
Il celebrante sposta il microfono verso Truman. Lui inspira profondamente, come a prendere davvero coscienza che sta per sposarsi e legare la propria vita a quella di un'altra persona.
"Coraggio. Stai per sposare la donna che ami."
La donna che ami...
Esita. Prende fiato.
«Io, Truman, accolgo te, Sylvia...»
Istante di silenzio che svanisce in fretta.
«Meryl.»
«Cosa?»
Le damigelle ridacchiano, e Marlon si unisce a loro.
«L'emozione...» commenta il celebrante, ridendo lievemente a sua volta. Una risatina a stemperare la gaffe.
(o forse d'imbarazzo?)
«Meryl.» ribatte sicuro Truman, come a convincere la platea di essere nell'errore «Io, Truman, accolgo te, Meryl...» accentua con sicumera.
E lo show va avanti.