Il tintinnio della campanella risuonava per
l’enorme appartamento, un suono fastidioso per il suo udito
sopraffino.
Di fatti, quel rumore gli provocava un forte mal
di testa.
Voltò il capo, facendo ondeggiare la frangia
argentea davanti agli occhi, verso la fonte quel fastidioso rumore.
Ringhiò, mentre osservava quello scricciolo umano
giocherellare con quella campanella dorata, dono di quell’insulsa
ningen-cognata.
Dannata!
Pensò, mentre poneva una mano davanti agli occhi,
il mal di testa aumentava a dismisura, invece il suo auto controllo stava
scemando.
Sarebbe bastato un secondo e *zac* il rumore
sarebbe sparito, però avrebbe fatto del male alla sua figlioletta
adottiva, perciò mise da parte il suo istinto demoniaco, fece un profondo
sospiro.
"Rin!".
Disse a denti stretti, la piccola si fermò di
botto, voltò il capo, facendo ondeggiare il codino bruno, verso suo Padre
e lo guardò.
Capì al volo che la sgridava, veloce nascose
dietro di sé il ninnolo tintinnate e abbassò il visino paffuto in segno di
scusa, era mortificata.
Sesshoumaru sospirò quel dannato e fastidioso
rumore era cessato, si sedette di fronte al suo pc, lo accese e attese. Doveva
lavorare, anche durante le festività.
Intanto Rin era ancora lì, con la mano dietro la
schiena, doveva proteggere la sua piccola gioia.
Sospirò, era davvero triste aveva urtato il suo
genitore con il suo atteggiamento infantile, sentì gli occhi pizzicargli
presto le lacrime sarebbero scese.
Tirò su con il naso.
No! Non doveva piangere, doveva farsi forza, ma
sentire il tono di voce, leggermente furente, della persona che ami ti fa
male.
Abbassò di più il visino, mentre Sesshoumaru aveva
ripreso a lavorare, ma d’un tratto si fermò un odore a lui familiare lo fece
voltare verso la sua bambina.
Piange?
Si domandò mentalmente.
Sì, le lacrime erano scese veloci, solcando quelle
gote rosate.
L’Youkai sbuffò irritato, non aveva mai sopportato
le lacrime senza senso di Rin, infatti, quello lo erano.
Si alzò e camminò verso di lei.
Si inginocchiò e la guardò.
"Si può sapere perché ora piangi?".
Le domandò.
Lei tirò su con il naso, ma rimase con il visino
basso, era troppo mortificata nel farlo.
"Mi vuoi spiegare il motivo delle tue
lacrime?".
Continuò a domandarle, mentre lei
singhiozzava.
Sesshoumaru sospirò esasperato, per lui quella
mocciosa era sempre un enigma, alcune volte desiderava ritornare alla sua
vecchia vita da solitario, ma poi il calore che sentiva lo faceva sempre
ricredere.
"Allora?".
Rin alzò leggermente il viso e lo guardò negli
occhi.
"Attendo una risposta".
Lei si scostò da lui corse verso il tavolino, dove
vi era poggiato un quaderno e una penna e lo prese.
Ritornò dal suo genitore e cominciò a
scrivere.
Finito, ciò voltò il quaderno e lo mostrò a
lui.