Sette giorni con Samara

di FrenzIsInfected
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Andy non dormiva. Parlava a stento. Si muoveva il meno possibile. Stava a galla supino, fissando ininterrottamente il cerchio. Si sentiva morto, consapevole che tra meno di quarantotto ore lo sarebbe stato.

La sera prima, nella cassetta per Natalie, gli aveva riferito che l’indomani non sarebbe stato in ottima forma, e già dopo poche ore era ridotto in quello stato.

Samara, come tutte le mattine, non aveva mostrato segni di vita, a parte dargli la visione di quello che era successo con Natalie, che non aveva notizie rilevanti.

Era anche troppo stanco per pensare. Fissava il cerchio catatonico.

Controllò il braccio, e vide il tatuaggio continuare a sparire minuto dopo minuto.

Stava morendo, e lo sentiva.

 

Smise di fissare il cerchio, quando sentì Samara arrampicarsi lungo le pareti del pozzo.

Uscì dall’acqua, e lo guardò.

- Non commentare. – disse sibilando Andy.

- Non lo farò. – rispose Samara.

Il ragazzo le rivolse lo sguardo.

La bambina aveva acquisito totalmente le sembianze vive. Ed era tremendamente somigliante all’interpretazione che ne aveva dato Daveigh Chase.

- Sono tutt’orecchi. – disse Andy.

- Quando io ed Anna tornammo da Eola, Richard mi rinchiuse nuovamente nel fienile. Le giornate tornarono a passare monotone come sempre. Finché, un giorno, Anna non corse alla porta del fienile chiamandomi a gran voce. - .

Gli prese il polso e si ritrovò nella stalla.

- Samara! Vieni qui, subito! – chiamò la madre adottiva.

La bambina scese le scale e corse alla porta.

- Mamma! Che ci fai qui? Se papà ti vede, ci sgriderà! – disse.

- Non m’interessa. Devo farti alcune domande. – fece sbrigativa Anna.

- Cos’è successo? – .

- Samara, cosa hai fatto a Tommy Anderson? - .

La bambina si stupì. Cosa aveva fatto a Tommy?

- Nulla, mamma. – rispose Samara.

- Non è vero. – fece la madre.

La bambina era sempre più sorpresa.

- Sì, invece. – rispose.

- No, invece. – ribatté Anna.

- Mamma, mi spieghi cos’è successo? – domandò Samara.

La madre stette qualche secondo in silenzio.

Poi disse:

- Tommy Anderson è morto. - .

 

Samara non credette a quello che sentì. Tommy non poteva essere morto…

- Come sarebbe morto? – chiese.

- Morto, Samara. Morto. – disse la madre. - Tu l’hai ucciso. - .

- IO? – urlò Samara. – NON L’HO UCCISO IO! ERA IL MIO MIGLIORE AMICO! - .

- E allora perché Rosaline mi ha detto che il figlio continuava a raccontare che lo tormentavi nel sonno? – domandò Anna.

Cosa vuoi da me?

Non sarò la tua prossima vittima!

- Perché lo hai fatto, Samara? Perché? - .

Ma la bambina era già corsa via, e piangeva nel lettino della stalla.

 

Gli occhi di Andy tornarono a fissare il cerchio. Li girò verso Samara, che era in lacrime.

- Non me lo sono mai perdonato. – disse. – Appena morirò…gli chiederò perdono. - .

Andy si rimise a fatica in piedi, e contro il volere della bambina, la abbracciò di nuovo.

La capiva. E voleva farglielo capire.

 

Il sesto giorno era passato.




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