Nick:
Rinalamisteriosa
Titolo:
Perché perdere un bottone senza alcun significato gli aveva fatto guadagnare un
vero amico
Fandom:
Uta no Prince-sama
Personaggi:
Altro personaggio [Mori Haruki]; Tsukimiya Ringo
Eventuale
coppia:
HarukiRingo (lieve lieve. Più che altro è
amicizia xD)
Prompt
usato:
41 - Bottone
Introduzione:
Passavo spesso inosservato e la cosa,
allora, non mi dispiaceva affatto, poiché c’ero
abituato.
Quel
giorno, uscendo dalla classe e percorrendo distrattamente i corridoi ampi e
luminosi dell’istituto, non mi ero minimamente accorto di aver perso un bottone
della divisa, il terzo della giacca a strisce che indossavo secondo le
regole.
Per
fortuna ci aveva pensato un ragazzo dai capelli biondi e dall’espressione
amichevole a raccoglierlo e a richiamarmi per restituirmi il piccolo oggetto,
tondo e poco più grande di uno spicciolo.
“Ecco
a te!” esclamò affabile porgendomelo.
Eventuali
note:
Scritta di getto questo pomeriggio, ispirata da un bottone e dal passato di
Ringo *-*
In
questi giorni mi sono informata su internet, così ho scoperto che lui e Hyuuga
avevano questo compositore in comune dai tempi della scuola, che era loro amico
e che morirà in seguito in un incidente stradale.
Nell'anime
non dice nulla, ho dovuto prendere spunto da uno dei giochi, UtaPri - Sweet Serenade, comunque del
suddetto Mori non si sa quasi niente, è sicuro solo che è biondo. Io lo immagino
come un ragazzo affabile, generoso e molto paziente, che ha una smisurata
passione per le note musicali e che sa cucire. Ovviamente ha anche i suoi
difetti, ma dato che la storia è dal punto di vista di Ringo ci sono soltanto
complimenti, ringraziamenti e sorrisi xD
Poi,
secondo quanto ho afferrato, Ringo studente era davvero molto timido e
impacciato, peggio di Haruka xD è solo grazie al travestimento che migliorerà il
suo carattere e diventerà come si vede nell'anime.
Spero
che questo probabile primo incontro vi piaccia e di aver reso onore ai
personaggi. Hyuuga qui è solo una comparsa, ma ho intenzione di scrivere presto
qualcosa anche su di lui, dai ^^’ mi è dispiaciuto considerarlo così
poco.
Disclaimer:
I personaggi citati non mi appartengono e non ho scritto a scopo di
lucro.
***
Tra
i ricordi indelebili di Tsukimiya Ringo, impressi a fuoco nella sua mente e
riguardanti il suo perduto amico e compositore Mori Haruki, ve n’era uno in
particolare che riaffiorava cristallino e nostalgico.
Successe
quando non era ancora il famoso, allegro e scherzoso idol che si traveste come
una donna dall’appariscente parrucca rosa, ma un semplice studente, impacciato,
introverso e molto timido.
Era
trascorso all’incirca un mese da quando io ero stato ammesso alla prestigiosa
Accademia di arti dello spettacolo Saotome, all’interno di un mondo a me ancora
sconosciuto, imprevedibile e sfavillante.
Come
studente nella sezione A, io frequentavo le lezioni assiduamente senza riuscire
a scrollarmi di dosso quella scomoda timidezza che mi accompagnava da sempre e
che mi impediva di aprirmi con gli altri, di tirar fuori appieno il mio amore
per la recitazione e per il canto.
Me
ne stavo semplicemente seduto composto all’ultimo banco e mi limitavo a
osservare i profili disparati dei compagni, ad ascoltare le spiegazioni
interessanti degli illustri maestri, in silenzio e con un lieve sorrisino
discreto.
Passavo
spesso inosservato e la cosa, allora, non mi dispiaceva affatto, poiché c’ero
abituato.
Quel
giorno, uscendo dalla classe e percorrendo distrattamente i corridoi ampi e
luminosi dell’istituto, non mi ero minimamente accorto di aver perso un bottone
della divisa, il terzo della giacca a strisce che indossavo secondo le
regole.
Per
fortuna ci aveva pensato un ragazzo dai capelli biondi e dall’espressione
amichevole a raccoglierlo e a richiamarmi per restituirmi il piccolo oggetto,
tondo e poco più grande di uno spicciolo.
“Ecco
a te!” esclamò affabile porgendomelo. Vedevo quel compagno di scuola per la
prima volta, se fosse stato della mia stessa classe l'avrei riconosciuto
immediatamente.
“Grazie…”
replicai timidamente, distogliendo schivo lo sguardo e rigirandomi il mio
bottone tra le dita, facendolo però scivolare sul parquet
lucido.
“Oh,
come sono sbadato!” inseguii il bottone mentre rotolava verso una colonna
laterale, sentendo alle mie spalle un sospiro paziente.
“Non
preoccuparti. Se lo ricucirai come si deve, non lo perderai
più”.
Ripensandoci,
era stata anche la prima persona, in quell’ambiente pieno di sogni e ambizioni,
a essere gentile e non indifferente con me.
Io
tornai in posizione eretta e mi voltai a fissarlo sconsolato. “Sarà difficile.
Non ho mai usato un ago in vita mia…” mormorai con assoluta
sincerità.
Notai
che lui portava un paio di cuffie attorno al collo, segno che forse prima era
intento ad ascoltare musica e che le aveva abbassate al momento di corrermi
dietro. Stavo per domandargli qualcosa, ma l’altro mi anticipò, spiazzandomi con
disinvolta naturalezza e generosità.
“Vuoi
che ti mostri come si ricuce un bottone?” mi chiese. “Me la cavo abbastanza bene
con ago e filo. È vero che nutro il forte desiderio di diventare un bravissimo
compositore, ma per me non esiste solo la musica”, dichiarò, la stessa piacevole
disinvoltura che gli conferiva un’aura positiva.
“A-aspetta…
Cosa?! Ho capito bene? Mi-mi faresti davvero questo favore?” trasecolai
balbettando.
“Certamente,
amico. E ti dirò di più: io sono in grado di trovare l’ispirazione musicale
anche dopo aver rammendato un calzino. Se ci sono, non è bene trascurare le
altre capacità personali per inseguirne una soltanto…” rispose annuendo, fiero
di sé, come se avesse rivelato una perla di saggezza.
“Ah…”
lo guardai a bocca aperta, poi scossi la testa, inspirai a fondo e chiusi gli
occhi. Io decisi all’istante che quel tipo meritava fiducia e acconsentii,
mostrandogli un vero sorriso di riconoscenza.
*
“Wow!
Sei incredibile, Mori-san!” lo adulai a opera quasi ultimata. Nel percorso tra
il corridoio e la stanza assegnata al ragazzo nel dormitorio maschile, prima ci
eravamo presentati, poi avevamo iniziato a scambiarci opinioni sulla vita in
Accademia, sulle lezioni giornaliere e sulla musica in
generale.
“Esagerato.
Una volta che avrai fatto pratica, sarà semplicissimo anche per te. Guarda…”
minimizzò interrompendo la cucitura perfetta.
Appoggiò
la giacca della mia divisa sul ripiano della sua scrivania e si piegò per
spezzare con i denti il filo in eccesso rimasto sul bottone ormai
saldato.
Invece
di buttarlo via, riprese tra pollice e indice l’ago appuntito e mi fece rivedere
come si infilava all’interno del minuscolo foro chiamato cruna. Poi con una
rapida mossa separò ago e filo per passarmeli con estrema cautela, in modo che
non ci pungessimo nel contatto tra le nostre mani. Sicuramente mi brillarono gli
occhi chiari dall’emozione, per quanto lui fosse sorprendente, cauto e
preciso.
“Adesso
tocca a te. Concentrati, sii paziente e non ti abbattere se all’inizio fallisci.
Potrai riprovare tutte le volte che vorrai. Anche domani, tra una settimana, tra
un mese…” mi consigliò. “E per farlo ti presterò la mia scatola da sarto
occasionale!” sorrise allontanandosi.
“Ti
ringrazio. M-mi hai dato dei consigli davvero utili, non li dimenticherò, lo
prometto!” gli assicurai con uno slancio inusuale, facendo una prima prova, che
ovviamente non mi riuscì.
“Figurati.
Siamo amici, no? Se avrai bisogno di altro, non esitare a chiedere”, continuò,
aprendo l’anta decorata di un armadio e tirandone fuori una scatola azzurra con
degli scarabocchi sul coperchio.
“Mori-san,
i-io… te la renderò al più presto!” esclamai grato e riconoscente, prendendola
tremando e constatando che quei segni in realtà erano note musicali disegnate
magistralmente con un pennarello nero. E sotto i disegni c’era la sua firma
elegante.
Mori
Haruki.
“Tranquillo,
Tsukimiya-kun. Il giorno in cui abbandoneremo queste formalità e ci chiameremo
per nome sarà speciale, dovrò dedicarti una composizione. Ma immagino che sia
meglio procedere un passo alla volta: tra un mese spero di non sentirti più
balbettare in mia presenza”, mi riprese gentilmente, tenendo però le mani sui
fianchi a mo’ di insegnante esigente.
“Sì…
c-ci proverò…” mentre rispondevo, mi sembrò di arrossire. In quel preciso
momento, qualcuno spalancò la porta di colpo, facendomi sobbalzare come un ladro
colto in flagrante.
Sulla
soglia c’era un alto studente dai capelli a spazzola, color arancio, e
dall’espressione severa che conoscevamo bene entrambi.
“Mori,
Yamamoto-sensei ti stava cercando per assegnarti un compito extra. Raggiungilo
nel suo ufficio invece di battere la fiacca”, lo informò un giovanissimo Hyuuga
lasciando la porta aperta ed entrando con nonchalance nella sua stanza, per poi
lanciare una carpetta blu sul letto a sinistra.
“Sissignore!”
si finse remissivo l’altro, senza perdere quel sorriso paziente che avevamo
imparato a conoscere e ad apprezzare con il tempo, uscendo dopo un cenno di
saluto con la mano.
“Hyuuga-san… Non sapevo che fossi il compagno
di stanza di Mori-san. Quindi, quando sarà il momento chiederai a lui di essere
il tuo compositore?” pensai guardando in basso. Lasciai per qualche secondo
la scatola di Mori a terra, riposi ago e filo al suo interno, indossai di nuovo
la giacca, la ripresi e uscì fuori, anche perché non sopportavo lo sguardo
inquisitorio dell’altro ragazzo fisso su di me. Hyuuga, come me, era stato
assegnato alla sezione A, mentre Mori apparteneva alla C.
Esatto.
Nei primi anni di vita del collegio, la sezione S, la classe di merito, non era
ancora stata istituita.
Di
sicuro due tipi volenterosi come i suoi migliori amici, che si impegnavano in
ogni cosa che facevano e che davano il buon esempio agli altri, avrebbero
ampiamente meritato di entrarvi.
Ancora
io ero ignaro, non potevo immaginare tante cose.
Non
potevo sapere che genere di musica gli piacesse comporre, ma se la sua bravura
era pari alla sua essenza e alla sua generosità, ero sicuro che avremmo potuto
generare delle canzoni incredibili.
Ed
ero altrettanto certo che lui ci avrebbe accettato entrambi senza emettere un
solo lamento, senza porre condizioni, perché Haruki era buono, perché Haruki si
donava senza riserva, perché Haruki era davvero troppo speciale per questa vita
imprevedibile.
Perché
perdere un bottone senza alcun significato gli aveva fatto guadagnare un vero
amico.
Assolutamente
indimenticabile, anche dopo una ingiusta e prematura
scomparsa.
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Elenco delle età:
Tsukimiya Ringo: 14 anni
Mori Haruki: 15 anni
Hyuuga Ryuuya: 17 anni
**Partecipa
alla challenge senza scadenza “100 % prompt to write about
them”**
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