Girotondo

di Randa_Zero
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“La principessa e il soldato”

Ero rinchiusa tra quelle mura da molto, molto tempo.
Tenuta in vita solo dalla maledizione che mi legava a quel posto.
Passavo il tempo, a fissare il vuoto.
Non provavo più nulla. Felicità, tristezza, rammarico, rabbia.
Non provavo più nessuno di questi sentimenti.
Ormai ero solo un contenitore: viva fuori, morta dentro.
Un rumore mi fece distogliere lo sguardo dal mattone che avevo iniziato a studiare.
Vidi un luccichio, una crepa.
Il mio cuore ormai fermo da tempo, riiniziò a battere sempre più velocemente.
Strisciai verso quella che mi sembrava un piccolo buco.
Mi sporsi in avanti, e vidi all’interno di esso un’ombra muoversi  veloce.
Uno squittio.
Era un topo, uno di quelli che infestava il palazzo.
Doveva aver scavato una piccola buca.
Poi un raggio di luce investì il mio viso e mi accecò.
Non vedevo la luce da così tanto tempo…
Mi sporsi a guardare ancora nel buco, e vi scorsi il giardino del castello.
Non vedevo alberi da così tanto tempo…
Al centro di quel piccolo spazio verde vidi una figura. Un uomo, un soldato.
Non vedevo esseri umani da così tanto tempo…
Lui come ad accorgersi della mia presenza, si girò.
Non vedevo occhi tanto vivi da così tanto tempo…
E allora feci qualcosa che mi aspettavo di non saper più fare.
Parlai.
-Aiuto.
Il giovane sembrò sentire la mia voce, e si avvicinò al muro.
-Chi sei ?
-Sono Diana, la principessa di questo castello… Aiutami.
-Dove sei?
-Sono rinchiusa in una cripta al primo piano, devi trovare un interruttore nel muro … Aiutami, ti prego.
-Arrivo.
Lui se ne andò.
Io aspettai.
E fu allora che provai, dopo tanto tempo, la prima emozione. Speranza.
Passò molto tempo.
Io aspettavo.
Ad un tratto sentii un rumore sordo. Familiare.
La porta della cripta si aprì piano.
Una forte luce mi investì.
Piano riaprì gli occhi e mi trovai davanti una figura maschile.
-Mia principessa.
Disse il ragazzo porgendomi la mano con un inchino.
Io mi alzai.
Tremavo.
Era da così tanto tempo che non mi muovevo.
Alzai lo sguardo, sempre tenendo la mano del soldato.
E lì riconobbi la gioia.
Sorrisi.
Lui mi sorrise.
Una lacrima scese sul volto del soldato.
Io tremante mi  sporsi verso di lui.
Lo baciai.
Un bacio dolce, caldo e veloce.
Scostandomi, sorrisi di nuovo.
Una lacrima rigò il mio viso.
-Addio.
Un bagliore cominciò a circondarmi.
-Addio mia principessa.
Un esplosione di luce.
Un giovane soldato in una cripta.
L’eco, infinito, di una parola.
-Grazie.




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