Purity

di Luke_11
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Aprii gli occhi.
 
"Dove sono? Come mi trovo in questo posto?" domandai, tra me e me. La mia vista in un primo momento era molto sfocata e le cose che mi circondavano erano ben poco chiare, ma man mano essa si fece sempre più nitida e la prima cosa che notai era un orribile muro consumato dagli anni. Girai la testa, ancora confuso e frastornato, e vidi una piccola finestra sbarrata con delle lunghe, anche troppo lunghe per quelle piccole dimensioni, assi di legno anch'esse consumate. Intorno a me c'era il vuoto ed il buio totale. Ero smarrito, non capivo cosa stesse succedendo attorno a me. Un assillante e continuo rumore mi raccapricciava da capo a piedi, 'plin-plon-plin-plon'. Alzai lo sguardo e vidi che ad un angolo della vecchia parete c'era una grossa macchia di umidità, probabilmente causata dalla pioggia, da cui colavano tante piccole goccioline. Ormai avendo preso coscienza provai ad alzarmi, ma il tentativo di muovermi fu nullo, ero incatenato con delle pesanti e arrugginite catene fissate a terra; dalla mia bocca uscì un piccolo gemito di dolore e disperazione che echeggiò in tutta la stanza. Le mie mani incominciarono a sudare e la gola si fece sempre più secca. Incominciai, o almeno, provai a dimenarmi e a scalciare, ma niente, mi ritrovai ancora a terra, dolorante per gli sforzi appena compiuti. Non ebbi neanche le forze per continuare a muovermi o per urlare quindi rimasi fermo, fermo a fissare il vuoto, a riflettere per pochi istanti, prima che un forte rumore di passi, proveniente dall'altra parte della stanza, catturò la mia attenzione. Incominciai a tremare; non volevo girarmi, non volevo ritrovarmi in una situazione del genere, così serrai gli occhi cercando di chiudermi in me stesso, facendo finta che non stesse accadendo nulla di tutto ciò. Improvvisamente tutti quei rumori scomparvero, l'unica cosa che riuscivo a sentire era il mio respiro che si faceva sempre più affannoso. Decisi di aprire gli occhi e di farmi coraggio, d'avanti a me c'era un uomo di statura media, vestito con una lunga tunica nera come la pece, egli indossava una maschera totalmente bianca incorniciata da un'espressione cupa e triste dove vi era incisa, con inchiostro nero, la parola 'purezza' sbarrata da una sottile linea rossa.
 
Sentii una grossa fitta al fianco sinistro, non feci in tempo a capire cosa avesse provocato il dolore che sentii ancora un'altra forte fitta, questa volta al braccio destro, mi resi conto che lo strano uomo aveva un pugnale in mano e che pian piano stava trafiggendo ogni centimetro del mio corpo. Accecato dal dolore, lanciai un urlo.




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