Harime Nui's Chronicles

di Harime Nui
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Il dottor Matoi Isshin era un grande scienziato.

Morì per mano di una delle sue tre figlie, Harime Nui. Lasciò a Ryuko il compito di combattere quella guerra. Lasciò questa terra con un sorriso disegnato sul volto. Lasciò questa terra in un mare di fuoco.

 

L'incubo si disegnò pian piano.

Un cimitero sul quale erano sparse croci in legno.

Lapidi senza nome.

Il sole riempiva con i suoi caldi raggi la scena.

Ryuko era immobile, inerme, una gamba rotta, gli occhi ancora carichi di vendetta e rimorso verso quel mostro di biofibra. Dallo spazio la sua caduta vertiginosa aveva ucciso Senketsu. Era miracolosamente salva, anche se la sua mente ed il suo fisico ne avevano risentito.

'Senketsu... che farò ora che tu non sei più con me?'

A quante altre cose avrebbe dovuto dire addio?

Si accasciò a terra, urlò il nome del suo amico prima di chiudere gli occhi per alcuni istanti. Alla sua destra, piantata nel terreno, le due metà della spada forbice. Raccolse la parte che suo padre le aveva donato, la strinse a sé e si avvicinò ad una lapide, appoggiandosi ad essa.

Aspettò la morte per dissanguamento.

'Sei morto per nulla... Senketsu!' le sue urla cariche di odio si persero in quella distesa di vuoto totale.

 

 

 

'Ryuko! Vedo che alla fine ti sei arresa anche tu!'

Ragyo rimase ferma, a diversi metri di distanza, intenta ad osservare la figlia. Il suo cuore non aveva ancora smesso di battere. Rimaneva seduta accanto alla lapide.

'Stai pregando?' sorriso in tono di sfida. 'Beh, è giusto. La morte è vicina, dopotutto. Ma con quella spada tra le mani non potrai fare il segno della croce, no? Ti aiuterò io a farlo!' un ago colpì la lapide.

'In nome del padre.' un secondo chiodo. 'Del figlio-'

'E così sia!'

Ryuko si lanciò a terra, raccolse l'altra metà di spada forbice e le lanciò entrambe contro la madre. Assunsero la modalità decapitazione.

Le lame colpirono Ragyo al petto.

Si accasciò, sanguinante a terra.

Morì dopo pochi istanti.

Ryuko si alzò in piedi.

Dolorante, ma ancora viva, avanzò calpestando quella terra maledetta.

Passò il cadavere della madre e si voltò un'ultima volta.

Non disse nulla.

Mise una mano sul cuore e salutò il suo amico.

Un'ultima volta.

'Addio Senketsu.' si incamminò a passo incerto verso il sole calante.





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