That's amore

di Askel
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Prologo
Sono cresciuta considerando che l’apparenza fosse tutto nella vita. Non ho passato un’infanzia facile: nonostante non mi mancasse nulla, come ogni bambina desideravo correre a piedi nudi tra l’erba, fregandomene se mia madre lo considerava sconsiderato e folle, oppure mangiare un gelato sporcandomi tutta. Da quando ero piccola mia madre aveva sempre inculcato in me che l’apparenza era l’unica cosa importante nella mia vita, nascondendo sempre le mie debolezze per non mostrarle al mondo.
Mi aveva cresciuto con una frase della fiaba di Alice nel Paese delle Meraviglie: “Sii ciò che tu sembri essere” e dopo anni mi sono convinta che il sembrare è più importante dell’essere. Ma io cosa sembravo? Una ragazza bellissima con un fisico da urlo che vive da quando ne ha memoria nell’Upper East Side e figlia della più importante avvocatessa Dwyer, colei che da sola aveva fondato lo studio legale Dwyer e che aveva fruttato in pochissimo tempo milioni di dollari. Sembro solo una ragazzina viziata nonostante cercassi sempre in qualsiasi momento di comportarmi al meglio: diventando una figlia modello con il massimo dei voti, reginetta del ballo e organizzatrice dei più bei party dell’Upper East Side.
Sii ciò che tu sembri essere.
Sembro davvero la figlia che tutti i genitori bramano nella vita e in fin dei conti lo sono diventata. Tutti conoscono il mio nome e la mia “maschera” da brava ragazza ma nessuno si è mai preoccupato se ciò che mostro è la vera me oppure solo una finta faccia in questa finta società dove al minimo segno di debolezza ti cacciano via come un vecchio straccio. Tutti, perfino la mia migliore amica, invidiano il mio carattere pacifico, determinato, riflessivo ma anche forte e sicuro di me. Questo era ciò che conoscevano di me, quello che io avevo concesso loro di sapere, ma non sono perfetta, anche se tutti lo credono: sono allegra, forse anche un po’ folle, testarda, sensibile, dolce, insicura ma che riesce a chiudersi a riccio in certi momenti. Questo lato del mio carattere lo tiro fuori quando sono lontano da New York, soprattutto quando sono da mio padre a Forks. Nessuno può pretendere di conoscermi al cento per cento perché se fosse davvero così saprebbe che a volte mi piace stare a casa con una ciotola di pop corn o una tazza di cioccolata calda mentre piango o rido davanti un film, telefilm o un libro. Se mi aprissi davvero con le persone di cui mi fido, rischierei di rimanere solo delusa e ferita e io non volevo provare questo dolore. Il dolore era per i deboli e anche se in fondo io lo sono, non posso mostrarmi tale. Io sono la ragazza forte che affronta ogni ostacolo a testa alta, la ragazza forte che tutti credono. Io sono semplicemente Isabella Swan, Bella per gli amici, la ragazza che si è sempre preoccupata delle apparenze e mai di ciò che conta davvero: la fiducia, l’amicizia e soprattutto l’amore.




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