Le cose

di esvree
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Mio Dio, che caldo! Sono dentro questa busta da anni!
Ma che maleducata, aspettate che mi presenti! Piacere, io sono una lettera.
Una lettera del o3-04-1945.
Mi ha scritto uno studente, Lino, con una calligrafia morbida e stretta. Scrivieva a una cara amica, Annunziata. Non so dove abitassero, questo chiedetelo alla busta.
Le chiedeva se stesse bene, e chiedeva se i bombardamenti avessero ferito lei o qualche conoscente. Poi le annunciava che avevano rimandato i suoi esami, non so di cosa, all'uno febbraio.
Poi la salutava, augurandole tutti i beni.
Nessuno mi ha mai letto.
Sono passata per uno zaino, per una cassetta della posta, per un sacco, per molte mani. Qualcuno ha indugiato, ma nessuno mi ha mai aperta.
Ho dovuto aspettare, per anni e anni, al caldo in questa maledetta busta. Ora sono in una bancerella d'antiquariato, in mezzo a tante altre buste, sgualcite, variopinte, lette e rillette impazientemente, con gioia, piangendo, amando.Imposzibile che qualcuno si accorga di me. Non sono ne sgualcita, ne varipinta, ne particolare. Sono dentro a una busta normale, ingiallita dal tempo.
Ma nonostante tutto, io aspetto.
Aspetto Annunziata, per dargli notizie di Lino.
Aspetto chiunque mi noti.
L'attesa mi sfinisce, ma sono un przzo di carta con delle scritte, e non posso decidere se morire o no.
Ascoltate me, se dovete reincarnarvi in qualcosa, non reincarnatevi in una lettera.

{Spazio autrice
Scusate, ci tenevo solo a dire che questa non è una storia completamente inventata da me, ma quella lettera esiste davvero. È ora è felice, perché qualcuno l'ha letta. Non Annunziata, ma io.
Esvree}




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