Gold.
All we want, what we
want is
All we want is gold.
#1: Partenza.
Il sole stava salendo e illuminava tutta Long Island, Calypso si
sarebbe volentieri fermata a guardare il panorama se non fosse stato
per il terribile ritardo e che la valigia di Leo non faceva
altro che aprirsi in continuazione lasciando cadere il contenuto. Che
poi non gli interessava nemmeno sapere perché il riccio si
fosse portato dietro la sua collezione di chiavi inglesi e un
lanciafiamme se poteva contare sulla sua cintura magica.
Il pullman era prossimo alla partenze e dovettero agrapparsi
letteralmente alla porta per non perderlo. Rischiavano di finire il
viaggio ancor prima di iniziarlo, questo perché erano stati
costretti a salutare ogni singolo essere vivente presente al Campo
mezzosangue da Jason alla più stupida ninfa. Era stato
strano, non era abituata a vedere così tanta gente.
Andarono a sedersi sugli utltimi sedili del bus sotto lo sguardo severo
del conducente; una volta lì tentò di rimediare
al chaos che c'era dentro alla valigia del ragazzo. Sembrava che si
fosse portato dietro tutto il Bunker 9.
Idiota.
Il quale idiota si dimenava eccitato come uno scolaretto sul sedile
guardandosi intorno come se fosse lui
quello a vedere il mondo per la prima volta e non lei. Avrebbe dovuto ascoltare Frank e non dargli il caffé, lui aveva già una
personale quantità di caffeina in corpo.
"Ci credi Raggio di Sole?" diceva tutto felice con il suo meraviglioso
sorriso da folletto "E' la prima volta che viaggio senza secondi fini
del tipo 'fuggire dalle
autorità' o 'salvare il mondo da una
minaccia mitologica'!"
"Ma guarda un po'", ribatté lei agguantandolo per la
maglietta arancione del campo e posizionandolo buono sul sedile
perché alcuni passeggieri si erano girati a fissarli
perplessi per via delle precedenti affermazioni, probabilmente indecisi
se chiamare la guardia forestale "Invece questo è il mio
primo viaggio, se non contiamo la fuga da Ogigia". Lo disse sottovoce,
perché non era stupida
lei.
"Sarà fantastico!" le assicurò Leo intrecciando
le proprie dita alle sue. Abbassò lo sguardo arrossendo
furiosamente non ancora abituata a quel tipo di rapporto.
Era un momento bellissimo e meraviglioso.
Leo le si avvicinò con un sorrisetto furbo all'orecchio e le
disse sottovoce:
"visto che siamo soli, si potrebbe..."
Avvampò con una fiamma diventando di un bel rosso acceso e
gli spiccicò una mano sulla faccia allontanandolo il
più lontano possibile farfugliando qualcosa che assomigliava
vagamente a "Brutto omuncolo maniaco!"
#2: Volare.
"Ma non ci schianteremo contro il cielo?" borbottò a disagio
Calypso completamente spalmata sul sedile dell'aereo come se questo le
garantisse la salvezza in caso di incidente. Soffocò una
risata, non doveva dimenticare che la mentalità della
ragazza era ancora...come dire, greca.
"Contro il cielo no, ma contro la terra sì, c'è
questa eventualità" disse perché vederla
così terrorizzata era estremamente divertente. In più lo
faceva sentire un cavaliere senza paura (la macchia l'aveva, di olio,
nei pantaloni). Calypso artigliò i braccioli del sedile
probabilmente rivalutando la sua vecchia sistemazione.
"Certo" continuò a infierire il ragazzo "Se avessi con me la
mia valigia potrei riparare qualsiasi guasto in pochi minuti. Ma,
ahimé..." sospirò come un poeta elegiaco. Alla
fine era saltato fuori che il contenuto della sua valigia era, come lo
avevano definito? Ah sì, pericoloso ed era stato costretto
ad abbandonarla in aereoporto. Questo dopo aver passato una trentina di
minuti con le mani dietro alla testa mentre la polizia controllava ogni
singolo oggetto. La parte critica era stata quando avevano trovato il
fuoco greco e lui aveva avuto la bella idea di dire alla sua ragazza:
"Evidentemente pensano che sia una bomba".
Alla parola bomba erano state tirate fuori le pistole, era scattato un
allarme, era stata fatta evacuare la gente e i voli erano stati tutti
annullati. Cosa era toccato a loro? Erano dovuti sottostare a una
lunghissima interrogazione. Il fatto era che Leo era minorenne e
Calypso... doveva essere lei l'accompagnatrice. In fondo aveva
più di duemila anni! Ovviamente il tipo dell'interrogatorio
non gli aveva creduto e anzi, si era fatto ancora più
sospettoso.
Alla fine era stato chiamato Chirone e la faccenda era stata risolta
con poche discussioni e molta Foschia. In ogni caso il suo bagaglio era
stato requisito, avevano perso il volo ed avevano divuto comprare altri
biglietti e aspettare altro tempo bloccati in uno stupido aereoporto.
"Ma perché tutti questi controlli?" aveva chiesto Calypso.
Aveva alzato le spalle: "Sai com'è, ogni tanto fanno
schiantare gli arei contro le torri".
Questo aveva spaventato Calypso al punto di aver sacrificato un
pacchetto di patatine a Zeus.
"Ci siamo, dolcezza!" disse quando sentì l'aereo
iniziò a muoversi lungo la pista. Guardò la
ragazza, teneva gli occhi completamente serrati, si era aggrappata con
le mani e con le gambe al sedile e la sentiva sussurrare qualche strana
preghiera in greco antico. Delicatamente le fece staccare le mani dai
braccioli prendendole tra le sue.
"...se muoio qua sappi che conoscerti è stato fantastico".
"Questo perché io sono fantastico" le spiegò
sorridendo "Apri gli occhi".
"No, grazie. Sto bene così".
"Eddai" sbuffò "Guarda fuori".
Lentamente la ragazza aprì prima un occhio, poi l'altro.
"Non stiamo precipitando", constatò.
"Evidentemente!" poi la fece girare verso il finestrino. Rimase a
fissare fuori immobile e Leo sperò che non si fosse di nuovo
paralizzata dalla paura. Invece:
"E'... così bello" sussurrò "E' tutto
così piccolo da qui".
Aveva gli occhi lucidi e un sorriso spontaneo che personalmente trovava
meraviglioso. Fece il resto del viaggio con il viso incollato al
finestrino.
#3: Fuoco.
Era distesa su una panchina mentre Leo cercava di decifrare gli orari
degli autobus lanciando di tanto in tanto qualche imprecazione. Erano
le due di notte e per la strada non passava anima viva, faceva freddo e
Calypso si avvolta in una delle felpe del ragazzo. Le stava un po'
corta nelle maniche ma sapeva di Leo e questo le bastava.
"Quelle colombe sacre ad Afrodite" si girò a guardare cosa
stesse combinando quel fannullone, cercava di farsi luce con il fuoco
dal naso.
"Il prossimo passa domani mattina" la informò una manciata
di insulti più tardi, si sedette a terra trovandosi con la
testa alla stessa altezza di quella di Calypso. Si tirò su
la zip della felpa fin sopra il naso; il fatto che fossero bloccati in
mezzo a una strada per tutta la notte avrebbe dovuto farla scocciare,
invece era tremendamente felice da quella situazione. Le piaceva quel
spostarsi a caso, senza nessuna certezza con il rischio di perdere bus
e coincidenze. Erano solo lei e Leo, le bastava.
"Quindi cosa facciamo?"
"Eh?" il ragazzo aveva tirato fuori qualcosa dalla sua cintura degli
attrezzi e stava costruendo chissà quale oggetto di
distruzione di massa.
"Ho freddo", specificò.
Il ragazzo lasciò cadere il suo non meglio identificato
nuovo giocattolo girandosi a guardarla. Nel mentre fece prendere fuoco
ai suoi capelli investendo la ragazza di un piacevole tepore.
"Va meglio, adesso?" le chiese divertito.
"Sì" concesse soddisfatta "Ma potrebbe andare meglio". Si
sporse con la testa sfiorando le proprie labbra alle sue.
"Decisamente sì" approvò lui ricambiando.
Ricambiò con così tanta enfasi che la ragazza
perse il suo precario equilibrio franandogli adosso.
"Ma Raggio di Sole!" disse Leo con il suo miglior sorriso da idiota "Se
intendevi riscaldarti in questo
modo bastava dirlo prima!".
Non poté non ammettere di non aspettarsi il conseguente
pugno alla sua affermazione.
#4: Persi.
"Si può sapere dove siamo finiti?"
"No, perché non lo so" sorrise tutto contento Leo.
"Come sarebbe a dire che non lo sai?!" strepitò Calypso
"Dov'è la cartina?"
"Oh quella" fece vago " Credo sia rimasta nel Jersey".
"..."
"Cosa c'è, Fiorellino?"
"Ci siamo persi!"
"Sì, penso che sia quello il termine adatto alla situazione"
"Non posso crederci!"
"Potrei costruire un navigatore gps, ma mi serve della coca-cola. E un
panino, non posso fare nulla a pancia vuota...."
"Leo!"
"Va bene, va bene! Cerchiamo qualcuno che ci possa dire il nome di
questa città e possibilmente il bar più vicino"
"..."
#5: Fotografia.
Bellissima.
Leo non sapeva trovare un'altra parola per descrivere Calypso. Erano a
San Francisco sul famosissimo ponte e gli occhi della ragazza
scintillavano al sole. Faceva caldo e per questo indossava una
canottiera bianca e leggera e degli shorts, sulla testa portava un
enorme cappello di paglia parasole e tentava di mangiare il gelato
prima che le si sciogliesse del tutto.
Era bellissima.
"Ci vuole una foto!" disse Leo cercando la macchinetta dentro l'enorme
zaino "Forza, è il momento selfie!"
"Sei un idiota, si sta sciogliendo tutto il gelato" gli disse, ormai
gli dava così spesso dell'idiota che era un modo come un
altro per iniziare una frase.
"Dai Raggio di Sole, non farti pregare" disse sorridendo all'obiettivo
affiancandosi a lei.
"Turisti, volete una foto?" Un vecchio, grasso e grosso uomo dai folti
baffi si avvicinò con un amichevolissimo sorriso.
"Grazie, è molto gentile!" Fece Leo passandogli la macchina
fotografica. Preso la ragazza ancora riluttante per la vita e si mise
in una posa molto macho che fece ridacchiare Calypso.
Fece per andare a riprendersela con un sorriso riconoscente ma una
volta arrivato invece di ricevere la macchinetta ricevette un pugno
che lo fece volare per qualche metro sul marciapiede.
"Per tutte le mutande divine" sbottò sbattendo a terra.
Leggermente frastornato vide il vecchietto della foto diventare ancora
più grosso con la pelle squamosa. Fantastico! Un mostro! Ma
non andavano mai in vacanza? Imprecando cercò nella cintura
degli attrezzi alla ricerca di un arma che potesse farlo fuori.
Alla fine risultò che il mostro sapeva fare molto bene le
foto e che aveva un futuro da fotografo (certo, questo se Calypso non
l'avesse messo k.o con la sua borsetto e Leo non lo avesse infilzato con una chiava
inglese di bronzo celeste).
Ritraeva un buffissimo Leo con lo sguardo perso verso l'infinito e
oltre (come disse più avanti Percy) la faccia seria e
concentrata, il petto in fuori e le mani sui fianchi mentre Calypso
rideva arricciando il naso e cercando di nascondere la bocca con la
mano e gli occhi che sfuggivano all'obbiettivo pieni di
serenità.
Era una bella foto che Leo incorniciò sopra il proprio letto
alla Cabina Nove e che mostrava fiero a tutte le matricole. Calypso
invece tenne la propria copia sempre con sè, in ricordo di
come distrussero un mostro con una borsa e una chiave inglese.
We make our mistake
It's not too late
We had to learn the hard way
Bridges will burn
Now it's our turn
We had to learn the hard way
Cause all we ever want is gold.
(Sleeping with Sirens, Gold)
V's corner.
E' la prima volta che pubblico qui, che bello! Sebbene io debba ancora
leggere BOO dovevo assolutamente scrivere di queste meravigliosa coppia
e oggi mentre ascoltavo Gold mi è venuta l'ispirazione.
Quanto sono adorabili.
Be', Leo è Leo, il mio grande amore!
Fatami sapere cosa ne pensate:) Io regali dolci e fragole a chi
recensisce
V.
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