Lie to me
Premessa: questo sprazzo di
storia si svolgerà durante il Sesto anno ad Hogwarts di Hermione Jean
Granger e dei suoi compagni. L'ho immaginato pensando che Hermione, in
precedenza, abbia scoperto che Draco Lucius Malfoy è stato Marchiato da
Voldemort ed abbia deciso di proteggerlo, senza sapersi spiegare il
perchè nemmeno lei. È la serata di quando Harry James Potter parte con
Silente per andare a cercare l'Horcrux nella grotta in cui Tom, da
piccolo, aveva terrorizzato i suoi compagni d'orfanotrofio. L'ultima
che i due passeranno
insieme. Buona lettura!
L'amore
ha diritto di essere disonesto e bugiardo. Se è sincero.
Marcello Marchesi
Hermione camminava per
i corridoi della scuola. Era arrabbiata, da morire. Era arrabbiata e
sapeva di non poter far nulla a riguardo, perchè era furiosa con sè
stessa. Come poteva essersi lasciata coinvolgere da una cosa come
quella? Da lui. Draco Malfoy
era un Mangiamorte, e lei lo sapeva fin
troppo bene. Fin da troppo tempo. Aveva passato quell'anno a
difenderlo, a tentare -senza troppo successo, in realtà- di sviare
Harry dai suoi sospetti. Per cosa? Per essere nuovamente insultata
davanti a tutti in modo che lui potesse continuare a mantenere la sua
perfetta facciata da bastardo Serpeverde Purosangue. Perfetto! Draco
ancora non aveva capito con chi aveva a che fare, proprio no. L'avrebbe
detto ad Harry, ecco cosa avrebbe fatto! E se Silente avesse chiesto le
prove, questa volta, le avrebbero avute. Perchè lei aveva visto il
Marchio Nero. Un orribile tatuaggio che deturpava la pelle bianca e
diafana del biondo. E a questo punto, non vedeva perchè continuare a
mantenere il segreto.
Stava per giungere al ritratto della Signora
Grassa, determinata più che mai a parlare con Harry, quando il moro le
passò davanti senza nemmeno notarla. Sembrava estremamente di fretta:
cosa poteva essere successo? Provò a chiamarlo, ma lui era già corso
via. Sospirò, sconsolata: avrebbe dovuto attendere per vendicarsi.
Vendicarsi, sì. Perchè,
nonostante la cosa non fosse palese per i più, lei era sempre stata una
ragazza estremamente
vendicativa. In particolar modo se riteneva che la persona che le aveva
arrecato un'offesa non fosse assolutamente nella posizione di poterlo
fare. E l'arroganza con cui Malfoy continuava a credere che lei
l'avrebbe protetto sempre e comunque... No: non la poteva sopportare.
Non più.
Essensosi fermata senza accorgersene, la riccia riprese a
procedere verso il ritratto, quasi di corsa, quando all'improvviso
qualcosa, o meglio, qualcuno,
l'afferrò per i fianchi e la fece voltare verso di sè, con le spalle al
muro.
Non aveva vie di scampo. Tentò di prendere la bacchetta, ma una mano
forte la fermò.
E poi, Draco la baciò.
Fu una cosa brevissima, perchè il ragazzo
dovette allontanarsi per schivare un calcio della riccia, ma
emozionante in maniera quasi ridicola. Le sensazioni che entrambi
avevano provato in quel minuscolo contatto erano state sconvolgenti.
Come se non vi fosse stato nulla di più giusto al mondo.
«Che diamine intendi
fare, Malfoy?!» domandò Hermione, adirata.
«Non dirmi che non ti è piaciuto, Granger» ghignò il biondo.
Quell'espressione, Hermione dovette ammetterlo a sé stessa, oltre che
estremamente irritante era anche molto attraente. Deglutì, nervosa, ma
rispose piccatamente:
«Non sono io che ti ho baciato, Malfoy. Quindi se vuoi evitare domande
come "Perchè l'hai fatto?",
evita domande anche tu».
Ci fu una pausa, nella quale i due si guardarono negli occhi.
Nella sfida perenne che da sempre li aveva caratterizzati:
oro e argento, fuoco e ghiaccio.
Il calore del sole, che s'immerge nel mare in tempesta al tramonto.
Grifondoro contro Serpeverde.
Hermione Jean Granger contro Draco Lucius Malfoy.
E, dopo tutti quegli anni, ancora non era chiaro chi dei due fosse
destinato a vincere. Era una lotta senza tregua, senza tempo e senza
regole, che nessuno dei due aveva intenzione di smettere di combattere.
Ma, in quel momento, Draco si rendeva conto che non aveva tempo per
giocare, non più. Quella, si disse, era probabilmente l'ultima volta
che vedeva Hermione. E non voleva sprecare nemmeno il più piccolo
istante del loro tempo insieme.
«Okay, Mezzosangue. Ora ascoltami. Ascoltami perchè non mi voglio
ripetere: credo sarà già abbastanza imbarazzante dire ciò che devo dire
una volta sola. Evitami una doppia umiliazione, va bene?».
«Che stai blaterando, Malfoy? Cosa...» ma il ragazzo le chiuse la bocca
con un dito e cominciò il suo discorso.
«Ascolta. Quest'anno, per me, è stata davvero dura. Il compito che
dovevo portare a termine si è rivelato più arduo di quanto avessi mai
pensato ed in certi momenti ho creduto davvero che non ce l'avrei mai
fatta. Sapevo, però, di non poter deludere il Signore Oscuro: se avessi
fallito, io e la mia famiglia saremmo stati uccisi, tutti.
Ma ad un certo punto, per quanto la cosa possa parere orribile, non me
ne è più importato molto. Sai già il perchè, vero? Perchè c'eri tu. Tu,
che ogni volta che mi vedevi più giù del solito ti facevi in quattro
per incontrarci, per tirarmi su di morale. Che con il tuo sarcasmo e le
tue battute velenose, mi davi un motivo per arrivare al giorno dopo.
Perchè desideravo rivederti. E desideravo capire il motivo per cui
avessi deciso di non rivelare il mio segreto a Potter e Weasley. Ancora
oggi non lo capisco, ma non son qui per chiedertelo: mi hai già dato
una risposta. Tu non sei come me, mi hai detto. Ma sono davvero così
terribile, così
ripugnante, io, se sono riuscito ad innamorarmi, Mezzosangue? Se son
riuscito a superare tutti i miei pregiudizi per te, a calpestare il mio
orgoglio? Purtroppo, trovo solo ora il coraggio di dirtelo. Ora, quando
so che probabilmente non ti vedrò più.
Stanotte, Hermione, qualcuno
qui a scuola
morirà. E dovrò essere io ad ucciderlo. Non sarà Potter, non sarà
Weasley. Nessuno dei tuoi amici. Ma non ti farà piacere. Ed in seguito,
anche se io fossi a scuola, tu non mi vorresti più vedere, te
l'assicuro. O vorresti vedermi per uccidermi. Delle due, forse la
seconda è quella che preferisco. In ogni caso le cose non saranno più
come ora. Mi spiace di averti fatta soffrire, mi dispiace davvero: non
posso cambiare la mia natura. Ma io ti amo, Granger. Ti amo, e così sarà per tutta la
mia vita.
E io te ne prego, ora: mentimi. Dimmi che mi ami, e potrò andarmene
in pace, verso il mio destino».
Hermione rimase immobile per qualche istante, totalmente sbalordita.
Come poteva Draco averle detto quelle cose? Stava sognando? No, ne era
certa. Ma allora...?
«Ti amo» disse «E ti perdonerò tutto, lo giuro. Perchè mai ho amato
quanto amo te ora, e quanto ti amerò per l'eternità. Ti amo, Draco.»
Ma era davvero una bugia?
E poi, nuovamente, le labbra di lui calarono sulle sue, in un bacio che
diffuse calore in tutti i loro corpi, come a suggellare le parole
appena pronunciate. Quell'amore destinato a rimanere per sempre, ma a
non essere mai vissuto insieme. Un amore che sarebbe stato, ne erano
certi, pieno di malinconia e sofferenza. Ma che in quel momento era la
loro unica ragione di vita.
Quando si separarono, un'unica lacrima solitaria scendeva sul viso di
Hermione.
Sola. Pareva un fiume,
m'anche allora non sarebbe stata
sufficiente ad esprimere tutto il suo dolore.
Draco l'asciugò con un dito, e sussurrò: «Addio,
Mezzosangue».
Si voltò e corse via, sparendo ben presto dietro una svolta del
corridoio.
Il cuore pieno di quella che lui
credeva una menzogna.
«Addio, Draco» sussurrò la ragazza, con un sorriso amaro sulle labbra.
Amaro quanto la verità del sentimento
che aveva nel cuore.
Spero davvero che
apprezzerete questa piccola OneShot. Dopo di essa, ne ho scritta
un'altra, dal titolo Oblivion, che troverete qui. Spero vi andrà di farmi sapere
cosa ne pensate! Grazie di aver dedicato il vostro tempo alla lettura.
A presto!
Meghan
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