Mi
aspetterai?
Gli altri membri
dell'Host Club le
dicono che è normale, ma Haruhi non
è il tipo che si lascia
convincere facilmente.
Gli altri membri
dell'Host Club le
dicono che capita spesso; i gemelli sghignazzano
come al loro
solito e si lasciano scappare qualche battuta cattiva. “Si
lava
gli occhi; è una pratica tipica anche del Lord.”
Haruhi si limita
a sbuffare,
allontanandosi dal litigio che sta per scoppiare e dirigendosi a
passo curioso verso un angolo della sala.
Non
c'è nessuna cliente; l'Host Club
deve ancora aprire. Non sono i risolini delicati delle ragazze
dell'Ouran a riempire l'enorme aula, ma i singhiozzi soffocati di
Mitsukuni.
È
già successo, mesi prima; ma Haruhi
non ha saputo cosa fare. È stato Kyoya, il primo a dirle di
non
preoccuparsi.
“Non
è il caso di immischiarsi.”
Le parole del
ragazzo riecheggiano
nella sua mente, non appena si fa più vicina al divano sul
quale si
trovano i due amici. I suoi piedi minacciano quasi di fermarsi.
Di Mitsukuni
è visibile solo la chioma
bionda; il suo viso è immerso nel petto di Takashi, che
tiene una
mano sulla sua schiena con l'intento di rassicurarlo e nota appena
l'intrusa, prima di tornare ad abbassare lo sguardo sull'altro.
Haruhi si
domanda scioccamente se a
Takashi non dia fastidio, la sensazione di bagnato sulla maglia.
Mitsukuni sembra stare prosciugando tutte le sue lacrime; e, a dire
la verità, non l'ha mai sentito piangere così
forte.
Non dev'essere
una sciocchezza. Il suo
coniglietto è persino abbandonato a terra, e Haruhi si china
a
raccoglierlo e a posarglielo vicino.
Si inginocchia,
incerta, per arrivare
all'altezza del bambino -solo in apparenza tale.
“Ecco...tutto
bene, Honey-senpai?”
domanda piano.
Soffocato dal
petto di Takashi, il
suono di un singhiozzo risponde alla domanda della ragazza. Mitsukuni
scuote lentamente la testa, e le sue spalle tremano a causa dei
singulti.
Poco dopo volta
il viso verso l'amica,
gli occhi umidi e dallo sguardo sconfortato.
“Haru-chan,
non voglio essere piccolo
per sempre” mormora, la sua voce più bassa del
solito.
Haruhi posa le
proprie mani sulle
ginocchia, inclinando appena la testa di lato per guardarlo meglio.
“Honey-senpai,
non sei piccolo. Sei
solo- carino.”
Le labbra di
Takashi si distendono
appena in un sorriso.
Gli occhi del
bambino restano lucidi,
ma si sgranano pochi secondi dopo. “Secondo te come
sarò, quando
crescerò?”
Haruhi, colta
alla sprovvista dalla
domanda, si porta un dito a tamburellare sulla guancia.
“Vediamo...”
comincia, sollevando gli occhi, “molto alto. Biondo. Uhm, con
gli
occhi marroni?”
Mistukuni ride
fra le lacrime,
sinceramente divertito. “Non sembro molto diverso”
mormora,
asciugandosi il naso.
Haruhi sorride,
impacciata.
“Honey-senpai, non ho davvero molta fantasia!” si
scusa, ridendo.
“E comunque...già, non sarai tanto diverso da come
sei adesso.
Resterai molto intelligente, e forte, e...gentile. Sì,
gentile. E
coraggioso, ne sono sicura.”
La piccola mano
di Mitsukuni si chiude
con più forza intorno alla camicia di Takashi, che
è rimasto ad
ascoltare in silenzio tutto il tempo. Poi chiude gli occhi,
ascoltando solo il battito cardiaco dell'amico sotto il proprio
orecchio.
Per un istante,
Haruhi crede che si sia
addormentato. Solo pochi istanti dopo Mistukuni alza la testa, la
mano di Takashi si sposta dalla sua schiena per riflesso, ma il
bambino è veloce ad afferrarla tra le sue.
La guarda
attentamente per qualche
momento, come studiandola. È così grande,
rispetto alle sue. È già
la mano di un uomo, e non di un ragazzo.
Sulle sue labbra
appare un broncio, che
però è veloce a scomparire. Alza gli enormi occhi
su Takashi.
“Takashi”
chiama, la voce di nuovo
acuta, ma ancora tremante. Takashi risponde solo un lieve assenso,
come al suo solito.
“Un
giorno crescerò e sarò più
alto di te.” promette il bambino, fissando gli occhi nei
suoi.
“Sarò grande e potrò tenerti la mano
senza difficoltà.”
Haruhi
sta per ridere a quella frase che suona così infantile, ma
l'espressione di entrambi gli amici è molto seria e riesce a
frenarsi in tempo.
“Non
dovrai tenermi sulle spalle”
continua il ragazzino, “non dovrò fare un
sonnellino pomeridiano,
non porterò Usa-Chan sempre con me, e non avrò
più questa voce. Ne
voglio una profonda come la tua, Takashi.”
L'amico gli posa
la mano libera sulla
testa, nella carezza di chi non ha bisogno di parole.
“Un
giorno crescerò” ripete
Mitsukuni, con il tono di una promessa. “Mi
aspetterai?”
Gli occhi di
Haruhi si sgranano, e la
risposta di Takashi arriva veloce. È solo un sì,
breve e
conciso, ma finalmente il sorriso torna a distendersi sulle labbra di
Mitsukuni.
Haruhi si sente
terribilmente fuori
posto. Ha appena assistito a questa- dichiarazione?,
e non è
molto certa di aver visto davvero quello che crede
di aver
visto.
Mitsukuni deve
alzarsi in piedi sul
divano, per arrivare al viso dell'altro. Abbandona la presa sulla sua
mano, ma gli prende il volto con le proprie e gli posa un bacio sulla
fronte.
È un
gesto tenero, infantile, privo di
qualsiasi malizia; capace di fare sorridere Takashi nel modo
più
sincero che Haruhi abbia mai visto.
Mitsukuni torna
a sedersi, e la sua
schiena urta contro qualcosa dietro di lui. Si volta, e i suoi occhi
si illuminano nel vedere il suo coniglietto.
Lo stringe al
petto, lanciando un
gridolino allegro. Takashi rimane semplicemente a guardarlo, come se
nulla fosse successo.
Haruhi non li
capirà mai, ma forse
tutto quello è solo normale;
capita spesso, ed è
puro e semplice amore.
Angolo
Autore
Mi sentivo in
vena di dolcezze, oggi!
Mi sto rammollendo, lo sapevo. Di solito sono meno tenero, credetemi.
Volevo mostrare
la scena da un punto di
vista esterno, e quello di Haruhi mi è sembrato perfetto.
Da un paio di
giorni ho ripreso a
guardare gli episodi di Host Club con mia sorella,
e me ne
sono innamorato di nuovo. Non so nemmeno come abbia fatto a metterli
da parte per quasi tre anni.
Ebbene! Spero vi
sia piaciuta. È una
sciocchezza, ma scriverla è stato rilassante ed
è inoltre
la mia prima storia gay su un anime, per cui...che gran bel giorno
è
questo.
Se vi va,
lasciate un commento!
Mars
|